Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Kumiho    27/07/2013    3 recensioni
Fu come vedere quei mostri risucchiati indietro, nell'oscurità più fitta. Per un momento di scoprì dimentico perfino di come erano fatti. E quando sentì un fruscio di coperte alle sue spalle e quella mano calda stringere la propria fu come se qualcuno avesse acceso improvvisamente l’alba.
Genere: Dark, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jean Kirshtein, Marco Bodt
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Oltre l’orizzonte pallido

 

 
 
Il cielo era nero quella notte. Nero e senza luna. Ogni atomo gelido che componeva l’oscurità sembrava essere riuscito a penetrare i vetri spesse delle finestre per intrufolarsi sotto la sua pelle, accapponandola di brividi pungenti.
 
A spezzare l’agghiacciante monotonia del paesaggio scuro, in lontananza, una linea d’orizzonte di un buio meno gelido spezzava la visuale in due grandi porzioni: il cielo e le mura. Il sollievo che gli procurò quell’interruzione d’oblio venne soffocato dalla lesta e saggia consapevolezza che al di là di quel chiaro ed opaco orizzonte pallido c’era solo altra infinita e sicura disperazione, dotata di denti e di arti, di furia cieca e animale, ben più letale del buio senza fine di un cielo senza stelle.
 
Le spalle gli furono di nuovo percorse da un brivido, sentiva la paura prendere forma nelle sue ossa e strisciargli sotto la pelle come una bestia viva. L’unico rumore che udiva era quello del suo respiro congestionato di terrore e quello del vento sibilante, oltre l’oscurità.
 
Gli occhi immobili, impercettibilmente vibranti ma sempre fissi su quell’unica linea pallida d’orizzonte. Quasi le vedeva le mani di quei mostri giganteschi artigliare quell’orizzonte; li avrebbe visti issarsi fino a mostrare i denti, luminosi e bianchi anche senza alcuna luce a farli splendere, mordenti l’aria gelida alla ricerca di qualcosa di vivo, gli occhi piccoli e più cupi del buio ruotare nelle orbite oscenamente profonde, li avrebbe visti accasciarsi come cenci oltre il muro, per poi rialzarsi come dei burattini vecchi, sorretti da fili corrosi e traballanti, per poi correre verso di loro. Verso di lui.
 
Il sudore gli si gelò addosso mentre l’ennesima morsa di paura gli strinse lo stomaco. L’unica cosa che voleva era riuscire a distogliere lo sguardo da quelle mura silenti e, d’un tratto, così instabili ai suoi occhi; ma si sentiva il corpo schiacciato dal terrore e dal peso silenzioso della notte mentre, nell’oscurità, vortici ancor più bui prendevano la forma delle loro mani ritorte e sgraziate.
 
 
 
 
- Jean…-
 
L’oscurità sembrò traballare, scossa da quel suono improvviso ed estraneo, e Jean avvertì l’aria inondargli nuovamente i polmoni tesi e doloranti. Gli occhi sempre fissi sulle mura.
 
- …Jean? Stai bene?-
 
Fu come vedere quei mostri risucchiati indietro, nell’oscurità più fitta. Per un momento di scoprì dimentico perfino di come erano fatti. E quando sentì un fruscio di coperte alle sue spalle e quella mano calda stringere la propria fu come se qualcuno avesse acceso improvvisamente l’alba. La paura gli scivolò di dosso come fumo, ed il terrore sotto la sua pelle si dissolse nel buio della stanza, inghiottito, come i Giganti, oltre l’orizzonte pallido.
 
- Sto bene Marco. È tutto a posto.- La voce gli uscì dalla gola, satura di gratitudine e di arrendevolezza.
 
Si rigirò lentamente nel letto, i muscoli dolenti come se non si fosse mosso da anni, fino a che non avvertì il respiro dell’altro cozzare contro il proprio e quasi gli sembrò di vedere le sue lentiggini nella tenebra della camera. Lo sentì sorridere, con quel suo buffo sospiro di sempre, mentre le sue dita si intrecciarono più strette alle proprie. Ed ogni traccia di timore scomparve, così com’era venuta.
 
Jean si rigirò nuovamente nel letto, rituffando lo sguardo fuori dai vetri spessi della finestra, oltre il buio, fin sulle mura.
 
-… solo… non lasciarmi la mano.- Mormorò di nuovo, questa volta piano con quella nota di imbarazzo che lo faceva sempre sorridere di quell’aria confusa e genuina.
 
- Sì.- Rispose l’altro semplicemente, e le lenzuola frusciarono di nuovo.
 
 
 
 
 
 
Il cielo era nero, senza luna. Oltre il vetro l’oscurità, oltre l’oscurità le mura. Solide e forti come la sua stretta.
 
 
Andava tutto bene.
 
 
 
 
 
 
 
 
Probabilmente avrei dovuto aspettare un po’ prima di tuffarmi in questo nuovo fandom, ma tutto sommato sono abbastanza contenta di aver scritto la mia prima fan fiction sue questa coppia. Spero di avervi fatto amare per un po’ la Marco/Jean almeno la metà di quanto la amo io <3
Slurp. Kumiho.
  
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