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Autore: Distress_And_Coma    27/07/2013    2 recensioni
I Gazette in un futuro distrutto, in cui niente è più loro. In cui possono solo aggrapparsi a mille gru di carta.
Dopo la strage.
Genere: Drammatico, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Aoi, Kai, Reita, Ruki, Uruha
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Chizuru - Thousand  Paper  Cranes

 

Mi ricordo di quando mi sono avvicinato a te. Ti ho dolcemente fatto girare verso la finestra, ed ho mollato un lascivo bacio, comunque appassionato, sulle tue labbra. Sembrano il bocciolo di un loto.

“Ricordi, il loto rosso che tanti anni fa amavi cantare?”

“Certo, Akira. Tu ricordi di come ci siamo amati, fin da subito?”

E come potrei dimenticare. Non si potrebbe mai dimenticare l’amore dolce e protettivo che provavo e provo tuttora per te. Solo un povero malato ci riuscirebbe.

 

 

“Yuu… Che cosa pensi stiano facendo, Akira e Takanori, adesso?”

“I nostri compagni d’avventura? Molto probabilmente sono venuti a trovarci ancora oggi. Affacciati dal paradiso con me, se lo vuoi sapere.”

Amore mio. Amore da amare e proteggere.

“Se solo io non avessi commesso quello stupido errore, oggi saremmo tutti fuori dal paradiso eterno, saremmo ancora giovani, sulla terra, con la morte lontana da noi, mentre adesso lei è nostra compagna.”

“Non darti la colpa di ciò che non potevi prevedere, mio Koyou. E’ ingiusto, oltrechè dannoso per i nostri beneamati amici ancora vivi. Aumenteresti solo il loro senso di colpa!”

“Va bene, scusami, amore sereno che continua a vivere con me.”

“Non fa nulla, gli sbagli capitano per crescere.”

 

 

“Akira, credi che forse… Oggi ci sarebbe stata speranza per noi, se…” stai per metterti a piangere. E’ faticosa la vita soli. E dire che all’inizio per me era così difficile aprirti. Poi, lentamente, ci sono riuscito. Ricordo che all’inizio dicevi “Non mi piace avere amici, perché sono noiosi e fanno soffrire. Ho avuto una sola grande amica, che poi si è rivelata qualcosa in più, ma avevo sbagliato qualcosa e lei si è suicidata.”  

“Calmo, Takachan.” E ricordo di come ti imbronci quando ti chiamo con quel soprannome orribilmente infantile. Mi pesano tutti quei ricordi, lo faccio perché non pesino a te.

 

Ricordo bene quel giorno. Ciò che mi hai raccontato di aver visto. Per anni non hai più parlato, avevi perduto la voce, afonia, diceva lo psichiatra, traumatica. E il gruppo, dopo anni, si è sfasciato, alla fine di tutto. Perché tu non riuscivi più a cantare.

Yutaka, il nostro beneamato leader, era divenuto completamente cieco, oltre ad essere divenuto sordo. 

“Molto probabilmente c’è qualcosa nell’occhio del vostro leader, che lentamente, lo sta rendendo cieco.” A ciò si aggiunse il fatto che allora non esisteva una cura per ciò che lo tormentava.

Volevate che uscisse, che si distraesse. Ma quella volta, aveva lasciato a casa il suo apparecchio acustico, voleva solo essere normale, solo essere Yutaka, leader dei Gazette.       

Era aperta campagna, mi avevi detto. 

Io ero rimasto in casa, volevo finire di mettere ordine, perchè ci tenevo ad organizzare una bella serata, volevo che vi sentiste bene. Protetti, sicuri. C’erano binari non controllati da barriere. Il Leader vedeva poco e male, gli occhiali non servivano.  Inoltre non sentiva.

Sopraggiunse un treno, di colpo, senza preavviso alcuno, che stava per investirlo.

 

Mi hai raccontato tremante e terrorizzato che avresti voluto avvertirli, ma non hai potuto. Non sapevi cosa fare. Eri spaventato. Mi hai detto che Koyou si è lanciato su Yutaka per proteggerlo, e gli ha salvato la vita. Ma è stato letteralmente tranciato dal treno, come se esso fosse un coltello affilatissimo.

“Era terribile! Assurdo! Da non credersi!” spesso urlavi nel sonno, ed io ti confortavo.

Yuu due giorni dopo venne in casa nostra.

“Vi sembra corretto che io sappia della morte del MIO COMPAGNO  dalle televisioni!??” era fuori di sé, poverino. Era ovvio. Io rimasi equamente traumatizzato, ma almeno non persi la voce. Ricordo di come tu ti sei frapposto tra me e lui, nel tentativo di fargli abbassare la voce, perché dava fastidio alle mie orecchie. Ricordo di come Yuu tenesse stretto il nostro povero leader ormai sconfitto.

Ricordo di come il leader cercasse di chiedere perdono al suo chitarrista, un perdono che avrebbe voluto chiedere, ma che sentiva difficile.

Yuu non riusciva a perdonarlo, nonostante avesse potuto farlo.

Dieci giorni dopo, in preda alla disperazione, si buttò dalla Jaguar in corsa che aveva donato ad Uruha. Si uccise, e noi non ricevettimo alcun segnale.

 

“A che serve adesso farlo? Si fa con i vivi! Non con i morti!”

“Voglio farlo, anche per Takanori, lo sai leader caro.”

“E non chiamarmi così!”

“Lo so, leader, caro.”

“Ormai vivo in un limbo… senba no totemo chiisana, anata no negai ni yorisotte. Egao mo kaesezu ni tada, toiki wo kazoeteita kioku no saigo ni. Anata no koe ga kikoete, subete wo nakushita asa, hitotsu ni narenu futari.*”

 Cantavi questa canzone, Kai, leader sconfitto, ma pur sempre dignitoso, in memoria dei tuoi compagni ormai morti. Ed io ricordo, quel foglio bianco, scarabocchiato centinaia di volte con questi versi. Era una canzone. La nostra prossima canzone.

La canzone che Takanori non completerà mai.

  

 

 

 

 

 

Note: *è l’ultima parte di Chizuru, canzone che dà anche il titolo alla shot. Dedicata a M. Grazie, Mamma, di aver fatto ciò che hai fatto.

Per sempre tua, taty. 


E' volutamente scritta così, è stato uno sfogo, o forse il lampo ispiratore di Chizuru ha fatto il suo effetto. E lasciate una recensione mi raccomando.

  
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