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Autore: fireflarry    27/07/2013    3 recensioni
"C’è quel momento, la sera, in cui ti sdrai tra le lenzuola bianche e scruti il cuscino accanto al tuo. Porta ancora il suo profumo, ci credi? Allora stringo forte a me il lenzuolo, immagino le sue braccia attorno ai miei fianchi e i suoi candidi baci tra i miei ricci aggrovigliati. Ed è proprio in quell’istante, allora, che penso a quanto lui mi manchi, a quanto la sua assenza sia così presente da soffocarmi."
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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                                                      A present absence.

                   






                                                                              







Cara Jay,
come vanno le cose? O meglio: riesci a gestire le cose che non vanno tutta sola?
Sai, io ultimamente sto avendo un po’ di difficoltà. E’ stato traumatico ricominciare tutto da zero, ma possiamo farcela. Dobbiamo farcela. Glielo abbiamo promesso e credo che si arrabbierebbe molto se alla fine ci tirassimo indietro, no?
Ecco, non voglio tirarmi indietro. Non ho ancora gettato la spugna, ma ho bisogno d’aiuto. Ho bisogno di amore.
L’appartamento ad Holmes Chapel non mi è mai sembrato così vuoto, la strada verso scuola è troppo lunga e lo zaino esageratamente pesante. Mi sembra di sprofondare ad ogni passo, incastrato in questo labirinto di sabbie mobili, senza potermi fermare.
Il banco accanto al mio non viene mai occupato da nessuno, lo riservo sempre per lui e faccio attenzione affinché nessuno lo sporchi. Durante le lezioni volto spesso lo sguardo verso la seduta vuota, immaginandolo lì accanto a me che mi sorride, mi stringe la mano e mi rassicura su come ben presto ci diplomeremo e saremo liberi.
 A tavola, apparecchio sempre per due e aspetto che lui arrivi assonnato, dopo un pomeriggio di studio passato in camera, si segga con me e cominci a lamentarsi di quanto sia difficile recuperare un anno di scuola perso e di quanto ce la stia mettendo tutta per renderci orgogliosi di lui.
Adesso impiego molto meno tempo a fare il bucato e sporadicamente esco a far la spesa. Per i primi tempi, in realtà, organizzavo ancora le nostre grandi cene, quelle fatte di pollo e patatine fritte con quintali di gelato al cioccolato e vaniglia. Ma sai, sentivo una morsa al cuore ogni qualvolta ero costretto a gettare il suo piatto ancora intatto. Adesso ho l’illusione che abbia mangiato tutto, si sia pulito gli angoli della bocca con il suo tovagliolo azzurro e mi abbia ringraziato nuovamente per l’ottima cena.
Ti dirò, in un certo senso non mi pesa molto la giornata senza lui. Non tutta.
C’è quel momento, la sera, in cui ti sdrai tra le lenzuola bianche e scruti il cuscino accanto al tuo. Porta ancora il suo profumo, ci credi? Allora stringo forte a me il lenzuolo, immagino le sue braccia attorno ai miei fianchi e i suoi candidi baci tra i miei ricci aggrovigliati. Ed è proprio in quell’istante, allora, che penso a quanto lui mi manchi, a quanto la sua assenza sia così presente da soffocarmi, perché in realtà non sono quello che tutti vedono.
Cosa ne è rimasto di Harry Styles? Nulla.
Non c’è niente di più fragile, insicuro, debole o delicato, in questo momento, di un amante solo, con un vuoto nel cuore e un costante bruciore allo stomaco come il sottoscritto.
Adesso si sarebbe sicuramente preso gioco di me, mi avrebbe deriso per la mia debolezza. Gli avrei anche dato ragione, dopotutto. Un anno fa nessuno avrebbe mai detto che mi sarei lasciato distruggere così dalla malinconia. Ero solito esser considerato il muro infrangibile, quello che non si sgretola al primo tocco ma resiste imperterrito, fino alla fine, mattone sopra mattone. Ed era questo uno dei motivi per cui mi amava, lo diceva sempre. “Hai quella forza che io non ho mai posseduto”.
Ebbene, ora sono io a ripetere la stessa frase al suo volto sorridente, nella cornice dorata, sul mio comodino. Come fa a sorridere così? Dove la trova tutta quella forza? Devo forse credere che, insieme al mio cuore, si sia portato via la mia sicurezza, la mia spavalderia, la mia determinazione?
A volte mi ritrovo davvero a pensare di non avere più nulla, di aver perso tutto ciò che rendeva la vita degna di essere vissuta. Che senso ha vivere in una prigione immaginaria che io stesso ho costruito, un castello di vetri infrangibili in cui aspetto ansioso la morte? Non ho più nessun motivo di restare qui, non c’è niente che mi spinga a rischiare, nessun “ne vale la pena”.
Eppure, c’è chi pensa che ci sia ancora una speranza per me, quelli che mi dicono “C’è una soluzione a tutto”,e allora io dico no! alla morte non c’è alcun rimedio, si muore e basta,senza ma e senza se! Non c’è ritorno, solo tristezza, malinconia, nostalgia, rimorsi. Tanti rimorsi. Se potessi tornare indietro anche solo per qualche istante, lo abbraccerei, stringendolo tra le mie braccia tanto forte da togliergli il fiato, posare un ultimo bacio sulle sue labbra rosee e ribadire la nostra promessa. ‘Per sempre’.
Mi sarebbe piaciuto essere una di quelle persone egoiste, una di quelle che non avrebbe passato i suoi giorni a rimpiangersi addosso ma si sarebbe data una svegliata, prendendo le redini della propria vita in mano e cominciando ad andare avanti, a dimenticare.
Poi però ricordo che lui non si sarebbe mai innamorato di me se avessi avuto la presunzione di mettere la mia vita sotto i riflettori, come quel 23 dicembre, quando spinsi la sua macchina guasta fin dal meccanico, con la neve ad accarezzare i nostri corpi ghiacciati e il vento a sferzarci le guance.
E cosa sarebbe stata la mia vita senza il suo amore? Senza i suoi occhi blu profondi quanto un pozzo, il suo sorriso dolce che sapeva resistere a qualsiasi tempesta, il suono armonioso della sua voce, le sue mani morbide intrecciate ai miei capelli, i suoi baci caldi e le sue coccole che duravano una notte intera.
Louis Tomlinson era il mio miracolo e continuerà ad esserlo.
Non si può avere tutto dalla vita, questo lo so perfettamente, ma fa rabbia sapere di averlo avuto a disposizione e non averlo vissuto abbastanza, prima di perderlo completamente.
Domani mattina salto scuola, vado a trovarlo. E’ da molto che non lo faccio, una sorta di sistema per non soffrire maggiormente. In genere mi limito a sfogarmi con la nostra foto, quella che teneva sulla scrivania accerchiata dai cuoricini, ma adesso ho bisogno di lui, ho bisogno di sentirlo vicino, come se non fosse mai andato via, prima che anneghi in questo mare di lacrime e sia troppo tardi.
Perciò ti chiedo di riservarmi il letto della sua vecchia stanza, quello con le lenzuola di Bugs Bunny che gli piacevano tanto. Non conto di fermarmi più di due giorni,potrei non riuscire ad andar via da Doncaster.
Con tutto l’amore che mi rimane in corpo.
 
                                                                                     Tuo,
                                                                                           Harry.                                                                                                             
  
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