I
will always love
you
Stavo
tornando da lui perché ne sentivo il bisogno; avevo promesso
a me stessa e a
lui che lo avrei lasciato in pace, che avrei aspettato che fosse pronto
a rivedermi,
ma c’era una forza invincibile che mi trascinava da lui, come
se un filo
invisibile ci tenesse uniti e appena uno dei due si allontanava troppo,
ci
facesse riavvicinare.
Quando
bussai alla porta, Billy fu parecchio sorpreso di vedermi.
“ Bella,
cosa ci fai qui? ”
“ Ho bisogno
di vederlo, ti prego. ” Forse la mia voce pietosa, forse il
dolore che mi si
leggeva in faccia, forse il fatto che fossi arrivata fino a
lì a piedi e adesso
fossi inzuppata fradicia a causa della pioggia che qui non mancava mai,
spostò
la sedia a rotelle in maniera tale da permettermi di entrare.
“ Fai piano,
sta riposando. ” Annuii e mi affacciai in camera di Jacob:
dormiva, come mi
aveva detto suo padre, ma non aveva un’espressione rilassata,
probabilmente era
stordito dalla morfina, ma sentiva lo stesso il dolore. Jacob, il mio
Jake era
fatto così, sempre disposto a farsi in quattro per gli altri
anche a scapito
della sua felicità, ed era esattamente quello che stava
facendo con me: pur di
vedermi felice, avrebbe accettato la mia trasformazione in vampira,
nonostante
questo significasse andare contro la sua natura stessa.
Facendo
attenzione a non svegliarlo, mi sdraiai accanto a lui sul letto,
facendomi
piccola piccola e poggiando la testa sul suo petto, beandomi del suo
calore, di
sentire il suo cuore battere allo stesso ritmo con il mio. Una volta
avevo
letto da qualche parte che il motivo per cui il nostro cuore si
trovasse
leggermente a sinistra era perché quando abbracciamo la
persona che amiamo, il
suo battito va a riempire il nostro lato vuoto. Con Edward questo non
sarebbe
mai successo, e forse questa era una delle cose per cui, nonostante
lui, mi ero
resa conto di amare anche Jacob. Quando lo avevo baciato su quella
montagna e
avevo avuto una visione della nostra vita insieme, mi ero sentita
felice, completa
e anche se il desiderio di diventare madre non mi aveva mai sfiorata in
quegli
anni, mi ero sentita invadere da un calore e da un orgoglio per quei
bambini
che non avevano neppure un volto che non riuscivo a spiegarmelo.
“ Mhh. ”
Jake mugolò e poi si voltò verso di me, aprendo
piano gli occhi e cercando di
mettere a fuoco cosa aveva di fronte, e quando mi vide per poco non
ruzzolò giù
dal letto.
“ Che cosa
ci fai qui? ” La voce ancora impastata dal sonno me lo fece
sembrare più
indifeso di quanto non fosse.
“ Avevo
bisogno di vederti. Sono stata dai Cullen, Alice mi ha fatto vedere
l’abito da
sposa, era così felice che avessi acconsentito a farle
organizzare tutto… ma io
mi sono sentita soffocare, era come se mi mancasse la terra da sotto i
piedi,
come se fossi nuovamente in balia delle onde e i polmoni avessero un
così
disperato bisogno d’aria da far male e sembrare che stessero
esplodendo. ”
“ Ehi calma
Bells, respira. ” Jake mi prese il viso tra le mani e
fissandomi negli occhi,
mi aiutò a regolare il mio respiro prima che una crisi di
panico mi assalisse.
Rimanemmo così a lungo, occhi negli occhi, in silenzio,
mischiando i nostri
respiri che si andavano ad infrangere nel volto dell’altro.
“ Va meglio?
” Annuii, rifugiandomi nel suo petto e lui prese ad
accarezzarmi la schiena con
il braccio buono.
“ Bella,
posso farti una domanda? ”
“ Certo. ”
“ Perché ti
stai sposando? ” Non c’era rabbia o gelosia nella
sua voce, solo tanta
curiosità.
“ E’ il
compromesso a cui siamo arrivati dopo estenuanti litigate: io lo sposo
e lui mi
trasforma. ”
“ Quindi lo
fai solo per l’immortalità? ”
“ No, certo
che no. Io lo amo, Jake, e so che sarà per sempre
così; non avrei scelto di
sposarmi a diciotto anni se così non fosse, ma questo
è l’unico modo per non
essere più vecchia di lui. ”
“ E allora
perché sei qui? ”
“ Perché io
ti amo, in un modo in cui non dovrei ma che non evita di farci male,
perché non
basta. Sei un ragazzo dolcissimo e perfetto, e io mi odio per averti
fatto
innamorare di me visto che adesso sei ridotto così a causa
mia. Credimi, vorrei
essere forte abbastanza da rinunciare a te, ma non ci riesco e vorrei
esistesse
un modo per farmi scomparire e non farti più soffrire.
” Piagnucolai, con le
lacrime agli occhi.
“ E pensi
che se tu scomparissi io starei meglio? Si vede che non hai capito
quanto io ti
ami: sono disposto a rimanerti amico anche se tu dovessi diventare come
loro,
non ho alcuna intenzione di rinunciare a te, sei troppo preziosa per
me. ”
Mi sporsi un
po’ e lo baciai: Jacob rimase per un attimo sorpreso, era la
prima volta che
prendevo io l’iniziativa, ma poi rispose con entusiasmo al
bacio, sorridendo
sulle mie labbra, e il suo entusiasmo era tale che anche le mie si
incurvarono
verso l’alto.
Mi sfiorò le
spalle con una mano, mi attirò piano verso di lui, dicendomi
“ Ti amo. ”
Le nostre labbra
si unirono ancora, le lingue si cercarono, la distanza tra i nostri
corpi
scomparve e mi avvolse il suo calore e il suo profumo che mi ricordava
i boschi
di Forks. Le sue mani erano dappertutto, collo, braccia, fianchi, fino
ad
insinuarsi sotto la maglia e il suo tocco mi fece bruciare, e non
perché la sua
pelle fosse più calda del normale, ma perché Jake
sapeva dove e come muoversi e
questo era quello che avevo sempre desiderato ma che non avevo mai
potuto avere,
quelle esperienze che tutte le mie coetanee avevano fatto ma che io non
avevo
mai provato perché mi ero innamorata di un vampiro; ma con
Jake era tutto
facile e normale, come respirare.
Osai anche
io, toccando il suo torace nudo, i suo muscoli scolpiti, avvertendo il
suo
respiro mutare e farsi più veloce così come il
mio.
“ Bella,
cosa vuoi? ” Mi chiese, fissandomi con serietà
negli occhi, ma anche con una
bruciante passione che avrebbe mandato in fumo qualsiasi remora potessi
ancora
avere.
“ Amami
Jake, amami come nessuno ha mai fatto. ”
Jacob si
tuffò sulle mie labbra, afferrandomi la maglia e staccandosi
il tempo
necessario per sfilarmela. Cercava di andare con calma, di lasciarmi il
tempo
per ripensarci, ma io non volevo tirarmi indietro, mi sentivo
perfettamente a
mio agio. Quando entrambi rimanemmo solo con la biancheria intima, si
prese un
attimo per osservarmi, e io mi sentii esposta, tremendamente, ma
vedendo l’amore
nel suo sguardo, mi feci coraggio e sganciai il gancetto del reggiseno,
facendolo
scivolare lungo le braccia per poi gettarlo a terra, dove erano
ammassati gli
altri vestiti. Jacob abbassò la testa e si dedicò
ai miei seni, mentre io
cercavo di trattenere un gemito, e una lussuriosa sensazione di piacere
iniziò
lentamente a imprigionare il mio corpo mentre lui assaporava e
accarezzava i miei
seni, poi le sue attenzioni si spostarono più in basso:
prima prese a
carezzarmi la pancia, stuzzicandomi l’ombelico, facendomi
contorcere dal
solletico, ma poi le mie risate si trasformarono quasi in un sussulto
quando mi
sfiorò attraverso le mutandine. Una delle mani di Jacob mi
scivolò lungo la
gamba, accarezzandola sotto il ginocchio. Per qualche ragione era
magnifico. Non
avevo mai pensato che quel punto potesse essere così
sensibile. Un attimo dopo,
quando con la delicatezza di un tocco appena percettibile, quella mano
scivolò
sotto la stoffa che copriva la mia intimità e mi
accarezzò gentilmente, tremai
e feci di tutto per non chiudere le gambe e fermare quella mano che mi
stava
torturando dolcemente. Poi Jacob prosegui la sua discesa, andando
sempre più in
basso, la seta scura dei suoi capelli che mi sfiorava
l’interno delle cosce: delle
piccole scosse di piacere mi inondarono il corpo e afferrai le
lenzuola, come
se aggrapparsi a qualcosa potesse impedirmi di volare via.
Oh dio.
Jacob
ridacchiò, un breve suono che vibrò contro la mia
pelle, e mi resi conto di
aver detto quelle parole a voce alta.
E poi
accadde.
Il piacere
arrivò come un’esplosione gioiosa, come
precipitare da una grande altezza, e mi
tolse l’aria dai polmoni facendomi emettere un piccolo grido
mentre quella
gioia fisica mi attraversava e io fremevo e tremavo.
Era, in una
sola parola, magnifico.
Quando
ritornai dalla nuvoletta in cui mi ero rifugiata per un po’,
trovai Jacob che
mi osservava con un sorriso trionfante e maledettamente malizioso, che
mi fece
ridere felice, mentre lo attirai a me e lo baciai con passione.
“ Ora tocca
a te. ” Mormorai sulle sue
labbra.
“ Puoi dirlo
forte. ” Rispose lui, facendomi sdraiare nuovamente e
sistemandosi tra le mie
gambe, così che io potei accoglierlo dentro di me.
UN ANNO DOPO
“ Sarah Elizabeth,
io ti battezzo nel nome del padre, del figlio e dello Spirito Santo.
”
La piccola
protestò con un sonoro vagito, agitando i pugnetti in aria e
facendo sorridere
tutti; mentre Jake prese a cullarla, per evitare che quei vagiti si
trasformassero in un pianto a dirotto, Edward, il padrino della
bambina,
sorridendo visibilmente emozionato, le asciugò la testolina,
facendo attenzione
a non farle male e a non farla innervosire più di quanto
già non lo fosse. Era
incredibile vedere lì riunita tutta la mia famiglia, in un
giorno tanto speciale
per noi e per nostra figlia: la piccola era riuscita a mettere
d’accordo lupi e
vampiri, riuscendo dove io avevo fallito.
Jacob era
stato splendido, aveva esaudito tutti i miei ultimi desideri,
acconsentendo che
alla piccola come secondo nome venisse dato quello della defunta madre
di
Edward: non so come mi fosse venuta in mente quell’idea, ma
volevo che mia
figlia avesse un nome importante, che fosse significativo per quanti
l’amavano,
e così mi erano venuti in mente i nomi delle due donne che
avevano messo al
mondo gli uomini più straordinari che avessi mai conosciuto
e che avevo amato
con tutta me stessa.
Poi c’era
stata quella richiesta assurda, che Jacob non avrebbe mai accettato se
le cose
non fossero andate così, ma alla fine aveva ceduto ed era
andato a chiedere ad
Edward di essere il padrino di nostra figlia, perché per me
quello sarebbe
stato il perdono definitivo per averlo abbandonato ad un passo
dall’altare.
E adesso
tutto andava per il verso giusto e poco importava che io non fossi
lì con loro
a godermelo.
Morire di
parto sembrava quasi una punizione divina per aver voluto troppo dalla
vita, ma
ovunque ora mi trovassi, riuscire a vederli ed essere presente con loro
anche
solo spiritualmente, mi bastava, e soprattutto vederli così
felici era tutto
quello che avevo sempre desiderato.
Avevo temuto
potesse succedere il peggio quando Edward si era dato la colpa per non
essere
arrivato a salvarmi in tempo, ma senza le visioni di Alice, nessuno
poteva
sapere quanto stava accadendo in casa dei Black. Anche per Jake non era
stato
semplice, i primi giorni rifiutava di vedere nostra figlia, ritenendola
responsabile della mia morte, ma fortunatamente poi era intervenuto
Edward, che
con le sue parole era riuscito a fargli comprendere che una parte di me
non se
ne sarebbe mai andata, che avrebbe vissuto per sempre con loro grazie
proprio a
quella piccolina che piangeva a gran voce per attirare
l’attenzione del padre,
che solo dopo cinque giorni che era nata, si accorse che aveva gli
occhi uguali
ai miei e che in lei avrebbe sempre potuto rivedere me.
L’unico
rimpianto era non averla potuta stringere tra le braccia più
a lungo, non
averle potuto dire quanto l’amassi, ma confidavo nelle
persone meravigliose che
la circondavano e che non le avrebbero mai fatto mancare il mio e il
loro
amore.
Ok, probabilmente vi sembrerà un miraggio, ma è solo grazie al contest