Ann
 
Amore mio che hai fatto?
Probabilmente, se tu fossi ancora qui, ti sgriderei. Adesso però non ne ho più la forza.
Te ne stai qua, sdraiato, coperto solo da un lenzuolo. Silenzioso.
C’è troppo silenzio qui figlio mio.
Sai Cory sei sempre bello, hai sempre uno sguardo sereno. Ti sfioro i capelli con una mano. Ho sempre adorato farlo quando eri bambino. Ma poi eri cresciuto, eri diventato molto più alto di me, troppo. E non ho più potuto farlo, anzi eri tu che mi passavi una mano fra i capelli e mi guardavi dall’alto, con i tuoi occhi dolci, mi dicevi –Mamma stai tranquilla è tutto a posto-.
Ma non era tutto a posto amore mio. Non dopo quello che è successo.
Amore sai mi ha chiamato tuo padre oggi. Abbiamo litigato. Non è una novità. Non lo lasciato venire tesoro. Non so se tu l’avresti voluto. Forse si, forse no. Ma io mi sono opposta, non può più farti del male. Non ti farà soffrire mai più.
La gente dice che avevi tutto e, forse, per un momento ci ho pensato anch’io. Eri felice. Perché facevi un lavoro che adoravi, perché avevi Lea. Ricordo ancora quando mi hai telefonato per dirmi che le avevi chiesto di sposarti, mi hai detto –Lei è quella giusta mamma-. Cory come mi hai reso felice in quel momento. Ero davvero fiera di te. Ho pensato “il mio piccolo Cory si sposa”.
Però non è vero quello che diceva la gente, tu non avevi tutto, perché eri sempre in lotta. Amore mio scusami se non ti ho potuto aiutare, se non ti ho salvato.
Lo sai questo Cory? Lo sai quando è sbagliato quello che sta succedendo? Perché una madre non dovrebbe mai sopravvivere al proprio figlio. Mai.
 
Shaun
 
Ciao Cory.
E’ strano trovarsi qua.
Mi tengo a qualche metro di distanza da te e ti osservo da lontano.
Ne abbiamo passate tante io e te vero? Mi sembra solo ieri che ti stringevo fra le braccia, incapace di nasconderti un’altra litigata di mamma e papà, incapace di non farti sentire quelle urla. Ti stringevo fra le braccia mentre piangevi. E adesso sono io che piango Cory.
Perché tu eri il mio fratellino e io ti dovevo proteggere, proprio come mamma mi ha sempre detto. Non ti ho potuto proteggere dal destino infame che ti ha portato via da me.
Si il destino Cory. Perché quello per cui sei morto per me è irrilevante. C’e ne sono tanti al mondo che hanno il tuo stesso vizio eppure sono vivi. E tu invece sei qua. E avevi provato a uscirne e invece sei qua. Su questo freddo tavolo d’acciaio, con gli occhi chiusi.
E io sono accanto a te. E non riesco a farmene una ragione.
Perché se c’è qualcuno Lassù che ti ha voluto portare via da noi, allora significa che tu eri davvero speciale Cory.
Papà non c’è, ma ti avrà già detto tutto mamma.
Non riesco neanche più a vederti perché sono troppe le lacrime che continuano a cadere per terra.
Ti dico solo che avevi ragione fratellino quando dicevi –La vita è troppo breve per essere seri-.
Se da Lassù ci sei stammi vicino di prego. Perché non se se te l’ho mai detto, ma non eri solo mio fratello, eri il mio migliore amico. Eri colui che mi sosteneva nei momenti difficili. Che mi diceva che sarebbe tutto andato bene.
E adesso sei qui, e io sono accanto a te. Eppure non siamo vicini fratellino, perché c’è un intero cielo che ci separa. E io voglio solo andarmene da qua, per stare con te.
 
Lea
 
Quanto sei bello amore mio.
Ti sfioro i capelli, ti bacio sulla guancia.
Sei freddo. Hai gli occhi chiusi. Ma adesso ti risveglierai e tornerai da me vero?
Tornerai vero? Perché stai solo dormendo.
Ti cerco la mano e te la stringo.
Non sta succedendo davvero perché io non sento più niente. E quando uno non sente niente vuol dire che sta sognando. E presto mi sveglierò e ti vedrò sorridente che mi porti la colazione a letto.
La mia vita si è fermata a quella telefonata.
Amore mio continuavi a ripetermi che io avevo reso la tua vita incredibile. Ma invece non è vero. Sei tu che hai reso la mia di vita incredibile.
E so che tu ci sei perché è impossibile che te ne sei andato. Ieri ho ascoltato la tua voce alla segreteria telefonica.
Non essere preoccupato. Non sono arrabbiata per quello che hai fatto.
Forse è colpa mia. Non ti ho sostenuto abbastanza? Non sono stata capace di aiutarti? Dovevo venire con te, perché dicevi sempre che assieme a me ti sentivi l’uomo più forte del mondo. E io accanto a te mi sentivo la donna più fortunata dell’universo. Tu mi facevi sentire così Cory. Quando mi aprivi la portiera della macchina per farmi scendere, quando mi portavi la colazione a letto, quando sentivo il suono della tua risata.
Amore mio ho iniziato a piangere. Dimmi che è tutto un incubo. So che tu detestavi vedermi piangere.
Perché lo hai fatto? Perché adesso?
Dovevano darci più tempo Cory. Più tempo. Solo questo. Dovevano darci il tempo di sposarci, di poter dire quel “ti amerò per tutti i giorni della mia vita”. Amore ricordi le nostre ultime conversazioni faccia a faccia? Durante il quattro luglio? Tu dicevi che volevi avere dei bambini subito e dicevi –Possiamo anche provare quando sarò tornato da Vancouver. Tanto andiamo già nella nostra casa-. E mi sorridevi e mi baciavi.
Sarebbe stato tutto stupendo Cory. E saresti stato un padre eccezionale per i nostri figli. Eri così felice.
Ed io ero così fiera di stare al tuo fianco amore mio. Non ascoltavamo nessuno. Nessuna critica dai giornalisti, nessun insulto dagli haters.
Eravamo solo tu e io. E il nostro amore.
Ti bacio ancora una volta.
Ok amore mio. Adesso basta.
Conto fino a tre e poi ti svegli va bene?
Uno.
Due.
Tre.
Apri gli occhi adesso amore.
Io ho bisogno di te.
Adesso. 


Storia scritta col cuore in ricordo del nostro Cory. Sei il mi eroe, il mio idolo, sei la mia ispirazione. Francesca