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Autore: Dearly Beloved    29/07/2013    3 recensioni
Lui era lì per cancellare quella visione, permettendole di vivere serenamente quel poco che le restava.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Zack Fair
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Say Goodbye.




Respirava piano, quasi paralizzato, con la tenda tra le mani e senza il coraggio di spostarla per rivelare la propria presenza, indeciso se quella fosse la cosa migliore da fare o meno.
La donna dall'altra parte assomigliava ad una statua, riusciva a intravederla, e Zack era quasi sicuro che non cambiasse posizione da ore.
Del resto lei non aveva nulla di diverso da fare che vagare nei meandri della propria mente, non aveva nessun altro posto dove andare, né le forze per muovere un passo.
Attendeva, nascosto dietro il tendone della bancarella della veggente, forse quel coraggio che gli era venuto a mancare entrando lì dentro e che era assolutamente necessario per uscire allo scoperto. Non credeva affatto sarebbe stata felice di rivederlo, ma quantomeno aprì bocca per prima facilitandogli il compito.
“Presto o tardi, finiremo tutti a gambe per aria, ragazzaccio” aveva annunciato rompendo il silenzio, catastrofica come solo lei sapeva essere, il suo tono di voce grave e stanco, mentre sul viso di solito impassibile si dipingeva un'espressione di quella che era inequivocabilmente paura.

A Zack venivano i brividi quando la sentiva sentenziare in quel modo, ma non avrebbe mai ammesso nemmeno a se stesso di essere così intimorito da una vecchia che portava sulle spalle quelli che a occhio e croce erano cento, centodieci anni, e che dava l’idea di star per cadere in frantumi ad ogni più piccolo tremito.
Miranda. Le rughe marcate, la lunga cascata di capelli grigi, la pelle sottilissima che faceva intravedere le vene sottostanti e gli occhi enormi, sempre puntati sul vuoto. Nessuno sapeva cosa vedessero, ma se c'era una cosa di cui a Gongaga nessuno dubitava, erano i poteri di Miranda.
Guardandola con attenzione, a giudicare dalla sua espressione, Zack pensò per la prima volta che quello che vedevano solo gli occhi grigi della strega doveva essere qualcosa di orribile.
Lui era lì per cancellare quella visione, permettendole di vivere serenamente quel poco che le restava.
La prima volta che era entrato lì aveva sentito le stesse parole, accompagnate dallo stesso sguardo, ed era stato molti anni prima quando, mosso dalla curiosità, era entrato per farsi leggere la mano. Aveva solo nove anni allora e c'erano volute sei settimane di paghetta per permetterselo.
Il bambino sprizzava voglia di vivere da tutti i pori della pelle.
Sotto lo sguardo di quei grandi e penetranti occhi blu, curiosi e sgranati per l'emozione, lei non aveva avuto il coraggio di dire quello che vedeva nel suo futuro.


“Quella è la linea dell'amore...”
“...mi dice se avrò la fidanzata?”
L'anziana donna ride. “Più d'una, a quanto pare”
Il bambino annuisce compiaciuto. “E poi?”
“E poi viene l'intelligenza...”
Adesso storce il naso. “Non vado mica bene a scuola...”
La donna gli accarezza il capo, divertita -nessuno l'aveva mai vista ridere- “...mmh... Hai le potenzialità ma non le sfrutti”
“Parli come la maestra!” s'imbroncia guardando altrove.
Lei sorride, scuotendo il capo “Ma c'è scritto anche qui! Vuol dire che ha ragione. Dovresti darle retta, ragazzaccio”
La strega abbassa lo sguardo sul piccolo palmo, e... perde il suo sorriso. Sbatte le palpebre un paio di volte mentre le sue labbra si piegano in una smorfia.

Impallidisce, schiudendo le labbra.
Ci
deve essere un errore.
Il bambino la guarda in silenzio, preoccupato.
“Cosa vedi, Miranda?”


Allora lei aveva indossato quella maschera di rabbia e disprezzo dalla quale tutti erano terrorizzati, e l'aveva fatto per proteggerlo dalla verità. Gli aveva urlato contro di sparire e lui era corso via, più ferito che spaventato, e dopo quella volta per Zack era stato difficile entrare in quella tenda, preoccupato di ricevere lo stesso ingiusto trattamento.
“...e saranno tempi duri per voi giovani più che per noi vecchi.” aveva continuato stavolta, socchiudendo gli occhi “Il peso dell'intero pianeta graverà sulle vostre robuste spalle, ma... Avreste dovuto forgiare più gli animi che le armi.”
Il ragazzo scostò il tendone per ribattere, mettendo da parte il timore. “Tranquilla Miranda, io sono un eroe e vedrai che-”.
Lei vedeva già.

Le lacrime già scendevano copiose, ma furono i suoi singhiozzi a interromperlo, singhiozzi sommessi, accompagnati da lamenti man mano sempre più forti. Il ragazzo restò immobile, senza sapere cosa fare.
Miranda appoggiò i gomiti sul tavolino e si prese la testa tra le mani, iniziando a strapparsi furiosamente i capelli.
Zack si lanciò prontamente verso di lei per fermarla. “VATTENEE!!!” aveva urlato tra i singhiozzi, dimenticando di non avere più di fronte un bambino di nove anni. Zack le fermò i polsi con decisione, stavolta, ma appena lei aprì gli occhi la rivide: l'espressione preoccupata e allo stesso tempo spaventata di un bambino. Ora, in quegli stessi occhi blu, una luce così innaturale...
Vi si perse per alcuni secondi, dimenticando la disperazione di pochi istanti prima, di fronte al ragazzo sempre più sconcertato.
Aggrottò le sopracciglia, con il respiro ancora affannato e le braccia tremanti, mentre la presa di Zack si faceva man mano più debole.
“Dunque, deve mancare poco.” Commentò amaramente ammirando e disprezzando quella luce strana e terrificante ai suoi occhi, testimonianza delle atrocità commesse dall'uomo che avrebbero condotto la vita sul pianeta ad un tragico epilogo, assumendo un'espressione di gelida indifferenza. “Non posso fermarlo.”
Non ne avrà la forza.
“Di cosa parli?” chiese Zack confuso, inginocchiandosi accanto a lei e accarezzandole affettuosamente le mani esili e grinzose.
La risposta alla sua domanda non arrivò, ma forse quel silenzio era la conferma che gli serviva per continuare. Zack sembrava sereno, ma come poteva esserlo di fronte a quello che lei sapeva sarebbe accaduto?
Un sorriso rassicurante, un bacio sulla fronte.
A Miranda sembrò che con quei due semplici gesti Zack la purificasse da ogni sensazione negativa. Sentì la paura svanire, l'odio scemare, mentre le braccia smisero di tremare. Lo guardò meravigliata, assottigliando lo sguardo.
“...Perché sei venuto qui...?”
“Avevo bisogno di parlare con qualcuno prima di andare, e tu sei l'unica in grado.” Si alzò in piedi, sospirando “...sì, parto di nuovo”.
La vecchia lo guardò preoccupata, per quanto ne sapeva quello poteva essere il suo ultimo viaggio, anzi, lo sentiva, ma lui le strizzò l'occhio e sorrise.
“Hai solo bisogno di essere rassicurata.
...qualunque cosa accada, sono sicuro che andrà bene. Sento di avervi messo tutti tra le mani della persona giusta”.
Sorrise annuendo fiducioso. “Si chiama Cloud, è piccolino ma ci sa fare abbastanza. Ma che non si monti la testa, sono io l'eroe!” scoppiò a ridere spolverandosi i pantaloni della divisa, macchiata di sangue.
Miranda pianse ancora, senza sapere perché.

Cosa stai dicendo...?
“Un giorno verrà qui, non mi è dato sapere se ci sarai per incontrarlo, ma se accadesse, non parlargli di me. Deve dimenticarmi per trovare la forza di andare avanti” sospirò, pensieroso. “...altrimenti sarà stata una faticaccia inutile, t'immagini?” Gonfiò le guance e sbuffò, infantile.
La donna restò con il fiato sospeso, l'espressione inebetita, gli occhi sgranati fissi sul vuoto, gli occhi fissi su Zack.
Pensò per la prima volta, assurdamente, dimenticando tutto il resto, che da bambino, lo stesso che quando la incontrava chinava il capo e correva via, s'era fatto uomo, e guardando per la prima volta l'uomo
-l'eroe- che aveva di fronte si sentì felice, malgrado le lacrime che continuavano a bagnarle il volto rugoso e l'espressione addolorata che le si era dipinta in volto senza che neppure se ne accorgesse.
“Ora devo andare” ruppe il silenzio lui, per poi commentare “Avevo paura prima, e invece adesso mi piacerebbe rimanere un altro po', che strano”, ridacchiò infilandosi le mani nelle tasche dei pantaloni e dirigendosi verso la tenda. La scostò delicatamente facendo entrare la luce del sole, illuminando quell'ambiente decisamente troppo tetro per lui.
Si voltò un'ultima volta sorridendo.
I raggi del sole l'attraversavano mentre la sua sagoma andava sbiadendo, ma non quel sorriso. Quello restava nitido, come gli occhi gentili, che adesso sembravano vedere più cose di quante lei ne avesse mai viste in tutta la sua vita.

Assomigli ad un angelo, pensò.
Zack scomparve, mentre nella testa della donna risuonò forte una risata.
Allora starò bene con un paio d'ali! Che te ne pare, Miranda?

 

 

 

 

 



Vbhdjbskdhvkdfv Ciao.
È stata scritta alle quattro meno un quarto del mattino settimane fa, ma non l'avevo pubblicata perché... perché no. Forse perché so che non è granché, visto anche che nel frattempo piangevo come una fontana sulla mia PSP morta (ANCHE LEI, ASDFUJHEUY) ricordando i vecchi tempi a Crisis Core, quindi sì, sarà qualcosa di assolutamente vergognoso ma non la rileggerò una volta sola neppure per controllare gli errori,
perché non voglio. Quindi scusate gli eventuali orrori ma non me la sento, uhm.
Okay, in realtà non è stata scritta affatto per essere pubblicata (volevo solo trovare qualcosa di positivo nella morte di Zack per mettermi l'anima in pace, ma non ci sono riuscita), quindi mi lascia parecchio dubbiosa, uhm uhm.
La stessa Miranda è un personaggio scialbo. Miranda è il classico nome da maga, l'aspetto e la schizofrenia tipici di chi parlaconimortiwaaaahjewdfjhf. È solo un misero strumento tramite il quale ho ipotizzato che lo spirito di Zack potesse manifestarsi (ho visto per troppe sere di fila Cacciatori di fantasmi Volevo farla più lunga di queste due miserissime paginette (o almeno, nella mia mente lo era), ma se avessi scritto una sola riga in più sarei rimasta depressa a vita e, peggio, avrei rotto di più le scatole a voi, perciò...
Okay, basta.
Vado a piangere sul cuscino di Zack.
(giuro che la prossima cosa che pubblico sarà feeeelicissima ♪
...forse, mi auguro.)

-C

   
 
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