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Autore: safeoned    29/07/2013    0 recensioni
Dal prologo ''non pensava a niente di tutto ciò. Qualcuno lo fa quando tweetta ad una celebrità?''
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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TWEET HEARTS – CAPITOLO 9

 
Louis avvicinò la coperta al suo viso mentre guardava la TV. Beh, non la stava realmente guardando perché la sua testa faceva così male da impedirgli di concentrarsi su cosa stessero trasmettendo. Tutto era offuscato in un turbinio di colori e suoni sommessi che gli fecero ripromettere silenziosamente di non bere mai più. (Beh magari non mai più, solo non così tanto) Era ormai sdraiato sul divano da un paio di ore, dopo aver inciampato nel corridoio che collocava il suo letto ed il salotto. Niall gli aveva lanciato uno sguardo, scuotendo poi la testa, costringendolo a sedersi sul divano per paura che il suo amico perdesse l’equilibrio ed il suo stesso cervello sul tavolino.

“Non andrai al lavoro oggi,” disse, usando un tono più materno del solito.

“Ma Niaaaaaall,” piagnucolò Lou, guardandolo con occhi imploranti. Beh almeno era ciò che pensava guardandolo. Al momento c’erano due Niall di fronte a lui, quindi c’era un 50% che fosse quello giusto. (Sfortunatamente per lui, non lo era.) “Sai che non posso mancare o sarò liceeeeenziatoo.” Non che a Louis importasse davvero essere licenziato o no. Non voleva stare a casa da solo  e sbronzo.

“Dirò al capo che hai l’influenza. Lui non vuole di certo che tu vomiti nel suo negozio,” replicò Niall, ignorando il broncio del suo amico ed estraendo il telefono dalla tasca prima di dirigersi verso la cucina.

“Ma che importa? Sarei comunque io a pulirlo!” Urlò al biondo, facendolo sussultare. Nota per se stesso, i rumori forti erano bannati, pensò prima di tirare un sospiro di sconfitta. Odiava stare a casa da solo, soprattutto quando era costretto sul divano, cosa che Niall gli avrebbe chiesto di promettere. Girandosi su un fianco, si sdraiò, cercando di far scomparire dalla sua vista il tavolino. Sussultò leggermente quando vide una bottiglia di Gatorade rosso ed un’aspirina apparire davanti alla sua vista.

“Bevi, principessa,” ordinò l’irlandese. “Non ti è permesso alzarti dal divano finché non vedrai bene.” Il ragazzo più grande sentì il labbro inferiore sporgere verso l’esterno, senza nemmeno curarsi di Niall.

“Ma Niall, non mi piace il Gatorade,” disse tristemente. Se Niall non ne fosse sicuro, avrebbe potuto pensare di aver appena preso a calci il cucciolo di Louis.

“Non fare l’idiota lamentoso,” sospirò, oltrepassando il corpo del suo compagno di stanza per afferrare la coperta che drappeggiava sul divano. “Non ti saresti dovuto preoccupare di questo se avessi rispettato il patto.” Aprendo il pile con cerchi blu lo tirò sul ragazzo sbronzo, che ancora manteneva il broncio a causa della bevanda e della medicina. Poteva solo immaginare cosa la povera Jay avesse dovuto sopportare. Grazie a Dio non era la madre di Louis.

“Perché sei così cattivo con me?” Gli domandò il bruno, facendolo apparire a Niall come un bambino di cinque anni. In verità con un bambino di cinque anni avrebbe sicuramente raggiunto un accordo più facilmente.

“Essere cattivo vuol dire sedermi su di te e costringerti ad ingoiare quell’aspirina. Tu non vuoi che io sia cattivo,” ribatté severamente, togliendo il tappo alla bottiglia e scuotendo due pillole nella mano, appoggiate accanto al liquido rosso. “Ti conviene prenderle, cretino.” Louis in modo molto maturo tirò fuori la lingua, prima di coprirsi con la coperta per proteggersi dalla versione giocosa del suo migliore amico. “Non vuoi fare il cattivo ragazzo, vero? È meglio tornare a casa tutto intero,” lo prese in giro prima di dirigersi verso la porta.

Erano passate due ore da quando Niall era uscito e le pillole erano ancora sul tavolino, anche se il Gatorade era sparito, sostituito da un bicchiere d’acqua che stava gocciolando e che avrebbe lasciato un anello d’acqua sul ripiano. Non che a Louis importasse. Aveva soppesato i pro ed i contro di dare ascolto al suo amico e prendere le pillole. Pro: il mal di testa sarebbe sparito e la sua vista sarebbe migliorata. E magari avrebbe sopportato l’idea di mangiare qualcosa. Contro: la gigante ammaccatura nel suo orgoglio. Ecco. Avrebbe sofferto nel dolore.
Un morbido brusio interruppe i suoi pensieri, costringendo a trascinare i suoi occhi cisposi sul dispositivo acceso ed a portata di mano sul tavolino. Era sicuramente Niall che gli chiedeva come stesse con una probabile discussione di vittoria nel caso avesse preso l’aspirina. Bello prendersi gioco di lui, pensò allungando il braccio sotto la coperta per trascinare il telefono dal tavolino.

Come ti senti?

Un piccolo sorriso svolazzò sui suoi lineamenti mentre leggeva l’sms di Harry. Si sarebbe dovuto spaventare dal fatto che gli piacesse così tanto il ragazzo famoso, specialmente da quando sapeva che non c’era modo che lui potesse ricambiare –persone ubriache baciano altre persone ubriache tutte le volte, dopotutto- ma lui non riusciva a badarci. E ancora il suo cuore eruttò in farfalle solo al pensiero che ad Harry importasse abbastanza da preoccuparsi di come stesse.

Starei meglio se Niall non mi avesse fatto stare a casa da lavoro.  Cretino

Rispose ed appoggiò il telefono nello spazio davanti al suo naso, riponendo il braccio sotto la coperta, aspettando per la risposta del ragazzo più giovane. Non dovette aspettare molto prima che lo schermò si illuminasse, accecando temporaneamente i suoi occhi già doloranti.

Ceeeeeerto. Costretto a stare a casa dal lavoro. Dare buca ci assomiglia molto :P

Con scherno, digitò la risposta con un solo dito fuori dalla coperta.

Si, mi ha costretto miserabile. Non è divertente rimanere a casa da soli :(

Prendi questo, pensò Louis, sorridendo a se stesso dopo aver premuto invio. Fammi vedere come mi prendi in giro. La risposta fu quasi istantanea, facendo allargare il suo sorriso.

Sei a casa da solo?

Si, si lo era e stava prendendo in considerazione il dire ad Harry che era il benvenuto e che poteva percorrere una certa strada con lui. (Certo tutto l’alcool non era ancora stato eliminato dal suo corpo.) Ma ciò che digitò davvero fu:

Già, qualcuno deve guadagnare i soldi per mettere la pancetta sul tavolo lol

Wow, sembrava stupido. Si potrebbe pensare che stesse cercando di capire come parlare con Harry senza morire di imbarazzo. Rimase un po’ deluso quando il telefono grigio non mostrò segni di risposta rapida. Non che Harry dovesse rispondere rapidamente, magari era occupato. Ma il telefono rimase scuro anche con il passare del tempo, cosa che lo fece imprecare tra sé. Dopo aver controllato che il messaggio fosse veramente inviato, Louis gemette forte, lanciandosi sulla schiena e portandosi il braccio sui suoi occhi ancora gommosi. Non poteva incolpare il famoso ragazzo per non aver risposto, probabilmente non l’avrebbe fatto neanche lui. Chi è che dice ancora ‘Mettere la pancetta sul tavolo’? Zoppi, ecco chi. Zoppi che non hanno possibilità con persone famose. Zoppi con mal di testa lancinanti. Iniziò a prendere in considerazione l’idea di prendere le aspirine sul tavolo, quando un colpo morbido bussò alla porta. Era così dolce che Louis pensò che provenisse dalla televisione. Poi suonò un po’ più forte.
Onestamente, non aveva idea di chi potesse essere. Non poteva essere Niall, aveva le chiavi ed aveva il turno di chiusura quel giorno ed era abbastanza sicuro che non fosse uno dei suoi vicini. Dalla Disastrosa Festa dei Vicini tutti tendevano ad evitare l’appartamento Tomlinson-Horan ( O l’appartamento Horan-Tomlinson se fosse stato Niall, il che suonava parecchio strano.). Si ricordò dove fosse, decidendo che avendo bussato alla porta più volte doveva essere abbastanza importante per lui da camminare traballando fino alla porte. Se così non fosse stato sarebbe potuto benissimo tornare al grande dibattito dell’aspirina. (Beh, aveva bisogno di avere un po’ di interazioni con le persone.) I secondi passarono e Louis si scosse, spostando la sua attenzione verso le piccole pillole bianche e la bottiglia che l’aspettava di fronte a lui. Allora il colpo si ripeté, questa volta molto più rumorosamente, colpendo il suo cervello. Ow, trasalì, alzandosi dal divano ed arrotolandosi la coperta attorno alle spalle dirigendosi lentamente verso la porta. Sarà meglio che ne valga la pena, pensò aggrappandosi allo stipite con una mano e aprendo la serratura con l’altra. Mentre apriva la porta, sentì un piccolo squittio sfuggire dalle sue labbra quando i suoi cisposi occhi cerulei incontrarono chiaramente quelli verdi di niente meno che l’altro ragazzo che lui stesso bramava.

***

Già, qualcuno deve guadagnare i soldi per mettere la pancetta sul tavolo lol

Ad Harry non piaceva l’idea che Louis fosse a casa da solo. Non perché credeva che non fosse in grado di prendersi cura di se stesso… si, okay, magari pensava che non fosse in grado di prendersi cura di se stesso. Era piuttosto ubriaco la notte scorse, e se sapeva qualcosa, era che Zayn aveva causato maggiori danni con i suoi shots.  Shots che era sicuro Louis avesse bevuto.

“’Ei Zayn!” Lo chiamò dal letto nella sua camera su cui giaceva, scorrendo la sua home Twitter e sorridendo a causa di alcune cose che scrivevano su lui e Louis. A quanto pare avevano scoperto della festa a cui era atteso. Onestamente i loro fans non avevano mai smesso di stupirlo riguardo a cosa riuscissero a scoprire quando si impegnavano. (Era abbastanza spaventoso. Avrebbero potuto benissimo dare una mano all’FBI in cambio di soldi.)

“Si tesoro?” La voce di Zayn lo raggiunse attraverso il corridoio, anticipandolo. Digitando sul suo schermo, alzò lo sguardo verso la porta dove il ragazzo stava appoggiato, sudato e senza maglia. Notò un livido scuro sulla clavicola, facendogli scuotere la testa. Cercò di indovinare cosa potesse essere successo a Zayn la notte precedente.

“Blondie?” Chiese incuriosito, facendo cenno al livido con la testa. Alzando il sopracciglio, il ragazzo più grande guardò a cosa si riferisse prima di scoppiare in una forte risata.

“Si, amico, è piuttosto carina,” rispose, sorridendo smagliante verso Harry. “Mi piace parecchio, in realtà.” Se gliel’avesse detto un anno prima ne sarebbe probabilmente stato geloso. In quel momento gli restituì il sorriso.

“Aw, il piccolo Zayn sta diventando dolce?” Tubò, spalancando gli occhi.

“Oh, tu stai zitto,” replicò Zayn, privo di reale malizia. “Cosa volevi? Non penso volessi controllarmi.” Gli fece un occhiolino, facendo alzare gli occhi ad Harry.

“Divertente. No, abbiamo qualcosa da fare oggi?” Guardò ancora il messaggio che appariva sullo schermo.

“Non penso,” rispose il ragazzo dai capelli scuri dopo un attimo di riflessione. “Sono quasi sicuro di no. Li è uscito, per comprare un libro o qualcosa del genere, e penso che ci avrebbe preso a calci nel sedere se avessimo avuto qualche programma.”

“Bene,” il sorriso di Harry si illuminò mentre si alzava dal letto, chiudendo il suo portatile.

“Perché?” Gli chiese il compagno di band, fissando i suoi occhi scuri sul ragazzo più giovane che stava afferrando un paio di jeans dal retro della sedia, dirigendosi poi verso il comò per prendere una camicia.

“Oh volevo solo uscire per un po’, tutto qui,” disse con disinvoltura, afferrando una maglietta bianca con scollo a V prima di chiuderlo. Un piccolo sorriso si tirò sulle labbra di Zayn mentre guardava Harry togliersi la felpa e rimpiazzarla con la camicia.

“Vai a trovare Louis, huh,” disse suonando più come un’affermazione anziché come una domanda. Il momento di esitazione fu tutto ciò che gli servì prima di scoppiare in una fragorosa risata che rimbombò lungo la sua gola.

“Sono così trasparente?” Chiese Harry, togliendosi i pantaloni del pigiama e tirando su i jeans fino a sostituirli.

“Piccolo, il vetro è più opaco di te,” replicò. “Ma è carino. Davvero Haz,” velocemente, il ragazzo più alto afferrò il cuscino dal letto, tirandolo poi addosso a Zayn, colpendolo in pieno petto.

“Non è carino, deficiente. Dovrei essere seducente. Non carino,” disse allungando le braccia e facendo un breve giretto su se stesso. “Sto bene?” Sfregandosi il petto e fingendo dolore, Zayn lo guardò con amarezza, toccando i vestiti che indossava.

“Certo che stai bene, come sempre. Ora vai e conquistalo, tigre,” fece le fusa, girando sui tacchi e correndo verso la sua camera prima che Harry potesse trovare qualcosa da tirargli.

***

Aveva deciso di camminare per raggiungere l’appartamento di Louis, cercando un po’ d’aria fresca per schiarirsi le idee. E poi, non era così lontano. L’aria pungente entrò nei polmoni, distraendolo dai pensieri sul ragazzo che era stato nella sua mente sin dal primo tweet. Onestamente non si era mai sentito così con nessuno, ed il solo pensiero lo spaventava, soprattutto perché non gli era permesso farlo sapere a nessuno, tantomeno a Louis. Fortunatamente, tutti alla festa –tranne Liam e Zayn- avevano interpretato il bacio come una cosa che si fa da ubriachi che non sarebbe potuta accadere se non per quella condizione, e se fosse stato sincero, Harry avrebbe dato tutto per un loro primo bacio che non coinvolgesse l’alcool. Voleva fosse reale. Almeno avrebbe saputo se Louis ricambiasse i suoi sentimenti. Aveva parlato a sua madre della situazioni, e lei aveva riso un po’ informandolo che probabilmente Louis immaginava Harry  come qualcosa appeso alle stelle del cielo. Ma era sua madre, doveva pensarlo. E del resto, non importava se lui avesse ricambiato i sentimenti, perché non poteva stare con lui. Alzò gli occhi al cielo immaginando cosa Simon gli avrebbe detto se avesse saputo del bacio e che ora stava andando a far visita a Louis. In realtà gli appariva divertente, e ridacchiò mentre girava l’angolo sulla via di Louis. Fanculo a loro, pensò tra sé giungendo alla porta del palazzo, spingendolo aperto e mancando la ragazza che dall’altra parte della strada stava per scattargli una foto. Salendo le scale su cui aveva camminato più o meno dodici ore prima, pensò a quanto fosse stato caldo Louis premuto contro il suo petto e a come l’avesse portato su per le scale. Aveva un’aria così pacifica, con il volto curvato verso di lui, ed Harry avrebbe dato di tutto per far diventare una cosa del genere una costante nella sua vita. Alzando gli occhi si ritrovò difronte alla porta di Louis. Con un piccolo respiro, bussò.

***

“Quindi, stavi cercando di decidere se il tuo orgoglio valesse la guarigione del mal di testa?” Domandò Harry, schioccando a Louis un’occhiata –definendolo pazzo- da sopra la sua spalla mentre cucinava ai fornelli. Era lì da circa un’ora quando Louis gli disse che non aveva mangiato per tutto il giorno, che era un concetto ridicolo per Harry. Tutti sapevano che la cura immediata per una sbronza era qualche cibo grasso. L’idea al ragazzo aveva fatto storcere il naso ma alla fine aveva ceduto alla richiesta di Harry di fargli cucinare qualcosa. Ora, mentre finiva la pancetta, Louis sedette sul bancone, ciondolando i piedi come fa un bambino mentre guarda sua madre preparare la cena.

“Tu ovviamente non capisci il dolore e la sofferenza che mi darebbe Niall se gli dicessi che gli ho dato retta,” rispose Louis, lo sguardo fisso sul piatto di uova e pancetta. Magari Harry aveva ragione su questa cosa del cibo, si sentiva già un po’ meglio solo sentendone l’odore. “Il mal di testa mi è già passato, quindi perché non saltare l’uomo medio?” Guardò il ragazzo famoso, che fece tutt’altro, gli prese il piatto, offrendogli una mano per aiutarlo a scendere dal bancone, facendogli svolazzare il cuore nel petto.

“Beh, te la cavi molto meglio di me con il mal di testa Lou, perché io avrei preso molto più di quelle due aspirine ora,” ridacchiò, continuando a tenere la mano del ragazzo più grande conducendolo verso il divano. Louis osservò le loro mani, chiedendosi se Harry si fosse reso conto di tenergli ancora la mano, ma non aveva intenzione di dire nulla. Una sensazione di calore si diffuse nel suo ventre mentre catturava con la mente quel momento, amando il mondo in cui la sua pelle abbronzata contrastasse quella pallida di Harry.

“Oh davvero?” Rispose distrattamente.

“Si, amico, i mal di testa sono la cosa peggiore,” il ragazzo più alto ridacchiò raggiungendo il divano, lasciando la presa sulla mano di Louis ed aspettando che il ragazzo sbronzo si sedesse. Quando lo fece, sentì la mancanza del calore della mano intorno alla sua, Harry gli mise il piatto in grembo. “Bon appetit!” Esclamò con un terribile accento francese. Anche se l’idea di mangiare gli aveva precedentemente rivoltato lo stomaco, ora questo ringhiava come una scavatrice, gli occhi nella sua mente rotearono da quando il cibo fosse buono.

“Oh mio dio, Harry, tu canti e sai cucinare, sei reale?” Disse prima di riuscire a trattenersi. Le sue guance divennero scarlatte quando si rese conto di aver dato voce ai suoi pensieri e velocemente si ficcò in bocca un’altra forchettata di uova, impedendosi di dire altro. Harry rise rumorosamente pensando prima di rispondere.

“Sono solo uova e pancetta, niente di che,” disse con modestia.

“Forse non per te, ma per chi brucia i toast ogni volta che li fa è piuttosto impressionante,” disse Louis, gli occhi puntati sul cibo che stava scomparendo rapidamente.

“Beh, devo solo cucinare più spesso per voi in modo da assicurarmi che non moriate di fame,” rispose con leggerezza, facendo perdere a Louis un battito. Seriamente, cos’era quello?

“Mi piacerebbe,” disse Lou lentamente, sorridendo ad Harry attraverso le ciglia. Un morbido silenzio cadde nella stanza quando finì il cibo. Harry studiò il ragazzo più grande quando pensava che non lo stesse guardando, cercando di imprimere nella sua mente ogni dettaglio del suo viso, notando che non trovava niente di sbagliato in lui. Dai suoi capelli leggeri ai suoi luminosi occhi blu al naso perfettamente scolpito e giù verso le labbra rosa, Louis era letteralmente la persona più bella che avesse mai visto, anche dopo aver trascorso la maggior parte della giornata sul divano, massacrato dalla sbornia.

“Quindi, avevi ragione Hazza,” la sua voce leggermente roca interruppe le sue fantasie, facendo accelerare il suo battito a causa del soprannome utilizzato. “Mi sento meglio, grazie.”

“Nessun problema Lou. Ho pensato di doverlo fare visto che sei ridotto così per colpa mia.” Rise Harry.

“Questo è vero. È tutta colpa tua,” disse Louis giocosamente. “Dovresti vendere i tuoi segreti per curare la sbornia però. Sai in caso la tua carriera da popstar non funzionasse. ”

“È un segreto, tesoro,” roteò gli occhi, sentendo la mancanza del modo in cui il respiro di Louis si sposasse bene con il vezzeggiativo. “Penso che tutti tranne te sappiano che il grasso e l’unico modo per dare alla sbornia un calcio nel culo. E poi, se questa cosa non funzionasse, tornerei all’università.” Concluse con una scrollata di spalle, guardando oltre il ragazzo che secondo i suoi gusti era parecchio lontano.

“Oh, l'università,”  sospirò Louis, mettendo il piatto sul tavolo di fronte a loro ed estraendo la coperta dietro di lui, coprendosi.

“Ci sei andato, vero?” Harry ricordò il riferimento precedente alla scuola, anche se brevemente.


“Si ma l’ho abbandonata. Mi sentivo come se stessi sprecando il mio tempo ed il mio denaro quando tutto ciò che volevo essere era il cantante, cosa che non sta accadendo. Ora sono solo uno che si è ritirato e che lavora in una libreria,” rispose, suonando distante. Non era uno dei suoi argomenti di conversazione preferiti, soprattutto con qualcuno che aveva ottenuto tutto ciò che aveva potuto volere. Harry osservò il cambiamento in Louis, e rimase tranquillo, non volendo dire niente di sbagliato. Entrambi i ragazzi diressero la loro attenzione al film che veniva trasmesso in televisione, senza guardarlo davvero. Lentamente gli occhi di Louis iniziarono a chiudersi ed il suo corpo si inclinò verso Harry, che riposava comodamente al suo fianco. La pressione esercitata sul fianco dell’altro ragazzo fece saltare un battito al suo cuore.

“È okay?” Chiese assonnato, cadendo vittima di un coma causato dal cibo. Se solo avesse potuto dire ad Harry quanto bene fosse per lui.

“Si, Lou, va tutto bene,” sorrise. Entrambi tacquero ancora, pensando a tutte le cose che si sarebbero voluti dire.

“Hai mai pensato di creare una casa discografica?” Chiese improvvisamente Harry, guardando il ragazzo più grande nascosto nel suo fianco. Gli occhi cristallini del ragazzo più grande lo guardarono confusamente, non sapendo esattamente da dove fosse arrivata quell’uscita. “Tu hai un debole per la ricerca di nuovi incredibili talenti, sai,” spiegò con una scrollata di spalle. “Penso saresti davvero bravo, tutto qui.” Onestamente, Louis non ci aveva mai pensato.

“Sarebbe bello” disse dopo aver pensato all’idea. “Non ci ho mai pensato molto, sai?” Spostò la testa verso il basso appoggiandosi al petto di Harry, mentre si rannicchiava su di lui, godendosi il calore.

“Beh dovresti” disse Harry con voce ansimante realizzando quanto fosse vicino il ragazzo che perseguitava i suoi pensieri.

“Lo farò, Haz,” replicò con voce pesante mentre il respiro di Harry iniziò a cullarlo. In quel momento, con la testa di Louis appoggiata al suo petto non desiderava altro che dirgli la verità.

“Sai, non sono come loro mi descrivono,” osservò Harry dal nulla.

“Hm?” Rispose, non seguendo esattamente il discorso con gli occhi chiusi “Loro chi?”

“I media” rispose il ragazzo più giovane, resistendo alla forte tentazione di passare le dita tra i capelli del ragazzo assonnato. “Io non sono così. Quello non sono io.” Guardò gli angoli delle labbra di Louis sollevarsi.

“Buono a sapersi” respirò. Dopo qualche minuto di silenzio, Harry abbassò lo sguardo sul ragazzo che pensò si fosse addormentato sul suo petto. Potrei innamorarmi di lui, pensò tra sé. Mentre lo osservava iniziò a cantare una canzone. Era una delle sue preferite ed in quel momento era perfetta.

“Cause I’ve been trying way too long to try and be the perfect song when our hearts are heavy burdens we shouldn’t have to bear alone,” Louis sentì il ragazzo cantare debolmente, le parole vibravano attraverso il suo petto. Conosceva la canzone, era una delle sue canzoni d’amore preferite e sentendola cantare da Harry fu come un sogno che si realizzava. “So goodnight moon and goodnight you when you’re all that I think about all that I dream about,” il ragazzo più giovane continuò come aveva iniziato a spazzolare alcune ciocche dalla fronte di Louis. Il ragazzo più grande si accoccolò a lui ulteriormente godendosi il tatto e la voce che lo stava spingendo nel buio.

Do you feel us falling? Cause I can feel us falling, echoed in his ears as he drifted off to sleep.

***

Anche se Niall odiava chiudere il negozio perché significava tornare a casa tardissimo –e voleva davvero dormire dopo la notte trascorsa- non era stato così male da quando Liam aveva deciso di fermarsi. In realtà era dovuto al fatto che avesse dovuto lavorare senza il suo migliore amico per tutta la giornata. Sorrise tra sé immaginandosi il bruno appoggiato al bancone mentre parlavano. Si, aveva sicuramente compensato. Estraendo le chiavi dalla tasca, aprì la porta, cercando di fare poco rumore nel caso Louis stesse dormendo, cosa che sperava stesse facendo. Non gli era apparso al meglio della forma quella mattina e sapeva che a Lou, non avendo preso nessuna medicina, avrebbe fatto bene dormire. Tirandosi via le scarpe sulla porta, entrò in punta di piedi nel soggiorno cercando il suo coinquilino. Mentre i suoi occhi si focalizzavano sulla figura riccia sul divano, strabuzzò. Harry stava dormendo sul loro divano, appoggiato all’angolo del divano con la testa piegata all’indietro e Louis stava rannicchiato al suo fianco con la testa appoggiata al petto del cantante. La mano di Harry posata tra i capelli di Louis, quasi come se si fosse addormentato passandoci le dita. Niall pensò che era così carino che avrebbe potuto vomitare. Sorrise mentre percorreva in punta di piedi il corridoio che conduceva alla sua stanza, spegnendo la luce passando. Estrasse il telefono dalla tasca posteriore, scegliendo il numero di Liam ed inviandogli un messaggio.

Harry si è addormentato qui con Lou. Non aspettarlo.



Mi dispiace per il ritardo, ci saranno sicuramente errori, 
ma prima di correggerli e rivisionarli tutti li voglio finire e postare.
La canzone che Harry canta a mio parere è stupenda, come lo è questo capitolo.
Un bacio,
Giulia

canzone

   
 
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