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Autore: Dark_Blame    29/07/2013    1 recensioni
Merda, pensò Nikolaj, avrò fregato Trenitalia salendo sui regionali senza biglietto si e no tre volte in tutta la mia vita, e la Morte lo sa.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Sei sicuro di questo?» gli chiese la nera mietitrice.

Annuì, massaggiandosi il polso. Una piccola linea di sangue gli usciva da dove aveva tagliato col coltello. La ferita, proprio come ai vecchi tempi, era piccola e abbastanza superficiale. A volte gli sembrava che la sua pelle fosse resistentissima. Almeno era stata abbastanza per attirare l’attenzione dello scheletro parlante su di sé – altrimenti, e deglutì al pensiero, avrebbe dovuto farsi molto più male.

«Facciamo come ho detto.»

Ancora una volta l’altra lo strinse con le dita gelide. Rabbrividì, mentre la sua pelle perdeva sensibilità. Ma dopo poco, era di nuovo nell’appartamento – di nuovo, nel futuro.

Nikolaj allargò le gambe e si piazzò di fronte al televisore. Nella stanza, in quel momento, c’era solo lui. Lui e l’altro se stesso. Uno schioccare di dita, e finalmente, gli occhi del grasso Nikolaj del futuro si staccarono dallo schermo e lo videro per la prima volta.

Il tempo sembrò fermarsi. L’adulto aprì la bocca, chiuse e riaprì gli occhi.

«…tu?»

«Io,» rispose tranquillo il giovane. Nonostante il caldo estivo della sua camera, aveva cercato i suoi scarponi pesanti. Marrone scuro, modello classico della Timberland. Con un gesto improvviso alzò la gamba sinistra come aveva fatto un centinaio di volte nelle lezioni di kung fu, e piazzò la suola della scarpa dritta nello stomaco di se stesso.

L’altro non ebbe nemmeno il tempo di contorcersi dal dolore, che Nikolaj l’aveva preso per il collo, aveva spostato il suo peso considerevole e l’aveva gettato a terra. Il giovane lo colpì, o per meglio dire, si colpì, nelle costole, e poi si piegò sopra il suo stesso corpo ansimante, stringendo le mani a pugno e spaccandosi il naso con un unico, preciso, diretto.

«…ma perché?» pianse la sua controparte.

Si fermò. L’odore del sudore e il contatto con quel corpo lo stava facendo sentire male, nonostante l’adrenalina che gli scorreva dentro. «PERCHE’?» urlò.  La morte volteggiava in un angolo. Avrebbe potuto giurare che c’era interesse nel suo sguardo.

«Perché mi fai schifo.» sputò Nikolaj. «Perché hai preso tutto quello che avevo,»

«e l’hai rovinato.»

Con entrambe le mani prese la testa del sé futuro, e la fece rimbalzare con il pavimento. Le sue mani si staccarono dal cranio sudato con lentezza voluta, i muscoli delle braccia che assaporavano la dolce sensazione della violenza e del potere, mentre lui era seduto sopra il suo nemico come un antico eroe epico. Si rialzò, mentre l’altro era stordito e mugolava nel dolore. Prendendosi tutto il tempo che ci voleva, Nikolaj si abbassò i pantaloni, e pisciò in faccia all’essere che odiava.

Quando ebbe finito, poteva quando sentire il suono della pipì che bruciava nei tagli e nelle ferite, nel naso rotto e negli occhi del grasso. Si ricompose. Guardò l’uomo piegato a terra, senza provare più alcun sentimento: né pena, né schifo, né rabbia.

«Mi scuso,» disse alla Morte «ma non seguirò il tuo consiglio.»

«Ah no. … e rischierai questo?»

«Mi hai detto di lasciare Gael, se non volevo che finissimo così.»

«L’ho fatto.»

«Vuol dire che tutto questo» allargò le braccia «si può evitare. Vuol dire che non sta scritto da nessuna parte che debba succedere. Mi hai mostrato il futuro, Morte. Ma io non lascerò mai che accada. Spero tu ti sia divertita a vedermi soffrire come un cane, ma non mi freghi.»

La realtà iniziò a sfaldarsi, a partire dalle pareti, che svanirono nel nulla. La cucina, lo sporco, il televisore ultrapiatto al plasma. Il naso rotto del se stesso del futuro, e infine, tutto quel Nikolaj. Rimasero infine solo lui e la Morte, sospesi in un mare bianco di nebbia.

«Ricorda le mie parole» disse il ragazzo «Io sono meglio di così.»

Note

Sono arrivato alla fine del mio raccontino, semplice e senza pretese in verità. Mi piaceva al limite scrivere e introdurre un paio di concetti, poi magari un giorno li approfondirò meglio xD Grazie se siete arrivati a leggere fin qui e a sopportarmi. Se volete, commenti e recensioni son più che graditi.

  
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