Serie TV > Doctor Who
Ricorda la storia  |      
Autore: francy091    29/07/2013    1 recensioni
“Erano a Londra (di nuovo) e visto che il sole era spuntato alto nel cielo, avevano pensato che non sarebbe stata una cattiva idea fermarsi per un po’, magari andare a farsi quattro passi, come due persone normali.
Normali è la parola chiave però, perché quando si va con il Dottore, niente è mai normale.”
È il 50mo anniversario di Doctor who, un traguardo importante per la serie… tante ne sono successe e altrettante ne succederanno… ma cosa farebbe il dottore per festeggiare questo suo compleanno? Un po’ nonsense, alquanto demenziale, nata da una conversazione sullo shock post-finale 7ma stagione, ecco come immagino l’episodio del 50mo anniversario.
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 10 (human), Doctor - 11, River Song, Rose Tyler, Un po' tutti
Note: Nonsense, What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Happy bday to me

Era una bella giornata quella appena iniziata: il Dottore era riuscito a salvare Clara, per una volta era stato lui ad aiutarla, dopo tutte le volte che l’aveva fatto lei. Con l’aiuto della TARDIS, quella vera e non quella morta, erano usciti da quel mondo strano in cui erano entrati attraverso quella specie di DNA Gallifreyano, felici di poter ancora una volta solcare i mari del tempo e dello spazio insieme.
Erano a Londra (di nuovo) e visto che il sole era spuntato alto nel cielo, avevano pensato che non sarebbe stata una cattiva idea fermarsi per un po’, magari andare a farsi quattro passi, come due persone normali.
Normali è la parola chiave però, perché quando si va con il Dottore, niente è mai normale.
Fu così che mentre Clara era andata a farsi un tuffo in piscina, la TARDIS cominciò ad emettere uno strano rumore, mai fatto prima, come di motore in partenza e freno a mano tirato. Pochi istanti dopo, due figure familiari si ritrovano materializzate all’interno della cabina blu.
Il Dottore sgranò gli occhi, non poteva crederci, non poteva essere possibile, come avevano fatto ad entrare? Non potevano, ecco la risposta, erano in un universo parallelo che era stato chiuso per sempre due volte, come facevano a…
«Cosa ci fare voi due qui!?» disse incredulo.
«Beh, dovresti dirlo tu a noi, sei stato tu a chiamarci».
Una biondissima Rose Tyler e un sempre allampanato Dottore umano si stavano guardando intorno, notando le modifiche che la TARDIS aveva fatto da quando c’erano stati loro due l’ultima volta.
«Hai cambiato l’arredamento? Non me lo ricordavo affatto così. È più moderno, mi piace.» Rose si sentiva sempre a casa la dentro, le ricordava i vecchi tempi, quando era ancora giovane.
«Sì, ci sono stati un paio di inconvenienti, ho dovuto fare alcune modifiche, allora! Volete dirmi come avete fatto ad entrare?»
«Dev’essere stata lei, la TARDIS, magari si sentiva sola, la stai trascurando?» gli rispose il suo alter ego umano, faceva davvero strano ritrovarselo davanti dopo così tanto tempo, non era più abituato a quella faccia…
«Certo che no! Non trascuro mai Sexy, affrontiamo ogni genere di alieno e ci avventuriamo in mondi sconosciuto un giorno si e l’altro pure, come fa ad annoiarsi?!»
«Magari sentiva solo un po’ di nostalgia…» disse dolcemente Rose, era rimasta sempre la stessa.
Fu solo allora che il Dottore, quello originale, notò che Rose era stranamente…ingrossata…
«Rose! Ma… sei… sei…»
«Oh si, sai, Dottore umano è umano in tutto…»
L’alter ego ghignò, evidentemente una volta scoperto quell’aspetto nuovo legato alla sua umanità, si era divertito a mettere incinta la sua...
«Ma… questo vuol dire che siete…»
«Sposati! Si, siamo il signore e la signora Smith» finì la frase l’uomo.
Il Dottore (quello vero!) si mise a saltellare dalla felicità: stava per avere un bambino! Cioè… non lui proprio, lui in persona non aveva contribuito alla… ehm, causa, ma comunque l’uno era l’altro, e quindi un figlio del Dottor Smith era anche figlio suo.
«Rose, avremo un bambino!» disse dopo aver fatto il giro della console della TARDIS e andando ad abbracciare la donna gravida.
«No, io e mio marito avremo un bambino, TU nuovo Dottore, non avrai niente.»
«Al massimo potrai essere il padrino, se vuoi.» arrivò in difesa il marito di Rose, che era un po’ dispiaciuto da come la moglie gli aveva ucciso l’entusiasmo.
«Va bene, e padrino sia. Ah, ma dobbiamo festeggiare! Vado a chiamare Clara e andiamo tutti a fare un pic nic. Claraaaaaa!!!! Diventerò zio, non sei contenta?»
«Chi è Clara?» chiese Rose.
«Oh, la mia attuale compagna di viaggio, è una ragazza straordinaria, soltanto due giorni fa si è gettata dentro il mio cadavere per salvarmi la vita. Letteralmente salvarmi la vita, ha incontrato tutte le mie vecchie rigenerazioni e le ha aiutate. Tutte quante, vi rendete conto?! Claraaaaaa!!!»
I due coniugi rimasero un po’ interdetti, questa nuova versione del dottore era estremamente giovane ed energica, non sapevano se sarebbero riusciti a tenergli testa, specialmente ora che l’età avanzava e i primi capelli grigi facevano capolino dalla testa del signor Smith.
Attirata dalle urla isteriche del viaggiatore temporale, fece l’ingresso in sala controllo una ragazza in costume da bagno, con un asciugamano cercava di non sgocciolare lungo tutti i corridoi della nave spaziale.
«Oi, si può sapere cosa diamine hai da urlare?»
«Clara, diventerò zio! Rose è incinta!»
Clara conosceva Rose, ovviamente, l’aveva vista insieme alle due reincarnazioni precedenti del Dottore, ma trovarsela davanti in carne ed ossa, più carne che ossa al momento, fu davvero sconvolgente.
«Ma… ma non era intrappolata in un inverso parallelo? E quello sei tu? Sei invecchiato».
Il Dottore (di nuovo, quello vero) fece le dovute presentazioni, spiegando a Clara che i due si erano improvvisamente materializzati all’interno della TARDIS e non avevano la minima idea del perché.
Stavano cominciando a ricordare i “bei vecchi tempi”, quando ancora Rose era giovane e magra e correva insieme al Dottore, quando le porte della cabina blu si spalancarono, e correndo come forsennati entrarono Martha Jones e Mickey Smith (aho, una fantasia questi con i cognomi che te la raccomando). Stavano scappando da un attacco alieno, qualche strana specie ibrida, metà Sontaran e metà Adipose, quando avevano visto una cabina blu ed erano entrati, forza dell’abitudine probabilmente. Non appena realizzarono dove erano, notarono anche loro il cambio drastico effettuato all’arredamento.
«Uao Dottore, ci siamo modernizzati. L’ultima volta che siamo stati qui sembrava di essere entrati in una tana di scoiattolo, tutto legno e tronchi d’albero.»
«Ehi!» esclamò il Dottore, quello umano stavolta. «La mia TARDIS era bellissima, era eco-friendly! Al giorno d’oggi sarebbe stata molto più attuale e alla moda!»
I quattro vecchi amici si corsero incontro abbracciandosi felici.
«Rose! Sei incinta! Che bello diventerò zio Mickey!»
«Eh già.»
«Ehi, e a me dove mi lasci?! Se tu sei zio Mickey, io voglio essere zia Martha!»
«Come vuoi tu, moglie mia.» disse il ragazzo di colore, strusciando il naso contro quello della sua partner.
Rose e John avevano perso i contatti con la coppia, quindi rimasero felicemente sorpresi nel sapere che anche loro due erano convolati a felici nozze.
«Ma come avete fatto ad arrivare qui? Non era impossibile ormai passare da un universo all’altro?»
«Beh, veramente non è colpa nostra, è stata la TARDIS a fare tutto, noi stavamo trascorrendo una normale e tranquilla giornata di lavoro al Torchwood…»
«Tranquilla per te, io sono incinta di 6 mesi e devo ancora corrergli dietro per evitare che combini guai, distrugga interi pianeti o faccia fuori una nuova specie aliena… è un lavoro impegnativo, ma qualcuno dovrà pur farlo no?»
«E poi diciamo che mi faccio perdonare una volta a casa, non è vero cara?!»
Rose non rispose, trovò invece improvvisamente interessanti le nuove mattonelle della nave spaziale.
«Ehm… scusate, Martha, Mickey, ma io sarei qui eh…»
I due nuovi arrivati lo guardarono perplessi.
«E tu chi saresti scusa?»
Il signore del tempo non voleva crederci, davvero.
«Sono io, sono il Dottore!»
«No, lui è il Dottore, tu come sei arrivato qui?»
Il Dottore metacrisato ghignò divertito, quella era una scena che non si sarebbe voluto perdere per nulla al mondo, il vero Dottore soppiantato dalla sua copia!
Rose lo guardò male, anche dopo tutto quel tempo lei era ancora l’unica in grado di tenerlo un po’ a bada.
«Ehm, Mickey, lui è me ma rigenerato. Nel senso che sono morto e questo è il nuovo me.»
Stare dietro a quel discorso sarebbe stato praticamente impossibile per chiunque, ma tutti loro dentro quella cabina non erano persone normali, erano i compagni del Dottore.
Vennero effettuate le presentazioni, una volta appurato chi fosse il Dottore originale e chi la copia e introdotta Clara nel quadretto, ricominciarono con i progetti per la giornata, il pic-nic per festeggiare il nascituro era una cosa che allettava tutti quindi cominciarono a preparare panini, tramezzini, del tè e per finire misero a bollire l’acqua per la pasta.
Se ne stavano tranquillamente a chiacchierare, quando ecco che di nuovo le porte della cabina si aprirono e una incredula Donna Noble fece un trionfale ingresso.
«Cosa… Che diamine… Dove sono? Chi siete voi? Mi avete rapito?! Riportatemi immediatamente a casa mia, SUBITO!!»
Entrambi i Dottori la fissarono ed esclamarono «Cosa?!». Di sicuro tutti si aspettavano di vedere lì tranne Donna. Ma non era pericoloso per lei ricordare il Dottore e tutto quello collegato a lui? In fondo è una Signora del Tempo latente, sarebbe bruciata lì davanti a tutti!
Ma la TARDIS aveva altri assi nella manica e con uno strano gioco di suoni e luci riuscì a dare a Donna la possibilità di ricordare i vecchi tempi senza per forza dover morire.
«Dottore! Che bello rivederti! Sei sparito, non ti sei fatto più vivo, pensavo ti fossi dimenticato di me!» disse andando incontro al suo Dottore, cioè quello umano. Ma una volta salutato lui, gli altri la guardarono con fare eloquente, indicandogli l’altro uomo.
«Oh, e lui chi è? Dottore, hai preso un compagno uomo stavolta? Sapevo che sotto sotto nascondevi un segreto eh, vecchio sporcaccione…»
«No Donna, quello sono io. Lui è il Dottore, si è rigenerato e adesso è così».
Donna lo guardò per bene, non era completamente convinta della cosa.
«Ma… è così… giovane! Tu eri più vecchio!»
«È bello averti di nuovo a bordo Donna, il tuo modo delicato e aggraziato di dire le cose non è cambiato di una virgola.»
Con tutti i vecchi compagni di viaggio nella stessa stanza, il Dottore cominciò a sentire un po’ di nostalgia, l’ultima volta che avevano fatto una cosa del genere era stato dopo aver salvato la terra (di nuovo) ed averla riportata al proprio posto nell’universo. Magari potevano guidare la TARDIS ancora tutti insieme, sarebbe stato divertente.
L’allegra brigata si era spostata verso la cucina, le ultime cose da sistemare se davvero volevano andare a mangiare qualcosa sdraiati su uno dei numerosi parchi di Londra, quando un improvviso strattone li scaraventò tutti quanti per terra, la nave spaziale si era mossa!
Mickey e Martha si abbracciarono spaventati come due bambini davanti al lupo cattivo (e questi due sarebbero dovuti essere i difensori della terra contro le minacce aliene, tzè), il Dottore-John Smith corse in aiuto della sua Rose che era rimasta arenata per terra per colpa del nascituro, mentre Clara, il Dottore (quello vero) e Donna improvvisamente tornata con un cervello metà alieno, corsero in sala comandi per vedere come mai Sexy avesse deciso di fare le bizze.
Non si aspettavano certo quello che videro però: una donna vestita di jeans attillati, una maglietta fin troppo stretta attorno al suo busto e degli straordinari capelli ricci e indomabili.
Tutti gli altri la guardarono come fosse appena entrato un Cyborg dalla testa fuxia vestito da Mary Poppins, il Dottore (quello ve… insomma, avete capito) che cercava di nascondersi dietro Clara per tentare di dare un senso a quei capelli lunghi e quasi da ragazza… in fondo era da parecchio che non vedeva sua moglie (almeno secondo la linea temporale della donna, lui l’aveva appena vista morire per la seconda volta), e non voleva darle l’impressione che non era in grado di badare a casa loro, cosa alquanto difficile visto il modo in cui tutta quella gente era entrata senza problemi.
«Tesoro, sono a casa. Oh, vedo che hai dato una festa, cos’è, quando il gatto non è in casa, il topo balla?»
Il Dottore impacciato sbucò dal suo nascondiglio (non che fosse poi così difficile vederlo dietro l’esile figura di Clara, ma questa sua nuova rigenerazione non sembrava aver molto chiare queste cose così basilari) e si avvicinò alla sua donna.
«Non preoccuparti cara, prometto di rimettere tutto a posto. Piuttosto, come sei arrivata qui?»
«Mi hai chiamato tu! Ho sentito il rumore dei motori della TARDIS e sono arrivata qui – a proposito, se non la smetti di tenere il freno a mano tirato e di farla atterrare come fosse una balena spiaggiata, prima o poi finirà per ribellarsi. Pensavo ti fossi materializzato intorno a me».
«Non l’ho fatto più da quella volta con i tuoi genitori in cui per sbaglio finii per portare su un’astronave Siluriana anche tuo nonno. Piuttosto, chissà che fine ha fatto, gli farebbe piacere conoscerti sai?»
«Non credo sarebbe felice di sapere di avere una nipote criminale rinchiusa a Stormcage, e che suo figlio è morto dislocato nel tempo da un angelo piangente».
«Giusta osservazione» come al solito sua moglie aveva ragione e il Dottore non poteva fare a meno di riconoscerlo.
«Però sai che sono sempre disponibile a far diventare te di nuovo nonno» ribattè la donna facendo l’occhiolino. Oh, quanto le piaceva stuzzicarlo.
Mentre i due coniugi continuavano a battibeccare e scambiarsi occhiatine infuocate (chissà quanto tempo era passato per River dall’ultima volta che il Dottore l’aveva portata a “fare un giro” sulla TARDIS), gli altri membri dell’equipaggio osservavano il tutto ancora più sconvolti – tutti tranne Clara, che se ne stava in un angolo a sgranocchiare un pacchetto di patatine recuperato dal fondo della dispensa.
La prima a rompere il silenzio fu Donna.
«Ehm, Dottore, vorresti illuminarci sugli ultimi eventi?»
Girandosi, il Dottore più giovane notò le espressioni smarrite.
«Oh, giusto, le spiegazioni. Signori, questa è River Song, mia moglie. L’ho sposata in un ipotetico universo parallelo dove il tempo stava morendo per cercare di salvare tutti quanti. Non voleva proprio uccidermi, così l’ho dovuta sposare e costringerla a farlo.»
Si, decisamente il dono del racconto non faceva parte del bagaglio dell’undicesimo Dottore, se possibile erano tutti ancora più confusi. Tranne Clara, che nel frattempo aveva finito le patatine ed era passata ai tramezzini.
«Aspetta, lei è tua moglie?! Ma sono io tua moglie! Mi avevi detto che ero l’unica che amavi!» la piccola (ormai non più tanto) Rose si stava trasformando in una belva di gelosia.
«Dottore, chi è questa qui?» chiese anche l’altra moglie.
I due Dottori si guardarono imbarazzati, questo non era mai successo, non doveva succedere: le due donne si stavano lanciando sguardi che potevano fare un buco nel tessuto del vortice del tempo.
Con calma il Dottore vecchio spiegò a Rose che lei ormai aveva lui, che non doveva essere gelosa perché l’altro aveva sposato un’altra. Allo stesso modo il Dottore nuovo disse a River che Rose era una sua vecchia compagna con cui aveva condiviso dei momenti.. piuttosto intensi.
Le due non erano molto convinte, continuavano a scambiarsi occhiate di fuoco e cercavano di mandarsi telepaticamente messaggi minatori, ma la situazione era abbastanza sotto controllo. In fondo, pensò Rose, questo nuovo Signore del Tempo non mi piace, è troppo magro, tutto pelle e ossa, e che diamine di mento aveva? Era addirittura legale portarlo in giro? Alla fine decisero che andava bene così, in fondo ad ognuna non piaceva l’altra versione di loro marito, si sarebbero accontentate di ciò che avevano.
Il Dottore era davvero contento, finalmente quasi tutti i suoi vecchi compagni erano tornati, anche se soltanto per salutare e mangiare qualcosa insieme: si sarebbero divertiti da matti, e magari potevano fare una partita a calcio, quello strano gioco a cui aveva giocato con Craig quella volta – poteva inventare una nuova variante con le racchette, quello si che sarebbe stato divertente. Si girò verso Clara, che si stava mangiando tutto quello che avevano preparato per il pic nic, e le chiese di andare a controllare a che punto era la cottura della pasta. Riemerse poco dopo dalla cucina con una manciata di popcorn in bocca.
«Doffore, è fronta!»
«È pronta! La pasta è cotta!»
Tutti accolsero la notizia con gioia, la fame cominciava a farsi sentire e Rose doveva persino mangiare per due, cosa che al faceva scalpitare più degli altri. Ognuno prese un vassoio o un cestino contenente il materiale necessario e si diressero verso l’uscita del TARDIS: Martha e Mickey, che tubavano ancora come due piccioncini all’inizio della luna di miele, Rose più enorme che mai che arrancava verso la porta con suo marito il Dottore che la seguiva amorevolmente in ogni passo, Donna Noble che finalmente poteva parlare di fisica quantistica e teorie relativistiche con qualcuno che riusciva a comprenderle, cioè River Song, mentre l’archeologa raccontava fatti imbarazzanti sul Dottore a tutti quanti; gli ultimi ad uscire dalla navicella spaziale furono Clara e il Dottore stesso, controllando che niente fosse rimasto nella cucina. Il vecchio Signore del Tempo guardò la sua allegra brigata ridere e scherzare e notò con nostalgia che solo i Pond mancavano all’appello. Ma forse quello era chiedere un po’ troppo visto che erano morti.
Il prato era verde e il sole splendeva alto nel cielo, niente di alieno si vedeva all’orizzonte e per la prima volta il Dottore poteva godersi un pomeriggio di sano relax e chiacchiere sui vecchi tempi. La sua vecchia TARDIS gli aveva fatto proprio un bel regalo. In fondo era il suo compleanno, quindi tanti auguri a lui.



Ehm ehm… si, lo so, è una cosa scema, però io l’avevo detto che era demenziale eh…
È colpa di @ice_cream, ovvero la mia polletta Ari e dei commenti live al finale della 7ma stagione che ci ha sconvolto entrambe: questo è quello che ne è venuto fuori, per cui la dedico a lei.
Per il titolo ringrazio (di nuovo) @LaAngol, perché senza di lei avrei soltanto un mucchio di storie intitolate semplicemente 1, 2, 3… e perché ormai è diventata una whovian peggio di me e sopporta tutte le mie sclerate anche quelle spoilerose, per questo dedico questa storia anche a lei. :)
E visto che ci stiamo, grazie anche a @diana per avermi fatto conoscere il dottore in the first place.
Alla prossima!
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Doctor Who / Vai alla pagina dell'autore: francy091