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Autore: Channie    29/07/2013    1 recensioni
Ryeowook è il suo Sunbae. Ma per lui, è il suo angelo.
One Shot sulla RyeoSoo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: D.O., D.O.
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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“E, D.O che si prende cura di noi. Se duetterai con Ryeowook, sarò geloso... Saranghae.”
Suho sorrise e poi continuò a leggere la lettera che aveva scritto a tutti noi. Quando l’avesse scritta era ancora un mistero. L’unica cosa a cui pensai, fu proprio quella frase che mi dedicò.

Se duetterai con Ryeowook, sarò geloso.

Guardai il mio sunbae, seduto accanto a me. Aveva solo riso, sentendo il suo nome, nient’altro. Io non potevo mostrarmi arrabbiato o irritato o qualsiasi altro sentimento. Ero in diretta.
Cercai di ascoltare le altre dediche. La dedica di Sehun mi commosse molto e anche quella di Luhan. Ma il mio pensiero era uno solo. Devo andarmene da qui… Ora!

Finalmente era tutto finito. Dovevamo solo fare una foto e via.
Fuori finalmente. Percorsi le scale dello studio e, con il manager vicino, andammo fino a uno dei furgoni che ci avrebbero portati in dormitorio. Aprii il finestrino e guardai piano piano tutti entrare in auto. Dieci… undici… Dodici… Tredici?

“Ragazzi avete fatto un ottimo lavoro, davvero! Sia con il nuovo comeback, sia con la vostra intervista! Ci vediamo domani alla SM … Buonanotte a tutti e riposate!”
Vidi quello sguardo da ragazzino sorridermi dolcemente e poi chiudere lo sportello. Prima di entrare in una macchina non molto lontana dal nostro furgone, alzò la sua piccola mano e ci salutò. Io mi voltai e un po’ stanco, lasciai andare la testa sullo schienale.

Non ci volle molto ad arrivare in dormitorio. Aperta la porta, tutti iniziarono una lunga discussione su chi per primo doveva entrare nei due bagni della casa. Era l’una e mezza di notte e tutti noi eravamo stanchi morti. Volevamo solo lavarci e andare a dormire. Così, decisi di sedermi sul divano e aspettare che tutti si fossero fatti una doccia, per poi andare io.
Vidi Tao, che dolcemente si avvicinò a me. Sapevo di già ciò che doveva dirmi.
“Hyung! Mi chiedevo se tu …”
“No Zitao! Faccio dopo ..”
Il ragazzo mi guardò con uno sguardo strano. Di solito, accettavo quella richiesta di fare la doccia con lui. Ma stasera no. Stasera non ero del giusto umore. Vidi il ragazzo girarsi e andare a chiedere la stessa cosa a Suho, che con una pacca sulla schiena, accettò.

Dopo un ora, tutti avevano fatto la doccia e si erano accucciolati nei loro letti. Tutti tranne me. Pensavo ancora a quella frase. Pensavo ancora a quel sorriso sulle labbra del mio sunbae.
Entrai in camera e presi uno dei miei pigiami. Entrai in bagno e mi lavai. L’acqua fredda mi rilassò un po’. Rilassò la schiena, il collo e anche gli occhi, che si fecero sempre più rossi e colmi di lacrime. Finalmente potevo piangere. Era difficile sfogarsi in un dormitorio con dodici coinquilini. Era piuttosto faticoso. L’unico modo era quello. Uscii dalla doccia e subito mi misi il pigiama e con attenzione, mi asciugai i capelli.
Presi un respiro profondo, per poi uscire dal bagno. Posai i miei vestiti nel cestone della biancheria sporca, che si trovava in un piccolo sgabuzzino e mi diressi sul divano. Volevo stare da solo quella notte, in caso i sogni mi avessero portato altri bruschi sentimenti.

Girando l’angolo, trovai il leader sul divano, intento a rileggere quella lettera che aveva scritto con le sue mani.
“Joon-Myun…” il ragazzo alzò leggermente lo sguardo. Mi sorrise e mi fece cenno di sedermi vicino a lui.
In silenzio, mi sedetti accanto a lui. Ero nervoso e i miei occhi, doloranti per il lungo pianto, non riuscivano a rimanere aperti.
“ Sei stanco?” mi chiese con la sua solita voce preoccupata.
“Si … Molto. Ho gli occhi rossi e questo è segno di stanchezza. Ho bisogno di una sana dormita” risposi il più semplicemente possibile.
“Sei sicuro che sia solo stanchezza la tua? Di solito, tu sei uno che vuole entrare in bagno per primo. Se Tao ti chiede di fare il bagno con lui, tu non rispondi mai di no. Cosa c’è? Sai che a me puoi dire tutto, vero? Sbaglio o sono l’eomma del gruppo?” Sorrise leggermente a quell’affermazione. Guardai i miei piedi infilati nelle mie piccole pantofole rosse.
“Niente … Non è niente hyung! E’ solo una che mi da parecchio a pensare.”
“Potrei sapere che cosa è? Se questa cosa ti turba a tal punto… Non dovresti parlarne con qualcuno?”
“Non me la sento molto. Posso gestire tranquillamente la cosa!”
“A me non sembra Kyung-Soo… Se non vuoi parlarne con me, che sono il tuo hyung… Parlane con Ryeowook che è il tuo sunbae. Magari lui può..”
“NO!” la mia reazione non fu delle migliori. Joon-Myun si accorse di ciò. Abbassai di nuovo lo sguardo. Una lacrima ribelle mi rigò lo  sguardo, di nuovo.
“E’ lui il problema?” chiese con voce leggera. Giocai con le mie mani, continuando a guardarle e a farle sfiorare l’una con l’altra. 
Suho mi mise una mano dietro il collo e mi tirò a se.

Mi abbracciò e mi strinse forte a se. I miei sentimenti non riuscivano a frenare e le mie lacrime iniziarono ad uscire. Singhiozzai forte e piansi parecchio. Nascosi il mio volto nell’incavo del suo collo e continuai a piangere.
“Scusa Kyung-Soo… non immaginavo potesse farti pensare quella frase scherzosa. Non era mia intensione!”
Mi alzai leggermente e lo guardai con le guancie tutte bagnate e gli occhi terribilmente rossi.
“E’ tutto a posto adesso, hyung. Ti prego… Sono le tre di notte. Vai a dormire.. Ne hai bisogno” dissi infine.
Vidi il leader darmi un’altra pacca sul collo, prima di lasciarmi completamente. Si diresse nella sua stanza e chiuse accuratamente la sua porta. Presi uno dei cuscini del divano e lo strinsi forte a me. Poi, dopo quasi mezz’ora, riuscii ad addormentarmi.

Sognai. Sognai lui in un ristorante. Era seduto in un tavolo per due persone, apparecchiato con due piatti e due bicchieri. Forchetta e coltello posati nelle rispettive posizioni e una candela che dava un atmosfera romantica con la sua fiocca luce. Il ragazzo magro, teneva i gomiti sul tavolo, posando le sue piccole ma lunghe mani sulle guance. I capelli, tinti di un azzurro chiaro, facevano pensare a un angelo. Un angelo che stava aspettando qualcuno.

Mi svegliai, sdraiato ancora sul divano. Presi il cellulare che avevo posato sul pavimento. Le sei e mezza.
La sveglia sarebbe comunque suonata tra mezz’ora e io ne approfittai, visto che ero già sveglio.
Andai in bagno e mi lavai. Mi vestii e andai subito in cucina a preparare una squisita colazione per i miei dodici compagni. Io li adoravo, ma se avessi detto loro ciò che realmente provavo per Ryeowook, non mi avrebbero capito. Suonò prima la sveglia di Baekhyun, intonando un “Ge ge ge … Baby baby” cantato da lui e Chanyeol. Poi partì la classica suoneria di Suho, poi Kris, poi Chen, poi Lay… Sentii qualcuno dire “Hyung… non essere pigro”. Io iniziai a mettere la colazione nei rispettivi piatti. Suho fu il primo ad entrare.

“Hey Kyung-Soo. Sei già sveglio? Hai dormito un po’?” disse con un enorme sorriso, con gli occhi mezzi chiusi e i capelli totalmente arruffati. Sembrava un piccolo gattino.
“Si hyung. Ho dormito un po’.” Dissi io esitando. Dovevo dirglielo che avevo sognato Ryeowook? Ce ne sarebbe stato bisogno?
“Dove mi devo sedere?” un bellissimo e coloratissimo Sehun, con la faccia seccata e gli occhi ancora chiusi, domandò un po’ con la luna storta.
“Al tuo posto” dissi porgendogli il suo piatto con su biscotti e dolcetti vari.
“Grazie hyung” disse con un tono piatto.
“Joon-Myun Hyung… Vorrei parlarti dopo.”
Suho alzò la testa dalla sua colazione. Mi guardò con aria leggermente più sveglia.
“D’accordo.”

Mentre tutti facevano colazione, io e Suho ci infilammo in bagno.
“Ci laviamo insieme o vai prima tu?” chiese il leader.
“Faremo tardi se non facciamo insieme. E gli altri si arrabbierebbero!” dissi iniziando a spogliarmi.
Ci infilammo in doccia e iniziammo a lavarci.
“Passami la spugna, per favore.” Chiesi.
“Ecco … Tieni… Allora, di cosa volevi parlarmi” disse il leader. L’acqua che gli bagnava tutto il corpo.
“Vedi… L’ho sognato.”
“L’hai sognato… La cosa non è più così semplice. Come l’hai sognato?”
“In un ristorante. Aspettava qualcuno in un tavolo, illuminato solo da un lume. Era davvero elegante, magro e così angelico… Era così … Così…” ero imbarazzato. Mi stavo aprendo e mi stavo anche confidando con qualcuno.
“Do Kyung-Soo sei innamorato! Niente di più semplice.” Suho chiuse l’acqua e mi toccò una spalla per incoraggiarmi ad uscire dalla doccia. Uscimmo dal bagno e ognuno andò nelle sue stanze a vestirsi, quando tutti erano ancora a fare colazione. Ci sedemmo, infine, in delle sedie poste fuori ad un piccolo balcone.

“Perché non gli fai capire che gli piaci?”
“Non potrei mai! E’ impossibile che io possa interessargli, capisci?”
“Si… ma almeno capirebbe.”
“Non è facile hyung. Non per me.”
“Provaci in qualche modo. Non credo che lui si arrabbierà se glielo dirai”

Suho aveva ragione. Ciò che provavo io era un sentimento di amore, sviluppato in un lungo periodo di tempo. Ricordo quando Ryeowook mi dava consigli sul canto. Mi diceva sempre che avevo una splendida voce e mi insegnava sempre cose nuove per sfruttare la mia capacità canora. Nacque tutto come rapporto tra sunbae e hunbae. Poi diventò molto di più. O almeno, questo è quello che sentivo io.
Guardai Suho e sorrisi.
“Lo farò! Ci proverò.”
Vidi un ragazzo aprire la porta- finestra.
“Dobbiamo andare!”


**


Entrati alla SM, ci smistammo nelle varie zone. Chi a canto, chi a ballo e chi a ripassare un po’ il cinese e le varie lingue. Io mi diressi in sala canto da solo. Avevo paura. Paura di incontrarlo li.
Dinanzi a quella porta, presi un lungo sospiro. Poi mi decisi, ed entrai.

Come mi aspettavo. Lui era li. Intento a provare l’ultima sua parte in una nuova canzone dei Super Junior.
“Kyung-Soo-sii!” disse, alzandosi dalla sedia e avvicinandosi a me. Mi abbracciò, felice di vedermi.
“Sunbae. Tutto bene?”
“Si. Non male, direi. E’ frustrante entrare nel dormitorio e vedere tutti dormire da ore.” Disse lui ridendo.
“E’ più frustrante entrare in dormitorio e fare a botte per chi deve entrare per primo in bagno!” una fragorosa risata affiorò dalle sue labbra.
“Allora. Posso aiutarti?”
“Ho visto che ripassavi una canzone. Non voglio disturbarti. Mi chiuderò nel gabbiotto a ripassare Peter Pan.”
“Ok… Poi voglio sentirti!” disse, rimettendosi a sedere, con le gambe incrociate.

Mi diressi nella piccola stanza e mi rannicchiai per terra. Iniziai a cantare, ma ancora avevo in testa quel sogno. Ancora avevo in testa il suo volto. Dovevo dirglielo. In qualche modo, dovevo farglielo sapere. Mi alzai e deciso, aprii la porta del gabbiotto. Mi ritrovai di fronte a lui. Troppo vicino a lui.

“Stavo venendo a chiederti se ti serviva aiuto. Sungmin mi ha chiesto di andare nella sala prove numero due per la nuova coreografia. Quindi volevo chiederti se avevi bisogno.”
Restai per un momento immobile, guardandolo. Tremavo, ne ero sicuro, ed ero sicuro che lui se ne fosse accorto.
“Tutto bene?” chiese con la sua dolce voce.
Lo fissai ancora. Dovevo farmi coraggio. Ma non ce la feci.
“Si hyung. Non c’è nessuno problema. Puoi andare. Allenati duramente. Fighting!” dissi, non molto convinto.
“Ok … Allora ci si vede in giro … D.O!” sorrise e si diresse verso la porta.
Che stavo facendo? Davvero quello che mi aveva detto Suho quella mattina, non serviva a nulla.

Provaci in qualche modo. Non credo che lui si arrabbierà se glielo dirai.

Quella frase mi piombò in testa, quasi come un fulmine. Decisi di fare qualcosa, prima che lui aprisse quella porta.
“Ryeowook!” quasi gridai.
Lui si voltò verso di me, con un sorriso dolce.
“Dimmi Kyung-Soo-sii”
Ero bloccato. Immobile. Non sapevo che fare. Come dovevo dirglielo? Cosa dovevo fare?
Pensai in fretta. Lui doveva andare e io non potevo trattenerlo per molto tempo. Così, pensai ad un modo. Era troppo semplice e troppo banale. Ma dovevo provare. Mi schiarii la voce e iniziai a cantare. Una canzone che, al ragazzo di fronte a me, non sarebbe suonata come estranea.

“Allora una profonda ferita sarà guarita
Per piacere prenditi cura di me fino ad allora
L'unica persona per ... me.”

Non riuscii a trattenere le lacrime. Ryeowook di fronte a me, era in mobile. Ascoltò ogni nota con estrema curiosità. Forse si chiese perché io stavo cantando proprio quella canzone.
“Senti Kyung-Soo. Forse è meglio parlarne stasera, dopo gli allenamenti… H-ho voglia di cenare in un ristorante carino. Sempre se sei d’accordo.”
Il suo sorriso e la sua voce, mi fecero pensare che era un po’ imbarazzato. Non poteva aver capito solo con quello.
“O-Ok. V-Va bene. A stasera.”
“Ti aspetto…” disse lui, uscendo dalla stanza. Richiuse la porta e mentre lo faceva, mi guardava sorridendo.
Dentro di me, pensai a quello che mi aveva detto. Sorrisi tra me e me, nervosamente.

Una cena? … Sono un veggente!
   
 
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