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Autore: TeenSpiritWho_    30/07/2013    5 recensioni
Una serata finita male, ma grazie all'aiuto di Paul persino John riesce a ritrovare il sorriso.
-Grazie, Paul.-
-E di che? Sei il mio cazzone ubriaco, devo prendermi cura di te.-
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Lennon , Paul McCartney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Primavera 1961.

-Avanti, lasciami, Paul, riesco a camminare da solo!- biascicò John, cercando di allontanare da sé il ragazzo. Ma appena ci riuscì barcollò fino quasi a cadere, salvato all'ultimo minuto da un preoccupato McCartney.

-No che non ce la fai.- dichiarò Paul, deciso, continuando a scortarlo.

John alzò la bottiglia di birra che teneva in mano davanti al viso, nel tentativo di vedere quanta ancora ne contenesse, e se ne versò un po' sulla giacca di pelle.

-Merda.- sollevò gli occhi lucidi su Paul -Ehi, amico, l'ho finita, possiamo rientrare a prenderne ancora un po'?-

Lui rispose scuotendo la testa, categorico.

-Hai già fatto abbastanza danni lì dentro, John.-

-Senti, quel tizio mi ha provocato, e io...-

-Hai risposto alla provocazione con un pugno? Ottima strategia, deve aver funzionato spesso.-

John sbuffò e roteò gli occhi, rischiando per un istante di cadere di nuovo. Teneva un braccio intorno alle spalle di Paul, aggrappato, ma allo stesso tempo tentava di opporre resistenza.

Camminarono per qualche secondo in silenzio, attraversando il parco. Un passante, vedendoli, poteva credere che fossero abbracciati.

Paul guidò il suo amico verso una panchina al limitare del sentiero sterrato, e lo lasciò cadere a peso morto su di essa.

-Guarda, ti sei tagliato.- lo rimproverò, aggrottando le sopracciglia, e si sedette accanto a lui.

Osservò la ferita appena sopra l'occhio dell'amico con sguardo critico: non era niente di che, solo un taglietto, ma perdeva abbastanza sangue da farlo preoccupare. Anche se era normale, perché lui si preoccupava spesso per la salute di John, in particolar modo a causa della sua impressionante capacità di cacciarsi nei guai. Tirò fuori un fazzoletto dalla tasca dei pantaloni e ci sputò sopra, poi fece per avvicinarsi alla ferita.

-Ehi, fermo!- esclamò John, ritraendosi con una smorfia disgustata -Cosa vuoi fare con quello schifo?!-

-Taci.- lo zittì Paul, fulminandolo -Serve per cicatrizzare.-

Avvicinò di nuovo il fazzoletto al taglio e questa volta John non si mosse, ma serrò gli occhi, mantenendo l'espressione di disgusto sul volto. Sentì il punto in cui la ferita gli bruciava rinfrescarsi, e trattenne un sospiro di sollievo. Non voleva dargli la soddisfazione di avergli fatto un favore.

Socchiuse un occhio, tenendo ben chiuso l'altro. Osservò il viso concentrato di Paul, con la lingua che spuntava dalle labbra semichiuse e le sopracciglia corrugate. I lineamenti morbidi e tondeggianti, gli occhi all'ingiù che variavano dal color cioccolato, all'oro, al verde...

Ora John aveva aperto entrambi gli occhi. Paul si accorse che lo stava fissando e si fermò con le mani a mezz'aria, la testa piegata di lato, interrogativa.

-Qualcosa non va?-

John scosse la testa e continuò a tenere lo sguardo puntato su di lui.

Paul sollevò un sopracciglio e riprese il suo lavoro, arrossendo leggermente.

-Non ti ho mai ringraziato abbastanza.- questa volta era stato John a parlare, quasi un sussurro.

Paul si fermò di nuovo -Cosa?-

-Ho detto che non ti ho ma ringraziato abbastanza.-

Paul lo guardò attonito per un momento, poi scoppiò a ridere -E per cosa, si può sapere?-

John sorrise -Se non fosse per te saremmo ancora una delle tante band da quattro soldi di Liverpool, invece guarda dove siamo arrivati: Amburgo.- fece un ampio gesto per mostrare tutto quello che aveva intorno.

Il bassista rimase stupito da questa improvvisa manifestazione di gratitudine, e rise di nuovo, nervosamente -Da quando sei così sentimentalista?-

Sembrava che John non volesse proprio staccare gli occhi dai suoi quella sera, e non ottenne risposta.

Allora Paul sorrise a sua volta, continuando a parlare -Ehi, siamo ancora una band da quattro soldi di Liverpool.-

Risero entrambi, nella pallida luce della luna.

-Ora fermo, fammi finire qui.- disse Paul, e riprese a tamponarlo, sollevandogli il mento con una mano.

John riabbassò finalmente lo sguardo, e prese a canticchiare il motivetto di una canzone.

Paul la riconobbe subito. E come poteva non riconoscerla? Era la prima canzone che gli aveva cantato. Era Twenty Flight Rock.

John stava ripensando al loro primo incontro, Paul lo sapeva bene, e questo lo riempì di affetto.

Prima che potesse dire qualcosa Lennon parlò -Sai, sono stato veramente fortunato a trovarti. E' stato il destino a farci incontrare, non credi?- fece un sorrisetto malizioso.

Paul rimase immobile, il fazzoletto ancora stretto nella mano sinistra, e deglutì.

-We love to dance on a Saturday night...- riprese a cantare Lennon, con voce leggermente incerta a causa dell'alcol. Spostò la mano di Paul dalla sua fronte, e gli si avvicinò finché non furono naso contro naso, ridacchiando. A quel punto McCartney era ormai paralizzato, o forse incantato dagli occhi scuri di John.

-...All alone, I can hold her tight.- John concluse la strofa e si avvicinò ancora di più a Paul, facendo incontrare teneramente le loro labbra. Paul spalancò gli occhi, intrappolato da quel bacio alcolico, inaspettato.

Passarono pochi secondi e John si staccò di scatto da lui, la faccia di un color verdognolo che non prometteva niente di buono.

-Io... tu... cosa...- stava cercando di dire il bassista, con un filo di voce.

Ma John si girò all'indietro, vomitando tutto quello che aveva bevuto quella sera sul prato appena dietro allo schienale della panchina.

-Oh, Gesù.- mormorò con un gemito, asciugandosi la bocca con il dorso della mano.

Si voltò nuovamente verso Paul, che era ancora immobile con il fazzoletto in mano, incapace di mettere insieme una frase di senso compiuto. John si prese tra le mani la testa, con un altro lamento.

-No, senti Paulie, mi dispiace, non era mia intenzione... fare quello che ho fatto. Sono solo un povero cazzone ubriaco.- gli indirizzò un sorriso storto.

L'amico sembrò riprendersi un poco -N-non fa niente.-

John cercò di rialzarsi in piedi sulle gambe malferme, ma perse l'equilibrio. Paul si affrettò ad alzarsi e sostenerlo di nuovo.

-Grazie, Paul.-

-E di che? Sei il mio cazzone ubriaco, devo prendermi cura di te.- gli sorrise.

John si morse un labbro, cercando di non sorridere, ma fallendo miseramente. Gli mise di nuovo un braccio intorno alle spalle.

-Coraggio, torniamo da Astrid, Geo e gli altri.-

-Due di noi che si dirigono in nessun luogo, spendendo la paga che qualcuno ha guadagnato duramente...- disse Paul in tono solenne -Ci si potrebbe quasi scrivere una canzone.-

-Sì, come no.- borbottò John, ridacchiando.

E si misero in cammino, questa volta veramente abbracciati.

 

 

 

We're on our way home.


 

We're going home.


 

Saaaalve a tutti!
Questa è la mia prima One Shot sulla McLennon *fangirleggia*
So che non è niente di speciale, ma migliorerò. Intanto spero vi sia piaciuta!
Fatemi sapere le vostre opinioni c:
Hugs  

 
  
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