L’erba
sotto i miei piedi è morbida, chiazzata ogni tanto da
pietre e radici, le radici nutrono gli alberi, gli alberi crescono e coprono il
cielo di anno in anno sempre di più…
Non che
ci sia molto da vedere è notte fonda e non sono qui
per fare pittoresche osservazioni sulla flora di questa foresta, già questa
foresta, da quindici anni la visito costantemente e ancora sono riuscito a
capire dove si trovi.
Eccola
finalmente, l’unica fonte di luce dopo miglia so già
che lei è li che mi aspetta, il tavolino e le sedie di un bianco puro, come il
suo vestito, le rose del giardino la circondano facendola sembrare ancora più
bella; mi offrirà come al solito una tazza di thè, la
mia mamma…
-Mamma
eccomi!- ma lei non è seduta al tavolino, non mi saluta dolcemente come fa
sempre.
Sul suolo
una chiazza di sangue scuro fa contrasto con l’erba del giardino…
-MAMMA!- è lei, lì, è morta? Respira? Non ho il coraggio di toccarla!
DITEMI
CHE è SOLO UN SOGNO! Il mio cuore urla…
Il vento,
sarà il vento che ulula così? Non sono riuscito ancora
a toccarla…
-TU!- non
ho il tempo nemmeno di girarmi, una bambina, pallida come un
fantasma mi pianta nel petto una falce enorme…
-L’HAI
UCCISA TU! E’ COLPA TUA!- I capelli biondi si tingono del mio sangue, i suoi
occhi sono di un azzurro quasi impercepibile, non sembra affatto una bambina…
“ è un
mostro” penso mentre rigira la falce nel petto, poi
chiudo gli occhi…
Mi trovo
di nuovo immerso nel buio, ma questa volta è diverso,
non ci sono alberi né sassi, erba o rose… Non c’è il cielo, non c’è la terra,
non c’è nulla è semplicemente nero…
-Sono…
solo?-
A quanto
pare no…
Nell’oscurità
appaiono dei segni rossi, pian piano, un paio di occhi,
la testa il corpo e otto zampe…
Quello
che ho davanti è un mostruoso ragno, gigantesco, fatto solo di segni rossi che
potrebbero anche riassumere i lineamenti di un volto umano…
No
non sono solo ma sono terrorizzato, il solo guardare quell’essere
fa crescere in me terrore, rabbia, dolore…
Il ragno parla,
anzi no, ruggisce…
-Dov’è?-
-Chi cerchi?-
Sembra perdere la pazienza…
-DOV’E’???-
Ruggisce ancora più forte…
-COSA??-
Il ragno spalanca le sue fauci e
lancia un urlo terrificante…
-RIVOGLIO,
L’urlo
trapassa le mie orecchie: -JACK!- scendo di corsa le
scale del soppalco…
Il mio
fratellino è lì seduto sul letto, i ricci neri inondati di sudore, gli occhi
sbarrati, non alza lo sguardo, il suo viso è inondato di paura…
-Jack…-
Ora mi guarda, Vorrebbe dire qualcosa ma non ce la
fa…- Jack cosa è successo?-
-Nulla cassidy, dormi serena.- Parole del genere pronunciate con un faccia del genere non hanno alcun valore, ma lui si
rimette e dormire, come se io non avessi capito niente!
-Un
incubo vero?- La mia voce suona quasi arrabbiata. Perché dopo 15 anni non si
fida ancora di me??
- Anche se fosse è un semplice incubo.- Mi risponde lui
lapidario…
Ecco, la
rabbia mi cresce dentro, non posso mettermi ad urlare come al
solito, sveglierei tutto il vicinato, così me ne torno a dormire come vuole
lui!
Appena
rientrata nel letto lo sento, sta piangendo; come al
solito non lo vuole dare a vedere…
Sono le sette di mattina, il sole risplende e tutti quanti i ragazzi
si stanno preparando per la consueta giornata scolastica; gli zainetti dietro
le spalle, le gonnine a pieghe fino al ginocchio, le
risate concitate delle ragazzine che parlano di ragazzi; in casa Blackwood la situazione non è così idilliaca…
- Cosa c’è Cass? Qualcosa turba il
tuo bel faccino!-Esclama Noel ai fornelli, da quando la madre è morta lui svolge tutte le faccende di
casa…
Cassidy
vuole rispondere, ma non sa se lo vuole fare veramente, fissa la sua colazione
cercando le parole per descrivere l’accaduto, come se la scodella di riso
potesse parlare per lei…
- Ha fatto un incubo vero?- Noel ora è faccia a faccia con la
ragazza, Cassidy non si può più nascondere,
rassegnata risponde: -Si, ma non mi vuole dire cosa ha sognato!-
-beh dopo
quindici anni che sogna sempre la stessa cosa era ora
di cambiare!- Noel mette su il suo sorriso di
plastica cercando di far riprendere Cass ma la
ragazza lo vorrebbe semplicemente mandare a quel paese.
Anche
Noel odia il suo famoso sorriso di plastica, ma è
necessario per mantenere le redini di una famiglia così allo sbando… Dall’alto
dei suoi ventitrè anni fa il punto della situazione:
- La sua
adorata madre, perno dell’intera famiglia, è morta diciasette anni fa dando
alla luce il secondogenito, Jack. Il padre in preda
alla disperazione brucia tutte le foto dell’adorata moglie chiude
a chiave il suo armadio e tratta Jack come il mostro che l’ha uccisa.
Poi c’è
la questione Cassidy, troppo lunga per
essere descritta nei particolari; fatto sta che questa ragazzina, pur
non avendo alcun legame di sangue con i Blackwood è
costretta a vivere con loro a causa del legame strettissimo che ha con Jack.
Ora sicuramente vi chiederete: che tipo di legame? Come ho già detto storia troppo lunga per essere narrata qui…
Un gran
bel casino vero??
Mentre
questi pensieri balenavano come lampi nella testa di noel
una figura furtiva si era avvicinata al barattolo dei
biscotti…
FERMO LA’!- Urlò il ragazzo armato di forchettone di legno.
Il
colpevole del furto era jack, evidente, il corpo del reato
giaceva già a metà nella sua bocca:
-Nof
of atto fienfe- Balbettava il ragazzo con il biscotto
mezzo in bocca…
Cass
intanto era scoppiata a ridere: la scena si presentava più o
meno così: Noel alto capellone dal visino
affilato, brandiva il forchettone contro il fratellino che aveva i capelli
ricci spettinati più che mai, gli occhiali storti e la camicia sbottonata mezza
fuori mezza dentro.
-Che
uomini..- Eclamò la ragazza
uscendo fuori, ormai era ora di tuffarsi a scuola…
-ASPETTA
CACCHIO!!!- Come di consueto Jack le aveva urlato
contro uscendo fuori con la camicia completamente aperta suscitando i risolini
di un gruppo di ragazze che passava di lì…
Rassegnato
il riccetto tornò dentro; la sua attenzione fu
catturata dalla sua immagine riflessa sullo specchio; si aggiustò gli occhiali
sul naso affilato e si guardò un’attimo
negli occhi, i suoi enormi occhi verdi; per un attimo lo rivide… Il ragno era
ancora nella sua mente…
-AH!-
istintivamente jack si scostò dallo specchio
coprendosi gli occhi con le mani.
-Cosa succede?- Noel era visibilmente
allarmato… La sua espressione si fece seria: era il momento di affrontare la
situazione…
-
Raccontami su…-
-Raccontarti
cosa?- Jack non capiva…
Noel
iniziò pazientemente a spiegare: -So che tutte le notti sogni la mamma e per
qualche strano motivo, anche se non hai mai visto la sua immagine, la sogni
com’era quando era tra noi… So che la sogni da quando Cass è venuta ad abitare con noi e so che oggi non hai
fatto lo stesso sogno. Ti turba non è vero?-
Jack
abbassò lo sguardo mentre si preparava per uscire:
-Era in una pozza di sangue… Era morta…-
- Jack, è morta ben diciassette anni fa! Renditi conto della
realtà! E’ SOLO UN SOGNO!-
Jack lo
sa che è solo un sogno, apre la porta di scatto e corre fuori, lontano da
quella casa che non l’ha mai voluto… Essere rifiutati,
essere considerati assassini per un crimine che non aveva commesso…
- SAREBBE STATO MEGLIO SE NON
FOSSI
Lo pensava
almeno una volta al giorno da quando era stato messo
al mondo...
Poi era
arrivata Cass, prima un’amica, poi una sorella, la
più dolce delle sorelle... Lei c’era sempre nei
momenti difficili e lo tirava su solo con un sorriso, eppure pensava di essere
un peso anche per lei… Si chiedeva perché viveva…
-Hey Blackwood!- -Guardatelo piange come una checca!-
La solita
banda di quartiere… Lo avevano preso di mira fin dall’inizio
delle superiori ma lui si era sempre lasciato picchiare senza mai reagire… IN
fondo avrebbero fatto un servizio al padre se lo avessero tolto di mezzo no?
Il più
grosso si avvicina e prende Jack per il colletto della
camicia:
-Cosa c’è
Blackwood? Vuoi la mammina?-
Solo un
attimo…
Le
pupille del ragazzo si stringono quasi a diventare un filo, Gli occhi si fanno
gialli rabbiosi, una voce gli risuona in testa:
-Ti fai trattare così, Figlio mio?- La voce è quella del ragno…
-NO CHE
NON MI FACCIO TRATTARE COSI’!-
Per la
prima volta nella sua vita Jack inizia a menare le mani, a
quanto pare ci riesce fin troppo bene, la sua forza è quasi mostruosa. In
preda alla rabbia non risparmia nessuno, rompendo mascelle e costole come se
fossero semplici stuzzicadenti…
Il
ragazzo è ancora lì, guarda quello che ha fatto con un misto di paura e
ammirazione:
-Sono stato veramente io?- Le sue mani sono sporche di sangue. Si avvicina a
tutti per controllare se sono vivi. Tutto a posto, non andrà in galera e dopo
questa ripassata nessuno gli verrà più a rompere le scatole.
-Com’è tardi, devo andare a scuola- Di malavoglia inizia ad incamminarsi,
poi si ricorda. Il ragno lo ha in un certo modo aiutato! Assorto da questi
pensieri inizia ad intravedere la scuola…
-Chissà
cos’è Nazelis…- Jack è
curioso, fa inversione e si dirige verso l’unico luogo che sa dare risposte
alle sue domande…
Allora
iniziamo!
Questo
racconto è più o meno l’estratto della sceneggiatura
del mio fumetto… Vorrei che leggeste la trama e che mi diceste cosa ne pensate,
purtroppo non sono per nulla brava a scrivere credo di averci ficcato tremila
errori di grammatica ma purtroppo vado di fretta e la scuola occupa il buon 70%
della mia giornata!
Da voi
vorrei soprattutto critiche, ditemi ciò che vi piace,
ciò che non vi piace, quello che non vi è chiaro e quello che secondo voi non è
originale! Vorrei seriamente riuscire a pubblicare questa storia quindi ho bisogno di tutto il vostro appoggio!
Grazie di
essere arrivati fino alla fine!
Arianna