Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |       
Autore: oceanodiperle    30/07/2013    4 recensioni
E’ bellissimo, è così perfetto e adoro la sua bocca, che ti viene voglia di fiondartici di sopra e farla tua. [...] mostro ad Harry come si deve comportare, come far divertire i bambini e il riccio impara in fretta, gli dico ciò che deve fare e lui lo fa alla perfezione, lo osservo felice, vederlo insieme agli altri bambini fa di lui un bambino, un bambino che spetta a me crescere, un bambino che deve diventare mio.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
1. In ospedale.

Mi alzo per andare all’università di Doncaster, studio medicina perché voglio diventare pediatra, adoro i bambini. Sono Louis, Louis Tomlinson e ho 21 anni. Ho i capelli castani, leggermente disordinati e gli occhi azzurri. Ho scoperto di essere gay a 16 anni, perché un giorno sono rimasto chiuso con un mio compagno di scuola nello sgabuzzino dove i bidelli posano gli accessori per le pulizie, eravamo andati lì perché volevamo fare uno scherzo alla professoressa, che dato che non ha avuto buon fine neanche lo ricordo, comunque appena il mio compagno chiuse la porta la maniglia interna si era staccata e solo da fuori poteva essere aperta, così mentre aspettavamo disperatamente un bidello che ci aprisse, presi dalla noia lui mi disse:
- “Ho un problema con la mia ragazza.” Io anche ero fidanzato con una ragazza.
- “Cioè?”
- “Dice che…non so baciare bene con la lingua.” Io ridacchiai, mentre lui sentendosi preso in giro abbassò lo sguardo intristito.
- “Ti insegno io come si fa.” Lo rialza.
- “E come?”
- “Baciami.” Mi guarda strano. “Che c’è? Ti fa schifo? Sono tuo amico, giusto per provare.” Gli dissi. Vidi che lui non aveva il coraggio, così lo spinsi delicatamente al muro e mentre mi guardava negli occhi posai le mie labbra sulle sue. Lentamente inserii la mia lingua nella sua bocca e cominciai ad esplorarla, la sua invece era ferma, perché non se lo aspettava. Dopo qualche secondo cominciò ad assecondarmi e nei punti in cui sbagliava, quelli che probabilmente se ne lamentava la sua ragazza, cercavo di riprenderlo, correggerlo, riportandolo sulla giusta strada che doveva percorre la sua lingua. Quando capì mi staccai.
- “Così si fa.”
- “Beh, grazie Louis.” Se devo essere sincero, quel bacio mi era piaciuto e tanto, più di quelli che di solito davo alla mia ragazza, provai un brivido che ancora oggi ricordo, ma lui non mi piaceva, solo il bacio mi era piaciuto, per questo, qualche settimana dopo lasciai la mia ragazza.
Dopo una mezz’ora venne ad aprirci finalmente un bidello, lo amerò per sempre, non ce la facevo più a stare in quello sgabuzzino largo quanto una cabina telefonica, stavo impazzendo. Lo amo per averci liberati, anche se dopo ci ha fatto un cazziatone impressionante. Confessai alla mia famiglia di essere gay qualche mese dopo. Ovviamente non ne erano molto contenti, accettarono la cosa qualche settimana dopo, perché fortunatamente ho dei genitori comprensivi, avevano capito che io ero felice in questo modo.
Entro in macchina per dirigermi in università, quando finisco la lezione torno a casa molto stanco, studiare medicina è faticoso, ma dopo tutto mi piace, quindi sono contento.
I miei pomeriggi li passo a studiare, a uscire con i miei amici e ad andare in ospedale a trovare i bambini gravemente malati, posso andarci solo il martedì e il giovedì, oggi è martedì e appena finito di studiare vado a trovarli. Sto giocando con Jake, un bambino di 12 anni malato di cancro, lui è il mio preferito di tutti i bambini che vado a trovare, si perché da lui ho imparato molte cose, come per esempio che bisogna sempre sorridere, sorride finche può farlo, affronta la sua malattia con il sorriso stampato nel viso anche se dentro di lui c’è qualcosa che lo sta uccidendo, comunque sono  seduto accanto al suo letto, quando vedo entrare l’infermiera insieme ad un ragazzo dalla chioma riccioluta, gli occhi verde smeraldo e una bocca a forma di cuore. E’ bellissimo, è così perfetto e adoro la sua bocca, che ti viene voglia di fiondartici di sopra e farla tua. “Louis, lui sarà un tuo compagno, farete divertire insieme i bambini, è nuovo e non sa molte cose, spiegagli un po’ tu come si fa.” Dice l’infermiera. Io annuisco come un coglione, sono incantato dalla sua bellezza. Prende una sedia, la mette accanto a me e si siede poggiando le mani sulle ginocchia. “Come ti chiami?” gli chiede Jake. Il ragazzo sorride: “Mi chiamo Harry.” Risponde. “E tu?” dice il riccio inclinando la schiena verso Jake. “Jake.” Risponde. Gira il volto verso di me.
- “Spero di imparare al più presto.” Mi dice Harry sorridendomi.
-“Non è difficile.” Lo rassicuro accompagnando il suo sorriso.
-“Tu quanti anni hai?”
-“Ventuno…tu?”
- “Diciannove, studi o lavori?”
- “Studio medicina.”
-“Davvero? Anche io, sono al primo anno.”
Sono nella stessa università, sono così vicini e pure sembravano così lontani.
- “Non vorrai anche tu diventare pediatra?” gli chiedo stupito.
- “Si, è sempre stato il mio sogno, da piccolo indossavo l’accappatoio e i guanti da cucina di mia mamma e usavo le bambole di mia sorella come pazienti. Dice imbarazzato, nascondendosi il viso con le mani.
Io sorrido.
Già abbiamo una cosa in comune. “Se vuoi dopo andiamo in un bar a prenderci qualcosa.” Mi chiede il Harry.  Non posso rifiutare. “Certo.” Rispondo.

Fino alle sei, (orario di chiusura delle visite) mostro ad Harry come si deve comportare, come far divertire i bambini e il riccio impara in fretta, gli dico ciò che deve fare e lui lo fa alla perfezione, lo osservo felice, vederlo insieme agli altri bambini fa di lui un bambino, un bambino che spetta a me crescere, un bambino che deve diventare mio.

Entriamo in un bar vicino l’ospedale.
- “Ci mettiamo lì?” dico, mentre indico un tavolo.
- “Si.” Mi sorride.
Mentre aspettiamo la cameriera, comincia a parlarmi, quasi come se volesse già conoscermi a fondo e schiarirsi un po’ le idee su di me:
- “Oggi ho notato una cosa, forse mi sbaglio.”
- “Cioè?”
- “Ho notato che…sei molto attaccato a Jake.”
- “No, non ti sbagli. Voglio tanto bene a quel bambino, nonostante le sue condizioni mi trasmette felicità, anche quando sono triste mi fa ritornare il sorriso. Lo adoro perché essendo ancora un bambino non conosce i pensieri, i problemi di un adulto, ma il suo sorriso è qualcosa di meraviglioso e la sua allegria ti fa mettere tutto da parte…è come se fosse qualcosa di magico.”
Arriva la cameriera che interrompe il mio discorso con Harry per prendere le ordinazioni:
- “Salve ragazzi, cosa desiderate?”
- “Io un succo di mela.” Dice Harry alla cameriera e io posso ammirare quel cuore che perde la sua forma mentre muove le labbra per parlare.
- “Io una coca cola.”
Finisce di scrivere sul suo blocchetto le nostre ordinazioni e ritorna dietro il bancone.
- “Non a tutti piace il succo di mela.” Dico io ad Harry.
- “Lo so, invece per è buonissimo, è la mia bevanda preferita.”
Conosco la sua bevanda preferita.
- “Comunque, anche io ho visto che Jake è un bambino adorabile. E…voglio ringraziarti per avermi insegnato molte cose oggi.”
- “Non devi ringraziarmi, sai, mi piace osservarti mentre li fai divertire, li fai sorridere.”
Forse questo non dovevo dirlo, è un po’ presto.
Lui arrossisce. “A me piace il modo in cui mi insegni a farlo.” Mi dice e io provo un brivido, non posso fare altro che sorridergli.
Le nostre bevande sono arrivate, però la cameriera si confonde, da a lui la coca cola e a me il succo di mela, così noi li scambiamo e mentre lo facciamo i nostri bracci si sfiorano, ed ecco che provo un secondo brivido, ma questa volta mi viene la pelle d’oca.
Porta il bicchiere alla bocca e ne beve un po’. Dio, è bellissimo. In ogni gesto che compie.
- “Lo vuoi il mio numero?” mi dice sorridendo.
Certo che lo voglio, come posso non volerlo? Così non ci pensai due volte.
- “Si, grazie.”
- “Posso?” mi chiede indicando il mio cellulare vicino a me sul tavolo, vuole salvarmi lui il numero.
- “Si certo.” Prendo il mio cellulare, glielo porgo e le nostre mani si incontrano, ecco il terzo brivido.
Quando finisce lo poggia di nuovo accanto a me sul tavolo.
- “Poi tu inviami un messaggio, così salvo il tuo.” Mi ha chiesto di scrivergli, non ci credo.
- “D’accordo.” Rispondo e sorrido nuovamente. Comincio anche io a bere la mia coca cola.

Dopo aver pagato il conto, (ho insisto nell’offrirgli il succo di mela) mi chiede:
- “Io torno in ospedale giovedì, tu ci sei?”
Giovedì DEVO esserci, ormai è diventato un dovere, perché c’è lui. Non mi importa quanto avrò da studiare, ma giovedì non posso mancare.
- “Certo.” Rispondo.
- “Allora ci vediamo giovedì.” Mi sorride.


Twitter: upallnightx_
Pagina Facebook: https://www.facebook.com/pages/Dont-let-me-go%CF%9F/153036994879762


Ciao:) Questa è la mia prima fan fiction Larry, quindi siate gentili da lasciarmi una recensione per farmi sapere se ne vale la pena continuarla. Che dire, grazie per la lettura.:)
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: oceanodiperle