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Autore: SamanthaWinchester    30/07/2013    1 recensioni
Elle non avrebbe mai potuto immaginarselo. Chi poteva?
La storia sembra ripetersi ma i protagonisti non possono essere gli stessi.
Una vampira che non sa di esserlo, che scoprirà i misteri legati alla sua esistenza.
Damon, Stefan e Elena ritorneranno a Mystic Falls anni dopo vicende che devono ancora essere svelate.
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Elena sentì quasi mancarle il terreno sotto i piedi appena vide, qualche chilometro più avanti, la scritta familiare “Bevenuti a Mystic Falls”, dipinta sul solito vecchio cartello malandato.

E chi aveva pianificato di tornarci.

Dopo tutto quello che era accaduto, appariva assurdamente normale quel senso di appartenenza che invase la bellissima e giovane vampira. Si era ripromessa di non avere più nulla a che fare con quell'antica cittadina che l'aveva cullata, cresciuta e che aveva assistito alla sua trasformazione.

Dell'Elena di diciassette anni prima non sembrava rimasto poi molto. O almeno, questo era quello che era costretta a ripetere a se stessa , poiché se solo avesse permesso ad un qualsiasi ricordo della vecchia Elena di riaffiorare, tutto il dolore che aveva con forza represso per tutto quel tempo, sarebbe divenuto insostenibile. Eppure, a vederla sembrava l'Elena di sempre. I suoi lunghi capelli castani, sempre perfettamente ordinati e lucenti, le ricadevano ondeggiando lungo la curva della schiena. Il suo fisico atletico era rimasto immutato e il suo viso appariva come di porcellana appena scalfita da qualche ruga leggermente accennata, a causa del suo sguardo corrucciato.

Ecco, il suo sguardo. Solo lui poteva essere davvero cambiato. Quella luce che aveva sempre illuminato i suoi occhioni color nocciola, non era più visibile. Aveva invece lasciato il posto ad uno sguardo grigio, quasi rassegnato.

Osservando i boschi che costeggiavano la strada provinciale, appena prima dell'ingresso nella città, si ritrovò per l'ennesima volta a domandarsi se le scelte che aveva dovuto prendere, fossero davvero state quelle giuste, quelle che fanno soffrire, sì, ma che poi si rivelano le uniche possibilità di risoluzione.

Eppure, in diciassette anni, non era mai stata capace di convincersene. Nessuno si era sentito meglio dopo, né lei, né Stefan, né Dam...Perfino nei suoi pensieri, faticava ad immaginare il suo nome.

Nemmeno la repressione della sua umanità risultava forte abbastanza, per impedire ad ogni singola parte sensibile del suo corpo di tremare e scuotersi in profondità al solo vago accenno di lui.

Sapeva di aver sbagliato a respingerlo nel momento in cui lui si era rivelato disposto a starle accanto. Nemmeno da innamorata era stata in grado di concederglielo.

Forse insieme sarebbero riusciti ad affrontare tutto, a superare quella sorta di...abbandono. Perchè in fondo di questo si trattava. Lasciarla libera di vivere una vita normale. Allontanare la loro figlia da un mondo in cui la sopravvivenza è un lusso. Ogni giorno che passava risultava sempre più ridicolo pensare a quella parola. Cosa significava davvero? Elena era una vampira. Ma era anche la doppelganger. E nessuno fino a diciassette anni prima si era mai chiesto, quale parte della sua umanità le sarebbe rimasta per sempre marchiata a fuoco nel dna.

Scoprirlo a fatto compiuto non fu di certo la svolta che lei o Damon stavano aspettando.

Ma perchè si ostinava ancora a rifletterci? Che coraggio aveva ancora di considerare quella cosa qualcosa di più di un semplice..errore? Era ingiusta, lo sapeva. L'aveva amata nei primi attimi di vita. Ma poi aveva subito realizzato che non poteva permettersi di rovinarle la vita più di quanto avesse già fatto mettendola al mondo.

Non poteva di sicuro essere il primo mezzo-vampiro nella storia di Mystic Falls e Elena in realtà aveva sempre sperato che non lo fosse affatto. Vivendo in una famiglia normale, forse il gene aveva più probabilità di rimanere recessivo. Diciassette anni vissuti nel dubbio, nella paura e nella colpa, sola e lontana da chi amava, le erano sembrati un'eternità. Per questo aveva deciso di tentarle tutte per accettare una scelta della quale non aveva ancora smesso di pentirsi e per riportare la sua vita a com'era un tempo.

Non voleva riavvicinarsi alla sua vecchia vita, non voleva sapere nulla dei vivi e dei morti.

Aveva solo bisogno di conferme per poter prendere in mano la sua esistenza e renderla migliore.

Egoista, certo. Ma nella sua ipocrisia vedeva l'unico barlume di speranza per alleviare il dolore e per lasciar cicatrizzare le ferite che lei stessa aveva inferto a molte persone, in nome della solita convinzione di sempre, che scegliendo la via per la sofferenza ogni cosa avrebbe ritrovato il suo equilibrio.

Troppo tardi Elena capì che la via non può mai essere una sola.

  
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