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Autore: GoodnightLynne    31/07/2013    1 recensioni
Fofie è una giovane Ginnasta, ma da qualche tempo ha perduto l'amore che aveva in essa. E' stata sempre una ragazza che conta sui propri passi, aiutata solo da se stessa.
E' forse arrivato il momento di scoprire i tanti perché della sua infanzia e, cosa più importante, del suo presente?
Il futuro l'attende, ancora. Ma sarà in grado di poterci arrivare?
Non da sola, questo è certo!
[ A Fan-story of the Biker Mice from Mars! ]
Genere: Avventura, Comico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Furry
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«Tieni su le braccia!» Proferì l'insegnante di Ginnastica Artistica, con tono severo ma composto. «L'anello, devi serrare la stretta sull'anello!»
No, non c'era niente da fare...

Quello non era uno di quei giorni felici e spensierati; uno di quei giorni da poter saltare elasticamente da una trave all'altra, perlopiù per la giovane Ginnasta di nome Fofie Thompson...

Era sempre andata bene, una ragazza con i piedi per terra.
Sempre attenta ai movimenti negli esercizi, e non tollerava il minimo errore; anche molto rigida e distaccata nel relazionarsi con gli altri.
 E dato che era figlia di un grande Avvocato di successo, conosciuto anche al di fuori di Chicago, poteva vantarsi d'aver ereditato il carattere freddo e all'apparenza innocuo del padre: Matt Thompson.
Ma, era veramente questa la verità?
Quella era la vera Fofie?


Poi un sonoro tonfo.

«Fofie!» esclamò urlando l'Allenatrice, Lisa, che corse velocemente verso la 15enne; la quale era ormai svenuta, in terra e tremando.
Aveva lasciato la presa dall'anello, non riuscendo più a tenersi con le proprie forze su di esso: una mancanza d'energie, probabilmente.

Lisa s'inginocchiò, alzendole delicatamente la schiena e, appoggiando la testa dalla chioma bruna della ragazza sulle sue ginocchia, chiamando - urlando a squarciagola -, aiuto.
Per fortuna subito dopo, due infermieri dell'infermeria dell'enorme palestra, vennero in soccorso dell'Allenatrice, con una lucente barella d'acciaio: caricarono la ragazza sopra questa e la spinsero verso l'infermeria.

* * *

Fofie s'era svegliata e teneva lo sguardo puntato verso il bastoncino di legno che il medico le aveva poggiato sulla lingua.
Quando egli ritirò l'affare, la ragazza alzò finalmente gli occhioni smeraldini, puntandoli verso l'uomo di mezza età con la brizzolata barba e gli spessi occhiali da vista, sopra gli occhi scuri.
«Non preoccuparti, non è nulla di grave» iniziò a spiagerle il medico, con un sorriso gentile e premuroso stampato sulle labbra.  «Dovrai stare qualche giorno a riposo, però, la gamba sinistra ha avuto una bella botta,» l'uomo si girò e si diresse verso la sua scrivania «C'è mancato davvero poco che ti fratturassi una caviglia» da essa prese una piccola bottiglina trasparente, contenente delle pillole a capsule bianche. «Ti sottoscrivo la ricetta, devi prenderne solamente una ogni sera per due settimane» poi, portando lo sguardo nuovamente sulla ragazza, gliela porse. «Mi raccomando» le raccomandò.
Fofie lo guardò, ma non avendo nemmeno la forza di parlare, annuì semplicemente.

* * *

«Com'è andato l'allenamento?» domandò Matt, freddo, e soprattutto intento a guardare davanti a sè, sulla strada: non potevano mica finire con lo schiantarsi contro qualcosa o qualcuno, o ancora peggio, finire oltre il limite e cascare sotto il fiume...

Tutte scuse, queste.

«Come al solito.» rispose annoiata e secca Fofie, con una mano poggiata su una guancia e lo sguardo puntato al di fuori del proprio finestrino.
«"Come al solito" non è una risposta comprensibile.» ribattè il padre, continuando la sua guida, ma restando comunque calmo.
La castana dai lunghi capelli sospirò, figuriamoci: se gli avesse detto d'esser caduta, a lui non sarebbe importato proprio un bel niente.

«I soliti esercizi, papà.» affermò lei, sbuffando.
L'uomo aspettò qualche secondo, poi alla fine terminò la conversazione come se niente fosse accaduto, come se fosse irrilevante anche solamente averne accennato qualcosa: - «Lasciamo perdere.» In quell'attimo, la testa calva di Mett brillò, illuminata dai fari della Chevrolet di colore blu avanti a loro, che si mosse con veemenza verso la propria strada.

Non potrai mai capire, mai!
pensò Fofie.
  
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