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Autore: LalieDalton    31/07/2013    1 recensioni
« Quante cose sai sui Patronus? »
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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«Quante cose sai sui Patronus?» .
Scorpius sollevò lo sguardo dal proprio libro di Difesa Contro le Arti Oscure, incrociando gli occhi azzurri di Rose Weasley. La cosa che lo sconcertava di più non era stato il suo rivolgersi a lui per la prima volta, ma il fatto che si fosse già accomodata sulla panca di fronte ed aveva rovesciato l’intero contenuto della sua borsa sul tavolo.

« Prego? » rispose dopo un attimo di riflessione, spostando il proprio libro verso di sé per non lasciarlo sporcare da quello strano fagotto azzurro con delle altrettante strane macchie umide sopra.
« Cosa sai sui Patronus, Scorpius? » ripeté, spostando di lato gli accessori personali da quelli scolastici. Rimise i primi dentro la borsa, facendoli cadere all’interno di essa, e la poggiò accanto a sé sulla panca. Sembrava intenzionata a rimanere lì per molto tempo.
« Perché me lo chiedi? Non è nel nostro programma di quest’anno.» ribadì il biondino, tornando a guardare il proprio libro. L’apparizione della rossa lo aveva notevolmente scosso, ma non lo avrebbe dato a vedere.
« Ti ho visto evocarne uno, corporeo. » mormorò Rose mordendo la punta della sua piuma e senza distogliere lo sguardo da lui. « Era un grazioso falco. Me lo insegneresti?»
Tutto, tutto si sarebbe aspettato tranne Rose Weasley che gli chiedeva di insegnarle qualcosa. Ad Hogwarts era noto a tutti che la Grifondoro non ammettesse a nessuno di insegnarle qualcosa che non sapesse fare – a meno che non fosse un professore. Non si era mai vista chiedere aiuto a chicchessia, nemmeno per gli sforzi fisici dovuti alla borsa ripiena di libri, sopportava il mal di schiena e di provocarsi un solco sulla spalla piuttosto che chiedere aiuto. Magari appariva come presuntuosa, eppure era solo voglia di farcela da sola. A lui, francamente, non importava.
Gli occhi grigio-verdi del ragazzo scattarono nuovamente sul suo viso, le labbra si dischiusero sorprese e il sospetto prese subito il posto dello stupore.
« Cos’è? Mi spii? » mormorò «Non capisco perché dovrei insegnartelo. »
« Non dire assurdità, ero lì per caso. » sospirò «Perché te lo sto chiedendo. »
« E se non volessi farlo? »
Rose si strinse nelle spalle e rimise anche gli effetti scolastici dentro la borsa, tranne il fagotto azzurro. Lo aprì, rivelando due muffins dall’aspetto delizioso e dal colorito arancio.
« Non sei obbligato. Ero solo interessata ai Patronus. Chi te lo ha insegnato? »
Il ragazzo la guardò un attimo, soffermandosi su quei dolci che non potevano stare mai e poi mai in Biblioteca.
« Non puoi introdurre cibo dentro la Biblioteca. »
« Sei noioso, te lo hanno mai detto? Questi sono per te. Sono alla zucca, non sapevo come potessero piacerti, sono andata sul classico. Non devi mangiarli qui, ma portarteli via. »
« Mi vuoi avvelenare? »
L’espressione offesa di Rose era paragonabile solo a quella di una madre alla quale avessero detto che il proprio figlio non fosse bello.
« Non lo farei mai con il cibo.» sussurrò con le guance arrossate.
« Perché mi hai portato dei muffins? »
« Per convincerti. »
« E mi porti dei muffins? » mormorò sarcastico, sollevando un sopracciglio.
« Ho pensato che i cupcakes potessero essere troppo delicati per un tipo come te. »
« Non prendermi in giro, Weasley. » sbottò, chiudendo il libro con forza e suscitando un sonoro “Silenzio!” da parte della bibliotecaria.
« Sono R O S E.» scandì con un sussurro e fece vibrare le labbra con uno sbuffo. « Vuoi smetterla di evitare il discorso? »
« Cosa vuoi sapere? » schioccò la lingua, mentre la golosità prendeva il sopravvento. Tirò un lembo del fagotto, avvicinando i muffins sotto al suo naso ed annusando. « Li hai fatti tu? Non sembrano quelli di Mielandia. »
« Non è importante. Voglio sapere chi ti ha insegnato ad evocare un patronus e se può farlo con me, in caso tu non voglia farlo.» Rose annuì per dare maggiore enfasi alle proprie parole.
Scorpius la guardò per qualche secondo, mentre i suoi denti andavano a mordere il muffin e ne staccavano almeno la metà con un solo morso. Inghiottì e si inumidì le labbra.
« Mi ha insegnato mia madre, questa estate. Puoi mandarle un gufo e vedere se lo insegna pure a te, perché io non lo farò.» Sorrise mandando giù anche l’altro pezzo di muffin. « E’ troppo dolce. »
Rose arrossì per due motivi. Il primo, riguardava Scorpius che mangiava il muffin e si rifiutava comunque di insegnarle. Il secondo, riguarda l’eccessiva dose di zucchero che era caduta nei muffin.
Strinse le labbra e si alzò dalla panca.
« La ragione è ancora dalla mia parte. E’ inutile chiedere aiuto. Imparerò da sola, come ho sempre fatto. Ciao. » sussurrò con fervore, prese la propria borsa e se ne andò così come era apparsa.
 
Il ragazzo guardò con attenzione l’altro muffin rimasto e storse le labbra. Perché mai Rose desiderava imparare un Patronus? E perché non chiedeva alla sua famiglia? Dai racconti di papà, “loro” decisamente ne erano capaci.
Ma c’era altro che incuriosiva Scorpius; perché aveva chiesto aiuto a lui? 

   
 
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