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Autore: Rachel_Winchester    31/07/2013    5 recensioni
"Quando si cambia anche la più piccola cosa dal passato si possono avere riscontri catastrofici"
É possibile che con l'intento di migliorare il destino dell'umanità si possa portare ancora più velocemente all'Armageddon?
Dean e Sam. Due fratelli. Due cognomi diversi ... Due mine vaganti.
Divisi dal passato, riuniti dal destino ...
Genere: Drammatico, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Nessuna stagione, Contesto generale/vago
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Prologo
 
Si aprì una grossa porta in noce, con pregiate maniglie d’oro. Un anziano signore entrò nella stanza.
“Su, alzati! Stai facendo il giro dell’orologio!” gli disse con voce austera.  Aveva tutta l’aria di uno di nobile famiglia: i capelli bianchi erano tirati all’indietro, la corta barba era delineata accuratamente quasi a segnare i contorni del viso. Indossava un’elegantissima camicia bianca e dei pantaloni di lino neri, vestiario con il quale era solito stare in casa, e portava al polso un brillantissimo orologio d’oro.
Dean aprì leggermente i suoi grandi occhi verdi. Il suo viso era proprio di uno che aveva appena sorbito una sbronza. Li richiuse.
 “Papà, ancora cinque minuti!” e si coprì il capo con le bianchissime lenzuola di seta.
“No Dean! La prossima volta impari a ritornare a casa ad un orario decente!” gli rispose irremovibile il padre, che spalancò le tende delle grosse finestre. Una forte luce arrivò sul viso di Dean, che si coprì con la mano gli occhi.
“Non vedo l’ora di andare a vivere da solo …” borbottò a bassa voce.
“Ti ho sentito ragazzo! Esigo un po’ più di rispetto nei miei confronti!” gli disse il padre lanciandogli un’occhiata.
Dean si alzò svogliatamente, indossava solo dei boxer neri.
“Su, va’ a coprirti!” lo sgridò il padre.
Dean abbassò le spalle e mise il broncio, proprio come un bambino di cinque anni, e si diresse verso il lussuoso bagno della sua camera da letto.
Riempì con acqua tiepida la grande vasca di marmo, si immerse dentro, accese l’ipod e si mise le cuffie alle orecchie.
 

***

 
Un pugno sferrato con tutta la forza sul suo povero volto tumefatto gli fece perdere i sensi.
“Povero idiota! Credeva di tenerci testa!” si vantò il suo aggressore, che gli si avvicinò e gli prese quei 10 dollari stropicciati che teneva in tasca.
Il giovane ragazzo era a terra, sull’umido e freddo asfalto di quello scorcio, perdeva sangue dal naso e dalla bocca, mentre la banda di vandali che lo aveva aggredito gli sputava addosso.
Riaprì gli occhi dolorante e si alzò a stento, ma ricadde con la testa sul marciapiede. “Ridammi i miei soldi stronzo!” urlò.
“Sai?! Sei ridicolo! Vuoi fare tanto il duro ma hai uno sguardo da cucciolo stroppicciato!” lo schernì. 
Sam si rialzò e gli si avvicinò, lo prese dalla maglietta, lo scaraventò contro un muro e cercò di fare lo sguardo più aggressivo che poteva “Ridammi i miei soldi o giuro che ti spacco il culo!” .
Gli altri della banda, che dal vestiario si potevano considerare con molti più soldi di Sam, lo presero da dietro e lo ributtarono a terra.
“Ehi Rocky! Ci siamo anche noi!”
Si asciugò il sangue dal viso e gli andò contro. Li stese a terra con un colpo solo e si avvicinò a quello che gli aveva rubato i soldi, sicuramente il capo banda.
“Adesso sei solo! Non fai più tanto il duro! Dammi i miei soldi. ORA!”. Il ragazzo, cercando di nascondere la paura che provava in quel momento, tirò fuori dalla tasca quello che  apparteneva a Sam e glielo lanciò sul petto.
“Tieni i tuoi stupidi soldi pezzente!”gli urlò, ma dal tono di voce si capiva chiaramente che era spaventato.
Sam li prese, si voltò e se ne andò.
Pochi isolati più distante raggiunse un palazzo che sembrava quasi sul punto di crollare e ci entrò.
Si trascinò su alcuni scalini, tirò dalla tasca della felpa un mazzo di chiavi, e aprì la porta di un appartamento, che sembrava essere proprio la sua casa:  una stanza occupava quasi tutta l’ampiezza dell’alloggio, nella quale c’era un piccolo letto sfondato, troppo ristretto per le dimensioni di Sam, e un cucinino mezzo arruginito. Si diresse verso il piccolo bagno, chiuse sonoramente la porta, si sciacquò il viso livido con acqua gelida, e si buttò sul letto stravolto.
Tirò fuori dalla tasca i suoi sudati 10 dollari e si mise a sorridere: almeno per quel giorno aveva i soldi per mangiare.




SPAZIO AUTRICE
Questa è la mia seconda ff su Supernatural.
e' solo un'idea che ho avuto una sera mentre stavo riguardando alcuni episodi di Supernatural, e ho deciso di scriverla per vedere che ne pensavano i lettori. Ovviamente non l'aggiornerò presto perchè mi sto già occupando dell'altra mia ff, The God's diary che ho iniziato in precedenza, ma quando troverò il tempo - e se vedo che ha un discreto successo- la continuerò. Spero vi piaccia, e per favore, recensite e ditemi cosa ne pensate :)
Grazie, Rachel Saia 
 
  
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