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Autore: verysoon    01/08/2013    1 recensioni
TRAMA:
Linsey è una ragazza per bene,ama le vere amicizie,ha due genitori molto protettivi,e ci tiene alla scuola.
Una ragazza abbastanza dolce,e bella,anche se presenta un difetto,parla spesso anche se è molto timida.
ogni mattina,si recava a scuola,insieme alla sua migliore amica jemi.
Lei vive a wall street insieme ai suoi,mamma kate,papà raul e bruce,suo fratello minore.
In un giorno normale come tutti,conoscerà un ragazzo che le cambierà la vita.
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: PWP
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CAPITOLO 1.
La mattina dopo,kate,la mamma di Linsey,l'andò a svegliare,visto che doveva andare a scuola.
K:Linsey,svegliati,devi andare a scuola,ti accompagnerà tuo padre,alzati.
L:Sì,adesso mi alzo! *ancora assonnata*
Appena Linsey si alzò subito si preparò,ella indossò un jeans con dei piccoli stivaletti marroni e una maglia bianca a mezza manica con dei fiori,prese la borsa e scese giù in salotto dove l'aspettavano i suoi genitori e Bruce,anch'esso pronto per andare a scuola.
L:buongiorno a tutti! *esclamò sorridendo*
E tutti risposero ricambiando.
R:sei pronta tesoro?
L:sì,certo,andiamo. *sorrise*
Appena uscì salutò sua madre,e si diresse in garage,dove aprì la porta della macchina sedendosi avanti e facendo accomodare suo fratello dietro.
Appena salì chiuse lo sportello e il padre mise in moto,appena arrivò,Linsey salutò suo padre e suo fratello e si diresse verso l'entrata della scuola.
Appena entrò subito salutò la sua migliore amica jemi.
L:hei,jemi,come stati? *abbracciandola*
J:tutto bene,grazie!
Linsey subito prese i suoi libri dall'armadietto continuando a parlare con jemi,dopo di chè entrarono in classe.
Dopo di chè,insieme uscirono e,presero altri libri per continuare così fino all'ora d'uscita di scuola.
Appena uscì,il padre,puntuale già era fuori scuola,aspettando che la figlia lo andasse contro.
appena salì,salutò il padre e bruce,domandandole com'era andata a scuola,lei annuì.
Appena arrivarono a casa,la madre la salutò chiedendole la stessa cose e rispose la stessa cosa,la tavola era già pronta,così si lavò le mani,e si sedette a tavola,dove mangiò e dopo filò in camera sua a studiare.
Appena entrò in camera sua,estrasse il cellulare che aveva nella tasca dei suoi jeans e lo posò sulla sua scrivania,e iniziò a prendere i libri per studiare,nel mentre le arrivò un messaggio.
lei lo lesse:
"festa in città stasera,alle ore 1O:OO".
Appena lo lesse,lei subito volle partecipare,così chiamò jemi,assicurandosi che fosse arrivato anche a lei.
così digitò il suo numero.
J:pronto?
L:hei jemi,anche a te è arrivato quel messaggio dove diceva che stasera c'è una festa in città?
J:certo,anche a me!
L:tu ci vai?
J:si,solo se vieni anche tu.
L:certo.
Appena staccarono la telefonata,ella scese giù in salotto dove domandò ai suoi se stasera poteva andare ad una festa,che sarebbe finita tardi,ma i suoi le dissero di no.
così lei tornò in camera sua,col broncio,tanto che volle disubbedire ai suoi,così ci andò.
Dopo aver fatto i compiti,subito iniziò a prepararsi,ella inossò un jeans con una maglia a mezza manica rosa chiara,un golfino bianco sopra,i stivali marroni,e un pò di trucco sugli occhi.
Ella uscì dalla finestra,in tal modo da non farsi sentire dai suoi,appena scese subito trovò jemi.
L:hei jemi,già sei qui?
J:si,volevo bussarti,come mai sei scesa dalla finestra?
L:i miei hanno detto che non potevo uscire,così ho preferito non fargli sapere nulla.
sorrisero.
Appena arrivarono alla festa,c'era un casino tremendo,così jemi subito iniziò a ballare,mentre linsey essendo timida,rifiutò,così decise di andare al bar a prendersi qualcosa di fresco,nel mentre si dirigeva verso il bar,per sbaglio,si scontrò con un ragazzo,che subito non esitò a rimproverarla.
"Hei,stai più attenta".
ella subito si girò,per guardare chi fosse.
"scusami tanto,non ti ho visto".
così questo ragazzo continuò a risponderla.
"non preoccuparti" *facendole l'occhiolino*
così linsey,si girò,nel mentre arrivava vicino al bar,si chiese a quanto potesse essere "bipolare" quel ragazzo.
Appena arrivò si prese il thè,e si sedette su una piccola poltroncina.
Jemi,appena la vide subito le domandò perchè non ballasse,ma lei le spiegò che non voleva,così non insistette,e continuò a ballare.
dopo un paio di minuti,vicino a lei si sedette quel ragazzo,con la quale lei aveva avuto un piccolo sbandamento.
"comunque non preoccuparti per prima,capita" *guardandola dalla testa ai piedi prima di sedersi*.
L:non fa nulla,è colpa mia,comunque come ti chiami? *sorrise* cercando di ammorbidire quella tensione che si era creata.
lui la guardò,e poi rispose.
"justin,tu? ".
L:linsey.
"J:lo so".
L:*rise* come lo sai? nemmeno ci conosciamo.
J:lo so,io,so tutto.
linsey,non parlò.
dopo un paio di minuti,lei gli fece un'altra domanda.
L:quanti anni hai?
J:19,tu?
L:16.
*justin rise*
L:cosa c'è ti fa così ridere il fatto che io abbia sedici anni?
J:mi fa ridere il fatto,che ti comporti ancora una bambina.*sorrise*
L:sei pensi questo,potevi anche non sederti qui.
J:giusto,ottimo osservazione.
L:comunque,che lavoro fai? *cercando di dimenticare il resto*.
J:se te lo direi dopo,non sarebbe più un segreto.
L:a chi potrei mai dirlo? è un semplice lavoro come tutti gli altri,cosa vuoi che sia. *sorridendo*
J:a non sembrerebbe un lavoro semplice.
L:allora dimmelo.
J:zitta,ho detto che non posso dirtelo.
L:io non sto zitta,solo perchè me lo dice un pazzo come te.
Justin si alzò avvicinandosi a lei,visto che anche lei era in piedi.
J:non sono pazzo,e sicuramente il lavoro che faccio,non è semplice,okay!?! adesso non irritarmi.
Ella si morse il labbro,rendendosi conto di quanto potesse essere bipolare justin,così non esitò a parlare.
Verso un certo orario,ella avvisò la sua amica che tornava a casa,perchè aveva paura che i suoi avessero scoperto qualcosa.
così se ne andò,correndo sperando al meglio.
appena arrivò sotto casa,riuscì ad entrare nella sua stanza e subito si stese sul letto,lasciando che il suo corpo si rilassasse sulle coperte,e facendo un sospiro di sollievo,così subito si mise il pigiama e andò a letto,pensando a quanto potesse essere strano,e nello stesso tempo bello,ai suoi occhi.

A quanto la sua bellezza,riuscì a colpirla,di addormentò.
  
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