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Autore: idrilcelebrindal    01/08/2013    15 recensioni
La Battaglia dei Cinque Eserciti è terminata, ed è stata una strage; ed anche se nessuno dei Durin ha trovato la morte sul campo, i Nani sono privi di guida. Thorin, menomato dalle ferite, in preda a spaventosi rimorsi e sensi di colpa, straziato dall'ansia per la sorte dei suoi ragazzi, medita di rinunciare al Trono per cui ha tanto combattuto.
Kili, privato di suo fratello disperso in battaglia, profondamente deluso dallo zio, si aggrappa disperatamente alla vita; in questa lotta, ha come solo conforto la presenza della sua dolce Liatris, e la convinzione che Fili non è morto, e prima o poi tornerà.
E intanto, molto più ad ovest, gli Orchi in fuga trascinano con loro alcuni prigionieri: uno, con un'astuta messinscena, prepara una rocambolesca fuga, senza sapere quali ostacoli incontrerà e se l'impresa non gli costerà la vita; un altro, alla disperata ricerca del suo passato, scoprirà che l'amicizia può fiorire anche in luoghi e momenti del tutto inaspettati. Non sa che questa amicizia lo trascinerà su una via oscura e piena di pericoli, ma anche di sorprese, ed alla fine potrebbe anche ritrovare se stesso ed il suo destino.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bilbo, Fili, Kili, Nuovo personaggio
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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1. La Battaglia dei Cinque Eserciti
Ciao! Prima di partire per le vacanze,  e so che farò molta fatica a rimanere  in contatto, voglio darvi un assaggio del mio prossimo lavoro. Fatemi sapere se vale la pena che perseveri.
Come alcune già sanno, sono sempre stata profondamente insoddisfatta del finale de “Lo Hobbit”, nella parte in cui Dàin diventa Re sotto la Montagna senza, praticamente, aver fatto nulla per conquistarsela; dopo aver visto “Un viaggio inaspettato”, trovo ancora più sgradevole la sorte riservata a Nani così simpatici. Quindi, se nella mia altra long ho immaginato che il solo Kili sopravvivesse, questa volta le cose saranno diverse: non faccio spoiler, ma prometto che, in un modo o nell’altro, Dàin non diventerà Re sotto la Montagna. Così impara.
Buona lettura e buone vacanze!


1 La Battaglia dei Cinque Eserciti

Il sole stava calando sulla  pianura davanti ad Erebor, e la terribile battaglia che un giorno sarebbe stata  chiamata dei Cinque Eserciti era ormai finita. I pochi orchi supersiti cercavano rifugio verso le loro tane nelle Montagne Nebbiose; i Popoli Liberi avevano vinto, ma non vi era gioia nella vittoria.
L’enorme campo di battaglia era cosparso di morti e feriti, ed il sangue intrideva la terra. I superstiti si aggiravano alla ricerca di un amico, di un fratello, di un compagno; poche erano le riunioni, molte le lacrime  quando la ricerca terminava  davanti ad un corpo senza vita. Qua e là si alzava un filo di fumo, dove il fuoco era stato usato come arma; la brezza agitava stendardi laceri e dimenticati. L’odore di sangue e di morte aleggiava  nell’aria, penetrava nelle narici,  pervadeva cose e persone. I lamenti dei feriti si accompagnavano ai richiami ed ai pianti.
Gandalf, con un braccio al collo, si aggirava per le tende dei guaritori elfici, cercando qualcuno. La sua ricerca terminò quando, davanti ad una tenda, vide un gruppo di volti noti, cupi e imbrattati di sangue; notò immediatamente alcune vistose assenze.
“Lui è qui?” chiese il mago. Balin assentì,  la preoccupazione  che segnava il suo volto. “Gli altri?” proseguì il mago.
“Dwalin, Bifur, Nori e Bofur stanno bene; stanno cercando i ragazzi… Fili e Kili. Non sono tornati.” Il mago chiuse gli occhi, ed il dolore gli strinse il cuore. Proprio loro.. così giovani!
Gandalf sollevò l’ingresso della tenda ed entrò. Due guaritori si stavano affacendando intorno alla figura coperta di sangue distesa sul lettuccio; in un angolo, la spada spezzata e lo scudo infranto. Thorin si accorse della nuova presenza, aprì gli occhi e guardò il mago, lo sguardo colmo di un infinito dolore; le guance erano rigate di lacrime.
“ I miei ragazzi, Gandalf…i miei ragazzi! Cercali, ti prego… erano davanti  a me, ho visto Kili con una freccia nel fianco, e Fili accanto  a lui… stavano difendendo me, Gandalf!  Avrei dovuto essere io  a proteggerli…! Invece ho saputo solo metterli in pericolo…” un singhiozzo spezzò la voce già flebile del ferito.
“Li troverò Thorin, te lo giuro. Li troverò e li porterò da te. Tieni duro, amico… non è ancora finita.”
Gandalf uscì e guardò il cielo: era tardi, e la battaglia era terminata da tempo; se Fili e Kili fossero stati illesi, sarebbero già arrivati alle tende in cerca di Thorin.
“Dove li avete visti l’ultima volta?” fu ancora Balin a rispondere. Seduto a terra, Ori singhiozzava disperatamente abbracciato al fratello maggiore.
“Siamo usciti insieme dai Cancelli, ed abbiamo seguito tutti Thorin per un po; ma quando gli orchi lo hanno circondato siamo stati divisi, ed i ragazzi erano con lui. Mio fratello e gli altri stanno cercando di ripercorrere i movimenti che hanno fatto, ma non è facile, il campo è così grande, i corpi sono ammassati gli uni sugli altri…”
“Beorn!” esclamò Gandalf. “E’ stato Beorn a riportare Thorin. Lui dice che ricorda di aver visto Fili e Kili ergersi a sua difesa, quindi è quello il luogo dove cercare. Devo trovare Beorn…!”
Fu fortunato. Dopo essersi aggirato per il campo qualche decina di minuti, avvistò l’uomo-orso, tornato ormai al suo aspetto normale, e gli chiese di mostargli dove avesse trovato Thorin.
Poco dopo Gandalf era sul posto, e si guardava intorno. Un  mucchio di corpi disposti in semicerchio bruciava lentamente; erano quasi tutti orchi, ma vide anche qualche nano: tuttavia non gli parve di riconoscere nessuno. Qualche uomo, qua e là; lance spezzate, laghi di sangue… e poi lo vide, seminascosto da un enorme orco.
Kili sembrava dormire, il viso pallidissimo rivolto verso il cielo, gli occhi chiusi; era coperto di sangue, e tre lunghe frecce lo avevano trafitto, alla spalla, al petto ed al fianco.  Senza alcuna speranza, il mago si inginocchiò accanto al giovane nano bruno, ed un’acuta fitta di rimpianto lo colse, per la bellezza e la giovinezza perduta dell’ultimo erede di Durin.  Come farò a dirlo a Thorin?
Gandalf toccò la gola di Kili, solo per scrupolo, senza aspettarsi null’altro che il silenzio, ma subito si immobilizzò, trattenendo il respiro: non era possibile, eppure gli era sembrato di cogliere un palpito di vita. Aprì un poco la camicia intrisa di sangue e riprovò.
Sì: era solo un alito, ma c’era.
“E’ vivo! Non so come, non so per quanto, ma è vivo…”  si guardò intorno, alla ricerca di Beorn, e lo vide, poco lontano, esaminare con attenzione un gruppo di corpi ammassati. Lo chiamò.
“Beorn! Il ragazzo è vivo, ma non per molto, senza cure! Puoi portarlo alle tende dei guaritori elfici? Io  rimango qui, a cercare l’altro…” L’Uomo sollevò il corpo esanime con estrema delicatezza, facendo attenzione a non toccare le frecce conficcate nel torace: ci avrebbero pensato gli Elfi.
Giunto alle tende di Thranduil, Beorn tuonò:
“Il principe di Erebor è gravemente ferito! Dove sono i guaritori?”
Un elfo alto si affacciò ad una tenda: era Inglor, il capo guaritore di Thranduil.
“Qui! Portalo qui!” In due, deposero Kili sopra un tavolo. Un cuscino venne infilato sotto la testa bruna, ed  Inglor si accinse ad esaminare le ferite con l’aiuto del suo assistente. Con difficoltà tolsero al ferito le armi e le protezioni, finchè rimase solo la camicia lacera e fradicia di sangue, che tagliarono abilmente.
“La freccia nel fianco e quella nella spalla..” disse Inglor all’assistente, “ toglile e fai attenzione a fermare subito l’emorragia, ha già perso troppo sangue. Questa … a questa cercherò di pensare io.”

Thorin non poteva riposare, tormentato da un  dolore diffuso. Ma il tormento peggiore era nella sua mente, e la mancanza di notizie  era tanto più intollerabile quanto accompagnata dallo spaventoso senso di colpa che gravava sull’animo del Re sotto la Montagna. Balin lo aveva avvisato che Kili era stato ritrovato, gravemente ferito, mentre non vi erano tracce di Fili.
“I miei ragazzi, Balin… cosa ho fatto, per tutti gli dei? Come ho potuto essere così cieco? Cosa me ne farò, ora, di tutti i tesori di Erebor, se avrò perso il tesoro più grande?”
“Non disperare, ragazzo, non è ancora finita. Kili è un combattente, se c’è qualcuno che può farcela è lui; e quanto a Fili… il campo è grande, potrebbe essere ovunque, ferito ed impossibilitato a muoversi, ma vivo…” Balin cercava di confortarlo, sapendo che anche le ferite di Thorin erano tutt’altro che lievi, e che la disperazione avrebbe potuto velocemente portarlo alla fine; ma il rimorso ed il dolore del re erano troppo profondi per qualsiasi conforto.
Mahal,  se è vero che sei giusto, non permettere che i miei cari  paghino il prezzo dei miei errori! Per orgoglio, per avidità ho  intrapreso questa assurda ricerca! E ancora l’orgoglio e l’avidità mi hanno reso talmente folle da provocare una guerra! Fili aveva cercato di dirmelo… sapevo cosa  pensavano lui e suo fratello… eppure non li ho ascoltati! Li ho trascinati in una tragica avventura, li ho messi in pericolo  e non ho saputo nemmeno proteggerli!
I suoi tormentosi pensieri furono interrotti dall’ingresso di due persone, ed alla luce fioca delle torce riconobbe Gandalf ed Inglor. Non osò formulare nessuna domanda, desiderando disperatamente le risposte eppure temendole.  Galdalf si sedette stancamente.
“Nessuna traccia di Fili, niente. Ormai è buio, riprenderemo le ricerche domani all’alba. Non può essere svanito nel nulla.” Non c’era bisogno dicesse che ad ogni minuto diminuivano le già poche speranze di ritrovare vivo l’erede al trono di Erebor. Fu Inglor a prendere la parola.
“Mio signore Thorin, tuo nipote Kili è vivo, e questa è già una buona notizia di per sé. Ha molte ferite, ed una è veramente grave: la freccia che lo ha colpito al petto ha provocato una forte emorragia interna che comprimeva il cuore. Sono riuscito a bloccare l’emorragia ed ad alleviare la pressione, ed ora il suo cuore batte, anche se debole ed irregolare; però ha perso una tale quantità di sangue che è un miracolo che sia ancora vivo.”  Thorin chiuse gli occhi, straziato da quella che alle sue orecchie suonava come una condanna. Osò chiedere, con un filo di voce:
“Può guarire…?” Inglor sospirò.
“Non lo so. Un elfo sarebbe morto da tempo, ma i Nani sembrano essere più robusti, e tuo nipote è giovane e forte. In verità, la sua vita è nelle mani dei Valar.”

Vagava da un tempo infinito in un universo di dolore e di incubi, dove orchi, goblin e warg aggredivano ed uccidevano i suoi amici; vedeva Fili venire verso di lui e cadere colpito da una mazza; Thorin rovesciato a terra con un’ascia conficcata nella spalla, le ossa frantumate; e Liatris… la sua Lia, che moriva in mille modi diversi, sotto i suoi occhi, senza che lui potesse fare nulla; e poi Balin, Ori… Dalla nebbia emergevano volti sconosciuti, elfi e nani; Gandalf con l’aria preoccupata, Dwalin in lacrime…Dwalin? In lacrime? Che assurdità.
E poi la sensazione di un dolore devastante, che scorreva in  ogni nervo, pervadeva ogni cellula del suo corpo, ma con un punto focale nel petto. Lenzuola lisce contro la pelle nuda. Un cerchio di ferro intorno al torace, che gli impediva il respiro. Con uno sforzo indicibile socchiuse gli occhi: una tenda… elfica?    
Gandalf seduto accanto a lui, un sorriso a rischiarare il vecchio volto stanco.
“Ben svegliato, Kili.”
La battaglia… è successo, non erano sogni.. almeno, non tutti.
“Gandalf... “ il giovane nano non riuscì a produrre più di un sussurro, ma si fece forza. Doveva sapere. “Fili…dov’è Fili..?  Sta... sta bene..?” Lo stregone sospirò, con una strana espressione.
“Non lo so, Kili. Lo cerchiamo da due giorni, ma nessuno l’ha visto. Non c’è traccia di lui, né del suo corpo. Abbiamo solo trovato una delle sue spade, qualche metro più in là rispetto al punto in cui abbiamo trovato te.”
Kili cercò di sollevarsi, ma invano. Il suo corpo non rispondeva ai suoi comandi, era solo una fonte infinita di dolore. Ogni respiro gli provocava una nuova fitta, quindi cercò di calmarsi. Appena riacquistato il controllo, continuò con un filo di voce:
“Ma.. stava venendo …  verso di me… quattro…cinque metri… un orco…con  la mazza…”
“L’hai visto cadere?”  il mago si raddrizzò, subito attento.
“Si… ma si muoveva… ” Il giovane nano scosse il capo. I suoi ricordi terminavano lì. Ma aveva qualcosa da dire, anche se ogni parola gli costava una fatica terribile.
“E’ vivo, Gandalf… sono sicuro. Lo so … lo sento…” Kili si abbandonò contro il cuscino. Il breve sforzo lo aveva sfinito. Chiuse gli occhi e cercò di pensare. E’ vivo. Ne sono più che sicuro. Lui c’è.
“Continueremo a cercare, Kili. Puoi starne certo. Tu devi solo pensare a riposare ed a guarire.”
I ricordi tornavano a poco a poco nella mente del giovane principe.
“Thorin..?”
“Malconcio ma vivo, devastato dai sensi di colpa. Disperato per voi.”
In quel momento Bilbo entrò nella tenda.
“Thorin mi manda per avere notizie … Kili! Sei sveglio! Grazie a tutti gli dei!” l’hobbit si avvicinò al letto dove giaceva il ferito e gli prese la mano. Aveva le lacrime agli occhi.
“Amico mio, sono così felice… “ cominciava a dire l’hobbit; ma Kili sentiva che le forze gli stavano venendo meno, e aveva qualcosa di molto importante da chiedere a Bilbo, era arrivato al momento giusto.
“Bilbo…” alitò. “Liatris…”
“Ho già provato a cercarla, Kili, e continuerò.”
“Ho promesso… sarei tornato…” la mano di Kili si aggrappò con le ultime forze a quella di Bilbo.
“Non cercare di parlare, stai tranquillo, ho capito. La troverò e la porterò da te. Te lo giuro.”
Il giovane nano perdeva rapidamente la lucidità.
“Grazie…” chiuse gli occhi. “Lia… oro e argento…” sussurrò ancora una volta, poi perse i sensi.

“E’ un buon segno che abbia ripreso conoscenza, no?” chiese Thorin ad Inglor. L’elfo sospirò.
“Sì e no. Sì perché significa che aveva ancora qualche risorsa, e no perché lo sforzo lo ha distrutto. Respira a  malapena, ed il suo cuore… si sta aggrappando disperatamente alla vita, ma non so se basterà.” Thorin soffocò un singhiozzo.
“Gandalf! Non puoi guarirlo.. come facesti con me..?” chiese angosciato il Re dei Nani. Il mago chinò il capo, stringendosi nelle spalle.
“E’ ben oltre  le mie possibilità, Thorin. Tu non eri ferito così gravemente. L’unica cosa che posso fare per aiutarlo  è dargli un po’ di forza,  l’ho già fatto e lo rifarò finchè mi sarà possibile, ma non posso prometterti niente.”

Fuori dalla tenda Gandalf trovò l’hobbit che lo aspettava.
“Dobbiamo andare ad una fattoria a due ore di cavallo da qui. Avendo un cavallo, insomma! A piedi un’eternità. Puoi farti prestare un cavallo? “ il mago guardò l’amico con aria esasperata.
“Insomma, Bilbo Baggins! Cos’è questa storia? Dove di preciso dovrei condurti?”
“Hai sentito, no? Devo trovare Liatris… per Kili.”
“E chi sarebbe, di grazia, questa Liatris?” Bilbo sbuffò.
“Gandalf, non fare il difficile, non c’è tempo! Liatris è la fidanzata di Kili… o l’innamorata… come dicono i Nani?”
“Uhm! Non ho tempo da perdere con le sottigliezze linguistiche del khuzdul, ma vedo che sei agitato. Va bene, cercherò di farmi dare un cavallo, ma tu preparati a darmi molte spiegazioni!”


MOLTE MIGLIA LONTANO, AD OVEST

Non esisteva un sopra, o un sotto. La testa gli faceva un male tremendo, e… non era al suo posto!

Non sentiva il suo corpo… solo dolore. Qualcosa.. o qualcuno… lo colpiva sulle costole, che però erano sopra la testa…
Il buio era totale, e lo disorientava. Apri gli occhi! Gli gridò la sua mente. Facile a dirsi, impossibile a farsi.
Sono morto? Una devastante ondata di nausea lo colse.  Ma i morti possono dare di stomaco?
  
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