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Autore: a2m97    01/08/2013    0 recensioni
Dopo un inverno passato a studiare in Australia, la diciassettenne Nicole Greco torna nella sua città natale, dove rincontra i suoi vecchi amici, con i quali trascorre l'intera estate. Strani avvenimenti però sconvolgono il gruppo, separandolo e poi facendolo ricongiungere dopo la morte di uno di loro. I sei ragazzi cercano disperatamente l'assassino, ma la troppa paura di sé stessi e degli altri li porterà in una situazione senza via di fuga.
Genere: Drammatico, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nicole guardò l’orologio, impaziente. Erano le cinque del mattino, l’aereo doveva ancora atterrare. Lasciò scivolare la testa contro il finestrino e rimase a fissare le luci che lampeggiavano sull’ala, fuori pioveva. Riusciva a sentire l’odore nauseante dell’uomo seduto accanto a lei, indossava una camicia sudicia e un paio di bermuda, non poteva considerarsi di certo un abbigliamento azzeccato date le condizioni atmosferiche. Una donna sedeva accanto a lui, probabilmente la moglie o una parente. Era vestita quasi elegantemente, aveva un’aria piuttosto schizzinosa e arricciava il naso ogni volta che l’uomo le rivolgeva la parola, sembrava quasi imbarazzata da lui. Infondo, come biasimarla?
Una voce annunciò a tutti i passeggeri che l’aereo era in fase d’atterraggio. Nicole tirò un sospiro, non vedeva l’ora di tornare a casa. Il tempo non passava mai, si sentì più sollevata solo quando le ruote toccarono il suolo, facendo sobbalzare l’aereo. I pannelli situati sulle ali cominciarono ad alzarsi ed abbassarsi freneticamente. Lo stridio del carrello cessò e, dopo che tutti i passeggeri ebbero preso i propri bagagli a mano, due rampe di scale furono situate accanto alle porte d’uscita. La ragazza si fece spazio nello stretto corridoio, sbattendo tra i sedili, e uscì in fretta. Finalmente aveva toccato terra dopo un lunghissimo volo. Percorse velocemente tutto l’aeroporto fino ad arrivare all’entrata. Diversi taxi sostavano dall’altro lato della strada, Nicole decise di prenderne uno per tornare a casa, di certo erano molto più comodi e igienici degli autobus. Non era abituata a prendere dei mezzi di trasporto pubblici, ma non aveva mai preso un taxi da sola. Infondo, pensò, c'è sempre una prima volta per ogni cosa.
Si avvicinò furtivamente all'auto che le sembrava essere in condizioni migliori.
“Scusi, è libero?” domandò dal finestrino all'autista che sedeva dentro, leggendo il giornale.
“Certo, mi dia la valigia e si accomodi.”                                                                                                                                                     
Era un uomo piuttosto alto, un po’ tondo, con dei baffi neri e folti, proprio come le sopracciglia. Indossava un berretto di lana dal quale si scorgevano pochi capelli: alcuni bianchi, altri neri. Aveva la voce rauca, da fumatore. Lanciò la valigia nel bagagliaio, salì in macchina e chiuse con forza la portiera. “Dove si va?”                                                                                                      
“Verso il lungomare, via Imperatori 15”                                                                                                                                                 
L’uomo chinò la testa, facendo segno di aver capito. Mise in moto l’auto e partì bruscamente.                                                                                                                               
Il viaggio fu breve. Nicole non vedeva la sua città da poco meno di un anno, ma non poteva di certo dire che le fosse mancata. Attraversarono il centro, passarono di fronte al liceo, alla palestra e infine entrarono nella zona di campagna. Vide la casetta di legno che aveva costruito con Jacopo, Davide e Jessica. Si sentiva finalmente a casa. Riusciva a percepire gli odori della sua infanzia, ben distinti da quelli dell’adolescenza, che la assalirono man mano che l’auto avanzava verso il mare, lasciando i boschi. Era già stanca di quel posto, non riusciva a capire come tante persone potessero amare quella città; le spiagge, il mare, il lago, il porto, il centro storico. Nicole odiava tutto ciò. Era tornata per i suoi amici, per il bosco, per l’inverno e per la sua famiglia.                                                                                                                                                                                

Dopo pochi minuti si ritrovarono di fronte ad un vialetto che portava ad una villa immensa. L’uomo fermò il taxi e si voltò stupito verso la ragazza. “Questa è casa sua?”                                                                                                                                                       
“Già..” rispose, un po’ imbarazzata.                                                                                                                                                         
Si affrettò a scendere dall’auto, prese la sua valigia e consegnò una banconota da 50 euro all’autista.
“Tenga pure il resto”.                                                                                                                                                                                
 L’uomo non ebbe nemmeno il tempo di ringraziare, Nicole stava correndo lungo il vialetto con l’enorme bagaglio tra le braccia. La casa era proprio come la ricordava. Avevano apportato qualche modifica, montato una piscina sul retro, un nuovo campo da pallavolo accanto a quello da basket e un recinto per i cani. Riusciva a scorgere in lontananza il sentiero che portava al suo nascondiglio nel bosco, sperava che nessuno lo avesse scoperto in sua assenza. Vi teneva tutte le cose più segrete sin da quando era piccola.                                                                   
“Nicole?”                                                                                                                                                                                                             
Sentì una voce maschile e si girò di scatto.                                                                                                                                      
“Fabio!” esclamò con stupore.
Il ragazzo le corse incontro e l’abbracciò.                                                                        
Fabio era suo fratello minore, aveva quindici anni, due in meno di lei. Era cresciuto tantissimo; l’aveva superata in altezza ed era ben piazzato. Aveva un nuovo taglio di capelli e la sua voce era cambiata radicalmente. Non era più un bambino.                                                                                                                                               
 “Papà, Alex” gridò “Nicole è tornata”.                                                                                                                                                  
I due schizzarono di corsa fuori dalla porta e si fiondarono verso di lei. Il padre la sollevò in aria, proprio come faceva quando era piccola. Era sempre stata piuttosto magra e non molto alta, per questo, non solo i suoi parenti, ma anche gli amici, si divertivano a prenderla in braccio.                                                                                         
 I quattro passarono ore a parlare di tutto il tempo in cui non erano stati insieme. Nicole si rese conto di quanto le fossero mancati, avrebbe voluto tornare in Australia e portarli con sé.              
“E la mamma?” domandò “dov’è?”                                                                                                                                                      
“Ehm..” fece Alex, voltandosi verso il padre                                                                                                                                               
“La mamma è…” esitò un momento.                                                                                                                                                    
“Da Jay, ti stavano organizzando una festa a sorpresa per domani, ma sei tornata in anticipo e ci hai colti di sorpresa”  disse infine Fabio, attirando le occhiate di dissenso del padre e del fratello maggiore. Non era mai riuscito a tenere un segreto.
“Ma Jacopo non si era trasferito?” chiese la ragazza, incuriosita.
“è tornato quest’anno, poco dopo la tua partenza.” le rispose il padre “ora andiamo su, ti aiuto a riordinare le tue cose”                                                                                                                                                                                                
Prese la valigia e si diresse verso casa, seguito dalla figlia. Salirono due rampe di scale e si ritrovarono nell’immensa stanza di Nicole. Essendo l’unica femmina in famiglia, i genitori l’avevano sempre viziata un po’, anche se questo non traspariva affatto dal suo carattere. Indicò al padre di lasciare le sue cose davanti alla porta, ci avrebbe pensato più tardi poichè ora era troppo stanca, aveva passato la notte in bianco.                                                                                                             
Si gettò sul letto, priva di forze. L’idea di essere tornata in quel posto la tormentava non poco.        










NOTA AI LETTORI: 
Questo primo capitolo è corto, banale e poco accurato, a differenza dei prossimi che saranno sicuramente migliori e più intriganti. Qui ho cercato di mettere le basi essenziali per cercare di capire il resto della storia.                                              

  
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