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Autore: MeyPotter    02/08/2013    0 recensioni
Numb; due ragazzi diversi, vite opposte, ma qualcuno o qualcosa farà intrecciare le loro strade.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: PWP
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                          Numb

                                            Back to the start                                                                                                            
                                                                                     
“L-Louis, ti prego.”
Era vicinissimo, una vicinanza quasi spaventosa.
Lo fissava con quegli occhi azzurri con cui ci faceva l’amore soltanto a guardarli, e quel sorrisetto – a volte fastidioso – stampato sul viso.
“Baciami.” Non lo sapeva nemmeno lui da dove gli fosse uscito tutto quel coraggio, lui, che dalla terza elementare non aveva avuto nemmeno il coraggio di presentarsi, o di farsi avanti.
 “Marcel, Marcel! Quante volte ti ho detto di non chiudere la porta, eh?” Prima che potesse aprire bocca per replicare, e rendersi conto che si, la signora Marie – sua madre – era entrata perfino nel suo sogno, per disturbarlo, e prima ancora di poter morire li, di fronte a quel ragazzo, dalla vergogna, fece in tempo a svegliarsi, e a realizzare in meno di cinque secondi, che oggi avrebbe rivisto Louis Tomlinson, capitano della squadra di Rugby, rubacuori, conosciuto grazie alla fama di essere stronzo – e Marcel ne sapeva qualcosa – dopo essere uscito con 4 ragazze contemporaneamente, “Lou” o “LouLou” – questo dipendeva dalla vulnerabilità di Marcel quando si trattava di nominarlo, cioè una soglia minima di 5 volte al giorno per arrivare a 15, oppure 20 – era il più stimato della scuola.
Ma Marcel odiava quel lato di Louis, oh, e come lo odiava.
Secondo lui era tutta una facciata, un involucro di uno di quei libri mai aperti infondo allo scaffale, quelli che tu dici “Domani lo prendo e inizio a leggerlo”, e poi non lo fai mai.
Nessuno si era mai preso la briga di scavare dentro quel ragazzo – eccetto il nostro ragazzino – e una volta aveva giurato di sentire un ragazzo piangere negli spogliatoi, e avrebbe altrettanto giurato che fosse proprio lui, Louis, ma a questo nemmeno Zayn – il migliore amico di Marcel – ci credeva, e lentamente anche a lui stesso quella scena perdeva di credibilità.
Comunque intanto, il ragazzo con la montatura quadrata e la macchinetta sporgente, si era alzato dal letto, e si era recato in bagno.
Diciamo che non era il tipo di ragazzo che attirava lo sguardo di tutti i passanti, anzi, molto spesso nemmeno si accorgevano della sua presenza.
I suoi bellissimi occhioni verdi erano perennemente nascosti dietro quella montatura mostruosa, che ricordava un po’ quella degli anni 80’ quando andavano di moda i pantaloni a zampa di elefante e la decappottabile.
Niente da ridire sul suo fisico, anzi.
Lo avrebbe mostrato volentieri , magari in un’altra vita e con un po’ di autostima in più, perché era proprio perfetto.
Si, Marcel Edward Style, chiamato anche “Harry” dagli amici più stretti – Zayn e.. Zayn – e dai familiari ma raramente, aveva davvero un bel fisico, peccato che nessuno l’avrebbe mai immaginato, nascosto dietro strati di canottiere e di felpe, per non parlare dei maglioni che gli venivano mandati dalla nonna dopo ogni Natale e che era costretto ad indossare.
Mentre prendeva il gel per capelli dall’armadio, portandosi indietro tutti i capelli schiacciandoseli in testa, pensava che quest’anno avrebbe potuto iscriversi al corso di canto.
Amava cantare, e secondo il signore del piano di sopra, era anche molto bravo, soltanto che la maggior parte delle volte era più bravo a svegliarlo.
-
“Buona fortuna cucciolo di mamma!” perché si, per affrontare quella giornata ci sarebbe davvero voluta tanta fortuna, e il “cucciolo di mamma” – 17 anni e un quoziente intellettivo più alto della media – si affrettava a raggiungere il suo migliore amico al campetto prima della scuola.
Non vedeva Zayn da esattamente 3 settimane, prima che partisse per l’Inghilterra per andare a trovare i propri parenti.
Per lui, il ragazzo dai mille tatuaggi, che alla vista di altre persone poteva sembrare insensati – ma non lo erano affatto – era sempre stato un punto di riferimento, quel luogo dove tornare dopo essersi smarriti, quel diario dove puoi scrivere tutti i suoi segreti.
“Piccolo, mi eri mancato.” E a Marcel veniva proprio da piangere, estremamente introverso ma allo stesso tempo sensibile com’era, voleva proprio farlo.
“A-Anche tu Zayn.” Ecco, aveva solo un piccolo difetto: balbettava il più delle volte.
-
“Zayn p-perché dobbiamo proprio r-rimanere qui? T-tra poco suonerà la campanella, e-e non voglio f-fare tardi il p-primo giorno d-di scuola.” Diceva, o meglio, balbettava, per poi tirare su un bel respiro, voltandosi verso il moro.
“Tra 3 secondi mi ringrazierai, ecco, 3,2, 1..” Marcel era più confuso che mai, ma tutto ad un tratto le idee sembravano essersi messe nell’ordine giusto e il respiro mozzarsi in petto.
Mentre lui teneva lo sguardo fisso su Louis e la sua banda di “amici”, Zayn prendeva l’inalatore dallo zaino di quello che ora sembrava un bambino di 9 anni dopo aver cliccato per sbaglio sulla pubblicità di un sito porno, mancava  soltanto la bava ai lati delle labbra.
Ed era così da 8 anni, ogni Settembre succedeva esattamente la stessa cosa.
Louis rideva e faceva baccano come di suo solito, incurante della reazione di Marcel, molto probabilmente non si era nemmeno accorto dei suoi occhi addosso.
Se Marcel avesse potuto vedere un’ultima cosa prima di morire, sarebbe stata la risata di Tomlinson.
Ai suoi occhi sembrava così genuina, pura, ma evidentemente di puro in lui non c’era niente.
Era tutta una reazione a catena, quando lo vedeva iniziava a battergli forte il cuore, in quell’esatto momento si faceva tutto rosso in viso e, dopo un po’, iniziava a mancargli l’aria, per questo portavo l’inalatore sempre con se, nel caso fosse spuntato dal nulla davanti a lui.
“Marcel dobbiamo ancora rimanere qui? È suonata la campanella e non voglio fare tardi il primo giorno di scuola!” Zayn ridacchiava, sotto gli occhiali da sole, mentre scendeva dal muretto, portandosi lo zaino sulla spalla.
In verità a Zayn non importava proprio nulla della scuola, ma sapeva quanto il suo migliore amico ci tenesse, e di certo non gli avrebbe permesso di fare tardi a causa di una persona che per di più odiava.
Dopo che Louis fosse scomparso dal suo campo  visivo, potette finalmente raggiungere Zayn, con lo zaino sulle spalle e l’inalatore incastrato tra le labbra e la macchinetta.
“G-Grazie Zay.” Si era avvicinato al suo viso e gli aveva stampato un bel bacio sulla guancia, dopo aver spostato l’inalatore per qualche secondo.
Sapeva benissimo che nelle ultime settimane, lo aveva torturato al telefono continuandogli a ripetere che se il primo giorno di scuola non l’avesse incontrato avrebbe iniziato l’anno col piede sbagliato, ma adesso il primo piede era entrato nell’aula di chimica, e ditemi voi se c’è qualcosa di peggiore di trascorrere la prima ora del primo giorno di scuola nell’aula di chimica.
-
“Dio, non ce la facevo più Ma’, stavo per addormentarmi sul banco.” Sbuffava il mulatto, già stanco nonostante fosse passata soltanto la prima ora.
“L-La s-signorina McConnell è i-invecchiata, non trovi Z-Zay?”
“Si, si Marcel, tutto quello che vuoi.” Aveva appoggiato la testa sul suo armadietto, affianco a quello del suo migliore amico, mentre quest’ultimo estraeva i libri per l’ora successiva, mentre Zayn non si degnava nemmeno di aprirlo.
“Aspetta, cosa abbiamo ora?”
“Matematica, i-idiota.” Aveva risposto Marcel.
“Se il buongiorno si vede dal mattino non oso immaginare cosa ci aspetterà dopo, amico.”
E in effetti non aveva tutti i torti, perché proprio nell’ora successiva, avevano matematica con Louis e i suoi amici.
“Io non entro.”
“Oh, si che entrerai Marcel.”
“M-Ma sei pazzo, non riuscirei m-mai a concentrarmi s-sulla lezione.”
Ma Zayn non voleva sentire storie, e dopo averlo preso per il polso, lo aveva trascinato fin dentro la classe.
E indovinate gli unici posti liberi dov’erano? Uno dietro quello di Louis e l’altro affianco.
Divertente, vero?
“Ci mancava solo questa.” Pensava il ragazzino, mentre prendeva posto dietro il ragazzo per cui aveva una cotta da quando era bambino, visto che furbamente il suo migliore amico, mentre gli faceva un occhiolino divertito, aveva preso posto affianco a lui.
Come previsto, per tutto il tempo della lezione era stato a fissare la schiena e i capelli – oggi mossi – di Louis.
Proprio non ci riusciva a distogliere lo sguardo e a prestare attenzione alla lezione, ma tanto per cambiare, Louis di spalle nemmeno se ne accorgeva.
Al suono della campanella tutto quello che uscì dalle labbra di Marcel fu un sospiro, magari anche un po’ malinconico, mentre vedeva uscire il suo “amante” – così aveva deciso di soprannominarlo anche su l’unico ad amare, probabilmente, era lui – dalla classe, con i suoi amici.
“Sento che oggi combineranno qualche guaio, e come sempre toccherà a me risolvere la situazione.”
Sbuffò Zayn, mentre uscivano insieme dall’aula.
Zayn aveva una particolare attitudine nel risolvere situazione e nell’immischiarsi in affari che non gli riguardavano, per poi finire – involontariamente – in risse che comprendevano lui, Louis e i suoi amici.
Era conosciuto a scuola con il nomignolo di “Super Zayn”, magari in un altro liceo poteva essere una cosa positiva, ma in America, ragazzi, cosa c’era di positivo nell’essere soprannominato un supereroe?
Questo era il motivo per cui ogni tanto, i ragazzi della scuola si fermavano a fissarlo, alcuni perché lo ritenevano estremamente intrigante e misterioso – per non dimenticare affascinante, bello, premuroso – altri a causa di quel soprannome.
Quindi la “coppietta” non rimaneva mai inosservata, soprattutto si chiedevano come uno come Marcel, poteva essere il migliore amico di un tale come Zayn.
Le due ore di Geografia che seguirono, furono abbastanza scorrevoli, e – “Finalmente!” – poterono riposarsi durante la mensa.
“Solito posto?” Domandò Zayn, nonostante stessero già raggiungendo quel tavolo.
“s-solito posto.”
“Non puoi proprio farne a meno di fissarlo, eh?”
“No, i-io.. D-Dio Zayn, non lo v-vedo dalla primavera!” Mormorava Harry, mentre continuava a tenere gli occhi fissi su Louis.
“Fa come  vuoi.” Replicò l’altro, facendo spallucce.
Dopo qualche minuto, si accorsero che li stavano guardando – Louis e gli amici – indicando e si, stavano ridendo.
“Z-Zay davvero non c’è bisogno c-che tu ti alzi.” L’aveva avvertito Marcel, stringendogli una gamba da sotto il tavolo.
“Ci stanno ridendo addosso.” Cercava di mantenere la calma, ma quando Zayn partiva in quarta, nessuno riusciva a fermarlo, tranne il suo migliore amico.
“F-Fallo per me, mh? C-Ci sono abituato, l-lo sai.”
Ecco, la cosa si ripeteva ogni anno.
I primi anni del liceo, si vociferava che nella scuola ci fosse un ragazzo che fosse attratto dai ragazzi, e poi, in qualche modo, si venne a sapere che era Marcel.
Da quel giorno la maggior parte dei ragazzi – e ragazze- si teneva lontano da lui, anzi, da loro, visto che non accettavano il fatto che Zayn se la facesse con un “disadattato” come lui.
Al suonare della campanella, tutti ritornarono nelle rispettive classi, facendo finta di niente.
Ma Marcel non riusciva a non pensarci, le uniche volte in cui Louis lo guardava, era per prenderlo in giro.
Erano anni che trascorreva le notti a piangere per questo motivo, oppure chiamava Zayn che in cinque minuti si trovava a casa sua, a consolarlo.
Avevano un legame speciale, erano come fratelli, ed erano sicuri che nessuno sarebbe riuscito a dividerli.
Dopo l’ultima campanella, erano andati in cortile, e – come sempre – Louis e la banda erano vicini all’entrata.
Appena li videro ricominciarono il loro mormorio, e subito dopo le risate, che provocarono occhiatacce da tutte le parti.
Marcel strinse forte la mano di Zayn, evitando che potesse cedere e andare verso di loro.
Ma nemmeno questo fermò la furia del ragazzo che, preso dalla rabbia, si scaraventò su di Louis, alzandolo per il colletto della camicia, sbattendolo contro il muro.
“Sai Louis, mi sa che l’anno scorso non sono stato abbastanza chiaro con te.” Disse, quasi sottovoce, mentre respirava gravemente, contro il suo viso.
“Vuoi che ti faccia una ripassatina a te e ai tuoi amici?”
Chiaramente si riferiva all’anno prima, quando – scasualmente, certo – li aveva chiusi nello spogliatoio per tutta la giornata, provocandogli una sospensione permanente.
“Toglimi le sue sudice mani di dosso, Malik.” Come suo solito, teneva a ricalcare il suo cognome, per ricordargli che lui lì era fuori posto, e doveva tornarsene al suo paese d’origine.
Nel frattempo, mentre intorno a loro si era formato un semicerchio di ragazzini super eccitati che incitavano le botte, Marcel gattonava tra di loro, e, una volta uscito, si alzò, sistemandosi le pieghe della maglietta, alzandosi poi gli occhiali sul naso.
“Z-Zaynie f-forza andiamo a-a casa.”
Come previsto, il 18 di Doncaster – si, anche nel suo corpo scorreva sangue inglese – era scoppiato a ridere.
“E così, talebano o di qualunque altro paese tu provenga, ti fai chiamare Zaynie da uno come.. lui?”
E come previsto per la seconda volta, questa frase aveva provocato non solo le risate di Louis e i suoi amici, ma quelli dell’intera combriccola che si era formata intorno a loro.
Marcel si sentiva male, era abituato alle sue offese, certo, ma reggere il suo sguardo mentre diceva quelle parole era tutt’altra storia.
Come se una freccia l’avesse colpito diritto in petto, ma forse quello faceva più male.
“Tomlinson sei morto, sei..” Ma prima che potesse dire – o fare – qualcosa, un gruppo di professori si era fatto spazio tra gli alunni, che si erano smaterializzati in una frazione di secondo.
“Ancora voi? Ci risiamo. Oh, ci vedo bene? Styles? Marcel Styles? Cosa ci fai tu qui?”
Il signor. Abey faceva paura a chiunque, con il suo pizzetto e gli occhi neri come il petrolio si era aggiudicato per 3 anni di seguito la nomina dell’insegnate più terrificante dell’intero istituto.
“I-Io.. veramente..” Biascicava Marcel, tutto rosso in viso.
“Mi sorprendi. Iniziamo l’anno col passo giusto, vero ragazzi?” Iniziò a ridere, avete presente quelle risate malefiche tratte dagli antagonisti dei film della Disney? Beh,molto peggio.
“Domani vi voglio tutti e tre in punizione, dopo la scuola, fino alle cinque del pomeriggio e no, non voglio scuse. Altrimenti potrei pensare seriamente di sospendervi.”
Detto questo, il gruppo di insegnanti lo seguì, e scomparvero dietro la porta della segreteria.
“Grazie mille, Zaynie. Per colpa tua dovrò spiegare ai miei genitori di essermi procurato una punizione il primo giorno di scuola da un mulatto. Che inizio grandioso!”
E prima che Zayn potesse davvero sferrargli un colpo, se l’era svignata attraverso la porta di ingresso.
“Buon anno scolastico, amico.”
“A-Anche a te, Z-Zayn.”





 spazio dell'autrice: Heilà! è da un po' che non mi si vede in giro su EFP, beh, sono passati mesi, a dire il vero.
Ringrazio quel giorno in cui tumblr mi ha ispirata a scrivere questa fan fiction Marcel!BadLouis (Punk?!)
Devo dire che sono molto contenta del risultato, molto probabilmente ci saranno errori di battitura causati dalla fretta, e vi prego, perdonatemi. AHAHAHA
anyway, ci tengo tantissimo se mi fate sapere cosa ne pensate, più o meno posterò con una frequenza di 3-4 giorni, è Estate girls, capitemi, non ce la faccio proprio a stare chiusa in casa! 
Penso che più o meno la trama sia chiara a tutte, per ora più che Zayn, quello ad essere misterioso è Louis, o sbaglio? 
Ci vediamo al prossimo capitolo, see u soon! 


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