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Autore: Book boy    02/08/2013    0 recensioni
Tenorh, racconta come ha vissuto sulla sua pelle la difesa della colonia di Mautut dall'invasione della coalizione dei barbari del nord (Ps. personaggi, mondi, creature ed ogni citazione appartengono all'autore AxXx nella sua storia "La guerra dei signori delle Tenebre" Io ho scritto questa Fan-fiction con suo permesso personale)
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
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Mariciavamo ormai da qualche giorno. Il freddo del nord ci pungeva la pelle mentre ci dirigevamo verso la colonia assediata di Mautut, per difenderla e dar man'forte alle truppe della colonia contro la coalizioni di barbari del nord. A quel tempo io ero un comandante dell'esercito di Hummerdal, città a cui la colonia aveva espressamente chiesto aiuto. Bhè, la città ha mandato noi. Ero pronto a compiere il mio dovere, come avevo sempre fatto, ma non sapevo se ero già pronto a veder morire altri compagni, altri soldati al mio comando. Sarebbe stata dura e lo sapevamo tutti fin dall'inizio. Ma non pensavamo che sarebbe stata così catastrofica. A mezzodì del quinto giorno di marcia avvistammo in lontananza la città. Non era grandissima, ma lo era abbastanza da renderne difficile la difesa, sopratutto perchè era completamente circondata dai ghiacci, che si potevano rivelare sia vantaggiosi che non. Potemmo notare subito che i nostri alleati avevano scavato trincee rudimentali dentro cui avevano conficcato dei paletti appuntiti per fermare una possibile cavalleria nemica, mentre sui terrapieni avevano posizionato degli arcieri che sarebbero serviti di sbarramento contro il nemico che avanzava. Nelle prime linee invece militavano i guerrieri, molto forzuti e minacciosi. Sembravano essi stessi dei barbari. Molti erano armati di asce e scudi oppure di lunghe lance e picche. Il loro numero doveva aggirarsi sui 1000- 1500 uomini, più altri 750 dei nostri formavamo un discreto esercito, saremmo stati nettamente in svantaggio se su un campo aperto, ma visto che noi avevamo le difese potevamo ritenerci fortunati.  Nessuno sapeva con precisione il numero dei nemici ma molti sostenevano che potessero essere almeno 5000 o anche molti di più. Non nego che provai paura. Ma mai mi sarei tirato indietro dallo scontro. Mai! La notte la passammo praticamente insonne, continuando ad aspettarci che il nemico potesse attaccare da un momento all'altro. Ma l'assalto non arrivava, non sapevamo che loro erano appena dietro la collina innevata, ma non avanzavano. All'alba squillò un corno di mammut da una torre d'avvistamento in legno e tutti gli uomini presero i loro posti: gli arcieri si schierarono in file ordinate sul parapetto, molti erano Mautut ma un centinaio di essi erano anche nostri arcieri. In prima linea, appena dietro alle trincee ci schierammo noi fanti, insieme ai guerrieri, pronti a difendere la città. Guardando dritto negli occhi alle reclute si leggeva solo paura, mentre guardando negli occhi ai Mautut di leggeva solo rabbia. Iniziammo a sentire dei tamburi da guerra e corni suonare da oltre la collina e poi sentimmo quella melodia di morte avvicinarsi sempre più fin che non spuntarono i primi guerrieri nemici. Non erano solo barbari, fra loro vi erano anche... giganti. Maledizione, nessuno di noi se lio aspettava ma questi bestioni camminavano al fianco degli uomini, facendosi avanti sempre di più, fin che non furono nel raggio di tiro e gli arcieri li riempirono con una grandinata di frecce che ne manda a terra decine e decine. Continuarono ad avanzare inesorabili fino a che non caricarono a testa bassa. Saltarono i fossati e le trincee e inziò la battaglia. Io li attendevo eccitato e spaventato al tempo stesso, come prima di ogni battaglia. Ne vidi uno correre verso di me, questo scavalcò con un balzo un paletto piantato nel terreno ed atterrò proprio di fronte a me, indossava una pelliccia di lupo, o forse di qualche altra creatura ed impugnava saldamente un ascia corta. Cercò subito la mia gola con un fendente ma io mi abbassai appena in tempo e con la mia fedele "Nessie", la mia spada gli tagliai di netto la testa, facendo sprizzare sangue ovunque. Mi voltai di scatto a destra dove con la coda dell'occhio avevo visto qualcosa venire verso di me e infatti mi ritrovai di fronte un altro barbaro dai lunghi capelli castano chiaro e la barba folta e maestosa, urlava un cantico di guerra mentre impugnava una "bastarda" con entrambe le mani. Io immediatamente parai un colpo e con il piatto della spada lo colpii alla fronte facendolo indietregiare. Subito si riprese e tentò un altro affondo e poi di nuovo un fendente ma io riuscìì a schivare tutte le sue mosse, fino a che non un affondo gli squarciai il petto, schizzando un fiotto di sangue che mi imbrattò la casacca con lo stemma di Hammerdal. Vidi un gigante nemico spezzare in due un guerriero Mautut e buttarne le viscere contro ad alcuni arcieri che lo stavano prendendo di meri bersagliando con i potenti dardi. La bestia con una poderosa manata scaraventò lontano i suoi "piccoli avversari" e si diresse verso di me. Io d'istinto scartai a destra e per fortuna schivai il suo piede che fece calare nel punto in cui ero io poco prima. Subito con la mia spada gli taglia il tendine del piede e lui gridò infuriato, dopodichè prendendo da terra un arco ed una freccia appartenuti ad un arciere Mautut morto, scaglia alcuni dardi che si conficcarono negli occhi della creatura che perdendo il controllo e non vedendoci investì le truppe alleate che furono costrette ad abbatterlo. I barbari stavano sfondando il lato sud perciò corsi in quella direzione ma fui bloccato da un nemico armato di lancia che con un affondo che non riuscìì a scartare completamente mi ferì il braccio, ma io, dandogli un colpo con l'impugnatura della lama lo feci andare a terra e poi gli conficcai l'arma nella schiena. Mi osservai il braccio, per capire meglio la gravità della ferita ed effettivamente sanguinava parecchio ma al momento non potevo pensarci, ero addestrato a non provare dolore ed è ciò che pensai. Corsi nuovamente verso un piccolo drappello di soldati di Hammerald che difendeva coraggiosamente alcune case del villagio, gli incitai di resistere e loro lo fecero, respingendo i continui assalti dei barbari, cadendo uno dopo l'altro,  come degli eroi. La battaglia di dilungo ancora, ancora e ancora, fino a che all'improvviso un Esercito in soccorse proveniente da Summerland non raggiunse la colonia e mise in fuga la coalizione di barbari e giganti del nord. La battaglia era vinta, ma a caro prezzo dei 750 partiti, ad Hammerald tornammo solo 238. Lì, in quella battagli persi decine e decine di amici ma sopratutto di compagni e fratelli. Ma non dimenticherò mai il loro sacrificio. "Ricorda il caduto".
  
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