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Autore: Mayaserana    02/08/2013    2 recensioni
Quando Vanessa trova la foto di una ragazza identica a lei intenta a parlare con un Liam Gallagher decisamente più giovane di adesso, pensa che sia solo una coincidenza e non ci pensa più. Ma quella foto nasconde il mistero di un passato per lei ancora da verificarsi, e tutto prenderà una strana piega quando si risveglierà improvvisamente a bordo di un tourbus...
Storia che prende ispirazione da un sogno fatto un po' di tempo fa (probabilmente avevo mangiato pesante..)
nota: non è una storia d'amore!
Genere: Generale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Importante prima di iniziare a leggere: i dialoghi sottolineati sono in inglese, mentre quelli normali sono in italiano. Non avendo un buon inglese ho preferito evitare figuracce (e oltretutto un testo che cambia continuamente lingua può risultare pesante). I nomi sono quasi tutti virgolettati perché la protagonista non è del tutto convinta che alcuni personaggi siano chi dicono di essere, ma questo fastidio sparirà presto!
Detto questo, buona lettura!


Capitolo I
 
Vanessa sbatté le palpebre un paio di volte, incredula. Davanti a lei c’era Liam Gallagher! Liam Gallagher, certo, come no? Pensò, sarcastica. Questo Liam doveva avere poco più di vent’anni, e, ovviamente, era impossibile!. Forse i suoi amici non avevano poi tutti i torti a definirla un po’ “fissata”.
-Tutto ok?-, le chiese il sosia di Liam.
-Uh? S-sì, tutto a posto..-
-Cosa?-, fece lui, stranito.
Vanessa lo fissò per un lungo istante, prima di capire quale fosse il problema: se le parlava in inglese, forse pretendere che capisse l’italiano era un po’ troppo.
-Scusami! Sì, sto bene, grazie-, rispose di nuovo, sperando che la sua pronuncia non fosse troppo penosa. L’inglese non era mai stato il suo forte, a scuola.
Il ragazzo annuì, poi piegò la testa di lato, perplesso. -Tu non sei inglese, vero?-
-Beh, no!-, esclamò. Ovvio che non era inglese! Per quanto Milano sia una città turistica, non è poi così improbabile trovare qualcuno che vi abiti, no? La sua riflessione fu interrotta da un brutto presentimento.
-Dove siamo, esattamente?-, chiese, guardandolo con finta aria indifferente.
Il ragazzo si esibì in un ghigno strafottente e allargò le braccia, come a mostrarle l’ambiente. -Sul tourbus degli oasis, baby-.
Ok, lo scherzo era durato fin troppo, decise. Con uno sbuffo, cercò di uscire dalla cuccetta su cui era ancora sdraiata e si guardò intorno: si trovava su un piccolo pullman, decise, arredato con divanetti e ogni comodità. Uno scossone le fece capire che erano in viaggio, e un’occhiata al finestrino le rivelò una campagna verde coperta da un cupo cielo nuvoloso.
-Ehm… qualcosa mi dice che non siamo più a Milano, vero?-
Una risata maschile la fece voltare, e il suo cuore ebbe un secondo sussulto. Seduti sui divanetti dietro di lei c’erano degli uomini che somigliavano incredibilmente a Noel Gallagher e agli altri storici componenti della band. Cavoli, quello che sta ridendo è McCarrol sputato, pensò, strabuzzando gli occhi. Chiunque le avesse organizzato quello scherzo doveva essersi impegnato davvero tanto…
-Scusatemi, ma devo interrompere questa simpatica scenetta e chiedere alla nostra ospite chi è di preciso, e perché si trovava qui quando siamo saliti-.
A parlare era stato un uomo sulla trentina, alto e con le spalle massicce, che ora la scrutava come in attesa di una risposta.
Vanessa si prese un attimo per tradurre mentalmente quanto aveva appena, poi sbuffò.
-Ok, lo scherzo è durato abbastanza!-. Esclamò, piccata. Un po’ le dispiaceva per quei ragazzi, erano fin troppo simili al suo gruppo preferito, ma stava iniziando a perdere la pazienza. Si voltò verso l’uomo con uno sguardo critico. -E tu chi dovresti essere, esattamente? Robbo?-
“Liam” ridacchiò e ammiccò all’uomo, che inarcò un sopracciglio, sorpreso.
-Esattamente! Mentre tu saresti?-
-Certo, certo! E poi c’è anche il tecnico-talpa e il fonico-spugna, ovvio! Pare che Tom si sia deciso a studiare davvero, questa volta…!-, borbottò, mentre tutti la guardavano con fare interrogativo.
-Eh?-, fece “Bonehead”, strabuzzando gli occhi, mentre “Liam” ora rideva più sguaiatamente.
Vanessa scrutò attentamente le loro espressioni, che andavano dallo scocciato al perplesso, o come nel caso di “Liam”, esilarato. Sospirò, e ripeté, stavolta in inglese: -Ci siete proprio tutti, eh? Voi due-, e ammiccò ai tecnici, -siete fottutamente uguali alle foto del libro di Robertson, cazzo! Non che gli altri siano da meno! Dove vi ha trovato Tommaso, esattamente?-
-Robbo ha scritto un libro?-, fece “Bonehead”, ancora più perplesso.
-Va bene, starò al gioco, magari sarà divertente!-, borbottò la ragazza. -Mi chiamo Vanessa e abito a Milano, contenti?-
Liam fischiò.
-E come cazzo sei arrivata fin sul nostro tourbus? Non credevo che avessimo già dei fan così fanatici!-, brontolò “Noel”.
-Questa è una bella domanda-, sbuffò, incrociando le braccia al petto. -Dovrei essere fuori con i miei amici, non con voi, senza offesa, eh! Ma alle messaggerie musicali c’è lo sconto sui cd degli anni ’60 e io devo avere Help!, non so se mi spiego-
“Liam” annuì con approvazione. -Help! Non è male, ma dovresti comprare anche Revolver!-
“Noel” aprì la bocca per dire la sua, rapito dall’argomento “Beatles” proprio come l’originale, ma prima che potesse dare la sua sentenza fu interrotto da “Liam”, che esclamò allegramente: -bene, io ho fame! Ci fermiamo per festeggiare la nostra nuova ospite con un bel panino e una birra?-
La reazione di “Noel” fu esattamente quella che Vanessa si sarebbe aspettata dall’originale: le sue immense sopracciglia si corrugarono pericolosamente sopra i suoi occhietti azzurri, mentre il viso si imporporava per il fastidio di essere stato interrotto da suo “fratello”. La ragazza rise e batté le mani in un piccolo applauso. –Ok, riconosco che siete bravi! Una recita davvero impeccabile, se non fosse impossibile potrei pensare di essere davvero tornata indietro nel tempo e di star parlando con voi! Però lo scherzo è bello quando dura poco, ok? Vorrei essere a casa per cena, e sono già le sei!-, disse, gettando una rapida occhiata al suo orologio.
Il silenzio che seguì alle sue parole la costrinse ad alzare lo sguardo verso i suoi interlocutori, che ricambiarono con una faccia perplessa almeno quanto la sua.
-Che ho detto di male?-
“Liam” fu il primo a riprendersi dall’evidente delusione di non essere stato riconosciuto, e, ritrovato il solito ghignetto le disse: -Fossi in te porterei a riparare il tuo orologio, perché è quasi ora di pranzo. Guarda!-. e le mise il polso a meno di un palmo dalla faccia.
Vanessa lo scostò per poter controllare, constatando che il prezioso rolex del presunto cantante segnava mezzogiorno meno venti.
“Noel” lo spinse di lato, sbuffando, e zittì con uno sguardo di sufficienza la protesta che stava già nascendo. –Fammi capire bene-, borbottò, rivolgendo di nuovo la sua attenzione alla ragazza, -tu sai chi siamo, ma non pensi che noi siamo chi tu sai che noi siamo?-
“Liam” ridacchiò di nuovo. –Che c’è?!-, protestò a una nuova occhiataccia dell’altro.
-Quello che hai detto non ha senso, Chief!-,aggiunse “Bonehead”, sorridendo.
“Noel” agitò una mano a mezz’aria, come a sottolineare la sua noncuranza per quello che pensavano gli altri, e si voltò di nuovo verso Vanessa. La ragazza inarcò un sopracciglio. –Aspetta un secondo… tu mi stai dicendo che voi siete davvero gli oasis? E che non mi state prendendo in giro?-
“Noel” annuì, a metà tra il divertito e l’esasperato.
-M-ma… ma non è possibile! Andiamo, Noel Gallagher ha più di quarant’anni! Ammetto che gli somigli in modo davvero impressionante, anzi, tutti voi siete identici agli oasis, ma gli anni novanta sono finiti da un pezzo, no?-
“Guigsy” si ribaltò dalla poltroncina, ridendo sguaiatamente, e “Tony”, seduto accanto a lui, si affrettò ad aiutarlo.
-Mi spiace deluderti piccola-, ammiccò “Liam”, -ma noi siamo davvero gli oasis, e cazzo, o la birra che ho bevuto stamattina era davvero forte, e non so più contare, o siamo ancora nel fottuto ’94!-


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Ok, sono in un ritardo davvero vergognoso! Mi scuso con i pochi che hanno letto la storia! (e li ringrazio per le recensioni/messaggi di incoraggiamento!)
Ora che finalmente la maturità è finita, ho di nuovo un po' di tempo per scrivere, per cui tornerò a dedicarmi a questa storia, anche se non prometto sempre di essere puntuale con gli aggiornamenti...

Passiamo a un paio di spiegazioni: "Robbo", o Robertson, è l'autore di "Oasis, what's the story", un libro molto carino che racconta il suo anno trascorso insieme agli oasis come loro tour manager... sebbene sia un po' di parte in alcune descrizioni (è stato praticamente licenziato da Liam, per cui non ne parla sempre benissimo) racconta parecchi aneddoti divertenti, e sarà la mia principale fonte per questa storia (in attesa di trovare "Oasis, fuori di testa" di Hewitt, ma fin'ora non ho avuto molta fortuna, purtroppo)
"Il tecnico talpa e il fonico spugna" sono due simpatici figuri che hanno lavorato in vari tour degli oasis, e sono descritti abbastanza nel libro sopracitato.

Spero di non aver fatto errori inerenti al gruppo (se ce ne sono, scrivetelo pure nelle recensioni e sistemerò subito!) o di grammatica, e che ovviamente questo capitolo sia di vostro gradimento!
Al prossimo capitolo,

Mayaserana


  
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