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Autore: btrsperfume    02/08/2013    2 recensioni
"Vedrai, quì sarà l'inizio di una nuova vita! Te ne farai degli altri, di amici. E' facilissimo, su!"
Davvero? Dici seriamente, papà? A sei anni, è facile. A sedici, iniziano ad esserci delle piccole complicazioni, sai?
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carlos, James, Kendall, Logan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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TERZO CAPITOLO.
 
“Dai, sistemati quì” mi disse, indicando il punto in cui avrei dovuto stendere il mio salviettine; proprio accanto al suo.
Appoggiò il mio zaino e si diresse verso l a sua tavola da surf.
“Hai mai surfato?” mi chiese, prendendo la tavola.
“No, mai. Mi sono limitata solo a fare qualche insulsa nuotata” gli risposi.
“Oh,”  accennò  “e.. non ti è mai interessato imparare?” mi guardò in attesa della risposta.
“Non lo so, forse sì, ma non credo di esserne capace..”
“Basta fare un po’ di pratica, prendere confidenza con la tavola, l’acqua sotto di te, il vento, saper cogliere l’onda..” guardò la tavola come se fosse la sua migliore amica.
“Beh, chiamalo niente tutto questo..” lui rise, ma io ero seria.
“Dai, su, almeno provaci!” mi prese per mano; voleva portarmi in acqua. Io iniziai a ridere, quella risata nervosa alla «mollami, mentadent.»
“No, davvero, non sono in grado. E poi l’hai detto anche tu che ci vuole tanta pratica..” cercavo ogni scusa per non finire in acqua.
“E’ estate,” mi tirò a sé “abbiamo tutto il tempo per fare pratica”
Lui si accorse che gli stavo per ridere in faccia, allora si mise a riflettere sulla frase e..
“Oddio” si mise a ridere con me “sai cosa intendevo, dai smettila!”
Troppo tardi, mi stavo rotolando sulla sabbia e stavo per piangere dalle risate.
“Ok, ora tirati su” fece il finto serio.
“No, perché se mi tiro su, tu mi butti in acqua.” Dissi io, sdraiandomi sulla salvietta.
“Cosa!? Davvero pensi che io sia capace di questo!?” era il momento del finto offeso “Le tue parole mi fanno male, sai?” finto pianto “mi colpisci nel profondo del cuore!”
A quelle parole si batté un pugno sul petto e cadde sul salviettone. Il fatto è che, cadendo, mollò la tavola, che gli cadde addosso. Io rimasi impassibile.
“Rimbambito” sbottai.
“Come?” disse, da sotto la tavola da surf.
Gli picchiettai sulla tavola.
“Mi daresti una mano?” mi chiese, indicando la tavola sulla sua faccia.
“Non credo” iniziai a ridere.
“Non è divertente! Mi è caduta dritta sul naso” disse, lamentandosi.
“Oh, spero non sia successo niente di grave!” dissi.
“No, sto bene dai” mi sorrise.
“Dicevo alla tavola” gli risposi.
Lui fece il serio per due secondi, poi si mise a ridere.
“Grazie per il tuo interessamento!” rise.
“Dai, non ti sei fatto nulla.. sei bello come al solito”
“Davvero pensi che io sia.. bello?” mi chiese.
“No, mi fai proprio schifo. E’ da un po’ che volevo dirtelo” scherzai io.
“Ah, davvero?” mi guardò in modo strano.
“Sì, non ti si può proprio guardare, mi dispiace..” risi io.
“Allora se stanno così le cose..” in tre secondi prese la tavola, mi prese in braccio e mi buttò in acqua.
“Ti sto odiando in questo momento, sappilo.” Gli spruzzai dell’acqua.
“Mh, imparerò a conviverci” rise, portandosi la tavola davanti.
“Sei pronta per una cavalcata?” si pentì subito per averlo detto, vedendomi trattenere una risata ancora più grande della precedente.
Mi mise una mano davanti alla bocca, cercando di fermarmi la risata, ma continuai a ridere fino a sentire il bisogno di aggrapparmi alla tavola da surf. Sì, sono “dirty minded” se non l’avevate ancora capito.
“Basta, sali” mi indicò la tavola.
“Non ci penso neanche, ora torno in spiaggia” mi allontanai ridendo “divertiti!”
“Un giorno riuscirò a metterti su una tavola, solo io e te!” mi sentì ridere dalla spiaggia.
“DA SURF! RIUSCIRO’ A FARTI SURFARE! SMETTILA CON LA TUA MENTE PERVERSA!” mi gridò, sorridendo.
“Non è colpa mia,” gli risposi io “sei tu che formuli certe frasi!”
Lui si allontanò tra le onde, io mi misi al sole ad asciugarmi.
 
“Ciao!” mi sentii dire da dietro. Mi girai.
“Ciao!” risposi.
Era un ragazzo moro, un po’ più basso di James, bel sorriso, occhi marroni, profondi. Un bel ragazzo davvero. Chissà se tutti i suoi amici sono così..
“Tu devi essere Annie, James mi ha detto che aveva incontrato una ragazza e sperava che ci fosse oggi in spiaggia, così l’avrei conosciuta.. Io sono Logan” mi disse, sorridendo.
Fermi tutti. James sperava di rivedermi? Cavolo, ho fatto bene a dimenticarmi il cellulare in spiaggia.
“Sì, sono io. Molto piacere!” ci stringemmo la mano “James me l’ha detto poco fa che sarebbe venuto un suo amico..” gli sorrisi.
“Eccomi qui!” aveva davvero una bella risata, dolce.
Sistemò il suo salviettine di fianco a quello di James, mise giù lo zaino e si tolse la maglietta.
Niente. Male.
“James è già in acqua vero? Non perde tempo” sorrise.
“No, infatti. Ha cercato di portarmi sulla tavola, ma io sono scappata” risi, lui ricambiò.
“Tu surfi?” gli domandai.
“Sì, ma oggi non ho portato la tavola. Ogni giorno mi vuole sfidare a chi resiste di più in equilibrio tra le onde, ma oggi non avevo una particolare voglia di essere battuto per l’ennesima volta” lui rise, io lo guardai e sorrisi.
“E’ davvero così bravo?” gli domandai incuriosita.
“Oh sì, non so come faccia, quale sia il suo dannato segreto, ma lo è, lo è davvero.” Mi rispose sorridendomi. Io gli ricambiai il sorriso, poi ci girammo a guardare James cavalcare le onde.
 
  
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