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Autore: WarHamster    02/08/2013    8 recensioni
«La vedi quella stella, Hank?».
«Dormi, Jules, non è il momento».
Genere: Guerra, Malinconico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Coppia: a libera interpretazione, davvero, a seconda di quello che ci vede il lettore ^^
NdA: innanzitutto spero davvero che sia tutto chiaro ad una prima lettura, in alternativa consiglio di leggere una seconda volta dopo aver dato un’occhiata alle note finali.
Ho strutturato la storia su un dialogo alternato a stralci di presente (mentre il dialogo si è svolto, appunto, in una situazione precedente) e ho utilizzato la poesia The Lake -To- di Edgar Allan Poe nel finale, come parte del testo, perché sono piuttosto convinta che vada a spiegare alcuni particolari come ad aggiungerne di nuovi oltre che a fungere da conclusione di tutta la storia.
Ho fatto delle scelte stilistiche non proprio convenzionali che però trovo si adattino bene a questo tipo di testo, come ad esempio i periodi decisamente brevi, le virgole prima della e congiunzione e alcune ripetizioni
Buona lettura, spero sia piacevole ^^


 

6 giugno 1944





«La vedi quella stella, Hank?».


C’è solo uno straccio di cielo bianco attraverso le nuvole nere delle esplosioni.
E c’è il rumore, troppo rumore per uno che vuole riposarsi.


«Dormi, Jules, non è il momento».


Fischi, scoppi, urla e, lontano, più lontano delle bombe, il rumore del mare.
La sabbia è salata nella sua bocca, scricchiola sotto i denti stretti come una tagliola.
Cosa mordi, Hank? Quello straccio di vita che ti resta? Quel pugno di ricordi?


«Ma sembra brillare più delle altre, e se fosse un segno?».


Freddo, fa un freddo del diavolo su quella spiaggia.
Sarebbe un bel posto, da portarci la moglie, se ne avesse una.
Ma non quando la sabbia è una rosa feroce con le spine nere dei porcospini cechi e i compagni afflosciati e bagnati come foglie. Non ci porterebbe una moglie, non ci avrebbe portato nemmeno Jules.
Ma lui è lì lo stesso.


«E se fosse l’ultima stella che vediamo?».


Quello del mare è diventato un ruggito.
Bianco di spuma e rosso di sangue. Le onde rosate gli rotolano addosso mentre scivola in basso.
Non avrebbe dovuto lasciare che Jules sbarcasse.


«Non pensarlo nemmeno, non pensarlo mai».


Hank non sa se sta ancora tenendo in mano il suo fucile impacchettato, come un regalo brutto la mattina di Natale.
Non sa nemmeno dove sia Jules, e le onde sono più alte, e l’acqua gli copre gli occhi.
E lui quella stella non voleva guardarla.


«Sei davanti, Hank! Non vedo la stella».


Forse se si lasciasse andare scivolerebbe via, come un tronco sull’acqua.
Le casematte sono crollate, la spiaggia parla americano.
E Hank è felice e spera che anche Jules lo sia.
Felice e vivo.
Non voleva guardarla, quella stella, però alla fine l’aveva fatto.
La sua ultima stella, non quella di Jules. La sua.


«Va bene, guarda solo me».


E se scivolasse come un tronco potrebbe tornare a casa, al sole del Kansas, all’erba verde e morbida. E dolce.
Ma ha il sale negli occhi, e affonda come una pietra.
Ma Jules è vivo, ne è sicuro. E felice.


«Guarda solo me, Jules, solo me».


Affonda nell’acqua rossa, con il sale in bocca.
Gli basterebbe un semplice rimorso per poter tornare indietro. Un amico in pericolo da non abbandonare, per poter restare.
Eppure, tutto ciò di cui ha bisogno è l’unica cosa che non riesce a trovare.
Si sente leggero.
La vedi quella stella, Hank?
La vede, vede solo quella, enorme, luminosa.
Jules non doveva guardarla, non era sua quell’ultima stella.
 


La vedo, Jules. La vedo.
 

 
Pure, non mi dava spavento quel terrore,
ma anzi un trepido diletto ˗
un diletto che né miniere di gemme
né lusinghe o donativi mai potrebbero
indurmi a definir qual era ˗
e neanche Amore ˗ fosse anche l’Amor tuo


Morte era in quelle acque attossicate,
e una tomba nel profondo gorgo

 

Operazione Overlord
Omaha Beach, fra Sainte-Honorine-des-Pertes e Vierville-sur-Mer, Normandia, Francia.
6 giugno 1944
1 225 morti, 5 846 feriti

Forse, la più grande operazione militare di sempre.

 
 
 
 

 
Note finali:
il 6 giugno 1944 è passato alla storia come D-day, ovvero il giorno dello sbarco in Normandia.
In film come “Salvate il Soldato Ryan” la situazione è spiegata molto bene, per esempio i porcospini cechi sono quelle strutture appuntite in metallo che impediscono l’avanzata dei mezzi corazzati e spesso hanno anche delle mine fissate sopra (non nelle spiagge normanne, in questo caso le mine erano su pali di legno appuntiti). I fucili erano impacchettati con plastica per non che si bagnassero e inceppassero durante lo sbarco.
La situazione a livello di colori doveva essere piuttosto surreale, la sabbia e l’acqua lungo la costa erano lorde di sangue e le perdite americane (come si può leggere) sono state davvero molto consistenti.
Hank, soldato falciato dalle scariche tedesche, immagina che il suo compagno sia ancora vivo, non può essere certo di ciò, ma sono piuttosto convinta che un uomo in punto di morte abbia pur sempre bisogno di qualcosa di cui rallegrarsi...
   
 
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