Niente Male
Ho ancora
addosso le tue cuffie. Scusa, ma me ne
sono accorta solo quando sono tornata a casa. Tu mi hai chiesto le mie
e mi hai
dato le tue:
-Perché,
le tue non vanno?-
-Sì,
ma vanno troppo piano e io voglio il
massimo!-
-Ah... ma...
non... non ti fanno male le
orecchie?-
Potevo farmi i
fatti miei, so come sei fatto, più
o meno s'intende, eppure... ho come voluto avere conferma di un
qualcosa che
tuttora ignoro. Odi chi cerca di aiutarti, l'ho capito, almeno questo,
e io non
posso che essere d'accordo con te; si guardi per primo chi ha la
presunzione di
sapere cosa è il bene altrui, inteso come proprio, ovvio!
Come non so starmi
mai zitta davanti a quello d'italiano, perchè quella volta
ti ho difeso da
quella di chimica? Non lo so! Chi mi conosce direbbe che non so farmi i
cazzi
miei, così come ho questa tendenza a tendere la mano anche a
chi mi vorrebbe morta
suicida. Basta che io aiuti: mi vuoi bene? Bene! Mi odi? Bene! Non
posso mica
piacere a tutti, no?
Tu alzi le
spalle, facendo schioccare la lingua e
muovendo una volta la testa come a dire "no" e io me ne sono tornata
a posto! Poi mi hai chiesto se avevo una batteria per l'mp3, come
l'ultima
volta, e io, ben consapevole di averne una in tasca:
-No...-
-Sì,
che ce l'hai!-
-Io...-
Ti sei
raddolcito -Su, guarda un po'-
Io ho messo la
mano in tasca, ho tirato fuori la
piccolina e te l’ho data -Non so se è carica-
cerchi di non toccarmi la mano.
La metti
dentro l'mp3 -Va?- chiedo, cercando di
non arrossire -Devo aspettare che si illumina- -Ok- ... --Ci... ci
sono?- -Una
tacca!- non riesco a trattenere la faccia delusa -Sempre meglio di
nulla- dici
e io mi volto per tornarmene al posto mio, nella parte opposta della
classe.
Mi sento
avvampare, perchè? Ti cerco con la testa
bassa, tu posi i tuoi occhi sui miei e io mi affretto a rimetterli sul
foglio e
sulle quadre. Non riesco proprio a reggerli, quegli occhi, e non so
perchè;
forse troppo brillanti per me, e si che c'è chi ne ha
più belli dei tuoi. E io
la conosco, quella persona... forse è perchè non
ho possibilità di vederla con
la stessa frequenza con la quale vedo te, in pratica ogni mattina!
Perchè non
ti sei ritirato come hai già fatto? Quando acchiappo quello
che ti ha convinto
lo ammazzo... poi guardo quel piccoletto e mi dico che non è
possibile
toccarlo, visto che passo mezza mattinata, oramai, a salvarlo da te che
tenti
sempre di strozzarlo. Come oggi, che vi siete messi a lanciarvi una
bottiglia
in classe; ma che cazzo, così vi fate male!
-Basta!- ma
nessuno mi sente, come sempre, ma chi
sono io,
-Ma magari!-
-DRAY!-
-Finche non
colpiscono qualcuno...-
-Ma non
è del "qualcuno" che mi
preoccupo Dray, ma di loro!-
-Ma non
muoiono neanche se li ammazzi- mi sfila i
fogli di mano e rilegge la ff che aveva scritto fino a quel momento...
cioè...
lei parla, io scrivo. La vedo che sfodera uno dei suoi ghigni... mi
chiedo come
una ragazza con quegli occhi verdi e grandi possa essere tanto innocua
quanto
inquietante! Però mi rigiro verso di voi e noto un
particolare: lui ti tira la
bottiglia come può, non tanto forte (anche se so per
esperienza personale che
quel piccino ha i muscoli, visto che mi ha tirato una pallonata in
faccia e
fatto volare gli occhiali, l'anno scorso) quel che basta
perché tu la prenda e
poi la ritiri ma... piano... Per un attimo mi sembra di vedere un
papà che
gioca col figlio! Ma poi mi sveglio e scopro che lo stai di nuovo
tenendo per
il collo e lo hai piegato in due sulla cattedra
-Basta!
Così gli fai male!- lo lasci e ti da’ un
pugno che per te evidentemente è nulla, ti avvicini a me:
-Ma non gli
faccio nulla!-
-Lo dici tu
questo!-
-Gli faccio
così- metti la tua mano sul mio
braccio e fai una pressione così leggera che neanche la
sento, considerando che
ho anche il cappotto addosso -E lui dice che gli faccio male!- mi fissi
e io
distolgo lo sguardo:
-Ma... beh...
ma lui non è come te- niente da
fare, proprio non riesco a sostenerlo!
A fine
ricreazione, mia zia mi ha chiamato e tu
ti sei avvicinato
-Hai sessanta
centesimi?-
-Pronto
Rà?... eh? Ah, si, ce li ho...- mi volto
verso di lui e mi rigiro -Stanno qui dentro- mi porto una mano alla
tasca ma tu
mi anticipi e sento che mi tocchi la pancia, però sembri non
accorgertene e
continui a cercare:
-Ma che cazzo
c'è?- mormori e la tiri fuori,
portando con te cinque fogli, l'mp3, le cuffiette, il cellulare, le
chiavette
elettroniche.
-Trovati?-
intanto avevo finito con mia zia.
-Aspè
che qui c'è un casino- e mi rimetti le mani
in tasca, trovando quaranta centesimi -Prendi!- ti dico in fretta con
gesto
della mano che poi porto verso gli oggetti sulla cattedra ma tu mi
anticipi,
come prima, e me le rimetti tutti. Uno ad uno tutto ciò che
mi avevi tirato
fuori dalla tasca così come risento la tua mano che mi tocca
la pancia...
-Gr...
grazie... - cerco di riprendermi -Come mai
così gentile?- ridacchio nervosa -Grazie...- ripeto come se
non fosse
abbastanza.
Tu ridi
-Grazie a te!-
Vai e torni.
Ti abbracci Mira biascicando -Hai un
euro?- che pozzo senza fondo, penso divertita, così come
ripenso all'anno
scorso; sotto il tuo banco era pieno di carte di cioccolata al latte e
nel tuo
giubbotto ci potevi sempre trovare la fabbrica del cioccolato.
Mira mi fa un
gesto e uno sguardo come a dire
"ecco!" una cosa che non c'entrava nulla col discorso che stavamo
facendo prima di essere interrotte ma che ha un grande significato,
anche se
non preciso. Si alza, prende l'euro e te lo da’ e tu, senza
guardarla, te ne
rivai:
-Tu sai che
quell'euro non lo vedrai mai più-
-Sì-
E ripenso a un
mio principio: se ti do una cosa
non è perchè voglio che ricambi il favore, ma
perchè voglio! Però, mi chiedo:
perchè lei l'hai abbracciata e me stai ben attento a non
sfiorarmi?