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Autore: Nede    02/08/2013    10 recensioni
One-shot incentrata su Goku/Chichi.
[Estratto]
Si insultarono a vicenda, in quei nove giorni, buttandosi veleno e non capendo che si stavano solo allontanando.
Ed infine una promessa, una semplice promessa di aspettare un suo ritorno.
In quel momento non faceva le veci di un eroe, del salvatore della Terra o del potente super saiyan, ma solo quelle di un uomo diventato marito e padre.
Genere: Fluff, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chichi, Goku | Coppie: Chichi/Goku
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Okay, ormai sarete stufi/stufe del mio continuo riproporre qualcosa sul Cell-Game, ma amo questo periodo proprio perché Goku/Chichi, capiscono e maturano il loro rapporto. Forse questa “finta” One-shot a qualcosa di OOC solo per il personaggio di Goku. Spero di sbagliarmi, in caso potete benissimo dirmi come vi è sembrato. Spero di non essere peggiorata, invece di migliorarmi, accetto qualsiasi critica.

Un saluto Nede

 








Non voglio fare l'amore, voglio solo restarti accanto.

 

 

Era l'ultima sera che avrebbero potuto condividere un momento tutto loro.

L'indomani si sarebbe svolto il Cell- Game e Goku, insieme ai suoi compagni, doveva cominciare ad aiutare quel qualcuno che sarebbe riuscito a salvare la Terra.

In quel momento non faceva le veci di un eroe, del salvatore della Terra o del potente super saiyan, ma solo quelle di un uomo diventato marito e padre.

 

 

 

Siamo due idioti, perché non riusciremo mai a comportarci da grandi.

 

 

 

Goku quella sera, dopo cena, si era abbandonato ai ricordi e se ne stava sul divano a guardare la pioggia dalla finestra: sin da bambino era sempre stato affascinato da quell'evento meteorologico, soprattutto quando non vi erano né lampi e né tuoni.

Si lasciò cullare dal promufo di terra bagnata e sorrise amaramente, al ricordo di quei giorni.

« Chissà se domani tutto questo esisterà, ancora!» pensò, nell'atto di voltare il capo alla ricerca della figura della moglie in cucina, intenta a lavare le stoviglie.

La vide sullo stipite della porta e incrociò il suo sguardo preoccupato pieno di rassegnazione, paura, angoscia e tutte le emozioni che si potrebbero provare in situazioni come quella.

Restarono a fissarsi, l'uno negli occhi dell'altra, senza proferire parola, fin quando Chichi non si mosse per aggiustare un quadro messo male: come se le importasse veramente di quello stupido dipinto, senza valore!

Il saiyan, capì perfettamente che quello era un modo per evitare di parlarne.

Avevano litigato e si era buttati veleno abbastanza, in quei nove giorni di tensioni e paure, quando alla fine si erano sdraiati nel letto e avevano fatto l'amore.

Quella sera tutto sapeva di perdono, di frustrazione e di palesi incomprensioni, ma il loro amore era sempre stato puro e vero.

Quella sera non voleva litigare, così si alzò dal divano, aprì la porta e s'incamminò verso il bosco non curandosi della pioggia.

Di quelle piccole goccie d'acqua che gli inzupparono la tuta, ma che gli donarono un senso di pace.

Chichi restò a guardare, non pronunciando nessuna parola, ma la vista le si annebbiò dalle lacrime che cominciavano a scorrere lungo il suo roseo viso.

Che Goku non volesse trascorere quell'ultima sera insieme a lei?

Che Goku non ne volesse sapere di lei, dopo tutte le cattiverie che gli aveva sputato in faccia?

Che si fosse realmente stufato di lei e del suo isterico carattere?

Non riusciva a starsene lì, a guardare che s' inoltrasse nel bosco senza dirgli che le dispiaceva e che lo voleva per il pranzo l'indomani, perché …non era vero niente.

Non era vero che lui era un pessimo marito e padre, non era vero che lei l' odiava, non era vero che avrebbe voluto sposare un altro e che era stata una sciocca a partecipare al 23° Torneo Tenkaichi.

Così non pensando alle conseguenze, cominciò a correre per raggiungerlo, correva forte solo per riuscire a scorgere i suoi occhi: gli stessi occhi che da bambina le avevano rubato il cuore.

 

« Goku, dove sei? Devo dirtelo e tu devi rinfaccirami che sono una stupida! Io devo dirti che non ti odio, che farei di tutto per cambiare le cose e che io...ti amo saiyan»

 

I pensieri della moglie dell'eroe andavano sempre al suo saiyan, mentre correva su un manto erboso, circondata da alberi robusti con sporgenti rami: gli stessi rami che la fecero inciampare e cadere al suolo.

 

Devo raggiungere, Goku...

 

Disse con una piccola smorfia di dolore, tentò di alzarsi e si rese conto che si era appena slogata una caviglia.

Le lacrime cominciaro a solcarle il viso non come quando si trovava sulla soglia di casa, non per nascondere il dolore, ma per la consapevolezza di non poterlo avere accanto per quelle poche ore.

Sapeva che qualcosa non sarebbe andato bene, lo sentiva, però ogni giorno sperava che quella sua sensazione fosse sbagliata.

 

Sono una stupida, una stupida, solo una stupida idiota...

 

Pronunciò, per accorgersi di essere sollevata da due forti braccia che l'avevano vista cadere in quel luogo. La portò in braccio sino alla riva di un lago, la posò sull'erba bagnata e si mise accanto a lei tenendole la caviglia, mentre strappava la sua casacca arancione per fasciagliela e coprire il brutto graffio che si era procurata.

Chichi lo osservava compiere quei gesti, in assoluto silenzio, senza rivolgerle parola; anche se il suo viso esprimeva tanta rabbia mista a tristezza.

 

Ti sei fatta un bel graffio e ti sei slogata, anche, la caviglia.

 

Perché il suo tono non era quello fanciullesco?

Perché sembrava la rimproverasse?

 

La pioggia continuava a bagnare i loro corpi, il silenzio regnava in quel piccolo boschetto e le lacrime di una donna si mischiavano a quel pianto che stava condividendo con il cielo.

 

Perchè? Dimmi, perché, Goku? Io non voglio finisca così...

Si gettò al petto del marito, singhiozzando e chiedendo perdono per tutte le cose cattive che aveva detto e per i tremendi nove giorni che gli aveva fatto passare.

Paura.

Quella che provava la signora Son nel ritrovarsi rinchiusa in quell'incubo.

Goku, dal canto suo, cominciò ad accarezzarle i capelli e cullarla dolcemente tra le sue braccia. Perché anche lui si sentiva in colpa, anche lui aveva detto cose cattive nei suoi confronti lasciandosi trascinare dalla rabbia e dallo sconforto.

Così la strinse maggiormente, assaporando il profumo di vaniglia che avevano i suoi capelli.

...sai che io non ti odio, sai bene che ti amo e non voglio che questa sera finisca così. Io voglio far...

 

Le mise un dito sulle labbra, senza lasciarla parlare, inpedendole di continuare.

No, non doveva finire in quel modo.

No, non avrebbe permesso che finisse in quel modo.

Prima di quei nove giorni, era finita in quel modo.

Era stato bello, tanto bello che sperava che la sua dolce compagna rimanesse incinta.

Ci sperava, dopo tutto.

Quella non era la sera per iniziare qualcosa che sarebbe durato tutta la notte, travolti da una passione assopita per giorni.

Voleva solo lei...

Non come amante, non come moglie, non come madre, ma soltanto come la donna di cui si era follemente innamorato.

Al contrario di Chichi che avrebbe voluto averlo suo un'ultima volta, averlo dentro di lei, avere le sue mani sul suo corpo e avere uno dei suoi ultimi baci.

 

No, questa sera non finirà in quel modo, perché farlo significherebbe la fine di un ritorno e non voglio fare l'amore per chiederti perdono. Te l'ho chiesto troppe volte e troppe volte ho infranto quelle promesse. E tu sai bene a cosa mi riferisco. Quindi per stasera chiedimi ciò che vuoi: un abbraccio, un bacio, una carezza, ma non chiedermi quello.

 

Chichi rimase senza fiato e guardandolo negli occhi comprese, comprese cosa realmente voleva per quella sera.Voleva abbracciarla,baciarla, rassicurarla e passare quelle ore restandole accanto nella lucidità più completa.



 

Perché non voleva fare l'amore, voleva restarle accanto.

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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