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Autore: Yvaine0    02/08/2013    3 recensioni
Il non-problema di Niall sono le femmine, nella fattispecie Louise.
Insomma, è comprensibile, no? È un esemplare di maschio irlandese con una sorta di ossessione per la musica; ha imparato a suonare la chitarra da autodidatta, non fa che cantare tutto il giorno. Le sue esperienze con il sesso opposto si contano sulle dita di una mano - se prendiamo in considerazione anche quella Kim, che gli ha stampato una cinquina in faccia prima che potesse baciarla, e le altre tre con cui non è andato oltre un bacio e qualche sfioramento. La cosa non gli è mai pesata, in ogni caso: Niall ha sempre avuto i suoi sogni, gli amici del pallone e, soprattutto, la sua musica. Che bisogno c'era di una ragazza? Intendiamoci, non che non gli interessino: le femmine gli piacciono parecchio di più del calcio, ma non sono la sua priorità assoluta.
Ciononostante, loro lo disorientano.
fem!Louis
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: Gender Bender
- Questa storia fa parte della serie 'Via la maschera'
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Disclaimer! Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere delle entità realmente esistenti citate, nè offenderle in alcun modo. Tutti i fatti narrati sono puramente inventati o sola fonte di ispirazione.

Storia scritta per #UDFFSfida
Niall/fem!Harry o Niall/fem!Louis
Prompt: "Smettila." "Di fare cosa?" "Di guardarmi in quel modo, mi intimidisci."
 

NOTA
Ho avuto la prova ieri del fatto che la citazione attorno a cui gira quasi tutta la One Shot sembra un enorme doppio senso. Btw, credo sia utile specificare, prima di iniziare: "piccolo problema peloso・(state ghignando, ora, vero?) ・come Remus Lupin descrive il suo demone interiore, la sua malattia, il suo essere un lupo mannaro. That's all. E poi... sì,  magari ci ho giocato un po' su nel testo, ma rimane una citazione di JKRowling (o almeno dei traduttori italiani).

(Ho fatto un pasticcio con l'html. Se trovate caratteri strani o cose anomale, vi prego di farmelo sapere, così che io possa sistemare.)
Edit 20/07/14: Storia revisionata: spero di aver risolto i problemi di html e corretto tutti gli errori.


 

Niall e le donne
O anche: Louise e il suo tipico sadismo

 

Niall ha un piccolo problema peloso; così ha commentato Harry ad alta voce quando, alzando lo sguardo dal suo volume di Harry Potter, lo ha beccato con lo sguardo fisso non sul televisore, ma sulla ragazza scompostamente distesa sulla poltrona dall'altro lato del salotto. E Niall crede che dovrebbe davvero smettere di rileggere quella saga.
Il punto è che quello di Niall non è peloso né piccolo – giusto un po' più basso di lui – e tantomeno un problema vero e proprio. O forse sì, ma non è così che la cosa viene definita di solito.
Harry sghignazza, Niall arrossice e Louise si tira a sedere sulla poltrona prima di domandare: «Ma davvero?» con il suo tipico fare curioso e un tantino malizioso, che attira inevitabilmente anche l'attenzione di Liam e Zayn. E ora tutti lo stanno guardando. Lui, come è ovvio, scoppia a ridere.
Niall ha solo diciassette anni e li ha compiuti da poco. Conosce i ragazzi solo da qualche mese e, accampato nel salotto dell'appartamento che Louise e Harry hanno già provveduto a comprare, si sente ancora un ospite. Imparerà solo tra qualche mese a ruttare come tutti gli altri – solo un po' più forte, perché lui è irlandese – senza arrossire nemmeno un po'. Liam e Zayn già lo fanno – il primo coprendosi la bocca con una mano e chiedendo scusa subito dopo, ma comunque lo fa.
Il non–problema di Niall sono le femmine, nella fattispecie Louise.
Insomma, è comprensibile, no? È un esemplare di maschio irlandese con una sorta di ossessione per la musica; ha imparato a suonare la chitarra da autodidatta, non fa che cantare tutto il giorno. Le sue esperienze con il sesso opposto si contano sulle dita di una mano – se prendiamo in considerazione anche quella Kim, che gli ha stampato una cinquina in faccia prima che potesse baciarla, e le altre tre con cui non è andato oltre un bacio e qualche sfioramento. La cosa non gli è mai pesata, in ogni caso: Niall ha sempre avuto i suoi sogni, gli amici del pallone e, soprattutto, la sua musica. Che bisogno c'era di una ragazza? Intendiamoci, non che non gli interessino: le femmine gli piacciono parecchio di più del calcio, ma non sono la sua priorità assoluta.
Ciononostante, loro lo disorientano. Lo disorientano in modo normale: gli fanno perdere un po' la testa, lo mandano nel pallone, gli agitano nel cervello pensieri sconci che per un ragazzo della sua età sono più che normali. Tutto regolare, insomma, per questo lo considera un non–problema.
Un altro non–problema, forse, è Louise. Passare del tempo con lei è come passare del tempo con un ragazzo. Qualche volta rutta, persino, più forte di Liam e senza coprirsi la bocca. Ride, scherza, beve dalla bottiglia e dal cartone del succo di frutta e parla come uno scaricatore di porto – più o meno, non più di Niall in ogni caso. Straccia tutti coloro che hanno l'ardire di sfidarla a FIFA alla Play Station e dà parecchio filo da torcere anche quando ha tra i piedi un pallone vero, pesante, in cuoio bianco e nero.
Niall ricorda le ragazze del quartiere di Mullingar in cui è cresciuto: bevevano birra dalla lattina, ridacchiavano quando qualcuno faceva battutacce, non avevano molti problemi a farsi mettere le mani sotto la maglietta, ma quando si dava loro un pallone di cuoio... be', davano un calcio, tiravano storto e poi si lamentavano di quanto si fossero fatte male ai piedi. A Niall non è mai importato che non sapessero giocare: erano femmine, era normale. È abituato a ragazze che credono in una sorta di etichetta, un galateo segreto che le rende femminili e graziose e a lui è sempre andato bene così. Louise, però, mette in crisi tutte le sue convinzioni. Lei beve dal bricco del latte e si pulisce la bocca con la mano, che poi asciuga sui pantaloni; gioca a calcio molto meglio di Harry e Zayn, forse anche di lui e Liam; si intende di sport ed è una tifosa sfegatata del Manchester; indossa le magliette di Harry ogni volta che può, ha praticamente solo amici maschi, dice parolacce e fa battute sconce pubblicamente senza nemmeno arrossire o distogliere lo sguardo.
Ecco perché Niall è abituato a considerarla un amico come gli altri, quasi fosse un ragazzo.
Poi però vede Harry abbracciarla, sfiorarla; si comportano come fidanzatini e Niall si ritrova ad esserne geloso.
È qui che viene a galla quello che Hazza chiama “il suo piccolo problema peloso” – e Niall crede davvero che non dovrebbe chiamarlo così, perché la definizione ha un sapore davvero sconcio.
Di fatto, comunque, si sorprende a guardarle il sedere – è che, cacchio, non guardarlo sarebbe proprio un peccato! –, ad arrossire come un ragazzino per le sue allusioni un po' spinte. Quando sono da soli nella stessa stanza, Niall va in panico: non sa cosa dire, fare, baciare. No, be', baciare no, non potrebbe mai, perché, insomma, si tratta di Louise e Louise è praticamente un ragazzo. Un ragazzo senza... senza gli attributi propri di un uomo – fisicamente, perché metaforicamente parlando non le mancano di certo.
È imbarazzato, motivo per cui, quando smettere di ridere e riesce ad accumulare abbastanza aria per parlare, dice: «Il mio problema peloso non è affatto piccolo».
Questa volta è Harry che scoppia a ridere, mentre Liam batte le palpebre un paio di volte, attonito. È necessario che Zayn, dopo aver soffiato un sorrisetto, gli dia una pacca sulla spalla e si guardi il cavallo dei pantaloni perché l'amico colleghi il significato letterale a quello metaforico e possa ridere della battuta. In tutto ciò Louise si limita a sghignazzare tra sé, senza alcun tipo di imbarazzo. Semplicemente ascolta e ride, come farebbe qualunque altro ragazzo.
«Questo non lo so» abbozza poi però Harry.
Niall ride forte di nuovo, sollevato dall'aver allontanato il pericolo – perché Harry sa, lui ha intuito. Si abbandona ad una di quelle sue risate da ubriaco, quelle che gli tolgono dai pensieri anche la più piccola ombra di negatività e gli strappano via tutta l'aria dai polmoni.
Il silenzio ironico di Louise dura solo qualche istante, poi: «Oh, avanti, Harreh. Se è marcato come il suo accento irlandese...» dice in tono allusivo.
Niall annaspa: potrebbe seriamente soffocare, ora.

Quindi ricapitoliamo: Niall ha un non–problema con le femmine in generale e un piccolo problema peloso – quando, esattamente, ha scelto di adottare questa definizione? – con Louise. Il primo non è più un ostacolo alla sua serenità da un po' di tempo a quella parte: le uniche ragazze con cui ha a che fare sono le fans e, be', è normale che loro lo mandino su di giri, no? Il lato della questione più difficile da aggirare è Louise.
Dal momento in cui i parenti di Niall vivono in Irlanda e lui di certo non può fare la spola tra Mullingar e la casa discografica a Londra, infatti, è stato invitato a stare da loro.

Zayn ha indugiato un po' quando è stato sollevato il problema, ma poi, proprio come Liam, ha preferito tornare a casa almeno per un po': li avrebbero raggiunti solo in seguito, quando ci sarebbe stato meno tempo libero. A Niall è partita la risata isterica quando è venuto a sapere della loro decisione.
Niall però è un esemplare di maschio irlandese, come è già stato detto, e gode dunque di una grande capacità di adattamento. Dorme nella camera più lontana da quella di Louise – come se la vicinanza peggiorasse le cose –, aspetta che Harry prepari da mangiare e svuota il piatto chiacchierando a gran voce di qualunque cosa gli passi per la testa. Nel giro di una settimana ha già imparato a non arrossire ogni volta che Louise gli rivolge la parola e a lasciarsi andare qualche volta ad un sano peto liberatorio, sollevato dal fatto che l'unico a scandalizzarsi rimane sempre e solo Harry.
Il fatto è questo: se prima Louise non ci aveva fatto caso, nell'ultima settimana si è resa conto del disagio che la sua presenza porta nella mente del piccolo irlandese. È come se, in qualche modo, lei turbasse l'equilibrio del suo habitat naturale
 il branco di rozzi adolescenti con gli ormoni in subbuglio. La situazione, chiaramente, la diverte, ecco perché ci gioca su con la tipica maestria di una ragazza più grande ed esperta.
Passa intere decine di minuti a fissarlo, quando durante il pomeriggio poltriscono in salotto e non è il suo turno di utilizzare il joypad – anche perché, se guardasse lo schermo, si lamenterebbe e Harry le ha categoricamente vietato di farlo.
Ci vuole un intero quarto d'ora prima che Niall le lanci un'occhiata imbarazzata, stanco di essere studiato.
Solo allora lei si prende la libertà di parlare: «Smettila» gli dice in tono impertinente.

Lui batte le palpebre diverse volte, confuso. Louise lo vede: è tentato di mettere in pausa il gioco per parlarne, è convinto si tratti di una cosa seria. «Di fare cosa?» chiede infine, seguendo quel tipico istinto maschile che lo porta a valutare qualunque cosa meno urgente della loro partita alla Play Station – la Play Station di Louise, ci terrebbe a specificare lei.
«Di guardarmi in quel modo, mi intimidisci».
A Niall cade il joypad dalle mani, Harry sfoggia la sua esilarante espressione scandalizzata, con tanto di occhi sgranati, fossette e sorrisetto incredulo, lo sguardo che balza da uno all'altro, poi mette in pausa il gioco e si accascia sul tappeto per il troppo ridere.
Anche Harry, è evidente, ha quel tipico istinto maschile che lo porta a valutare qualunque cosa meno urgente della sua partita alla Play, ma Harry ha quel briciolo di astuzia in più che solo chi è cresciuto circondato da donne acquisisce: sa riordinare le proprie priorità in base alla situazione.
«I-io?» balbetta Niall incredulo; sta già trattenendo una risata nervosa, che esplode appena un attimo dopo, quando Louise fa una smorfia, si alza e lui... be', lui si ritrova il suo sedere praticamente in faccia, prima che lei si allontani.

A Louise lo sguardo di Niall non dà fastidio proprio per niente. Non la mette a disagio, non la intimidisce, proprio perché lei ha capito qualcosa a cui lui – chiaramente, in quanto adolescente con la mente costantemente concentrata sul suo amichetto giù in basso – non è ancora arrivato. Niall non è abituato alle femmine: è l'unico a non avere sorelle, non sa come comportarsi con loro, ha poca esperienza di qualunque tipo con esse. Non ha davvero idea di come debba essere essere amico di una ragazza. 
Finché hanno convissuto ad Xfactor non sono mai stati soli: c'era sempre qualcosa da fare, qualche amico con cui parlare, qualche Harry Styles in preda alla nostalgia di casa a cui saltare addosso e tirare i riccioli. La loro convivenza in mezzo agli altri era qualcosa di irreale, non era davvero vita di tutti giorni: era un caso a parte.
Ora le cose sono diverse: Niall si trova ad avere a che fare con una femmina vera – e una femmina che ha pure un bel culo; le trascorre accanto ogni giornata, la mattina sente i suoi passi scalzi sul pavimento del corridoio, la sua voce mentre canta sotto la doccia, le sue lamentele quando rovescia qualcosa sulla maglietta. La sente ridere, telefonare a casa, parlare con le sue sorelle piccole, la vede inciampare per le scale, gettarsi mollemente sulla poltrona del salotto. Ne è affascinato e stordito.
Quello che però Louise ha capito prima di Niall è che lui non è attratto da lei, ma solo paurosamente incuriosito. Ecco perché si sta divertendo tanto a mandarlo fuori di testa. Niall è una macchietta, un mix perfetto di ingenuità, tenerezza e sbadataggine, il tutto condito da quell'accento irlandese e dalla risata chiassosa: praticamente la sua sola presenza è un invito a prenderlo di mira per i propri dispetti e Louise con queste cose ci va a nozze. Lo adora.
Ecco perché quando quel giorno Niall va in camera a chiamarla per annunciarle che il pranzo è pronto, lei annuisce, gli volta le spalle e si sfila la maglietta del pigiama, sotto cui non porta mai il reggiseno, scatenando una serie di imprecazioni colorite. Prima che lei possa indossare, ridacchiando, una delle sue solite T–shirt a righe orizzontali, Niall è già corso via, lamentandosi a gran voce per la poca pudicizia della ragazza. E Louise ride, ride fino alle lacrime, perché, andiamo, lei nemmeno ce le ha, le tette!
Harry comunque non è d'accordo con quello che Louise sta facendo e glielo comunica una notte, accoccolato con lei sul divano, mentre Niall russa sommessamente dopo essersi ingozzato di pizza e aver bevuto qualche bicchiere di troppo.
«Sarà anche irlandese, ma non regge niente» commenta lei ironica.
Harry si morde il labbro inferiore, appoggia la testa sullo stomaco di Louise e chiude gli occhi, in attesa che lei cominci ad accarezzargli i capelli come ogni volta. A quel punto palesa il pensiero che gli frulla per la testa da giorni: «Sarai anche una ragazza, ma non sei molto sensibile».
Louise in tutta risposta gli tira un boccolo e lo spinge giù dal divano. Ride, poi domanda: «Che vuoi dire?», ma la realtà è che lo sa benissimo.
Harry si massaggia il sedere e la guarda, sconvolto, poi si arrampica di nuovo sul divano, sedendosi questa volta dal lato opposto rispetto a lei. «Parlo di Niall. Lo farai impazzire».
Louise alza gli occhi al cielo, fa una smorfia e, «Altrimenti come mi divertirei?», taglia corto; dopodiché si tuffa di nuovo addosso al ricciolino con tutto l'intento di ucciderlo di solletico. E ridono così tanto, che alla fine Niall spalanca gli occhi, si tira a sedere sul tappetto e li guarda.
Louise e Harry si fermano, zitti, e ricambiano lo sguardo, aspettando che succeda qualunque cosa.
Niall, dopo un po' che boccheggia, rutta forte, infine si accoccola di nuovo sul pavimento e riprende sonno immediatamente.

«Be', – commenta Harry: – non è arrossito». E scoppiano a ridere di nuovo.

È domenica sera, quando Louise pensa di concludere la faccenda. È la sera giusta perché la domenica Harry si addormenta sempre molto presto, per via delle ore piccole fatte il sabato notte, e Niall, visto che invece crolla sempre troppo presto nel weekend, non si addormenta mai prima delle due.
Harry sta sonnecchiando sul divano con la testa sulle gambe di Louise, mentre Niall finge di guardare un episodio di American Horror Story, che è lampante lo terrorizzi.
Dal nulla, ad un tratto, lei si sposta, sostituisce le sue gambe con uno dei cuscini, scosta i ricci dalla fronte di Harry e gli chiude la bocca, un sorriso intenerito ad incresparle le labbra.
Quando si volta, Niall la sta guardando; «Vai a letto?» le domanda.
Lei scuote il capo, fa qualche passo verso di lui, poi gli si accovaccia proprio di fronte, togliendogli la possibilità di guardare la televisione e distrarsi. «Ho bisogno che tu ti concentri» premette.
Se Niall già è arrossito quando lei gli si è avvicinata, ora inizia a preoccuparsi. Non riesce a parlare, per cui, a labbra serrate e occhi sgranati, annuisce.
Louise lo guarda qualche istante, le viene da ridere, ma non si lascia sfuggire nulla più di un sorrisetto. Gli posa quindi entrambe le mani sulle spalle e lo guarda dritto negli occhi. «Devi ragionare. Concentrati su te stesso e, Cristo, non fare assolutamente nulla».
Niall, di nuovo, annuisce, sempre più preoccupato. Improvvisamente vorrebbe aver bevuto di meno la sera prima, aver fatto tardi ed essere già nel mondo dei sogni come Harry. Ma non succede. È sveglio, sveglissimo, e pure lucido, quando Louise preme le labbra sulle sue.
Ecco che, quindi, fa il contrario di quello che lei gli ha chiesto: arrossisce violentemente, balza in dietro, cade lungo e steso sul pavimento con un tonfo sordo.
Louise stringe le labbra con disappunto e alza gli occhi al cielo: «Cristo santo, Niall!».
Ma Cristo–santo–Niall al momento non capisce niente. «I–io... tu...» boccheggia, intontito.
È in panico, ecco perché un attimo dopo si becca uno schiaffo in faccia.
Dunque si acciglia, si copre la zona dolente con una mano e mette il broncio. «Vaffanculo!» sbotta, con la sua solita finezza.
A quel punto Louise ride, piega la testa da un lato e si scusa. «Niall, non voglio pomiciare con te, porca miseria». E questo, sì, lo rassicura un po'.
Si massaggia un'ultima volta la guancia, poi si fa forza con le mani sul pavimento per tirarsi a sedere, un po' più lontano da lei, perché ancora non si fida. «Ma...» azzarda, senza tuttavia finire la frase.
Louise alza gli occhi al soffitto di nuovo e annuisce: non ha tutti i torti, l'ha più o meno aggredito senza alcun preavviso. «Questo è quello che sta per succedere: io ti bacio e tu cerchi di capire cosa provi» spiega infine.
Niall sembra pensarci su per un attimo, poi si passa una mano tra i capelli, imbarazzato e confuso, e dice: «Perché» in un tono che non sembra nemmeno interrogativo. Più che altro è una supplica.
Lei sbuffa, si porta più avanti e gli mette di nuovo le mani sulle spalle. «Tu fallo e basta, d'accordo?».
Niall è preoccupato e disorientato – ovviamente: c'è Louise di mezzo! –, ma non osa obiettare. Si limita a serrare le palpebre e annuire.
Lei lo osserva qualche istante, decide che è mostruosamente tenero e vorrebbe pizzicargli le guance e mandare al diavolo tutto, ma poi ritorna in sé. Ecco che quindi prende un respiro profondo e lo bacia delicatamente, a fior di labbra, diverse volte, senza nemmeno disturbarsi a chiudere gli occhi.
Questa volta lui rimane immobile, i pugni serrati a contatto col pavimento, finché lei non interrompe il contatto e si getta a sedere per terra di fronte a lui. Sospira, come se si fosse tolta un peso. «Allora?» domanda, impaziente.
Niall rimane in silenzio per un po', pensandoci su, e intanto si fissa intensamente le piante dei piedi troppo grandi, che si sfiorano. Poi alza la testa e guarda Louise: «Baci da schifo».
«Vaffanculo!» è la sua fulminea risposta. Poi però ride, perché, insomma, significa che la sua teoria era giusta. «Quindi? Cos'hai provato?»
Niall scrolla le spalle. «Assolutamente niente» ammette, palesemente confuso.
«Oh, grazie al cielo!» sussurra a quel punto lei. Ride di nuovo, poi si alza in piedi senza dare ulteriori spiegazioni e si allontana. «Perfetto».
«Ora dove vai?»
«A prendere un pennarello: Harry ha decisamente bisogno di un paio di baffi, non trovi?»
Niall ride forte, così forte che Louise è tentata di tornare indietro e prenderlo a sberle, per paura che svegli la sua vittima. «Porco cane, Horan!» si lamenta in un sussurro stizzito.
Niall affonda la faccia in un cuscino per soffocare la risata, poi, quando si è calmato, riesce ad aggiungere sottovoce: «Anche un bel paio di occhiali».
«Così mi piaci!»

Tre giorni dopo, Liam e Zayn tornano all'appartamento in vista dell'incisione che li aspetta quel venerdì e al loro arrivo le cose stanno più o meno così: Harry è finalmente riuscito a far sparire anche l'ultima traccia di pennarello indelebile della propria schiena – forse Niall e Louise si sono lasciati prendere un po' troppo dalla loro vena artistica –, Louise non fa che rifilare occhiatacce a Niall quando lui parla di baci e il loro giovane irlandese riesce addirittura a versare il suo bicchiere di aranciata gelida dentro la maglietta della loro amica senza arrossire minimamente.
Certo, lo stesso non si può dire di Harry, quando il tessuto diventa trasparente.

  
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