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Autore: Beauty    02/08/2013    3 recensioni
Tutti sappiamo che la Bella aveva due sorelle cattive...ma se non fossero state poi così cattive?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sono felice di rivederti, davvero. Sembri stare bene, sono contenta che la Bestia non ti abbia fatto del male…
Davvero? Buono e gentile, dici? Beh, questa è una bella novità, dal tuo sguardo deduco che tu abbia trascorso una buona permanenza, al castello…
E’ passato quasi un anno, oramai. Non sei cambiata per nulla, devo dire.
Papà?
Beh, presumo sia a letto, ultimamente non è stato molto bene…
Ah, già lo sai? E’ per questo che sei qui? La Bestia ti ha lasciata tornare per lui?
Sì, certo, c’era da aspettarselo. Ovvio che sei tornata solo per lui…
No, che dici, non sono rancorosa! No, ascoltami, io non…
Se ci siamo occupate di papà? Beh, chiedilo a lui…
Lo sai che tutto quello che facciamo noi non va mai bene!
Senti, no, non voglio litigare, lascia che ti spieghi…
Dov’è Lavinia? Non lo so. Se n’è andata circa una settimana fa, non mi ha detto dove era diretta.
No, adesso vedi di calmarti! Non alzare la voce con me, non ho fatto niente di male! Non è colpa mia se Lavinia se n’è andata, e comunque non permetterti di giudicarla! Se l’ha fatto, aveva dei buoni motivi!
Lo so che ha abbandonato papà, ma credimi, se non l’ho fatto anche io è stato solo per carità cristiana!
Era quello che si meritava, dopo tutto ciò che ci ha fatto passare.
Noi? Noi, che cosa? Ti sbagli, noi non abbiamo fatto nulla di male. Mai.
Sì, certo, per te le cose sono ben diverse.
Essere la figlia prediletta non sempre fa vedere la realtà in modo lucido.
No, credimi. Lui non ci ha mai amate tutte e tre allo stesso modo.
Non sto mentendo, né ho bisogno di giustificarmi.
Ti prego, almeno dammi la possibilità di spiegare!
Ascoltami…
Siediti, sarai stanca e questa è una lunga storia.
Allora…beh, immagino sarà dura per te accettare la realtà dei fatti, ma è opportuno che tu la conosca.
Come sai, nostra madre è morta quando tu eri ancora in fasce.
Io me la ricordo, Lavinia forse era ancora troppo piccola, ma io ricordo molto bene come stavano le cose…
Vedi, la mamma aveva un fisico molto esile e delicato. Già di per sé era un miracolo che fosse riuscita ad avere me e Lavinia, ma dopo la sua nascita il dottore le sconsigliò di avere altri figli. Poi, però, rimase incinta di te.
Tu sei nata molto piccola, sottopeso, debole e magrolina. Dicevano tutti che non ce l’avresti fatta, ma nostra madre non ci volle credere. Il medico le aveva consigliato riposo, ma lei voleva a tutti i costi prendersi cura di te, affinché non morissi.
Così lei ti allattava, ti faceva il bagno, giocava con te, si svegliava ogni notte quando piangevi…
Certo che piangevi! Tutti i neonati piangono, e anche tu la notte ti svegliavi in lacrime. Così lei si alzava e ti cullava fra le braccia, perdendo ore di sonno.
In poco tempo si ammalò, e quando tu avevi pochi mesi morì.
Nostro padre non ha mai superato la perdita, lo sai.
Sì, non si è mai voluto risposare…ma credimi, ora sta bene. Prima era molto peggio.
Dopo che è morta nostra madre, era divenuto apatico. Non lavorava più, non mangiava, a malapena dormiva, e non si curava affatto di noi tre.
Andò avanti così per diverso tempo. E intanto, tu crescevi e diventavi sempre di più somigliante a nostra madre…
Un giorno…tu avevi tre anni, mi sembra di ricordare…beh, insomma, quel giorno tutto cambiò.
Lavinia era uscita a giocare in giardino, mentre io e te eravamo rimaste nella nostra camera. Papà entrò all’improvviso, e si sedette accanto a noi sul letto. Io ero piccola, ma me lo ricordo molto bene.
Non degnò me di uno sguardo, ma prese a fissare te con insistenza.
Beh, non ho idea di cosa sia scattato nella sua mente. Aveva pianto per anni la morte della moglie, e avrebbe benissimo potuto incolpare te. Tanto più che ogni giorno che passava tu le somigliavi sempre di più, e quindi non facevi altro che ricordargliela.
E invece, quel giorno ti guardò con una tenerezza infinita.
Somigli sempre di più a tua madre, disse proprio così, me lo ricordo come se fosse ieri. Sei uguale a lei. Dolce e pura. Sei bellissima, tesoro mio. Bella, bella, bella.
E da lì venne il tuo soprannome. Bella. Da quel giorno papà prese a chiamarti sempre così, e pretese che lo facessimo anche noi e la servitù.
Credo che alla fine ben pochi ricordino il tuo vero nome.
No, aspetta, lasciami finire…
C’è un perché ti sto raccontando queste cose. Ti prego, ascoltami.
Da quel giorno, tutto cambiò.
Nostro padre non ebbe occhi che per te.
Ti ricopriva di attenzioni, ti trattava come la sua piccola principessa, mentre io e Lavinia per lui non esistevamo più.
Quelle che per noi erano mancanze, per te erano pregi o vezzi.
Se la nostra stanza era in disordine, allora papà ci sgridava e ci rimproverava di essere pigre; se lo era la tua, allora rideva bonariamente dicendoti di essere una pasticciona. Se noi cercavamo di attirare la sua attenzione con qualche regalo, esibendoci in qualche attività, o cercando di aiutare in casa, allora eravamo sono in cerca di protagonismo, eravamo solo invidiose di te che invece eri perfetta in tutto.
In poco tempo, diventammo le cattive.
Se io o Lavinia piangevamo, erano solo capricci; se piangevi tu, allora lui era sempre lì pronto a consolarti. Se in una discussione cercavamo di farci valere, allora eravamo solo delle maleducate impudenti, mentre quando lo facevi tu era segno di un carattere forte. Se chiedevamo un regalo, eravamo viziate; se si trattava di fare un dono a te, lui ti regalava anche la luna.
No, non sto mentendo.
Bella, ti prego di credermi. So che ciò che ti sto dicendo non potrà mai farti cambiare idea su nostro padre, ma forse riuscirai a metterti nei nostri panni, a capire come ci siamo sentite.
Andò avanti così fino a che…beh, lo sai…il dissesto finanziario.
Lo so che non ci siamo comportate bene, che avremmo dovuto capire nostro padre e aiutarlo in quel momento difficile, ma cerca di comprenderci. Se ci siamo lamentate perché non avevamo più niente e avremmo dovuto trasferirci in campagna era solo perché ci era stata tolta l’unica possibilità di essere felici.
Trovare un marito, avere una casa propria, una famiglia tutta nostra…
Senza una dote questo è impossibile, lo sai.
Tu certo, questi problemi non li avevi. Tu stavi bene dove ti trovavi, con nostro padre che ti coccolava sempre, e anche questo ti ha dato modo di scalzarci.
Te lo ripeto, non è colpa tua. Se si è creata questa divisione fra noi, se ormai ogni cosa che tu dicevi o facevi era migliore di ciò che dicevamo e facevamo noi, è solo colpa di nostro padre.
Ammetto di essere stata invidiosa di te, e parecchio. Io e Lavinia eravamo sempre di malumore a causa di questa nostra nuova situazione, mentre tu non ti perdevi mai d’animo. Cucinavi, lavavi, stiravi, pulivi i pavimenti, ed eri sempre pronta a confortare nostro padre.
Noi non ce la facevamo, non dopo tutto il male che ci aveva fatto.
Mi dispiace di averti trattato male, qualche volta, ma ora capisco di aver sbagliato.
E’ di nostro padre, la colpa di tutto.
E poi, un anno fa, arriva la notizia che un carico è giunto in porto.
Noi ovviamente ne siamo felici, e nostro padre, prima di partire, ci chiede cosa vogliamo.
Forse siamo state egoiste, ma era da così tanto che non indossavamo una collana o un vestito nuovo. Per questo abbiamo chiesto abiti e gioielli. Volevamo sentirci di nuovo belle, belle come lo eri tu, pur essendo vestita di stracci.
Anche in quell’occasione, però, la tua bontà ha spiccato agli occhi di nostro padre.
Sì, certo. Lo so che a te non importava niente della rosa e che gliel’hai chiesto solo per non farlo sentire in colpa, ma questo ai suoi occhi ha solo accentuato la differenza fra te e noi due.
Poi, il resto lo sai.
Quando è tornato e ha iniziato a blaterare di una bestia orrenda, un castello, e ha detto che il mostro voleva una delle sue figlie, abbiamo compreso fino in fondo che razza di uomo fosse.
Dichiarava di amarci, eppure non avrebbe esitato a sacrificare una di noi per salvarsi la vita.
Certo, avrebbe certamente preferito che andasse una di noi due, o me o Lavinia.
Sì, lo so che ci siamo avventate tutt’e due su di te, ma ammettilo: avevamo ragione. Tu avevi chiesto quella dannata rosa, tu l’avevi messo nei guai, spettava a te riparare il danno.
Comunque, tu hai accettato, te ne sei andata e per quasi un anno ti abbiamo creduta morta.
Davvero. Beh, papà ci aveva parlato di un mostro sanguinario, l’ultima cosa che ci saremmo aspettate è che fosse come l’hai descritto tu…
In ogni caso, i rapporti con nostro padre precipitarono del tutto.
Si ammalò a causa della tua presunta morte, ma trovò comunque la forza di darci contro, con più rabbia e cattiveria di prima. Ci ripeteva giorno e notte che eravamo due vipere, delle egoiste che avevano mandato la loro sorellina a morte per salvare la loro vita, quando invece era tutta colpa sua.
Sì, Bella, colpa sua.
Se davvero ci avesse amate, allora sarebbe tornato da solo dalla Bestia. Sarebbe morto, piuttosto che sacrificare una delle sue figlie, e lo sai anche tu.
Comunque, come ti ho detto, si ammalò. Noi tentammo di resistere ancora un po’, stringemmo i denti e ingoiammo un boccone amaro dopo l’altro, standogli vicino, facendogli da infermiere, ma lui ci respingeva sempre di più.
Infine, una settimana fa, ci fu l’ennesima litigata.
Papà ci urlò di essere due streghe, che non ce n’era mai importato niente né di lui né di te.
Sareste dovute morire voi due, al posto di vostra sorella!, ci urlò.
Ci ha ferite, Bella. Davvero tanto. Il pensiero che ci odiasse così tanto da volerci morte…
A quel punto, Lavinia non ce l’ha fatta più.
Beh, padre, dal momento che questo è il vostro desiderio, gli disse, fate conto che abbiate due figlie morte, e non solo una.
E se ne andò. Fece le valigie velocemente, mi salutò e se ne andò.
No, te l’ho detto, non so dove sia. Non me l’ha detto, e credo che non voglia essere trovata.
Bene, ora sai la verità.
Perdonami, forse non avrei dovuto svelarti queste cose, ma sentivo che non ce l’avrei fatta a lasciarti con questo peso sul cuore.
Sì, me ne vado. Ho già fatto i bagagli, parto stasera con la prima carrozza.
Sono rimasta solo per occuparmi di nostro padre.
No, aspetta, non ho detto questo. Non credo di amarlo, non più, dopo tutto quello che ci ha fatto.
Perché sono rimasta, allora?
Beh, perché mi sarei sentita in colpa ad abbandonare un povero vecchio solo e malato.
Ma ora ci sei tu, sarà felice di rivederti. La mia presenza non è più necessaria.
Te lo dico un’ultima volta. Tu non hai nessuna colpa, se non quella di essere, come me e Lavinia, figlie di un uomo dal cuore di pietra.
Mi dispiace lasciarti ora che ti ho appena ritrovata, ma davvero non posso più stare in questa casa. Il mio cuore non regge più.
Sei mia sorella e ti amerò sempre, ma ora devo andare.
Ti auguro tutta la felicità del mondo, sia che tu decida di rimanere con nostro padre sia che tu ritorni dalla tua amata Bestia.
Ti voglio bene, Bella.
Addio.
 

FINE

  
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