Fanfic su artisti musicali > Beatles
Segui la storia  |       
Autore: TheNowhereGirlOfYesterday    02/08/2013    2 recensioni
"[...] Ma sapeva che, ormai, era troppo tardi, era fuori tempo; tornò alla realtà, prese una foto dei Silver Beetles, la strinse a lei e si buttò sul letto chiudendo gli occhi.
La sua mente iniziò a viaggiare, come sempre, desiderando di trovarsi nel passato, desiderando l’impossibile.
Ma proprio quando sembrava aver superato ogni limite della realtà, della possibilità.. una, due, tre gocce le bagnarono il viso.
Erano troppe per contarle."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: John Lennon , Nuovo personaggio, Paul McCartney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Across The Universe

Liverpool, August 21st 2013

Forthlin Rd.

Sally McCartney, Sally Cooper McCartney, 16 anni, figlia di Mary McCartney ed Harold Cooper, quest’ultimo morì affetto dal cancro, ancor prima che Sally nascesse; Mrs. McCartney, ormai vedova da otto anni decise di risposarsi: trovò conforto in Simon Radcliffe, proprietario del Cavern Club.
La ragazza, sin da bambina, aveva sempre sognato di diventare famosa e, poiché suo padre adottivo Simon era proprietario del Cavern, lei ne approfittò.
Il suo idolo per eccellenza? Sir James Paul McCartney ed ovviamente, a seguire, i Beatles.
Sally è sempre stata orgogliosa del proprio cognome e della sua provenienza. I motivi? Beh, sono ovvi.
I suoi idoli l’ispirarono sin da piccola a cantare ed a suonare uno strumento: prima il pianoforte e la chitarra, poi il basso, l’armonica e via discorrendo. Una polistrumentista, no?
Sally era anche molto popolare a Liverpool e dintorni per la sua Band, per le serate al Cavern Club, il Cavern Club, il celeberrimo Cavern Club in cui esordirono i suoi idoli.. che onore seguire i loro passi, che onore essere lì.
Gran parte della città era tempestata di manifesti che annunciavano le esibizioni della sua band: il suo viso delicato, quegli occhi lievemente inclinati verso il basso.. quegli occhi color nocciola in cui in verde risaltava.. Sally padroneggiava, oltre che durante le esibizioni, anche nei cartelloni; ma non perché lo volesse anzi, lei avrebbe voluto che emergessero nel medesimo modo anche gli altri componenti ma, a quanto pareva, lei era quella con più talento quindi più acclamata.
Inoltre, era circondata di ragazzi. Lei non voleva: da quando era diventata piuttosto famosa si era chiusa in sé stessa, non voleva sbilanciarsi troppo.. un passo falso e la sua reputazione sarebbe caduta in basso.
Com’è risaputo, le cose s’ingigantiscono ogni qualvolta vengono dette, diventano enormi.. enormi bugie capaci di far cadere ai più infimi livelli anche la persona con la miglior reputazione al mondo.
Ma, tornando a Sally: il suo talento non era l’unica cosa che l’aveva aiutata a scalare la montagna chiamata “fama” : oltre che ad avere il cognome di Paul, aveva anche il suo volto, il talento musicale ed artistico in generale, la brillantezza, la furbizia.

La ragazza camminava, pensierosa, verso casa sua tenendo in mano un ombrello quando sentì qualcuno urlare il suo nome con udibile affanno: ella si voltò e vide un ragazzo alto, snello e con un lungo impermeabile correrle incontro.
Nonostante la pioggia, la quale impediva la visuale oltre qualche metro, riuscì a capire che, quel ragazzo era Ivan: Il manager della sua band.
 
Ivan Smith, un ragazzo tanto simpatico quanto, all’occorrenza, serio, prediligeva il sarcasmo ed il black humor .
Non si vestiva come i classici ventenni del ventunesimo secolo: lui detestava quelle scarpe da passeggio, quei jeans a vita bassa e dannatamente attillati e, oltre ciò, detestava anche quei capelli rasati do un lato o, ancor peggio, da ambedue i lati: li definiva  strani e come un modo alquanto infantile per farsi notare.
Lui era un ragazzo.. come si dice? Ah! Un ragazzo vecchio stampo.
Della Old School.
Amava i Beatles, I Rolling Stones, I Queen, Elvis, Buddy Holly, Oasis, Michael Jackson, Chuck Berry: uno dei tanti motivi per cui andava d’accordo con Sally.
Ivan era vestito con  dei jeans scuri non molto attillati (se lo fossero stati non li avrebbe mai messi) con un risvolto alla fine lasciando scoperte le sue caviglie affusolate e mettendo in risalto le sue scarpe da Teddy Boy.
Il suo cappotto nero, reso lucido dalla pioggia, si fermava qualche centimetro più sopra delle ginocchia; inoltre, lasciava intravedere una maglia bianca in forte contrasto con quel cappotto nero corvino.
I suoi capelli ramati, bagnati, gli coprivano la fronte ed i suoi occhi azzurri con sfumature verdi, come il mare delle Hawaii, brillavano con forte intensità su quel volto candido dal lineamenti delicati: la bocca piccola e sottile, il naso dritto pur se sembrava lievemente aquilino ed i suoi occhi lievemente a mandorla.
 
Sally, con il suo ombrello blu scuro come la notte, andò incontro al ragazzo per ripararlo; egli sorrise riconoscente: -Grazie! Allora, questo periodo è un po’ fiacco per gli ingaggi o mi sbaglio?- disse passando una mano tra i suoi capelli bagnati facendo sì che si spostassero di lato.
-Sì, hai ragione … - replicò la ragazza sospirando e, guardando Ivan di sfuggita, riprese a camminare.
-Mh, colpa di quel gruppo di Manchester, scommetto.-
La ragazza, a quest’affermazione, si limitò ad annuire ed a sospirare amaramente rendendo vagamente nota la sua delusione.
-Ma, hey, su con il morale! Ho parlato con i gestori delle esibizioni che si svolgono al Club..- disse lui accennando un sorriso.
-Ah, sì? Cos’hanno detto?- un sorriso illuminò il bel viso di Sally facendo sorridere anche Ivan.
-Hanno detto che potrete esibirvi venerdì e sabato, come ben sai in quei giorni c’è il pienone.. Recupereremo tutto il tempo perso, cara mia!- rise il ragazzo facendo un tono buffo.
-Oh, Ivan.. non avremmo potuto avere un manager migliore! Grazie.. ti va di venire a casa mia? Prepariamo la scaletta e ti faccio sentire qualche pezzo. Ci stai?- Sorrise mettendo la mano libera nella tasca dei suoi pantaloni di pelle attillati.
-Perfetto, ci sto!
 

***

 
Sally infilò la mano sinistra nel suo giubbotto di pelle, prese le chiavi ed aprì la porta facendo segno al ragazzo d’entrare.
-Mamma, sono a casa! C’è anche Ivan con me!- urlò la ragazza per fare in modo che la madre, ovunque si trovasse in casa, la potesse sentire.
-Va bene!- Replicò, con lo stesso tono, la donna più grande la quale di trovava in cucina.
Sally si tolse il giubbotto mostrando la sua maglia bianca degli Oasis: uno dei suoi gruppi preferiti in assoluto.
Prese il cappotto di Ivan, lo appese con il suo e si avviò verso la rampa di scale facendo segno ad Ivan di seguirla.
Il ragazzo non esitò e la seguì.
Una volta giunta dinanzi alla porta della sua stanza, rigorosamente chiusa come al solito, la aprì  e si fece strada verso la sua chitarra acustica Epiphone EJ 160e (Lo stesso modello di quella che John Lennon aveva all’epoca di A Hard Day’s Night) ed Ivan prese l’armonica a bocca che si trovava sulla scrivania.
-No, no.. per questo pezzo non serve l’armonica, bensì la tastiera.- disse Sally presa dall’accordare la sua chitarra.
-Che pezzo vuoi fare?- chiese curiosamente l’altro mentre prendeva l’enorme tastiera posizionandola sull’apposito supporto. Fatto ciò guardò Sally in attesa di una risposta.
La ragazza, intanto, stava raccogliendo i suoi castani (quasi ramati), lunghi e lisci capelli in un’alta coda lasciando libero il ciuffo corto e liscio, facendo in modo che le coprisse la maggior parte della fronte.
-Good Rocking Tonight, Elvis.- disse sorridendo e suonò il primo accordo della canzone come per testare il modo in cui aveva accordato la sua chitarra.
-Sally.. la solita Rocker: è per questo che mi stai particolarmente simpatica!- rise e cacciò lo spartito della suddetta canzone nel mucchio di fogli sulla scrivania alla sua sinistra.
-Già … - rise lei orgogliosamente –Ok, al mio quattro si parte, mh?- posizionò le dita sulla tastiera della chitarra formando un MI e guardò il ragazzo, il quale annuì.
-One, two, three, four!- esclamò la ragazza per poi iniziare a suonare accompagnata da Ivan.
Ivan l’accompagnava solo strumentalmente, nonostante avesse una bella voce.
Era Sally la star, la colonna portante, il cuore e la mente del gruppo.
Il suono dei due strumenti s’incastrava alla perfezione con la dolce e profonda voce della ragazza: era sorprendente il modo in cui cantava, riusciva a toccare note estremamente acute ed estremamente gravi.. un’estensione vocale degna d’essere acclamata dal mondo, no? Andava da un estremo all’altro, come si dice di solito.
Anche questo era un punto a favore della somiglianza, oltre che fisica, con Sir Paul.
Durante la canzone, ogni tanto, i due si scambiavano sguardi d’intesa.
-Fantastica come sempre, Sally!- disse Ivan entusiasta qualche secondo dopo aver terminato la canzone e applaudì brevemente.
-Tu sei troppo gentile, come sempre, d’altronde..- rise per poi tornar seria –Comunque, secondo me, dovrei migliorare le parti gravi.- la ragazza annuì convinta ed indicò ad Ivan le suddette parti.
-A mio parere sono perfette … ma come vuoi.- Si strinse nelle spalle –Tu sei l’artista.- sorrise dolcemente e Sally fece lo stesso di rimando.
Il ragazzo guardò l’orologio e sbarrò subito gli occhi –Diamine, devo scappare!-
-Oh.. err.. ti accompagno giù.- Sally adagiò la chitarra sul letto e si alzò.
-Mi dispiace.. quando potremmo rivederci per concordare la scaletta?-
-Tranquillo, quando vuoi.- Sorrise e lo accompagnò di sotto porgendogli il cappotto che fu preso subito dal rispettivo proprietario.
-Va bene.. allora t’invio al più presto un messaggio. Ci sentiamo presto.. ciao!- sorrise aprendo la porta ed uscì imboccando il vialetto.
-Ok.- sorrise e salutò con la mano.
Restò con la porta finché il ragazzo, qualche metro dall’uscita di casa sua, non svoltò per Hurstlyn Rd.
Casa di Sally si trovava affacciata su Forthlind Rd e Hurstlyn Rd, infatti.
Sally diede un’ultima occhiata ad una casa con il giardino perfettamente curato, la porta bianca con il contorno rosso .. il tutto era messo in risalto da un fioco raggio di sole che rompeva l’oscurità del cielo di Liverpool.
Dopodiché chiuse la porta e tornò in camera: lì prese l’armonica e, stesa sul letto arrangiò Songbird degli Oasis.
Intanto, aveva ripreso a piovere; lei amava la pioggia, la rilassava, le faceva dimenticare tutti i problemi.. aveva il potere di calmarla. Fungeva da calmante.
Sì posizionò dietro il vetro della finestra a fissare la medesima casa di prima: non c’era più quel raggio di sole che la illuminava, esso era stato sostituito dall’ombra e dalle gocce pesanti della pioggia.
La fissava senza tregua ed ignorò la pioggia scrosciante che batteva insistentemente e con forza sul vetro, sull’asfalto, sull’erba del suo piccolo giardino.
La casa osservata era quella in cui Paul McCartney passò la sua infanzia e parte della sua adolescenza.
La guardava sempre, sempre. Come se l’avesse aiutata tutto il tempo.
Ah! Come desiderava essere nata negli anni ’40, conoscere Paul, John, George, Ringo, Pete, Stuart.. sapeva tutto di loro!

Oh Sally.. Sally la sognatrice.. quante volte guardava indietro con rabbia, quante volte chiudeva gli occhi sperando di riaprirli e trovarsi negli anni ’50: magari al Walton, proprio quanto vi si esibirono per la prima volta i Quarrymen, quando Paul e John si conobbero.. 6 luglio 1957.
Ma sapeva che, ormai, era troppo tardi, era fuori tempo; tornò alla realtà, prese una foto dei Silver Beetles, la strinse a lei e si buttò sul letto chiudendo gli occhi.
La sua mente iniziò a viaggiare, come sempre, desiderando di trovarsi nel passato, desiderando l’impossibile.
Ma proprio quando sembrava aver superato ogni limite della realtà, della possibilità.. una, due, tre gocce le bagnarono il viso.
Erano troppe per contarle.

 
 
Note dell’autrice: Ebbene sì, pochi ma amati lettori, sono tornata, non sono morta. Yay. (Nobody cares, I know. Ugh. ;_;)
Mi è venuta l’illuminazione divina per fare questa storia, mh, spero di riuscire a finirla.
A volte il caldo fa miracoli, credo che mi sia servito non dormire la notte! La mia mente viaggiava per spazi sconosciuti! :’D
E vbb(?).
Che ne dite del primo capitolo? Sono cosciente del fatto che questo sia alquanto fiacco e, apparentemente, non attinente a quel che lo svolgimento della storia è ma, fidatevi, è importante.. non potevo far avvenire la sorpresa già al primo capitolo!:D
Oops, a little spoiler. Damn it!
Come avete notato questo capitolo e’ davvero molto corto rispetto a quelli delle precedent storie.. ahimè, non avevo altro da scrivere lol.
In ogni caso… grazie a coloro che hanno deciso di aprire questa fanfic, a coloro che l’hanno letta e che, quindi, sono a questo punto, a coloro che (eventualmente) metteranno tra I preferiti/seguiranno/recensiranno/blah blah blah. (?)
Ok, la smetto.
Il prossimo capitolo è pronto, devo solo trascriverlo.
Prossimo aggiornamento? Il prima possibile! O almeno spero.
Restate sintonizzati(?) e… alla prossima!
xxx
-TheNowhereGirlOfyesterday
 

   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Beatles / Vai alla pagina dell'autore: TheNowhereGirlOfYesterday