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Autore: Nick Wilde    03/08/2013    1 recensioni
Red è un furbo ragazzo di campagna i cui hobby preferiti sono romprere le uova nel paniere al vicino il signor Amos, rubare al mercato e divertirsi insieme al suo migliore amico Toby, un giovane cacciatore. I due vivono in un piccolo regno al confine con quello di Regina, sotto la giurisdizone del perfido Re Cornelius un tiranno che ha finito col portare via tutto ciò che avevano di più caro, ovvero i loro genitori. Pur di vendicarli Toby si dimostra pronto a tutto perfino a sfidare Re Cornelius, tuttavia Red, più propenso a scegliere la via della ragione a quella delle armi farà di tutto per impedire un massacro, perfino chiedere aiuto ad un certo mago oscuro.
Nel frattempo a Storybrooke il nuovo sindaco Belle deve aiutare un povero ragazzo nel ritrovamento del proprio migliore amico.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Belle, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Once Upon a Time-Red and Toby

 

''Red!'' urlò la signora Tweed, ''Red! Red dove sei?'' continuò a chiamarlo disperata.

 

''Buh!''.

 

Un verso di scherno fece voltare immediatamente l'anziana con un salto, procurandole un infarto, e la perdita di ben dieci anni di vita. Un giovane ragazzino dai corti capelli rossi, e dai grandissimi occhi nero pece era apparso di soppiatto dietro di lei pur di spaventare la povera donna.

 

''Redson Fox, se non avessi promesso a tua madre su letto di morte che ti avrei cresciuto e accudito come figlio, io ti, ti … uh!'' finì il la frase con uno sbuffo rivolto verso il cielo e tornò a stendere i panni.

 

''Dai stavo scherzando!'' ridacchiò il ragazzo di nome Red. Si diresse verso la nonna ''Dai puoi perdonarmi, solo per questa volta?'' chiese, ma la signora Tweed proprio non voleva sentire ragioni e stese la coperta bianca sul filo proprio dove si trovava Red. ''Per favore!'' la supplicò lui, ma lei evitò accuratamente d' incrociare il suo sguardo, così il ragazzo con scatto fulmineo le si parò davanti ''Per favore!'' la supplicò per l'ultima volta rivolgendole il suo famoso ''sguardo da cucciolo''.

 

Ora Red era quello che in molte avrebbero definito un ''ragazzo carino'', possedeva un mento pronunciato, due guance paffute, un sorriso smagliante e ad incorniciare il tutto delle adorabili lentiggini. Per non parlare poi del suo fisico atletico, vedete c'era un motivo se il suo cognome o meglio soprannome era ''Fox'', infatti era agile e scattante come una volpe, inoltre la signora Tweed sua nonna con la quale viveva fin da piccolo era molto povera, possedeva un allevamento certo e non era certo poco cosa, tuttavia le vacche e le galline erano sempre meno, così come il frutto del loro lavoro, e nei periodi di magra i due avevano ben poco di cui mangiare per cui il ragazzo doveva provvedere al loro sostentamento rubacchiando nelle bancarelle, e credetemi se vi dico che era estremamente agile, non lo beccavano mai.


Per cui vedete era molto difficile tenere a lungo il broncio a Red, e nessuno lo sapeva meglio della signora Tweedy, che appena notò quello sguardo scoppiò a ridere ''Ma certo che ti perdono'' disse arruffandogli i capelli.

 

Il suono di passi, uniti allo scricchiolare dell'erba e dei rami li fece voltare di soprassalto, si trattava di Amos Slade il loro ''vicino'' di casa un vecchio e scorbutico cacciatore la cui attività preferita era prendersela con Red perché quella ''dannata volpe'' aveva nuovamente disturbato le sue galline, cosa che peraltro era successa davvero, anche se solo una volta. Ad accompagnare il vecchio Amos come sempre c'era i suo figlio ''Fiuto'' o come preferiva chiamarlo Red ''Vecchio Fiuto'', l'aveva chiamato così una volta tanto per divertirsi, non vi dico quanto si era arrabbiato, l'aveva rincorso per tutta la contea urlando ''Ti uccido! Ti uccido!'' finché il padre non riuscì a riprenderlo e riportarlo a casa di peso, da allora quello divenne il suo soprannome, mentre il secondo era un ragazzo dell'età di Red, era il nipote di Amos e si chiamava Toby, a lui Red voleva un bene dell'anima, si erano conosciuti per caso e avevano finito col diventare amici, anzi mi correggo migliori amici, fratelli se vogliamo.

 

Toby teneva un mento aguzzo, dei lunghi capelli marroni, occhi del colore della terra e un tenero pizzetto, il naso era un pochino più minuto rispetto a quello di Red, e il colore della pelle non era del tutto chiaro, diciamo che rimaneva sul ''caffé al latte'', ed era privo di lentiggini.

 

Non appena lo vide Red alzò la mano in segno di saluto, l'amico cercò di fare altrettanto, ma subito incrociò lo sguardo omicida del vecchio Fiuto e subito la riabbassò mortificato ''Scusa!'' mimò con le labbra.

 

Red scosse la testa come dire ''Fa niente'', poi mimò con le labbra le parole ''Ci vediamo dopo''.

 

''D'accordo!'' rispose Toby e infine scomparve in casa.

 

''Vecchio scorbutico'' borbottò la signora Tweed ''Vieni Red, è ora di pranzo''.

 

''Arrivò!'' rispose Red che nel frattempo era rimasto a fissare il suo amico andarsene, teneva un certo sguardo malinconico, rimase così per un altro paio di minuti, infine rientrò in casa.

 

 

A Storybrooke una piccola e tranquilla cittadina nel Maine una giovane ragazza dai lunghi capelli color nocciola e dagli occhi color cioccolato stava seduta nella foresta in una piccola collinetta in riva al fiume intenta a leggere un libro. Si trattava di Belle, il nuovo sindaco a tempo indeterminato, era stata eletta in fretta e furia dai cittadini dopo che l'attuale sindaco Emma Swann, insieme al vicesindaco Regina Millers, ai suoi genitori Biancaneve e Charming, Killing Jones e il suo fidanzato il signor Gold erano partiti per salvare un ragazzo di nome Henry. Ora tutto questo era accaduto più di un mese prima eppure erano successe un sacco di situazioni straordinarie, in primo luogo lei era stata eletta ''sindaco a tempo indeterminato'', carica che avrebbe volentieri rifiutato, ma alla quale per forza di cose era stata costretta a rinunciare, in secondo luogo a Storybrooke accadevano le cose più assurde, o meglio erano sempre accadute trattandosi di una cittadina proveniente dal mondo delle fiabe trasportata nel nostro mondo da una maledizione lanciata da una strega cattiva (storia lunga), ma ora cominciavano a spuntare come funghi un sacco di personaggi, Leroy la settimana prima affermava di aver visto una sirena, non era stata trasportata nessuna sirena a Storybrooke, quindi com'era possibile? Capirete quindi che l'essere primo cittadino in una città come quella era veramente qualcosa di stancante, ecco perché lei se ne stava seduta lì intenta a leggere il suo nuovo libro.

 

Cominciò la sua tranquilla lettura, quando un tonfo improvviso attirò la sua attenzione, proveniva dal fiume, lentamente alzò lo sguardo dal libro, e notò un giovane ragazzo intento a lanciare sassi nel fiume, era alto, si trattava senza ombra di dubbio di un adolescente, un sedicenne o diciassette constatò, indossava un berretto invernale giallo ocra, con una striscia nera, una felpa marroncina con le spalle e il cappuccio color verde militare e dei jeans color marrone scuro. Di chi si trattava? Un nuovo arrivato? Belle decise di avvicinarsi.

 

''Ciao'' esordì ''che cosa fai?'' chiese.

 

''Ciao'' le rispose lui con un sorriso, poi tornò a lanciare i sassi ''cerco di distrarmi'' rispose.

 

''Da cosa?'' chiese Belle incuriosita.

 

''Da quello che devo fare''.

 

''E che cosa devi fare?'' chiese Belle.

 

Il ragazzo sbuffò poi tirò un sasso ''Trovare una persona''.

 

''Chi?'' chiese Belle, ma se ne pentì forse stava cominciando a diventare fastidiosa.

 

Il ragazzo si fermò un attimo ''Un amico'' rispose.

 

Belle decise che era meglio non insistere, tuttavia si concesse un'ultima domanda ''Ma tu chi sei?'' chiese.

 

''Sono Toby'' rispose lui ''E nel caso tu te lo stia chiedendo sì. Una volta ero un cane''.

 

 

Red non dovette aspettare molto prima che Toby lo raggiungesse, era rimasto tutto il tempo vicino al lago osservando preoccupato l'enorme castello nero all' orizzonte, quando sentì quei passi per lui ormai divenuti inconfondibili ''Sei venuto'' esordì senza voltarsi.

 

''Non potevo certo mancare'' rispose l'amico con un sorriso dirigendosi esattamente al fianco di Red, che per tutta risposta trasformò il suo triste broncio in un sorriso malinconico. ''Stai di nuovo fissando la residenza di Conelius?'' chiese l'amico parlando di cose serie.

 

''Sì'' rispose Red ora più malinconico che mai ''Poco fa la signora Tweed parlava di trasferirsi''.

 

''E dove?'' chiese Toby.

 

''In un regno un po' più a nord, sai sotto la giurisdizione di Regina''.

 

''Che cosa?'' chiese Toby sbalordito ''ma è una tiranna!''.

 

''Non quanto Cornelius e il suo esercito di morti viventi'' rispose Red di rimando.

 

''Ma come, tu non puoi davvero andartene così, pensavo volessi vendicare la morte dei tuoi genitori, almeno quanto lo desidero io''.

 

''Credimi Toby, nessuno più di me vorrebbe staccare la testa a Re Cornelius, ma se non fuggo ora e cerco di mettermi in salvo la morte di mia madre non avrà alcun significato, credimi Toby mi dispiace davvero tanto''.

 

''Capisco'' rispose Toby affranto.

 

I due rimasero in silenzio per un po' di tempo rimuginando sul da farsi, quella sarebbe stata forse l'ultima giornata che i due avrebbero condiviso insieme, il loro ultimo giorno di vita. Red avrebbe tanto voluto fare in modo che l'amico venisse insieme a lui, ma era a conoscenza della strategia di difesa del vecchio Amos, il giorno dopo quando Cornelius avrebbe attaccato il Regno lui insieme ai due figli avrebbe combattuto pur di restituire la libertà al popolo anche a costo di rimetterci la vita, e Toby l'avrebbe seguito perché era suo figlio, il suo fedele cagnolino da compagnia, ma perché doveva sempre essere così maledettamente onesto? Avrebbe potuto andare insieme a lui e vivere una vita veramente felice, essere amici per sempre, vivere in una nuova fattoria, allevare il bestiame, cacciare, giocare insieme, ma purtroppo nessuno di questi ideali si sarebbe mai avverato, la guerra porta via le persone che ami di più, a volte le cambia, a volte le distrugge. Ma Toby nel contempo aveva anche ragione, doveva combattere, doveva combattere per proteggere le persone a cui teneva di più, quelle che erano rimaste quantomeno. Vedete i genitori di Red erano morti a causa di Re Cornelius, era successo quando lui era ancora in fasce, eppure nei suoi ricordi o per meglio dire incubi ricorda tutta la scena perfettamente.

 

''Lilian prendi Red e scappa!'' urlava suo padre, l'esercito di zombie cercava di entrare in casa a forza, sua madre lo prese tra le braccia uscì dalla finestra e corse.

 

Corse attraverso la foresta, tra alberi fitti e scuri, l'esercito di Re Cornelius era proprio dietro di loro, li stavano raggiungendo, lui continua a piangere e non riusciva a fermarsi, sua madre cercava di consolarlo, infine raggiunsero la tenuta della signora Tweed ''Evelyne'' disse sua madre in un sussurro ''ti prego proteggi Red'' la supplicò senza fiato, deglutì a fatica, a malapena riusciva a respirare, era stanca, troppo stanca e forse pronta a morire, tuttavia strinse la manina del figlio con un dito ''Addio Red, fai il bravo d'accordo e sii forte, piccolo mio'' sussurrò. Il ragazzo non aveva mai dimenticato quei profondi occhi verdi quanto la natura stessa guardarlo per l'ultima volta, in seguito sua madre scomparve nella notte e non fece mai più ritorno. In seguito all'età di sette anni avrebbe incontrato Toby, un giovane aspirante cacciatore, nipote di Amos Slade l'uomo più odiato del mondo dalla signora Tweed e avrebbero finito col diventare amici per la pelle, la storia dell'amico era molto simile alla sua, anche lui aveva perso i suoi genitori a causa di Re Cornelius, e c'era una sola cosa che desiderava, non dover mai più assistere alla scomparsa di qualcuno.

 

Dunque Red capiva perfettamente il volere di Toby, poiché era anche il suo, ma non poteva di certo scappare da solo lasciando il suo migliore amico a morire, no, non l'avrebbe fatto, avrebbe trovato un sistema, in fondo lui era più scaltro di una volpe, no?

 

 

A Storybrooke nel Maine Belle rimaneva incantata ad ascoltare la storia di un giovane ragazzo solitario, d'accordo tutti loro erano personaggi delle fiabe, ma mai nella vita aveva pensato di incontrare un cane e una volpe parlante, apprendendo peraltro che fossero reali, e dire che conosceva quella fiaba a memoria, era rimasta molto colpita nell'apprendere questa verità.

 

''E poi, cos'è successo?'' chiese.

 

Toby le regalò un altro sorriso malinconico, stava arrivando alla parte peggiore, se lo sentiva, l'errore delle ''persone reali'' era pensare che dopo il ''grande bacio'' la storia finisse con un ''per sempre felici e contenti'', invece questo non accadeva mai, il lieto fine è un qualcosa di molto forte e al contempo difficile da conquistare, quasi nessuno a Storybrooke aveva trovato il ''vero lieto fine'', se si era costretti a considerare una storia dal finale di per sé triste quale ''Red e Toby'', allora la giovane non doveva certo aspettarsi un finale felice.

 

A quel punto Toby ripartì.

 

 

Era ormai notte fonda, e Red era alla cima della collina, tutto taceva, nulla osava muoversi, un silenzio assoluto serpeggiava nell'aria, interrotto solamente dal respiro del ragazzo e dallo frinire dei grilli. Quello che stava per fare era una pazzia, sapeva bene che cosa poteva succedere ad intraprendere accordi con quell'uomo, ne aveva sentito parlare nelle sue scorribande al mercato, ma ormai era troppo tardi, non poteva più tornare indietro. Chiuse gli occhi e trasse un gran respiro profondo ''Tremotino'' pronunciò a voce medio alta, li riaprì non era arrivato nessuno ''Tremotino!'' urlò questa volta.

 

''Non c'è bisogno di gridare''.

 

Red sussultò, una voce viscida e glaciale lo fece voltare di colpo, davanti a lui si ergeva l'essere più disgustoso del mondo, alto quasi il doppio di lui, viso aguzzo, capelli unti, pelle grezza di un colorito pece, denti gialli e storti e unghie incolte. Metteva i brividi solamente a guardarlo.

 

''Il mio aspetto ti repelle?'' domandò.

 

Red deglutì, poi sollevò il mento, non doveva dimostrarsi debole ''Affatto'' rispose.

 

''Uh, qualcuno sta cercando di fare il coraggioso'' ridacchio l'elfo oscuro, una risata agghiacciante senza ombra di dubbio ''e sentiamo allora perché un suddito di Re Cornelius è venuto a cercare me? Qual è il tuo desiderio?'' in quell'ultima domanda il velo di ironia della sua voce era caduto, ora sembrava molto più serio.

 

''Vorrei che io, Toby, la signora Tweed, Fiuto e il vecchio Amos riuscissimo a salvarci dall'attacco di domani'' rispose deciso.

 

''Oh, interessante'' commentò l'elfo ''ma come saprai tutto ha un prezzo …''.

 

''Sì mi hanno riferito anche questo'' rispose il ragazzo ''ma non so come pagarvi'' ammise.

 

L'elfo si avvicinò a lui e cominciò a squadrarlo ''Che ne dici di una ciocca dei tuoi capelli?''.

 

''Cosa? Ma perché?'' chiese Red accigliato.

 

''Niente domande'' rispose Tremotino con un gesto teatrale della mano ''vuoi salvare coloro che ami oppure no?'' chiese.

 

Red decise di non staccargli gli occhi di dosso, tuttavia acconsentì, estrasse un piccolo pugnale dai pantaloni e si strappò una ciocca rossastra dalla testa, infine la porse all'elfo.

 

''Perfetto'' commentò il Signore Oscuro, fece roteare la mano dal cui palmo comparve un piccolo vortice nero, e nel giro di un paio di istanti si trasformò in due boccette contenenti un liquido. ''Dovrete berne una tu ed una Toby, vi trasformeranno in ''chi siete davvero'' e vi permetterà insieme alle vostre famiglie di scappare dal vostro tiranno.

 

''D'accordo'' rispose Red confuso, non era proprio sicuro di potersi fidare di Tremotino, ''ma quale dobbiamo bere?'' chiese.

 

''Oh non c'è un ordine specifico, prendete quella che volete, in fondo la pozione è la stessa''.

 

''D'accordo, grazie'' disse infine Red, si allontanò a grandi passi, in seguito si voltò per porgere un'altra domanda a tremotino, ma l'elfo era appena sparito.

 

Il ragazzo dai capelli rosso fuoco corse a perdifiato per tutta la foresta, fino alla tenuta di Amos ''Toby!'' chiamo a perdifiato ''Toby!'' urlò in seguito ''Toby ci sei?'' non si preoccupò di poter svegliare qualcuno, doveva sbrigarsi, mancavano solo poche ore all'alba.

 

La finestra si aprì improvvisamente e il giovane cacciatore si sporse fuori ''Red!'' esclamò indignato ''ma dico sei forse impazzito? Che cosa ci fai fuori a quest'ora di notte? E come ti è venuto in mente di urlare in quel modo? Ti rendi conto cosa sarebbe successo se mio zio o Fiuto ti avessero sentito?''.

 

''Non mi importa'' rispose Red col fiato corto ''Vieni subito fuori, devo parlarti''.

 

L'altro fece per controbattere, ma sicuramente se si fosse rifiutato Red avrebbe ricominciato ad urlare, e certamente non voleva correre il rischio, quel tipo meritava veramente il soprannome di ''Volpe''. Il ragazzo dai capelli marroni uscì dalla finestra e raggiunse l'amico ''Spero che sia importante'' disse stizzito.

 

''Lo è'' rispose il ragazzo dai capelli fiammeggianti tirando fuori le due boccette donategli dal mago oscuro, subito ne porse una a Toby.

 

''E' uno scherzo vero?'' chiese Toby ''Cioè tu mi avresti svegliato nel cuore della notte prima di una grande battaglia, soltanto per una stupida fiala?'' domandò adirato.

 

''Non è una stupida fiala'' rispose Red indignato ''se proprio lo vuoi sapere potrebbe salvarci tutti''.

 

''Certo, sicuro'' rispose lui sarcastico ''la lanceremo ai morti e loro scompariranno come per magia!''

 

''Veramente dobbiamo berla noi'' rispose Red ''e comunque se proprio lo vuoi sapere è stato Tremotino in persona ad affidarmela'' rispose il ragazzo con tono altezzoso.

 

''Il grande mago oscuro?'' domandò Toby sconcertato ''cioè tu sei andato a chiedere aiuto al Signore Oscuro?''.

 

''Be si'' confermò Red.

 

''Red'' cominciò Toby prendendolo per le spalle e fissandolo dritto tra gli occhi ''io ti rispetto e tu lo sai, al mondo non esiste qualcuno che sia furbo o scaltro quanto te, ma non puoi davvero fidarti di un uomo del genere''.

 

Gli restituì la bottiglia e fece per tornare in casa, Red da parte sua rimase interdetto per alcuni istanti, ''Però quantomeno uno dei due ci sta provando'' gli urlò di rimando. Toby si voltò sconcertato, la bocca rimasta mezza aperta per ribattere, tuttavia da essa non uscì alcun suono, il giovane dai capelli rossi lo raggiunse ''Ti prego Toby, fidati di me''. A quel punto decise di ricorrere al suo trucco più meschino, quello dello ''sguardo da cucciolo'' al quale nessuno poteva mai resistere. Toby fece per controbattere, ma non riuscì a proferire parola.

 

''Dannazione Red, perché diavolo devi essere così maledettamente meschino?'' domandò stizzito, gli strappò la boccetta dalle mani e stappò il tappo, un dolore acre e nauseante lo accolse. Subito dopo Red fece lo stesso.

 

''Insieme?'' chiese.

 

''Insieme'' confermò l'altro.

 

Entrambi fecero un gesto d'ssenso con la testa, e subito bevvero la pozione. Subito Red si sentì strano, una nube scura era apparsa attorno a lui e sentì di stare rimpicciolendo, vide che la stessa cosa accadeva a Toby proprio davanti a lui. Infine la nube si diradò, e Red si fissò le mani, solo che non si trattava di mani, ma zampe, piccole zampe minute di un colore marroncino e rossiccio era diventato una volpe. Subito spostò il suo sguardo verso Toby, ma quello che fissò in non era il suo solito amico, ma un cane, un bloodhound più precisamente, dunque era questo il loro vero io, una volpe e un cane da caccia, che ironia. I due continuarono a respirare a fatica, incapaci di dire qualsiasi cosa, quando sentirono un rumore di passi provenire dalla casa del vecchio Amos.

 

''Red'' cominciò Toby ''Ti conviene iniziare a correre''.

 

Subito dopo il vecchio uscì imbraccando un fucile da caccia.

 

 

Toby si era bloccato di nuovo e Belle non poté che provare compassione per quel povero ragazzo dallo sguardo così vacuo e profondo, si sollevò in piedi ''Forza andiamo''.

 

''Dove?'' chiese Toby disorientato.

 

''Non volevi cercare Red?'' chiese la ragazza.

 

''Sì ma, pensavo volessi prima ascoltare la storia''.

 

''Ovviamente'' rispose lei con un sorriso ''tuttavia non posso certo non adempiere ai miei compiti di prima cittadina, andiamo, mi racconterai tutto mentre camminiamo'', dopo aver pronunciato quelle parole gli porse la mano, Toby la squadrò per alcuni istanti senza lasciar trasparire alcuna emozione ''Ti puoi fidare di me'' disse Belle.

 

Il ragazzo tornò a guardarla negli occhi, in seguito il suo broncio si trasformò in un sorriso ''D'accordo'' disse afferrandole la mano.

 

 

Non sapevano da quanto tempo continuavano a correre attraverso la foresta ormai, riuscivano a sentire i vecchi Amos e Fiuto alle calcagna, certo erano degli abili cacciatori. Tuttavia le abilità dei due amici unite insieme avevano finito col rivelarsi parecchio utili, Toby con il suo infallibile fiuto e il suo istinto riusciva ad evitare tutte le trappole, mentre Red riusciva con la sua innata arguzia ad evitare i colpi di fucile, riuscendo ad intuirli in tempo, non c'era alcun dubbio, insieme formavano una squadra formidabile. Quando infine non sentirono più il suono dei passi e degli spari decisero di fermarsi per riposare.

 

''Però'' cominciò Red senza fiato ''siamo davvero in gamba, eh Toby?'' ridacchiò.

 

Toby tuttavia non sembrava avere nessuna intenzione di rispondere, anzi iniziò a fissarlo rabbioso.

 

''Toby?'' domandò Red preoccupato ''Che succede?''.

 

''Che succede?'' chiese il cane alterato ''Che succede?!'' urlò rabbioso spintonandolo a terra con le zampe ''C'è che sei un idiota, ecco che cosa succede!''.

 

''Toby'' pronunciò Red con un verso strozzato ''per favore, mi stai strangolando''.

 

''Bene, e sai una cosa? Mi fa sentire molto meglio!'' rispose lui in tono dispregiativo.

 

Red stava diventando paonazzo, quasi viola, infine quando credette di essere sul punto di svenire, Toby lo lasciò andare ''Ah, ma tanto a che servirebbe''.

 

La volpe si lasciò andare a due respiri irregolari ''M-mi dispiace'' balbettò.

 

''Ti dispiace?'' ora Toby era tornato a guardarlo ''e di cosa sentiamo? Di averci trasformati in due animali? Di aver abbandonato la povera signora Tweed? Amos? Fiuto? Di averli lasciati a morire? Be allora anche a me dispiace per te Red, perché non sarò io a perdonarti, non questa volta''. Scosse la testa e fece per andarsene.

 

''Toby, io …''.

 

Subito vennero agguantati da due guardie vestite di nero ''Oh, ma che cuccioli carini''. Subito lo scalpiccio di cavalli neri come la pece trainanti una carrozza del medesimo colore li fece sussultare.

 

''Cosa ci fanno una volpe ed un cane sul mio cammino?'' chiese una voce fredda quanto sensuale, anche se tagliente, una donna dai lunghi capelli neri e dal vestito nero come il manto della notte si affacciò dalla carrozza.

 

''Non ne abbiamo idea mia Signora, li abbiamo appena trovati''.

 

''Be e allora cosa state aspettando? Uccideteli!'' ordinò.

 

''No!'' urlarono i due contemporaneamente.

 

La donna si voltò sorpresa contro di loro ''Che cosa?'' domandò.

 

I due furono incapaci di sostenere il suo sguardo e di proferire parola, tuttavia fu Red a prendere l'iniziativa ''No'' ribadì ''non si possono uccidere gli animali parlanti, è la legge'' affermò con una sicurezza che fino a quel momento credette di non aver mai avuto.

 

''Questo lo decido io'' sibilò rabbiosa la donna, ''nel caso voi non lo sappiate, e badate bene non saperlo è un crimine importante, vi trovate al cospetto della Regina''.

 

La Regina! Quindi era lei la malefica tiranna di cui aveva tanto sentito parlare, la strega malvagia il cui unico obiettivo nella vita era uccidere Biancaneve, anche se nessuno sapeva il perché. Era davvero come la descrivevano, bellissima quanto crudele, tuttavia Red decise di prendere ancora coraggio, ne andava della loro stessa sopravvivenza ''comunque noi siamo sotto la giurisdizione di Re Cornelius, ho sentito dire che avete delle divergenze con lui, quindi …''.

 

Fu un errore e se ne rese immediatamente contro, la Regina lo squadrò con estremo odio, era la fine, avrebbe voluto salvare tutti loro, invece aveva finito col condannarli tutti, sarebbero morti, come probabilmente sarebbe accaduto anche alla signora Tweed, ad Amos e al vecchio Fiuto, o forse era già accaduto, forse stava accadendo tutto proprio in quel momento, e la responsabilità era tutta sua.

 

''Portateli nella mia reggia'' ordinò la donna ''saranno i miei animaletti da compagnia''.

 

 

''Ok, eccoci'' esclamò Belle lasciando entrare Toby nella stanza e chiudendo la porta alle sue spalle, ''questo è l'ufficio del sindaco, fa come se fossi a casa tua''.

 

Toby si guardò attorno, notò perecchie foto della donna che solo qualche anno prima aveva imprigionato lui e Red, tutte la ritraevano accanto alla stessa persona, si trattava di Henry il suo figlio adottivo, tutti in città erano a conoscenza di quella storia, eppure il ragazzo non poté non notare che rispetto alla donna crudele che aveva incontrato trenta anni prima ora si trovava una madre dolce e fragile, forse era quello il suo vero carattere, solo che nessuno le aveva mai dato l'occasione di dimostrarlo.

 

Belle estrasse un libro nero e spesso, un piccolo elenco del telefono ''Dunque, hai detto che il suo cognome era Fox?'' chiese.

 

''Sì'' rispose il ragazzo ''o Tweed, dipende''.

 

Belle cominciò a sfogliare velocemente l'elenco dimostrando di essere davvero un' accanita lettrice ''Dunque Fox, Fox, Tweed, Tweed e Fox … eccoli!'' esclamò appoggiando un dito sulla pagina.

 

Toby corse ad osservare l'elenco a sua volta ''Evelyne Tweed e Redson Fox, numero 24 di Walter' s Terrace''.

 

''Che aspettiamo, andiamo!'' esclamò Toby al culmine dell'eccitazione, fece per aprire la porta e andarsene, ma si bloccò.

 

''Che succede?'' chiese Belle preoccupata.

 

''Niente è solo, non posso fare a meno di pensare che'' deglutì prima di pronunciare le ultime parole ''che mi odi''.

 

''Cosa e perché mai?''.

 

Toby non volle rispondere, così Belle decise di prendere in mano la situazione ''Senti, qualsiasi cosa sia successa lui non può odiarti, insomma, anche tu sei riuscito a perdonarlo no? Il fatto che tu lo stia cercando così disperatamente lo dimostra''.

 

Toby rimase in silenzio per un po' tenendo la testa china ''Sì, forse hai ragione''.

 

''Ma certo che ho ragione, ora mentre andiamo ti va di raccontarmi la fine della storia?''.

 

 

Red e Toby vennero sbattuti insieme in una cella sotterranea, la volpe doveva ancora fare mente locale e capire come fare ad uscire da quel posto, ma in pochi erano riusciti a scappare dalla Regina, e quasi nessuno era rimasto vivo per raccontarlo. Ma doveva trovare una via d'uscita e rimettere a posto le cose, si voltò, Toby era accucciato in un altro angolo della stanza, teneva la testa alta e lo sguardo fermo verso la porta, proprio come un vero segugio, Red gli si avvicinò cautamente ''Toby io …'' cominciò.

 

''Zitto non parlarmi'' rispose il cane fermo.

 

Così il povero volpacchiotto se ne tornò nel suo angolo a fissare il vuoto accucciato, subito ricominciò ad ideare un piano, in fondo la colpa di quel disastro era solo ed esclusivamente sua, quindi lui avrebbe trovato un modo per tirarli fuori di lì.

 

Da quel momento passarono i giorni, Red riusciva a sentirlo grazie alle razioni di cibo, alle dormite e alle ''convocazioni speciali'' della Regina, ossia lui e Toby dovevano in qualche modo tenere ''compagnia alla regina'', non dovevano fare altro che stare sdraiati e farsi ''coccolare'', erano delle vere e proprie torture, la volpe odiava ogni singolo istante passato con quella donna e sapeva che per Toby era lo stesso, già Toby. Vedete per chiunque quei momenti sarebbero potuti essere i peggiori della propria esistenza, ma non per Red, questo no, per lui la cosa peggiore era restare accanto al suo migliore amico e sapere che era adirato con lui per usare un eufemismo, non poterci parlare, non poter stare con lui, per lui erano le cose peggiori del mondo, lo facevano sentire male, molto male, come se fosse all'inferno, non esisteva dolore peggiore.

 

Allo stesso tempo però non poteva che provare compassione per quella donna, doveva esserci un motivo valido per il quale provava una tale repulsione per Biancaneve, qualcosa che andava ben oltre il voler essere ''La più bella del reame'', lo capiva dal suo soffice tocco, dalla sua voce carica d'ira, a volte spezzata, cosa mai doveva essere accaduto fra di loro?

 

Tuttavia Red non poteva non pensare ad una ''strategia di fuga'', ogni santo giorno, ogni santa ora di ogni santo minuto pensava a come poter scappare, l'idea lo stava rendendo pazzo, ma se ci fosse riuscito magari avrebbe potuto riabbracciare di nuovo la signora Tweed, e a rivedere il signor Amos e Fiuto, e forse chissà Toby sarebbe tornato a parlare con lui. Non era un progetto impossibile, la Regina lasciava spesso la reggia per svolgere i suoi incarichi, e quando questo accadeva molte guardie partivano con lei, quindi ne rimanevano poche al castello. Venivano a portar loro il cibo tre volte al giorno, tutti i giorni in tre ore prestabilite, quando lo facevano ovviamente la porta doveva rimanere semiaperta, quindi eccola lì la loro speranza di fuga, non dovevano fare altro che attendere il momento propizio.

 

Un giorno mentre ancora la Regina era intenta ad eseguire la loro ''convocazione speciale'' Red la sentì parlottare con il suo consigliere personale riguardo ''un grande piano'', non sapeva bene di cosa si trattasse, tuttavia da quel che aveva capito, il giorno dopo avrebbe lasciato il castello incustodito per tutto il giorno, un moto di speranza tornò a riaccendersi nel cuore della volpe, era arrivato il momento. Una volta giunti nella cella Red illustrò a Toby il suo grande piano di fuga, anche se il cane lo stava volutamente ignorando, ma non aveva molta importanza poiché il volpacchiotto sapeva che in realtà lo sentiva.

 

''Il piano è questo, allora cosa ne pensi?'' chiese con un sorriso.

 

L'amico se ne stette in silenzio per un po', Red si rattristì e fece per tornare nel suo angolo ''dico che è geniale'' rispose una voce alle sue spalle, la volpe si voltò sbalordita e vide che il cane ora lo stava guardando ''se sei stato tu ad ideare un piano del genere funzionerà per forza'', sorrise. Red a modo suo ne rimase molto sbalordito, commosso oserei dire, non ricordava più l'ultima volta in cui aveva visto l'amico sorridere, sembrava essere passato un secolo.

 

''Sì'' rispose nascondendo le lacrime che cominciavano a formarsi tra le sue guance con un sorriso ''sì, funzionerà''.

 

Quella notte Red ebbe un freddo incredibile, stava lentamente congelando in quella cella, nemmeno la pelliccia riusciva a tenerlo al caldo, non aveva davvero mai avuto così freddo, sarebbe morto congelato prima di arrivare al giorno dopo, la testa gli doleva e sentiva i brividi lungo tutto il corpo. All'improvviso sentì qualcosa di soffice accucciarsi accanto a lui ''Su smettila, ci penso io a tenerti al caldo, ma ricorda è solo per questa sera'' lo ammonì.

 

Red sorrise ''ma certo Toby cagnolino tutto feste''.

 

''Vuoi che ti lasci morire di freddo?'' chiese l'amico.

 

''No, no stavo solo scherzando!'' rispose la volpe ridacchiando.

 

''E allora non chiamarmi mai più così'' rispose il cane facendogli il broncio.

 

''D'accordo'' rispose Toby ''Grazie'' disse infine.

 

''Oh, sta zitto!'' esclamò l'amico addormentandosi, eppure Red non poté non notare l'ombra di un sorriso. Infine si addormentò anche lui, non aveva più paura del domani, poiché insieme a lui c'era la consapevolezza che il suo migliore amico l'avrebbe protetto, sempre.

 

Il giorno dopo i due amici si svegliarono alla buon' ora, la Regina sarebbe partita presto, e la colazione sarebbe arrivata dopo un paio d'ore, la porta sarebbe rimasta aperta solo per un minuto, ma era un tempo sufficiente per darsela a gambe, soprattutto se si trattava di due animali agili e scattanti quali una volpe e un cane da caccia. Attesero paziente guardinghi uno accanto all'altro che la porta si aprisse con sguardo vigile, scambiandosi dei sorrisi e delle parole rassicuranti, forse non era un granché, ma era il minimo che potessero fare in quel momento, ed era abbastanza. All'improvviso un cigolio, la porta stava per aprirsi, i battiti del cuore di Red accelerarono di colpo, era troppo nervoso, stava per scoppiare, a quel punto la porta si aprì ''Ora'' urlò Red e i due saltarono fuori e cominciarono a correre. Corsero all'impazzata più forte e veloce di quanto avessero mai fatto in tutta la loro vita, riuscirono a superare le guardie per miracolo, poi corsero a perdifiato per tutta la foresta, dietro di loro il nitrare infuriato dei cavalli color nero pece della Regina le guardie erano esattamente dietro di loro, avevano ben poche speranze di fuga, ad un certo punto decisero di ripararsi dietro un tronco.

 

''Ci troveranno'' disse Toby senza fiato ''non abbiamo molte possibilità''.

 

''Forse non entrambi'' rispose Red.

 

''Cosa?'' chiese Toby sconvolto ''Red che cosa vuoi dire?''.

 

Red non rispose subito, si limitò solo ad osservare i cavalieri farsi sempre più vicini, non sarebbe mancato molto, ancora un po' e li avrebbero trovati ''io li distraggo, tu approfittane per scappare''.

 

''Cosa?! No!'' rispose il cane senza fiato ''no, non ti permetterò di sacrificarti per me!''.

 

''Devo farlo Toby, tutto questo è accaduto a causa mia, e questo è l'unico modo per rimediare''.

 

''Cosa? Red non dirmi che ci stai ancora pensando! Non è stata colpa tua, tu hai cercato solo una via di fuga per poter salvare tutti noi'' Toby era sconvolto, ma non poteva perdere il suo amico, ''l'unico che ti sta dando la colpa sei tu''.

 

''Belle parole Toby, ma non possono cancellare le mie colpe, ascolta'' avvicinò il suo muso a quello del cane, il quale non aveva mai visto così da vicino quei bellissimi occhi color marroncino/ambrato ''adesso io vedrò di distrarre le guardie prendendo il sentiero alla mia destra, non appena le senti allontanate prendi il sentiero a sinistra e scappa, d'accordo?'' chiese.

 

''Ma cosa ne sarà di te?'' domandò il cane.

 

''Saprò cavarmela lo sai'' rispose il volpacchiotto facendo l'occhiolino, ''tu però vattene''.

 

Red appoggiò le sue zampe sul tronco e fece per saltare ''Ascolta Red, c'é una cosa che avrei sempre voluto dirti'' cominciò Toby in tono malinconico, ma ormai era tardi i cavalli si facevano sempre più vicini.

 

''Me la dirai un altro giorno'' rispose Red.

 

Il cane sbuffò indispettito, tuttavia annuì ''tornerò a salvarti'' promise. La volpe non rispose nulla, tuttavia sorrise, saltò dall'altra parte del tronco e cominciò a correre inseguita dalle guardie della regina, Toby attese che anche solo l'ultimo scalpiccio dei cavalli no fosse altro che un eco distante e prese il sentiero alla sua sinistra, correndo all'impazzata verso la tenuta degli Slade, certo sarebbe tornato, avrebbe trovato Amos, la signora Tweed, Fiuto, e insieme a loro il perfido mago oscuro e pagato qualsiasi prezzo pur di salvare il suo migliore amico, ''aspettami Red'' supplicò al vento, tuttavia subito dopo venne la maledizione.

 

 

''Eccoci'' rispose Belle, erano ormai arrivati in una casetta di campagna sporca e malconcia ''24° di Walter's Terrace, dovrebbe essere questo, il tuo amico vive qui''.

 

Toby dal canto suo deglutì e arrossì, stava sudando violentemente, diavolo ma perché era così nervoso? Datti un contegno! Ordinò mentalmente al suo corpo.

 

''Cosa stai aspettando un invito iscritto?'' domandò Belle ''vai su!'' lo incitò.

 

Toby fece per dirigersi verso la casa, quando la porta si spalancò e un giovane ragazzo uscì di gran carriera ''Non può essere'' pensò Toby, invece era vero. Quel viso paffuto furbo e gentile, quelle lentiggini, quelle guance rossicce, quei capelli rosso fuoco, quegli occhi color ambra. Red, si trattava proprio di lui, indossava una maglia bianca tenuta da una rossa giacca aperta, a completare il look dei jeans blu notte. Si stava allontanando lungo la stretta stradina, Toby non doveva perdere tempo, cominciò ad inseguirlo ''Red!'' cerò di chiamarlo, ma lui non dovette averlo sentito, quindi il moro accelerò il passo ''Red!'' lo chiamò urlando questa volta. Il rosso si voltò appena in tempo per essere travolto dall'abbraccio dell'amico ritrovato.

 

''Toby'' sussurrò sbalordito ''Toby!'' esclamò poi, ''Sei qui, tu sei tornato!''.

 

''Esattamente come ti avevo promesso'' sorrise lui ''senti quello che ti volevo dire trenta anni fa, vedi il fatto è che io …'', ma fu zittito subito dal contatto con le labbra di Red, solo n quel momento notò i suoi occhi color ambra, era perfino più bello di quanto lo avesse ricordato.

 

''Non preoccuparti, lo so già'' rispose dolcemente dopo essersi staccato da lui.

 

Toby non seppe come controbattere, delle lacrime cominciarono a rigargli il viso, non lacrime di tristezza ma di gioia, finalmente, finalmente era felice, cominciò a ridere convulsamente insieme a Red e lo strinse più forte come per stritolarlo, finalmente l'aveva ritrovato, e non l'avrebbe più lasciato andare.

 

Belle stette a guardare quella scene in disparte sul tronco di un albero, a modo suo era commossa, e guardando quei due veramente felici non poté fare a meno di pensare a se stessa insieme al signor Gold, chissà se anche loro un giorno avrebbero ottenuto la vera felicità, chi lo sa. Per il momento era orgogliosa di poter affermare di aver aiutato una volpe ed un cane a trovare il loro lieto fine, o almeno per ora.

 

Angolo dell'autore

 

Ma salve ^^

Ok, a questo punto credo di dovervi un paio di spiegazioni.

-Non credo che Red e Toby appariranno mai nella serie, ecco perché ho scritto questa fic.

-Le descrizioni di Red e Toby ''umanizzati'' prendono spunto da questa fan art [URL=http://www.deviantart.com/art/Fox-and-Hound-353003919][/URL]

-Sia il viale dove vive Red a Storybrooke che il suo numero civico rappresentano due richiami ''Walter's Terrace'' il ''Walter'' è il nome completo di Walt Disney, mentre il numero 24, rappresenta il numero del classico Disney.

Ok, credo di aver detto tutto, spero vi sia piaciuto, mi raccomando commentate e/o criticate scrivendomi anche il perché! Ciao!

   
 
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