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Autore: Rik Bisini    11/02/2008    6 recensioni
SPOILER su alcune circostanze significative di "Harry Potter and the Deathly Hallows".
Partecipante alla V Edizione del Concorso di Acciofanfiction a tema "storie ispirate a citazione".
Citazione scelta: « Nessuno è in lutto per i malvagi »
Due ragioni diverse per un incontro inatteso, in un cimitero illuminato dalla luce del tramonto.
Genere: Triste, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Andromeda Black, Narcissa Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Una sorella, una Black

Nessuno è in lutto per i malvagi.

Il sole prossimo al tramonto allungava le ombre dei cipressi. Ombre che si allungavano per i viali e sopra le tombe, come a custodire il riposo eterno di chi vi giaceva.
Una donna vestita di un lungo mantello nero, con un cappuccio calato sul capo, appariva tra un'ombra a l'altra mentre camminava per quel viale. Una donna esile e dal portamento fiero che proseguiva il suo cammino senza esitazione.
Voltò alla sua destra, appena prima di un ampio colonnato e seguì un'aiuola costellata da lapidi fino a trovarsi davanti ad un alto mausoleo, le cui colonne disposte in cerchio si allungavano verso il cielo quasi ad indicare ai defunti la via per una residenza ultraterrena. Sulla sommità del monumento il sole mostrava le venature del pregiato, candido marmo.
Attorno al mausoleo erano disposte ampie vasche di marmo, su cui era scolpito una motivo di fiori e foglie. Ma non c'erano i fiori veri che avrebbero dovuto contenere.
La donna si accorse di improvviso di non essere sola. Un'altra persona era accanto a lei, anche essa vestita di uno scuro mantello. In luogo del cappuccio portava un largo cappello con un sottile velo che le copriva il volto.
La nuova venuta mosse lentamente le braccia, giungendo le mani e senza dare all'altra impressione di averla vista.
« Buona sera, Cissy. » esordì allora la donna velata.
L'altra sollevò lentamente il capo, a poco a poco girò il collo fino ad avere l'altra di fronte al suo sguardo.
« Dromeda... » replicò. Restituito il saluto, distolse lo sguardo e tornò con uguale flemma a guardare di fronte a sé.
« Anche tu qui. » osservò Dromeda.
Questa volta Cissy ruotò il capo con maggiore velocità, ma non minore riluttanza.
« Esattamente. » commentò, « Stavo proprio chiedendomi se con la tua presenza ho motivo di restare ».
« Io credo di sì. » osservò l'altra, « Siamo le sue sorelle. Siamo qui per il medesimo motivo ».
Cissy sollevò il cappuccio del mantello. Aveva capelli biondi e pelle chiara. I suoi occhi azzurri non tradivano l'ombra di un'emozione.
« Fu lei per prima a capire di me e Ted. » raccontò Dromeda, « Prima ancora di me stessa. Era nata per guidare le persone, per custodire il nome con cui nacque, per portare alla sua famiglia l'onore che ambisce da sempre ».
« Sarebbe dovuta nascere uomo. » considerò Cissy.
« Avrebbe dovuto scegliere una vita diversa. » ribatté la sorella, « Scegliere un uomo ambizioso, ma non accecato da una folle ambizione. Tu-sai-chi e Rodolphus che lo serviva sono stati la sua rovina. Oggi questo mausoleo è una tomba di maghi destinata a rimanere senza fiori ».
Cissy lasciò scorrere lo sguardo lungo le colonne di fronte a sé, fino alla sommità dove i capitelli sostenevano l'architrave a pianta ovale su cui era collocato il timpano. Lassù erano cesellati incroci di foglie di alloro con scudi e medaglioni su cui la poca luce faceva intravedere appena uno stemma, lo stemma del nobile casato dei Lestrange.
« Abbiamo portato delle corone sulla tomba dei Black. » aggiunse Dromeda.
« Le ho viste. » disse Cissy, « In onore di nostro cugino Sirius? »
« Dei Black morti nella guerra. » precisò Dromeda, « Di Sirius e di Regulus. Il Ministro della Magia ha disposto che questo giorno sia dedicato interamente alle commemorazioni dell'anniversario della definitiva vittoria su Tu-Sai-Chi ed i suoi sostenitori ».
« Regulus? » domandò Cissy.
Dromeda annuì. « Lui ha scelto diversamente da nostra sorella. Ha abbandonato Tu-Sai-Chi prima della sua sconfitta. Si è opposto a lui a costo della vita, sembra che Kreacher conoscesse l'intera storia, ma non avesse potuto rivelarla in tutti questi anni ».
« Questo, dunque, » commentò Cissy con voce piatta, « basta a renderlo un eroe ».
« Anche tu, Narcissa, » continuò Dromeda con calore, « anche tu hai fatto la tua scelta. Hai voltato le spalle a colui di cui eri diventata serva. Hai salvato Harry Potter e tutti noi con lui ».
Cissy strinse le labbra in una smorfia. Ribatté con parole fredde e taglienti come pugnali.
« Mettiamo in chiaro una cosa, Andromeda Tonks, » la sua voce si soffermò con determinazione sul cognome della sorella, « non voglio che nessuno pensi che io mi sia rivoltata contro il Signore Oscuro. Io l'ho servito, è vero, fin quando ho avuto ragione di servirlo. Ma la mia fedeltà è sempre andata ad altro ».
Dromeda scostò il velo che le copriva il viso. Al contrario della sorella, aveva occhi scuri e capelli neri.
« Vuoi dire Lucius? » suggerì.
« Sì, lui. » rispose Cissy. « E l'onore mio e della mia famiglia tramite lui. Questo è il fardello e il privilegio di essere nate nella famiglia dei Black. Portare per tutta la vita un nome che è segno di distinzione, che ci impone solennità e rigore. Seguire il solco tracciato dai nostri antenati, che ha resistito gloriosamente alle insidie del tempo. Cos'è una guerra per fare un eroe? Non sono forse eroi tutti coloro che hanno mantenuto puro il sangue dei Black attraverso le guerre di secoli e secoli, le insidie del tempo, il più grande distruttore di ogni cosa? Questo è il mio ideale. Questo io vivo assieme ai Malfoy, nella mia famiglia di adozione. Questo trasmetto a mio figlio Draco, perché lui lo trasmetta ai suoi figli. Abbiamo la consapevolezza che mentre il mondo passa, noi siamo rimasti di padre in figlio, di madre in figlia, di generazione in generazione. Questa consapevolezza ci rende diversi dagli altri maghi. Quello che abbiamo ricevuto dalla nostra famiglia, la tradizione, è un patrimonio che viene perso se ci accomuniamo a maghi che ne sono privi, che nemmeno ne comprendono l'essenza ».
Misurò il respiro e riprese.
« Tutto questo Bella lo ha perduto. Come hai detto giustamente, né lei né Rodolphus hanno capito che la fedeltà al Signore Oscuro li allontanava dai principi dei Purosangue. Chi sopravvive ai secoli acquista potere nel volgere dei secoli, non da un momento all'altro come prometteva il Signore Oscuro ».
Cissy aggiustò il collo del cappuccio.
« Così io sono rimasta fedele a quanto ho giurato di essere fedele fin dalla mia fanciullezza. Bella lo ha tradito inconsapevolmente e ne ha pagato le conseguenze. » La sua voce si riempì d'astio. « Tu lo hai tradito consapevolmente, quando hai sposato un figlio di Babbani ».
Dromeda strinse gli occhi.
« Ancora provi rancore per quello che ho fatto, allora ».
« Ora e sempre. » decretò Cissy, « Io ho la mia famiglia. Tu sei stata bandita, non dovresti essere qui ». Ruotò di nuovo il capo verso il mausoleo.
Dromeda mosse due incerti passi verso la sorella. Si schiarì la voce.
« Eppure io sono qui. Perché Bella ha vissuto con me tutta la mia infanzia, ho infiniti ricordi di lei e di me, assieme a te. E non posso liberarmene. È mia sorella e non riesco ad odiarla. Ha ucciso mia figlia e non riesco a perdonarla. Se chiudo gli occhi ricordo nostra madre mentre l'abbracciava, se guardo Teddy penso che non ricorderà mai l'abbraccio della sua. Sono venuta qui e non le lascio nemmeno un fiore ».
Il sole continuava a calare. La tomba dei Lestrange era rimasta al buio ed appariva ora un grigio monumento, che si distingueva solo per dimensioni dagli altri circostanti.
« Neanche io ho fiori con me. » sussurrò Cissy, « Nessuno è in lutto per i malvagi. Tu sei qui per la famiglia che hai perduto, io sono qui per il nome che ho custodito. Tu ricordi una sorella, io ricordo una Black. Ma non c'è pietà o rimpianto nei nostri cuori. Solo la consapevolezza che noi due, in questo luogo, ad un anno dalla sua morte, siamo la sola cosa che separa quel passato dall'oblio ».
Dromeda sbatté le palpebre, cercando lo sguardo della sorella, che rimaneva risolutamente rivolta verso il mausoleo dei Lestrange. Attese più di un minuto, poi si aggiustò il velo coprendo nuovamente il viso.
« Ora vado, Cissy, addio. » disse.
Le diede le spalle e mosse due passi allontanandosi verso l'inizio del colonnato prima che due parole le giungessero, come sussurrate dai cipressi.
« Abbi cura di te, Dromeda ».

   
 
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