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Autore: Smacky    03/08/2013    1 recensioni
Niente è del tutto perduto... E il mio cuore lo sa.
La mia vita non tarderà a cambiare per tornare alle Origini...
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Cornelia Hale, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Rivisto e corretto quarto capitolo. Cambiato radicalmente dalla seconda metà del testo.
Scusatemi.
Inoltre mi sembra corretto esporre nuovamente la recensione neutra grazie alla quale ho revisionato il capitolo sperando di aver fatto un lavoro migliore di quello precedente.
 
MaxT:
Ciao Smacky,
sono contento che la tua storia proceda regolarmente.
C'è bisogno di qualche colpo di lima, per esempio il racconto è al presente, ma nella descrizione di Elyon ci sono parecchi verbi al passato.
La cena con Elyon e il silenzio generale sono stati veramente imbarazzanti. Mi pare strano che non ci sia non solo un accenno di calore, ma neppure di stupore nella regina, del resto Cornelia non doveva essere una presenza abituale da quelle parti.
Mi pare strano anche che Cornelia, che non ha affatto le idee chiare su cosa le sta succedendo attorno, abbia perso quest'occasione di chiedere più informazioni. Sembra che sia preoccupata perché l'altra è cambiata, ma non ha neppure tentato di parlarle per capire se e come è cambiata, sembra piuttosto che abbia preso per oro colato le vaghe spiegazioni di un Caleb che non si capisce neanche se sia ancora al servizio di Elyon o contro di lei.
A me sembra che Cornelia sia la prima ad essere fredda e distaccata, perfino quando a lei stessa succedono avvenimenti incomprensibili.
Anche il comportamento di Caleb mi lascia perplesso. quando apre un lembo della tenda della regina senza preannunciarsi in nessun modo, neanche fosse una sua prigioniera.
Così mi lascia perplesso che un'ombra venga riflessa sulle pareti, e alcune espressioni come 'farla sentire sprezzante' non rendono bene ciò che credo tu intenda.
La regina è fuggita dalla città? Se è così, sono perplesso che sia circondata da cuochi e camerieri, mentre non si fa cenno ad alcuna sorveglianza militare della sua tenda o del perimetro del campo, ma semmai solo a quella preparata per Cornelia.
A causa di queste perplessità, che spero tu riesca a risolvere con una revisione, mi sento costretto a mettere una bandierina neutra. Spero che non te la prenderai.
Ciao
MaxT :)
 
Inoltre voglio ringraziare Hera85 che ha da sempre recensito tutti i miei capitoli.
 
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Riassunto:
Sarebbe dovuto essere un ordinario giorno per Cornelia Hale.
Era infatti da sei mesi che non riceveva un segnale da Kandrakar e in quel periodo si era occupata della sua vita da ragazza terrestre ignorando i motivi per cui la Congrega non la chiamasse per una nuova missione.
Sembrava che l’intero Universo non avesse più bisogno né di lei né delle altre Witch.
Infatti Cornelia credeva che le magiche sorprese fossero finite e la sua carica da Guardiana terminata, nonostante fosse stata svolta con eccellenza.
Ma qualcuno la stava aspettando e la sua presenza si sentì per la prima volta una sera qualsiasi quando le persone intorno a lei si iniziarono a comportare in maniera strana.
Quell’ individuo le aveva teso una trappola e la ragazza lo scoprì solo in giorno seguente.
Venne infatti rapita da un mormorante di cui si hanno poche informazioni. Dopo un breve dialogo con lui, riesce a liberarsi dal luogo dove è stata rinchiusa con molta fatica ma alla fine ha trionfato anche grazie all’aiuto di Vathek. Purtroppo però ha scoperto aspre verità sul suo destino e su quello delle Witch. Ora, non potendo fare altro che seguire i consigli dei suoi amici e fidarsi di loro, attende di conoscere le risposte alle domande che tanto le offuscano la mente.

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E così ci rimettiamo in cammino.
 
Sarà passata un’oretta da quando siamo partiti e per tutto questo arco di tempo non ho detto una parola poiché nella mia testa continuo a cercare una connessione logica tra tutti gli avvenimenti che mi sono capitati in questi giorni.
Ma non giungo a una conclusione. È come se avessi tutte le tessere per costruire un puzzle ma non riuscissi a farle combaciare tra loro. E questo coincide con il mio stato d’animo: sono semplicemente confusa e spaventata per tutto ciò che sta succedendo intorno a me. So che potrebbe sembrare strano detto da me,l’ autocompassione non ha mai fatto parte dei miei pensieri, eppure, per la prima volta non so davvero che fare.
Decido di smetterla di continuare a riflettere e in questo preciso istante mi viene in mente una frase detta da Baloo, un personaggio di un famoso cartone animato in una canzone da lui cantata per il piccolo Mowgli:
 
“Non perder tempo sempre a cercare le cose che vuoi e non puoi trovare
e quando sai che puoi farne a meno, e non ci stai pensando nemmeno sai cosa accadrà?
Quel che ti occorre lì per lì ti arriverà”.
 
So anch’io che nella vita non potrò comportarmi sempre in questo modo e che non potrò scappare dalla realtà aspettando che questa muti in mio favore però ora, non avendo altro da fare, posso solo sperare che ciò accada.
Intanto ammiro l’ambiente circostante e mi accorgo che è da quando sono entrata in questo bosco che il mondo attorno a me è immerso nel silenzio: non c’è un soffio di vento che muova le foglie degli alberi né un minuscolo animale che cerchi cibo facendomi ricordare di non essere sola.
Nemmeno Caleb mi ha più rivolto parola; anzi, continua a spostare lo sguardo da destra a sinistra, per controllare che non ci sia nessuno. E questo mi incupisce ancora di più anche se capisco che in questa situazione fare due chiacchiere non sia il massimo. Però in questa calma mi sento completamente isolata, cosa che non è mai successa nel mio mondo dove per nemmeno un attimo non si può udire alcun rumore. Lì, sulla Terra, c’è sempre qualcuno che urla, o una macchina che sfreccia sulla strada o la televisione accesa. Qui invece, per la prima volta in vita mia, non odo alcun suono e scopro che il silenzio è più pauroso di un rumore forte e improvviso.
Faccio un profondo respiro liberando l’aria dalla bocca.
Caleb si volta di scatto e così, cogliendo l’occasione, gli chiedo: “Quando manca?”
Lui mi risponde : “Manca poco. Oramai siamo arrivati.”
E qui finisce la conversazione durata nemmeno due minuti dato che io non so che altro chiedergli.
Come è cominciato, il viaggio si conclude in silenzio.
 
L’accampamento di cui si parla è situato in un posto isolato ed è riconoscibile grazie a delle luci fioche che illuminano ambiente periferico.
Appena mi avvicino vedo quattro tende ma la prima che noto è ovviamente quella della regina: non per la sua grandezza spropositata ma perchè su di essa spicca la bandiera con lo stemma reale.
Prendo un bel respiro poiché so cosa mi spetta ora: un incontro con Elyon. Come mi sarei dovuta comportare? In effetti questo problema non me lo sono mai posta fin ora: i miei pensieri hanno viaggiato da tutt’ altra parte e forse, invece di pensare a cose per me ora inspiegabili, dovevo considerare cosa dire a quest’ incontro. Ma ora non c’è più tempo: ormai sto dinanzi alla tenda di Elyon e non posso più chiedere spiegazioni a Caleb su come comportarmi con lei. Devo dire solo ciò che ritengo giusto, senza dare troppa importanza al perché io mi trovi qui. Elyon è molto permalosa, e ricordandole le nostre amiche scomparse, probabilmente anche per causa sua, la potrei offendere notevolmente, cosa che non voglio che succeda.
Da quando lei si è innamorata di Caleb, il nostro legame si è incrinato, ma ora devo eliminare una volta per tutte il rancore che provo verso di lei perché è lei una delle poche persone che mi può aiutare a ritrovare le mie amiche. Ho sempre detestato perdonare gli altri senza che essi facessero qualcosa per essere perdonati da me. Ma ora non ho altra possibilità: o l’odio o le Witch.
E tra le due, scelgo la seconda opzione.
Immagino quindi tutte le belle avventure trascorse io e lei sulla Terra, dalla prima volta che l’ho vista al suo ritratto di Caleb, il ragazzo che prima ha rafforzato il nostro legame e poi l’ha spezzato. Ma lasciando perdere cosa è successo dopo la scoperta dei poteri, posso ritenermi fortunata di avere un’amica così, che in passato mi ha dato molte volte il suo tempo prezioso venendomi anche a vedere durante le gare di pattinaggio.
E sospesa fra quei ricordi di tanto tempo fa, eppure così vivi nella mia testa, il pensiero di rivederla per me ora non è più un dramma ma il più bel regalo che il destino mi potesse fare in quest’avventura.
Così, con un largo sorriso dico a Caleb: “Ora sono pronta”.
Uno squillo di trombe rende pubblico l’incontro tra me e Elyon e dall’interno della tenda un valletto scosta di poco la tenda e tanto da far comparire davanti a me la regina.
 
Devo dire che vedendola, la mia gioia svanisce non poco, poiché nonostante la situazione in cui ci troviamo sia io che lei, Elyon siede su un piccolo trono, ornata con vistosi gioielli e porta un abito azzurro come i suoi occhi, abbastanza corto il cui orlo è intrecciato con fili d’oro e d’argento. La corona splende sulla sua testa, sopra i capelli biondi intrecciati anch’essi formando le sue solite trecce.
Beh, capisco che essere una Regina significa anche essere sempre elegante e raffinata, ma in una tale situazione non credo proprio sia il caso di rispettare tutte queste regole superflue.
Mi accenna un sorriso e finalmente noto con piacere che il volto rimane quello, quindi nemmeno l’età e il dovere hanno potuto modificare i suoi lineamenti ancora infantili.
“Ciao Elyon. È un piacere rivederti” dico io rompendo quel silenzio ed entrando nella tenda rendendomi conto di essere rimasta per troppo tempo di fuori ad osservarla con un minimo di indiscrezione.
“Ciao Cornelia. Il piacere è tutto mio. Prego accomodati” mi risponde lei mostrandomi una sedia alla sua destra. Mi giro verso Caleb che è ancora collocato sulla porta prima di eseguire ciò che mi è stato cortesemente chiesto.
In quell’attimo gli avrei voluto domandare se era proprio necessaria tutta questa formalità, ma prima che possa aprir bocca mi fulmina con un’occhiataccia, probabilmente intuendo le mie intenzioni.
 
Elyon mi offre da mangiare e io accetto molto volentieri, poi invito anche Caleb vedendo che la regina non capisce che presumibilmente anche lui è affamato dato il viaggio che ha fatto per me. Accetta il mio invito pietrificandomi a vista un’altra volta evidentemente perché non è gentile il fatto che un ospite inviti un altro ospite senza il permesso del padrone.
Per fortuna almeno nella stanza non cala il silenzio.
Fu Elyon a domandarmi: “ Come stai? Sulla Terra va tutto bene?”
Io accenno un sorriso e rispondo: “ Ehm.. ultimamente va tutto benone, diciamo che fino a qualche giorno fa tutto procedeva regolarmente.
A volte le nostre compagne di classe mi chiedono tue notizie, io rispondo che stai bene, che una volta ci verrai a trovare e che trascorrerai un po’ di tempo a Heatherfield. Spero che tutto questo si avveri, e non sono l’unica dato che molte avvertono la tua mancanza”.
“Dici sul serio?” mi domanda lei stupefatta.
Io rispondo di sì anche perché è vero ciò che le ho appena detto.
Non oso domandarle come sta lei, i motivi credo siano evidenti.
Vedendo che io non le rivolgo domande lei continua: “ E con Peter come va?”.
Dopo aver udito ciò mi sento sprofondare…. Possibile che non abbia pensato che alla nostra conversazione era presente anche Caleb?
E io cosa rispondo adesso?
Devo mentirle, questo è ovvio, ma cosa le dico?
“Ehm… momento di crisi” dico guardando Caleb che invece non pare per niente turbato né dalla domanda né dalla risposta.
“Ah, che stupida… mi spiace d’averti fatto soffrire” mi risponde lei, attribuendo alla mia esitazione il ricordo della crisi, ignorando invece la presenza di Caleb.
Il resto della serata prosegue piacevolmente.
Entrambe ci ricordiamo a vicenda i momenti passati insieme come se io fossi passata di lì semplicemente per farle un saluto.
Questo non mi dispiace affatto, ma mi rendo conto che Elyon sta seriamente sottovalutando tutto ciò che accade intorno a lei, e ciò mi inizia a preoccupare.
Però so che io e la mia ex migliore amica abbiamo sempre condiviso molte idee a volte senza nemmeno farne parola, quindi suppongo che lei, non volendo rovinarmi la serata, abbia preferito parlarmi d’altro, cosa che mi sembra abbastanza plausibile. 
Così ricomincio a chiacchierare tranquillamente, scacciando dalla mia mente anche quel triste pensiero.
Anche Caleb qualche volta interviene nei nostri discorsi, raccontando di una battaglia passata o dei suoi amici di Meridian eppure nei suoi occhi non vedo che la preoccupazione per qualcosa che non so ancora di che si tratta.
Ad un certo punto Elyon ci saluta, dicendoci che domani sarà una giornata faticosa, ma senza anticiparci le sue intenzioni. Detto questo, io e Caleb usciamo dalla tenda.
 
“Che cosa c’è?” gli domando io appena fuori.
“Nulla” risponde lui.
“Non mentire, lo so che non è vero.” replico io, decisa a non mollare : “Una volta eri felice di vedermi, o almeno ne davi l’impressione… adesso ti faccio quest’effetto?”
“No, tu non c’entri” risponde lui, più passivo che mai. “È solo che…”
“Che?...”
“Non importa…” conclude lui.
Rimango in silenzio e lo seguo mentre lui si avvia verso una tenda dicendomi: “Dormirai qui stanotte. Per qualunque cosa io sono là” e indicando un’altra tenda poco più in là.
Fa per andarsene ma poi si girà di scatto e mi dice : “Tranquilla, sto bene. Sono solo un po’ preoccupato per Meridan” .
Detto questo Caleb, dopo avermi dato un bacio sulla guancia se ne va, lasciandomi sola nella tenda.
Mi addormento subito avendo trascorso una giornata così movimentata.
Ma poco dopo qualcosa mi riscuote nel sonno e, dopo un attimo di terrore scopro che si tratta di un’energia a me non nuova che si sta impossessando della mia mente.
Sorrido felice: il potere della Terra sta ritornando a me.
  
  
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