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Autore: Armelle    03/08/2013    2 recensioni
(Vecchia storia revisionata)
"Gli eventi però le avevano messe a stretto contatto l’una con l’altra, così quando l'aveva conosciuta meglio si era sorpresa che un mutamento simile a quello scatenato su Cloud avesse iniziato a verificarsi persino dentro di lei. E se da un lato si rendeva conto che il sorriso della sua amica era lo stesso che stava facendo innamorare Cloud, non aveva potuto fare a meno di ricambiarne la cordialità e l’affetto, provando vergogna per il suo rancore. Perché Aerith non la ingannava, le sue profusioni d’affetto erano sincere."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aeris Gainsborough, Cloud Strife, Tifa Lockheart
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: FFVII
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Tifa aveva socchiuso gli occhi, respirando sommessamente il profumo dei fiori della chiesetta nei bassifondi di Midgar.

Era situata nello scenario a tratti decadente della città distrutta. Allo stesso modo, nonostante le numerose cicatrici, come quella che attraversava il tetto da una parte all’altra, esercitava un fascino suggestivo; un fascino attribuibile alla sua semplicità, al suo essere un'icona del tempo passato all’interno di una città che nel tempo aveva fatto della tecnologica il suo culto.

Al suo interno non si respirava soltanto il profumo dei fiori, ma anche quello di un tempo trascorso. Inoltre la presenza della ragazza che ne era stata la custode resisteva ancora in quel luogo con la sua aura benefica.

Tifa riaprì gli occhi e si inginocchiò con un sorriso, davanti al piccolo appezzamento di terra coltivato che emergeva dalle assi del pavimento, inalando a fondo il profumo dei fiori.

A seguito alla caduta di Sephiroth e della Shinra si era recata spesso in quel luogo insieme a Marlene. Proprio quest’ultima, fin dal primo istante, aveva considerato la tenera ragazza dei fiori come una sorella, perciò aveva insistito per prendersi cura con lei del giardinetto, tutto ciò che insieme al suo ricordo era rimasto di Aerith. Tuttavia erano bastate poche visite per rendersi conto che non era affatto necessario.

I fiori crescevano prosperi e con la stessa costanza del tempo in cui la loro benefattrice se n’era presa cura, come se ancora qualcuno non mancasse di donare loro le giuste attenzioni.

Allora lei e Marlene, affrante entrambe per la sua recente scomparsa, avevano compreso che la loro amica non aveva mai lasciato quel luogo, e che andare fin lì, come facevano, voleva dire riunirsi con lei.

Quando si erano conosciute, in un primo momento, Tifa ne era stata solo gelosa, non poteva negarlo. Aerith era stata la sua rivale in amore, così l’aveva vista in un primo momento, ma il tempo poi le aveva fatte avvicinare l’una con l’altra, fino a mettere in secondo piano quel legame affettivo che ambedue avevano condiviso per Cloud, rispetto alla sincera amicizia da cui ben presto si erano sentite legate.

Si era resa conto con il passare dei giorni quanto fosse ingiusto scaricare le colpe delle sue mancanze sulla nuova venuta. Non era colpa di Aerith se si era resa conto di amare Cloud troppo tardi, quando lui aveva deciso di partire da Nibelheim. Da allora non aveva fatto altro che aspettarlo. Ogni sera andava a sedersi sotto il cielo stellato vicino al pozzo dove si erano scambiati la promessa, certa che sarebbe ritornato con gli stessi sentimenti che aveva nutrito nei suoi confronti prima della sua partenza.

E lui era tornato, ma l'immagine del suo amico d'infanzia era stata totalmente stravolta a seguito dei lunghi anni trascorsi distanti. Tifa aveva sofferto in silenzio a causa di quel mutamento, invece di trovare la forza di capire cosa gli fosse capitato.

Aveva comunque deciso di stargli accanto, nella speranza che un giorno tutto tornasse com’era stato un tempo, quando Cloud, ne era certa, si era interessato sinceramente a lei.

Insomma, mentre attendeva paziente che la situazione si rimettesse in sesto da sola, infine era arrivata lei; Aerith era arrivata lanciata come un fulmine a ciel sereno nelle loro vite, bella, solare e piena di vita. Con la sua vitalità era stata la scintilla in grado di riaccendere dentro il cuore diventato freddo di Cloud una luce in grado di rianimarlo. Il cambiamento che lei aveva atteso avvenisse, era stata proprio l’ultima arrivata a provocarlo sotto i suoi occhi. Di conseguenza mentre il cuore di Cloud ritornava a battere come aveva sperato, si era sentita a pezzi nel rendersi conto che il suo affetto veniva ora sviato da lei per essere trasferito su un’estranea.

Aerith aveva usurpato il suo posto, perciò l’aveva considerata con ostilità, nei primi tempi, pur senza darlo a vedere.

Gli eventi però le avevano messe a stretto contatto l’una con l’altra, così quando l'aveva conosciuta meglio si era sorpresa che un mutamento simile a quello scatenato su Cloud avesse iniziato a verificarsi persino dentro di lei. E se da un lato si rendeva conto che il sorriso della sua amica era lo stesso che stava facendo innamorare Cloud, non aveva potuto fare a meno di ricambiarne la cordialità e l’affetto, provando vergogna per il suo rancore. Perché Aerith non la ingannava, le sue profusioni d’affetto erano sincere.

Erano diventate amiche, nonostante si fosse resa conto che Aerith era perfettamente a conoscenza dei suoi sentimenti per Cloud, e che pur sapendolo non rinunciasse a lui; pur con questa consapevolezza non era riuscita ad odiarla.

Del resto, a cosa sarebbe servito, se ormai era Cloud stesso a preferirla?

Se Aerith si comportava da egoista tenendo per sé l'amore di Cloud, lei lo sarebbe stata in maggior misura chiedendole di rinunciarvi, provocando molta sofferenza da ambedue le parti.

Per di più aveva compreso che Aerith non era stata davvero spensierata come voleva far credere, che quell’affetto che nutriva per Cloud era stato una delle sue poche fonti di gioia. Se si scrutavano con attenzione i suoi occhi ridenti, non era difficile scorgere in essi una traccia di muta disperazione. Un grosso peso le gravava sulle spalle, come poi avevano scoperto. La paura che quel peso comportava si andava a congiungere al timore di perdere per l’ennesima volta l’amore, come in passato era già successo, anche questo avevano appreso.

Una volta andando fino alla chiesetta aveva sorpreso Cloud seduto esattamente nel punto in cui si trovava lei ora, con lo sguardo fisso sui fiori. Lo scricchiolare del portone di legno che si apriva aveva attirato la sua attenzione, così con l’impulso dettato dall'istinto tipico di un guerriero aveva sfiorato con la mano l'impugnatura della Buster Sword, per poi riabbassarla, una volta che l’ebbe vista.

Tifa si era scusata e aveva cominciato a indietreggiare quando lui, in un sussurro appena percettibile, le aveva assicurato che la sua presenza non costituiva alcun disturbo. Apparentemente erano solo loro due, ma era cosciente dell'effettiva presenza della ragazza dei fiori e l'idea di fare da terzo incomodo a un incontro fra lui ed Aerith l’aveva messa disagio.

Tuttavia, vedendo che esitava, Cloud le aveva fatto cenno di avvicinarsi con un sorriso forzato, e allora si era seduta accanto a lui. Anche con ciò non si sarebbe permessa di invadere i suoi silenzi, tanto meno in quel momento, se non fosse stato lui, con una certa sorpresa da parte sua, a iniziare a parlarle.

Ben consapevoli che lei era lì ad ascoltarli, avevano iniziato a parlare di Aerith come di un'amica partita per un lungo viaggio; era nel Lifestream, nell'aria, nel profumo dei fiori, dentro di loro, e sentivano ovunque il suo affetto, come un raggio di sole capace di scaldarli.

Era stato proprio Cloud a raccontarle di Zack. Questi non era stato solo il primo amore di lei, ma anche il suo migliore amico. Cloud le aveva raccontato di come lui avesse dato la vita per salvarlo. Allora Tifa, grata per quella confidenza, da parte di Cloud davvero insolita, aveva scoperto il motivo di quell'angoscia, e aveva compreso l'ostinazione con cui Aerith cercava di fare breccia nel cuore di Cloud. Ostinazione che talvolta sfociava in sfacciataggine ed egoismo, oppressa dal timore di dover rinunciare ad amare per la seconda volta.

 

Le ferite di Aerith non si erano mai rimarginate da quella prima perdita. Eppure, nonostante il terrore della sofferenza, sentiva la mancanza del sentimento che l'aveva travolta in passato.

Forse quello che Aerith voleva davvero era Zack, aveva pensato allora Tifa, forse era solo la sua ombra che cercava in Cloud. Ormai nessuno poteva saperlo, ma era sicura nemmeno lei, a quel tempo, avrebbe potuto affermarlo con certezza.

Malgrado ciò, non aveva più nessuna importanza. Ora che la sua essenza si era elevata con la dipartita dal mondo, per diventare parte dell’energia stessa del pianeta, doveva aver finalmente trovato la pace. Era evidente, dall’atmosfera di tranquillità suscitata dalla sua presenza permanente in quel luogo, che forniva la linfa vitale ai fiori di cui si era presa cura, trasmettendo loro la forza e la tranquillità che li erano necessari a crescere.

Pur prestando il suo contributo all’interno del flusso vitale del mondo, Aerith era ancora lì e vegliava su di loro, come aveva sempre fatto.

Forse, pensava Tifa amareggiata, Cloud non avrebbe mai ricambiato i suoi sentimenti, fino a quando la presenza di Aerith avrebbe impregnato quel luogo. Bastava andare lì per risvegliare i ricordi e i sentimenti che aveva provato per la ragazza dei fiori, pertanto amare la sua migliore amica avrebbe potuto sembrargli come un tradimento. Forse, ma anche con ciò, Tifa era già stata soddisfatta, quando per la prima volta Cloud aveva condiviso con lei quelle preziose confidenza riguardanti lei e Zack. Era un primo segno del suo riavvicinamento, in quanto Cloud non era certo il tipo che si lasciava andare in chiacchiere tanto facilmente, figuriamoci su questioni private.

Se Aerith poteva rimanere accanto a loro senza pretendere nulla, pensava Tifa, pur trovandosi ormai slegata dagli eventi che li riguardavano, anche lei poteva farlo. Dopotutto non c’era niente di diverso da quello che aveva sempre fatto. Con Cloud, a seguito delle esperienze trascorse l’uno accanto all’altra, erano legati comunque, come parte di una stessa famiglia.

  
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