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Autore: Syugi    04/08/2013    5 recensioni
[AU. Gijinka. Skilene. Scritta per il tema "beffe ai mariti" del Decamemanicomeron di Jasey's]
Questa è la storia della regina Marlene, nobildonna astuta quanto sottovalutata, la quale, data in moglie al re Julien contro la sua volontà, elabora in continuazione piccoli stratagemmi per rinviare i suoi doveri coniugali e incontrare invece l’amante Skipper, capitano delle guardie reali.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Marlene, Re Julien, Skipper
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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Questa è la storia della regina Marlene, nobildonna astuta quanto sottovalutata, la quale, data in moglie al re Julien contro la sua volontà, elabora in continuazione piccoli stratagemmi per rinviare i suoi doveri coniugali e incontrare invece l’amante Skipper, capitano delle guardie reali.

 

 –  Marleeeene!
La donna sobbalzò, come una voce squillante la strappò al suo quieto torpore.
Sospirò profondamente, ben consapevole a chi apparteneva.
Re Julien spalancò le porte della camera da letto, trovando la sua consorte seduta davanti la finestra.
–  Eccovi, moglie! – esclamò raggiante.
“E dove altro dovrei essere?” avrebbe voluto rispondere sarcasticamente la regina, ma si trattenne. Doveva trattenersi per forza, da quando era sposata. La sua indole beffarda ne soffriva non poco.
Si alzò umilmente.
–  Mi desideravate?
Il re annuì, il suo sorriso non sparì.
–  Moglie, è tempo di pensare al nostro JJ!
–  A chi? – domandò confusa lei.
–  A Julien Junior! Il mio futuro erede! A proposito, bello il nome che ho scelto, vero?
–  Ah-ah… Oh, già, è vero! Vedete, mio signore, non credo che questo sia il momento propizio per concepire JJ…
–  Cosa? Gli Spiriti del Cielo ti hanno parlato di nuovo?
–  Esatto, mio signore –  Marlene indicò un punto lontano nel cielo stellato –  Loro sconsigliano assolutamente di progettare l’arrivo di un figlio in questi giorni… Sarebbe nefasto per tutti noi, soprattutto per l’erede, andare contro i loro consigli…
Re Julien si curvò appena, perse il sorriso. Fu solo per un attimo però, perché già si era raddrizzato, allegro come prima.
–  Beh, se lo dicono gli Spiriti del Cielo avranno sicuramente ragione loro! Pazienza! Troveremo la data giusta prima o poi!
Detto questo, se ne andò sbattendo sonoramente le porte.
Al che, la maschera di serena obbedienza della regina si ruppe, lasciando spazio a un’espressione scocciata. Si accasciò sulla sedia e sospirò, lamentandosi mentalmente della sua situazione.
Re Julien era il legittimo sovrano del suo regno ed era un tiranno.
Costui non badava alle necessità e ai dolori che opprimevano il suo popolo – stanchezza, fame, malattia – bensì si preoccupava unicamente della sua persona.
Egoista, vanesio, orgoglioso, testardo, avido, ingenuo, era solo grazie ai suoi fedeli servitori se il suo corpo non si trovava sottoterra a dar da mangiare ai vermi, frequente bersaglio di sociopatici criminali.
Capirete dunque perché l’allora principessa Marlene fu così restia all’idea di sposarlo.
Era il suo dovere, le spiegava sua madre con ferma dolcezza, poco importava, anzi, non importava affatto se lo amava oppure no. A una sola cosa servono le regine: a sfornare eredi.
Fortunatamente per lei, Re Julien era fermamente convinto nell’esistenza dei fantomatici “spiriti del cielo”, le uniche creature – qualunque cosa siano – a cui dia retta. A nulla servivano le valide contestazioni di Kowalski, lo scienziato di corte, e le pacate spiegazioni del consigliere Maurice sull’argomento “gravidanze”. Chi erano loro per obiettare le scelte degli Spiriti del cielo?
Marlene non avrebbe potuto rimandare per sempre il suo compito, certo, ne era consapevole. Per quel che ne sapeva lei però, poteva addirittura aspettare un bambino dal suo amante e far credere a Julien che fosse suo. “Un dono degli Spiriti del cielo”. Poteva anche funzionare. Doveva ricordarselo!
Questi furono i pensieri che tennero compagnia a Marlene fino a quando qualcuno non bussò. Sapeva già chi era.
– Entra – rispose subito, senza riuscire a trattenere un sorriso.
–  Mia regina – la salutò con compostezza Skipper, il capitano delle guardie, dopo aver richiuso piano le porte.
–  Marlene –  lo corresse lei, andandogli incontro quasi di corsa, una cosa molto poco regale –  Devi chiamarmi Marlene! E devi darmi del tu! Non farmelo ripetere altre centomila volte!
Il soldato parve esitare per un attimo, poi sbuffò. Anche lui stava per abbandonare il suo ruolo, almeno solo per quella notte.
 Come ti pare. Marlene, questa storia deve finire.
Marlene alzò gli occhi al cielo e fu ora il suo turno di sbuffare. Quella discussione non portava mai da nessuna parte. Ah, stupido codice d’onore da soldati! Tuttavia, una parte di lei squittiva dalla gioia per il fatto di poter dimostrare liberamente il suo “lato oscuro” – la sua testardaggine, il suo sarcasmo, la sua irritazione –  con quel giovane. La faceva sentire la vecchia se stessa, la vera Marlene.
–  Tutto questo sta diventando troppo rischioso –  continuò lui –  Non parlo per me, ma per te!
–  Pff, non ci scopriranno, è tutto sotto controllo.
–  Ma…
– Zitto e baciami! – gli ordinò.
Skipper felicemente obbedì.

 

  
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