Film > Hansel e Gretel - Cacciatori di streghe
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Autore: Mabelbones    05/08/2013    2 recensioni
Esistono streghe buone al mondo, adesso lo sappiamo, ma per voi che praticate la magia nera fate attenzione, perchè stiamo arrivando e ovunque voi siate, vi troveremo e vive o morte, sarete nostre. Io preferisco: morte. Una parte della storia non narrata su Mina e un finale, leggermente diverso.
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
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treat and protect

Abbassò il cappuccio, prima di sollevare una mano per bussare sulla massiccia porta in legno, un uomo sulla cinquantina calvo le venne ad aprire «siete arrivata» fece con un aria cupa e visibilmente preoccupata. Lei annuì, varcando la soglia della casa «perchè mi avete fatta chiamare?» i lunghi capelli rossicci le ricaddero sulla schiena quando sfilò il mantello per poggiarlo all'appendiabiti nell'ingresso. «Mio figlio, è molto malato, in paese si dice che siete una brava curatrice» non fece alcun cenno questa volta, limitandosi ad aggiungere «mostratemelo». Salirono le scale, portandosi al secondo piano della casa e poi in una stanzetta povera con un letto e un cassettone, nient'altro. Una donna emaciata se ne stava seduta di fianco al letto su uno sgabello, a fare una calza, ma quando la vide entrare si alzò e fece due passi indietro quasi spaventata «no, no, no» si gettò in avanti su di lei per impedirle di avvicinarsi al figlio, il marito si mise di mezzo in quel momento «lasciala fare Margareth, nostro figlio morirà se non lo aiuta!» «No, non lasciarglielo toccare, per l'amor di Dio» l'uomo la prese per un braccio per allontanarla e chiuderla fuori dalla porta «sai cosa si dice di lei in paese, lo sai!» la spinse via, chiudedosi la porta alle spalle «lo faccia, qualsiasi cosa, non importa il prezzo, non voglio perdere un altro figlio» la supplicò, quasi in lacrime, il viso contratto dalla disperazione.

Mina, posò sul comodino la sua cesta e prese la mano del ragazzo, sorridendogli «come si chiama?» «Bastian» le rispose il padre, lasciandosi andare seduto sul pavimento. «Bastian» lo chiamò lei, con una voce calma e dolce «mi senti?» il ragazzo annuì, il viso contratto dal dolore, la fronte madida di sudore. Si girò, la strega, per estrarre dalla cesta una bottiglietta e delle erbe, aprì un libro mentre l'uomo la osservava spaventato e ansioso e pronunciò a bassissima voce un incantesimo di guarigione tenendo la bottiglia con la destra. Finita l'operazione versò il contenuto, luminoso in un bicchiere e riprese la mano del ragazzo, con dolcezza «starai bene Bastian, te lo prometto» lui annuì, pallido in volto e con gli occhi cerchiati di viola, la natura della malattia aveva lasciato segni chiari sua pelle «ti sposerai, avrai dei figli» gli sussurrò lei «diventerai un uomo felice, che vive dei fruttu della terra e conduce una vita lontana dalla tristezza di questa malattia» gli sorrise di nuovo, questa volta ricambiata da un leggero accenno sulle labbra di lui, troppo debole per parlare e gli porse il bicchiere. Il padre, in lacrime, che dava le spalle alla porta venne scaraventato via nello stesso istante. Cinque uomini armati entrarono nella stanza, spingendolo ad un angolo e strattonando lei per il braccio «per ordine dello sceriffo, siamo qui per arrestare questa donna, accusata di stregoneria, di patteggiare con il diavolo e diffondere le malattie ...» il bicchiere con l'infuso cadde a terra «no!» urlò il padre in preda allo sconforto più totale, voltandosi verso la porta, dove la moglie, aspettava di entrare «sei stata tu...» affermò, puntandole un dito contro. La donna alzò lo sguardo annuendo «tu, hai ucciso nostro figlio!» le guardie lo fermarono, colpendolo alla nuca, prima che potesse farle del male e lo arrestarono. Mina venne portata via, poco prima che Bastian spirasse, gli occhi spaventati puntati nella sua direzione «no, no, no...» pianse la madre gettandosi ai suoi piedi e strillando, senza realizzare che la causa era stata lei. Alla strega non restò che assistere, mentre la portavano via, le guance rigate da due lacrime di tristezza per il povero ragazzo.
 
«Non puoi salvarli tutti...» la strega anziana scosse la testa, accarezzando i suoi capelli rossi con affetto.
«perchè no?» si voltò la bambina, seduta ad un tavolo intenta nel curare un corvo con l'ala rotta. Gli altri animali feriti,
nella stanza, presero a gracchiare, squittire e uggiolare alla sua presenza.
«perchè così è deciso, che tu possa salvare alcune vite e che altre vengano portate via, anche prima del tempo»
«ma perchè» insistè lei, mentre gli fasciava con delicatezza l'ala.
«curare e proteggere, è il nostro compito, ma la terra, il cielo, l'acqua e l'aria danno e prendono anche
cosa ti dico sempre?» la donna si sedette di fianco a lei, per aiutarla con gli altri animali feriti. «Io posso provare!»
«Non rischiare la tua vita per delle persone che non ricambieranno mai il favore bambina»
 
 
...
Gli occhi verdi della donna incontrarono la luce quando una guardia carceraria le venne ad aprire, spalancando la porta della cella. Imbavagliata e a mani legate era stata nella stessa posizione per dodici ore, le avevano impedito la parola e i movimenti per paura che corrompesse una delle guardie con i suoi trucchi o che castasse qualche incantesimo demoniaco, prima ancora che venisse fatto il processo, l'avevano già condannata e lei lo sapeva. Venne portata su un palco, la giuria erano le stesse persone a cui aveva preparato infusi, quando avevano contratto la malaria, fasciato le braccia, quando si erano rotte le ossa, assistito quando davano alla luce i loro figli e che adesso le urlavano contro insulti e le tiravano la frutta marcia. La sua espressione mutò dall'incredulità alla tristezza quando la vide, anche lei, la madre di Bastian, era lì con loro in prima fila, la sua voce si sommò alle altre «ha ucciso mio figlio» «strega, strega, devi bruciare» «che tu sia dannata!». Lo sceriffo venne avanti sul palco, mentre due guardie la posizionarono dietro ad un tino colmo d'acqua tenendola stretta per le braccia. «Dopo settimane vissute nella paura» cominciò lui, tenendo le mani sulla cinta dei pantaloni «abbiamo catturato l'unica vera responsabile dei rapimenti e delle malattie diffusesi nel nostro villaggio, guardate... gli occhi del demonio!» la folla urlò, incitata dalle sue parole e inveendo contro di lei, sotto i suoi occhi increduli «va all'inferno!» lo guardò con aria di sfida, mentre l'uomo non si fece pregare due volte, l'afferò per i capelli e premette la testa all'interno dell'acqua. Il respirò le mancò per una manciata di secondi, poi la tirò di nuovo su «accuso questa donna di praticare....» le puntò un dito contro, con fermezza «la stregoneria, che bruci e se ne torni nell'inferno dalla quale è venuta!» i paesani sembrano approvare, sollevando le braccia continuando ad inveire contro di lei. Chiuse gli occhi, facendo forza su stessa per accettare la cosa, senza piangere o urlare, ma nel momento in cui li riaprì, la scena che le si era parata davanti in precedenza era cambiata. Un uomo le venne incontro, puntando una pistola nella direzione delle guardie «lasciatela andare» fece con tono fermo, mentre sua sorella puntava una pistola alla tempia dello sceriffo «controllala» gli ordinò, senza distogliere lo sguardo dal suo bersaglio. Dopo una accurata analisi che lei sembrò non afferrare a pieno il ragazzo la lasciò andare «questa non è una strega!» esclamò, fra l'incredulità e la rabbia di tutti. «Non potete» intervenne lo sceriffo «questa è ancora la mia città» «chiunque capirebbe che questa non è una strega» lo interruppe la donna, mettendo via la pistola «lo sceriffo voleva solo proteggervi ma il sindaco ha fatto qualcosa di più saggio e ha chiamano noi, per farlo» continuò lei, mettendo via l'arma «il mio nome è Gretel e questo è mio fratello Hansel e siamo cacciatori di streghe». Mia rimase intotita sul palco, a massaggiarsi le braccia, parte del vestito e i capelli completamente fradici «puoi andare adesso» la invità Hansel, dedicandole uno sguardo di compassione sincera «grazie» biascicò lei, ricambiando il loro gesto con un sorriso di gratudine e poi sparendo in mezzo alla folla, che le sembrò essere ammutolita.
Casa sua era poco fuori del villaggio, una vecchia abitazione contadina, scese le scale, che portavano ad un piano inferiore semi scoperto da un buco nel pavimento e si avvicinò di corsa ad una parete, lasciando la sua cesta sul tavolo pieno di libri, brocche ed erbe a seccare. La parete in questione, era tappezzata di articoli di giornale, documenti e ritratti a matita «Hansel e Gretel» lesse ad alta voce «orfani uccidono la strega delle paludi» strappò un articolo ritraente la loro effige e rimase a fissarli incredula, tornati, erano tornati a casa.
 
 
...
«Ciao, Hansel» gli sorrise lei, comparendo dietro il carretto delle zucche «Oh, ciao» «zuppa?» continuò, muovendosi per affiancarlo «oh, no, questa zucca servirà ad un altro scopo» intuendo, lei continuò in quella direzione «come procede la caccia alle streghe?» gli sorrise, cercando di sembrare meno tesa di quanto non fosse. Lui continuò, fermandosi ad uno stand per comprare un vestito da bambino. «Bene, procede bene» la superò piegando le labbra in un mezzo sorriso. Quasi le sembrava che cercasse di non guardarla troppo a lungo «hai mai incontrato, una strega che non volessi uccidere?» «no, me la tieni un attimo?» le lasciò la zucca per fermarsi ad un altra bancarella «no, comunque» le rispose secco «io appartengo alla vecchia scuola, le brucerei tutte, mia sorella invece è dell'opinione che prima andrebbero beccate in flagrante o che comunque si abbiano delle prove prima di farle fuori» ridacchiò lui. Mina nascose a malapena la delusione per la risposta e prima che potesse fare un altra domanda lo vide fermarsi in un vicolo, per farsi un iniziezione. «Va tutto bene?» «Si» la voce affannata, le sembrò che dicesse il contrario, «quando ero piccolo, una strega mi fece mangiare così tanti dolci da farmi ammalare» spiegò lui, chiarendo la questione. Mia annuì «hai la malattia dello zucchero» concluse, in un tono sicuro, non era una domanda, poi gli restituì la zucca. Lui la fissò per qualche secondo « e tu, tu hai degli occhi molto belli» prendendo la zucca dalle sue con un espressione tra l'imbarazzato e il serio. «Grazie» sorrise lei.  Hansel annuì, riacquistando il controllo che lo aveva accompagnato sino a quel momento e fece per andarsene senza aggiungere nient'altro «Hansel» lo fermò, affrettando il passo e prendendolo delicatamente per un braccio «abito poco fuori dalla città e conosco una serie di... rimedi, per questa malattina, se vuoi, vienimi a trovare qualche volta sarà felice di mostrarteli...» lui sembrò non capire bene all'inzio, poi scosse la testa «non preoccuparti, non è brutta come sembra» le rispose, salutandola con espressione interdetta ed eclissandosi tra la folla.
 
 
«Hansel, Hansel che aspetti entra in acqua» le fece segno lei, muovendosi a nuoto verso la riva.
«Oh, no, sto bene qui» rispose lui, distogliendo lo sguardo, per evitare di intravederla nuda nell'acqua.
«Sei sicuro?» insistè lei, mantenendosi ad una roccia a riva.
«è curativa hai detto?...» Dopo un minuto era in acqua con lei.
«Una volta ho combattuto una strega in acqua, aveva la faccia di un rospo e...»
lei si avvicinò nuotando nella sua direzione.
«Tu, parli troppo» gli sorrise, avviciandosi ancora un po' «beh è per questo che non mi piace l'acqu-»
sollevò una mano e gli e la posò con delicatezza sulle labbra «shhh» poi coprì la distanza che la separava
dalla sua bocca e con un gesto solo lo zittì.
 
 
...
Un colpo secco, la bacchetta sprigionò un lampo di luce rossastrà e colpì in pieno petto Grethel, che venne scaraventata contro un albero, poi fu il turno di Hansel, indebolito ancora dalla ferita in via di guarigione andò comunque in soccorso alla sorella, colpendo òa strega con la canna del fucile ma ricevendo in cambio u altra scossa. Mina, fece un passo avanti, reggendo con la destra la bacchetta della grande strega bianca e puntandola su Muriel «Ehi!» le gridò per attirare la sua attenzione.
La strega con il volto deturpato dalla putrefazione venne verso di lei, un ghigno stampato sulle labbra. «Bene bene, cosa vedo qui... una strega bianca che usa una bacchetta» la canzonò. Mentre la ragazza non accennò ad abbassare il potente oggetto che teneva stretto fra le mani. «Adesso cosa farai, mi lancerai un incantesimo d'amore?» continuò lei, facendo un passo avanti. Mina non esitò, agitando la bacchetta nella sua direzione, sfortunatamente la mancò di un soffio e non riuscì a scansare il suo attacco successivo «povera ingenua» Muriel si gettò verso di lei, con il coltello e non mancò il bersaglio. «Che stupida, sacrificare la tua vita, per un umano» rise Muriel «Mina» urlò Hansel dall'altro lato e si gettò sulla strega, colto dalla rabbia. La ragazza rimase distesa a terra a tenersi il fianco lacerato dal coltello. Potè sentire delle urla, una richiesta di supplica e poi nient'altro, era finita. Hansel le venne in contro, inginocchiandosi e sgranando gli occhi alla vista della ferita «mi dispiace» fece lui, deglutendo il volto contratto in una smorfia di dolore e accarezzandole i capelli. «Gretel» chiamò lei, ingoiando grumo di sangue che le si era formato in gola e sollevando una mano nella sua direzione «sei una strega bianca ...tu» le forze la abbandorano, mentre a stento riusciva ad emettere un fiato. Hansel si girò nella direzione della sorella «fai qualcosa, sta morendo!» la incalzò lui, gli occhi lucidi di dispiacere e tristezza «io-io non saprei che fare» «qualsiasi cosa» insistè. La ragazza prese la bacchetta dalla mano debole di Mina e gli e la impose sulla ferita, in quel momento qualcosa accadde.
 
 
Io e mia sorella sappiamo la verità, adesso sappiamo chi siamo e anche loro. Sanno la nostra storia,
i nostri poteri e di cosa siamo capaci. Dovrebbero temerci, tutti noi...

 
 
«Dovremmo essere vicini» fece il ragazzino, il viso stanco e sporco di terra.
«Hai controllato la mappa?» rispose Grethel, divertita «questa volta non voglio affidarmi al tuo senso dell'orientamento»
«Puoi dirlo forte» ribattè Hansel, sollevando un braccio per avvolgere le spalle di Mina.
«Non siate duri con lui» li rimproverò quest'ultima «è questa la casa, non c'è dubbio» concluse, 
sollevando l'arco e tirando dalla faretra una freccia con la punta incantata.
«Edward, bussi tu?».
 





;ANGOLO AUTORE
Qualche tempo fa, ho visto il film e di tutte le vicende all'interno della storia,
quella che mi ha creato più dispiacere è stata la morte di Mina, così ho pensato
che oltre ad approfondire il modo in cui è stata catturata e il modo in cui ha
vissuto il suo essere strega, potessi dare una versione alternativa del finale, dove
tutti quanti sani e salvi diventano una squadra d'azione per combattere le streghe
che praticano magia nera. Spero che vi piaccia c:
   
 
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