Storie originali > Commedia
Segui la storia  |      
Autore: Laylo    05/08/2013    0 recensioni
Apro la finestra e mi affaccio con i gomiti sul davanzale. Il fumo sale verso il cielo, verso le stelle, mentre i miei occhi ed i miei pensieri ricadono sui prati scuriti dal buio della notte e dalle ombre dei cespugli. Quanti ricordi!
Per un istante mi assale uno strano sentimento. Quasi come se quel fumo, così grigio, così sporco, in qualche modo andasse ad inquinare tutti i ricordi della mia infanzia. Un infanzia pura, immacolata come un foglio. Mi sento avvilito, come se stessi sbagliando. Mi viene quasi voglia di spegnere la sigaretta e tornare di là. Ma non lo faccio. Me ne rimangono poche, non posso sprecarle così stupidamente!
Genere: Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Strana la vita, però. Il destino è davvero imprevedibile.. non c’è modo di sapere quale regalo ti riserva o che scherzo nasconde per pugnalarti alle spalle quando meno te lo aspetti. Per saperlo c’è un solo modo: andare avanti. Viere.
Sì, però per vivere prima bisogna sopravvivere. Sembra quasi un gioco di parole! Sembra, appunto. In realtà è un dato di fatto. Prendi la scuola, ad esempio.
Spesso paragono la scuola alla giungla.. sono simili sotto molti aspetti facendoci caso. In entrambe il segreto per uscirne vivi è imparare a conoscere tutti i trucchetti! Nella giungla devi saperti muovere, conoscere qual è  il cibo commestibile e capire dove e come procurartelo se il tuo obbiettivo è vivere.
Ecco.. a scuola è uguale! In quel posto così amato da ragazzi, gli stratagemmi sono indispensabili per riuscire ad arrancare con fatica fino alla fine. Lì devi imparare a copiare i compiti dal tuo vicino,  devi trovare il posto dove infilare i bigliettini, per non parlare dell’arte della falsificazione delle firme.. ci vogliono mesi di allenamento! (Non sembra, ma anche quello è un lavoraccio!)
Se non impari tutto ciò non vai avanti. Sì, a scuola ti bocciano, ma il peggio arriva quando torni a casa!
E poi prendi me: Ale. Io sono il tipo di ragazzo che passerebbe ore attaccato alla play o al campetto con gli amici. Per non parlare del sabato sera a bere birra e fumare di nascosto (se Stefano mi scoprisse a quest’ora non sarei qui!). La mia è vita spericolata, oserei dire.
Quindi: morire nella giungla sbranato da una tigre o rimanere vicino a tuo padre mentre legge la tua pagella ad alta voce? Sinceramente non so cos’è peggio!
Quest’anno avrei preferito essere nella giungla!
 
Quel fatidico giorno, mio padre era seduto sulla sua poltrona rossa vicino al caminetto.
Guai a chi gliela tocca quella poltrona!
Aveva i soliti occhiali dalla montatura antica sulla punta del naso e lo sguardo basso su quell’odioso foglio di carta scarabocchiato.. la mia pagella, appunto.
Allo scientifico la vita è dura! Io non ci volevo nemmeno andare, è stato lui ad insistere.. per ciò non si dovrebbe nemmeno lamentare.
Quando il suo sguardo si è bloccato sul  3 in matematica ed il 4 di fisica, mi ha guardato negli occhi e ha giurato che se non l’avessi recuperati mi avrebbe messo in punizione per il resto dell’estate.
Stefano dice che non ho voglia di studiare e che passo tutto il tempo fuori casa a non far nulla di buono o a combinare guai con gli amici. Non è vero! Trascorro anche molte ore in casa a svolgere attività utili.. ad esempio dormo. Dormire rilassa ed aiuta a concentrarsi meglio sullo studio; l’hanno detto pure gli scienziati, quindi non lo puoi contestare, caro Stefano!
In casa guardo anche la tivù. È istruttivo! Insomma, sul telecomando ci sono dei numeri, in qualche modo la matematica centra.
Quindi non è vero che sono sempre fuori! Sto anche molto tempo in casa, soprattutto al computer. Il computer è fondamentale ai giorni nostri, chi non lo sa usare è fottuto. Spesso lo accendo per guardare film ad alto spessore culturale.. non so se mi spiego…  
Mio padre è un uomo di parola (avrei preferito di no!). Quando a fine anno scolastico ha ricevuto la lettera della mia rimandatura in matematica e fisica è andato su tutte le furie. Su due piedi ha deciso di isolarmi dal resto del mondo perché potessi concentrarmi nello studio e riuscire a superare gli esami di settembre. Ma della mia vita sociale che ne sarà?! Con lui niente ma..
 
 
 
I
È metà Giugno. È mattina. È sabato, forse. Queste sono le uniche informazioni che fluttuano nel vuoto della mia mente appena apro gli occhi.
Il mio unico neurone funzionante sta già facendo le valigie per scappare a Las Vegas. Non posso permetterglielo! Mi servirà per passare gli esami di settembre. Il solo pensiero di dover studiare durante l’estate è una tortura. Che fregatura la scuola!
Mi siedo sul letto e sbadigliando passo una mano tra i capelli spettinati di colore nero lucente. Il tempo di riprendermi dalla lunga dormita e poi, nella penombra della stanza, mi dirigo verso il bagno per darmi una pettinata alla veloce. Inciampo incresciosamente su un calzino come se fosse una buccia di banana e sbatto il piede contro la cassettiera altrettanto rovinosamente. Haia! Che dolore!
La giornata incomincia alla grande, direi!
Mi fiondo giù in cucina per la colazione. È una bella giornata, il sole illumina tutto e rende l’atmosfera più felice. Mio padre è seduto a tavola con il giornale tra le mani che gli copre la faccia. La tivù è accesa a basso volume e fa di sottofondo al cinguettio degli uccellini fuori dalla finestra.
Mamma sta preparando una spumeggiante spremuta d’arancia che ha il colore dell’estate. Arancione. Che bella l’estate!
“Che si dice, vecchi?” sbadiglio sedendomi a tavola. Mi stiracchio facendo scrocchiare ogni muscolo del mio corpo ancora indolenzito.  
Mamma si gira con un sorriso e mi scompiglia i capelli.
Li avevo appena pettinati, cavolo!
Le sorrido a mia volta. Mamma è dolcissima, è una persona molto comprensiva. Insomma, se fosse per lei non passerei la vita in punizione come invece accade.
Mi piazza di fronte il bicchiere con la spremuta d’arancia appena fatta  e mi passa un cornetto alla crema ancora caldo.
“Ben sveglio, Tesoro!” dice.
Stefano abbassa il giornale sotto agli occhi e mi fissa con un espressione che gela il sangue. La tipica espressione di chi sta architettando un piano malefico. L’avevo già vista, sì! L’ultima volta che rideva sotto i baffi in quel modo ero finito ad aiutare l’anziana signora Marchetti (quella del piano di sotto) nei lavori di casa. Si era messo in testa che dovevo diventare più responsabile.
Per altro la retribuzione era davvero scarna! Mi pagava due euro al giorno; era sfruttamento di minori! Sfruttatrice. Non voglio nemmeno sfiorare il pensiero di quell’aranciata che teneva in frigo e che spacciava per fresca. Me la offriva ogni pomeriggio e ogni volta mi sembrava di bere muffa. Potrei metterci la mano sul fuoco: risaliva alla seconda guerra mondiale come minimo. Il retrogusto di muffa non mente mai!
“Ale, hai dei programmi per oggi pomeriggio?” chiede mio padre intanto che ripiega il giornale.
“Sai, Stefano.. pensavo proprio di uscire a fare un giro sul mio cinquantino. Il tempo non è male!” dico con la mia solita punta d’ironia.
Questa volta cosa s’inventerà per non farmi uscire?
Ha ancora l’espressione furbesca dipinta in viso. Cos’ha in mente il vecchio?
Incrocia le braccia al petto e mi fissa incessantemente. Mi fissa perché crede di farmi paura, forse. Io non ho paura! Non ho paura di niente, figuriamoci di lui.
“Io credo invece che ti meriteresti una bella vacanza.” dice.
Strabuzzo gli occhi. Ha detto vacanza? Ho capito bene! Sono sicuro che ha detto vacanza.
“Vacanza?” ripeto stupito. Ero convinto che fosse ancora arrabbiato per la mia sospensione a giudizio in matematica e fisica.
“Sì. Che ne pensi di un bel posto tranquillo dove splende il sole ogni mattina e il cielo è azzurro come non mai?”
“Niente male. Una crociera mi sembra il posto ideale per riposarsi dopo duri mesi di scuola.”
È Natale? No. Perché mi vuole regalare un viaggio? Questo non è il mio compleanno, né onomastico, né è Pasqua.. cosa c’è sotto?  
“Sul giornale c’è un bell’articolo sui giovani, ho appena finito di leggerlo. Dicono che la natura fa bene ai ragazzi. È calma, aiuta a concentrarsi e riconcilia i sensi.” ride malignamente.
Sta per arrivare la pugnalata alle spalle, me lo sento!
“Quindi mi mandi alle Hawaii?” ipotizzo confuso.
“Pensavo ad un posto un po’ più vicino.”
“Costa azzurra?”
“No. Meglio. Molto meglio! Un posto che adori da quando eri bambino.”
Quand’ero piccolo, che mi ricordi, non abbiamo mai viaggiato più di tanto. In memoria ho solo le estati trascorse in campagna da zia Gelsomina. Oh.. no..
“No, Stefano! Ti prego. Non dirmi che vuoi mandarmi da zia Mina!” sbotto, “Ti scongiuro, non puoi prendermi in giro in questo modo.” dico alzandomi di scatto dalla sedia.
“Bravo, hai indovinato. Primo premio.”
“E i miei amici? Le partite di calcio? Morirò di noia.”
“Se ti annoi prendi il libro e studi, che ti fa bene. Vedrai che lì non avrai distrazioni.”
Guardo mia madre in cerca d’aiuto. Lei mi fissa comprensiva, ma vedo nei suoi occhi che è d’accordo con Stefano.
Non posso farcela un mese con zia Mina, è una scassa balle all’ennesima potenza!
 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Commedia / Vai alla pagina dell'autore: Laylo