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Autore: Book boy    05/08/2013    1 recensioni
“Dalle memorie del Dott. Brown”
Molti pensano che i test nucleari nell'atollo di Bikini furono fatti solo per scopi di “esperimento”. Ma in realtà non fu così. Inizialmente su quelle isole dovevano essere compiuti altri esperimenti, che non centravano niente con “l’atomica” anche perché ai tempi in cui furono fatti le armi nucleari nemmeno esistevano.
Genere: Azione, Horror, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Guerre mondiali, Dopoguerra
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“Dalle memorie del Dott. Brown”
 
Molti pensano che i test nucleari nell’atollo di Bikini furono fatti solo per scopi di “esperimento”. Ma in realtà non fu così. Inizialmente su quelle isole dovevano essere compiuti altri esperimenti, che non centravano niente con “l’atomica” anche perché ai tempi in cui furono compiuti, le armi nucleari nemmeno esistevano. In realtà gli esperimenti furono fatti per coprire un errore, insabbiarlo. Senza farlo sapere a nessuno. Bè io ve lo sto per raccontare.
Ma andiamo con ordine:
 
 Tutto iniziò quando, il 2 febbraio 1945, arrivò una telefonata alla reception dell’hotel Carlton, a New york, dove mi trovavo per una riunione con alcuni delegati britannici per parlare di certi argomenti scientifici, il primo dei quali era proprio lo sviluppo di nuove armi da impiegare sul campo.
Quando presi la cornetta del telefono, dall’altra parte dell’apparecchio rispose lo scienziato John Diuk, mio collega statunitense «Buona sera dott. Brown»
«Oh, carissimo dott. Diuk, ha bisogno di qualcosa?»
«In realtà sì, volevo parlarle di un esperimento che stiamo portando avanti qui, a Los Angeles, però ne dovremmo parlare a quattr’occhi, si tratta di un esperimento molto importante…» Capii immediatamente che si trattava di qualcosa di molto rilevante per la vittoria della guerra «Bè, in tal caso credo che dovrei venire fino a Los Angeles, è esatto?»
«Sì, signore, un aereo privato è già pronto a portarla qui, Domattina partirà»
«D’accordo, allora ci sarò» Poi riattaccai la cornetta e riflettei tentando di capire di cosa volesse parlarmi di così importante da doverlo fare di persona.
Quando arrivai a Los Angeles mi incontrai subito all’aeroporto con Diuk «Brown! Ben arrivato ad L.A.!»
«Salve Diuk, la vedo in gran forma»
«Sì, diciamo che mi tengo in forma»
Salimmo su un’auto militare che partì in direzione del laboratorio scientifico di Trhee sword, un laboratorio segreto all’interno della città. Solo pochi tra scienziati e militari vi avevano messo piede di persona. Io ero uno di loro. Era nascosto all’interno di un vecchio palazzo che veniva usato per le telecomunicazioni. Nel seminterrato vi era una porta blindata da cui si accedeva ad una tromba di scale che conduceva nel bunker sotterraneo dove era situato il laboratorio. Appena entrato vidi subito vari scienziati che lavoravano su progetti ed esperimenti di vitale importanza militare. Diuk mi condusse in una stanza laterale, cui si accedeva da una piccola porta nascosta dietro una libreria di ferro. Era il laboratorio per lo studio delle armi innovative. Se i progetti, i campioni o i prototipi di tutto ciò che era all’interno di quella stanza fossero finite in mano al nemico allora la guerra si poteva dire persa. Fortunatamente gli alleati stavano trionfando.
Però il problema più grande era il Giappone. Bisognava fermare le truppe dell’imperatore.
Diuk mi fece accomodare su una sedia girevole ad un tavolo a cui erano seduti altri quattro scienziati e due colonnelli dell’esercito che io salutai con rispetto. Diuk iniziò a spiegare «Siamo in guerra da ormai poco più di tre anni e decine di migliaia di nostri soldati continuano a morire ogni giorno su ogni fronte in cui operiamo. Ci vuole una svolta nell’andamento del conflitto. Qualcosa che faccia arrestare la barbarie giapponese e nazista. Ci vuole un arma innovativa.» Si voltò e tolse un piccolo lenzuolo che  andava a coprire una lavagna dietro di lui. Su quest’ultima vi erano segnati alcuni nomi degli elementi più importanti della tavola periodica «All’interno di questi laboratori stiamo sviluppando un’arma chimica, un gas che potremmo utilizzare contro ai nostri nemici» Uno dei due colonnelli presenti però protestò «Non è possibile utilizzare dei gas! Sono armi chimiche, vanno contro alla “convenzione dell’AIA”!»
«Certo, i nazisti allora? Loro non hanno infranto la convenzione? Dobbiamo capire che combattiamo contro un nemico spietato, che sta distruggendo la nostra civiltà! Bisogna fermare questa guerra! A qualunque costo!»
Tutti nella sala diedero ragione a Diuk. Ma io volevo saperne di più prima di proferire parola o di accettare l’esperimento. Perciò chiesi «Ma quale sarebbero con precisione le conseguenze di un attacco con questa arma chimica, la prego Diuk, ce le esponga» Lui annuì ed iniziò «Allora, il gas, non è un gas mortale, almeno non subito dopo l’esposizione, ma soltanto un gas “infettivo” ciò significa che infetta il nemico, facendo uscire pus e vari liquidi dal suo corpo, inoltre intasa i polmoni di muco, facendo tossire il malato. Non è curabile perciò in molti casi, a meno che non si riesca a rigettare il pus, sopraggiunge la morte. Lo abbiamo già testato su alcuni esemplari di Scimpanzè.» Uno degli scienziati disse «Ma cosa state dicendo?! Testarlo su dei prigionieri? Ma che siamo dei mostri?! Siamo esseri umani! Non delle bestie! Critichiamo i campi di concentramento nazisti e poi testiamo le nostre armi chimiche su dei prigionieri?!» Tuonò Un terzo scienziato di origine spagnola «Non possiamo testare un gas sugli uomini, è da mostri!»
Diuk sbuffò e rispose «Maledizione la volete vincere questa guerra oppure no?!» Tutti si zittirono all’istante «Non lo capite che se non tentiamo delle alternative non vinceremo mai!» Allora si decise che il modo migliore per decidere sarebbe stato votare. Delle otto persone presenti in tutto sei, compreso me votarono a favore, mentre il colonnello che aveva protestato dato che il gas sarebbe andato contro la convenzione dell’AIA e lo scienziato spagnolo furono gli unici a votare contro. L’esperimento sarebbe iniziato. L’ultimo ostacolo era trovare la zona più adatta dove provare il gas. Il territorio doveva assomigliare a quello in cui i nostri uomini combattevano giornalmente, ovvero le giungle delle isole del pacifico.
Non fu difficile trovare il luogo più adatto.
All’unanimità si optò per una piccola isoletta, molto isolata e con pochi abitanti. Quest’ultima si trovava nell’atollo di Bikini.
  
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