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Autore: LeftEye    05/08/2013    31 recensioni
Parodia del primo libro della mirabolante saga "50 sfumature".
Dal cap. 1: "Mi lego i capelli – è risaputo che le ragazze sfigate ed insicure del proprio aspetto si legano sempre i capelli – sperando di avere ottenuto un bel look da appena scappata di casa, in modo da poter impietosire qualcuno, magari un affascinante miliardario superdotato.
Ah! Ecco perché ero davanti allo specchio, con tutto questo ciarlare me n'ero quasi scordata: devo fare un'intervista al posto di Kate, la mia coinquilina e migliore amica.
La adoro, lei è il mio modello di riferimento, la ammiro e la venero, soprattutto perché vivo a scrocco a casa sua."
Genere: Demenziale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey, Un po' tutti
Note: Nonsense, OOC | Avvertimenti: Bondage, Spoiler!
Capitoli:
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6.
 
 
Christian apre lo sportello del suo SUV Audi nero a cinque porte quattro per quattro, cilindrata 177 cavalli, velocità 0-100 Km/h in otto secondi e due... e insomma questi dettagli li lascio agli ometti, tanto alle femminucce interesserà solo sapere che l'auto è costata più di settantamila dollari.
“È un bestione di auto” è il mio commento da donna.
Saliamo e lui accende lo stereo: una musica dolcissima inonda l'abitacolo.
Oddio! Ho scoperto un'altra delle innumerevoli doti di Christian Grey: ascolta musica classica! È così... fuori dagli schemi, così romantico, e rivela il suo lato sensibile ed intellettualoide. Come si fa a non amarlo? È evidente che si tratta dell'uomo perfetto. Donne, affrettatevi a comprare gli altri due volumi di questa serie.
«Cosa stiamo ascoltando?» chiedo.
«Musica.»
«Wow...»
«Si intitola “Musica di cui nessuno sa il titolo ma che tutti conoscono e che non è per nulla ricercata come vorrei far credere” di Autore, dall'opera XYZ, scritta nel 1881 e basata sulla novella Novella
«Quante cose sai...» commento ammirata. Lui chiude la pagina di Wikipedia e si rimette in tasca l'iPhone. «Ti piace la musica classica?»
«Non solo quella, Anastasia, altrimenti sembrerei un vecchio barboso. Io sono una persona eclettica e ascolto di tutto: da Thomas Tallis a PSY.»
«I testi di PSY sono pura poesia, ma non so chi sia Thomas Tallis.»
«Ma tu non studiavi letteratura inglese? Comunque, è un compositore inglese del sedicesimo secolo. Epoca Tudor – te lo specifico perché mi sembri carente nella tua materia di studi. Da quanto parte il tuo voto di laurea?»
«Da sessantanove.»
«Ci avrei giurato. In ogni caso, Tallis è il mio compositore preferito, anche se guardando I Tudors1 ho scoperto che si faceva incaprettare da un tale William Compton. Quante cose si imparano con i telefilm!»
Il telefono squilla e Christian attiva il viva voce.
«Ehi, fratellone, come va? Allora, ci hai dato dentro? L'hai messa a pecorina o a smorza candela? Ce l'aveva rasata o pelosa? E le tette, come ce le aveva? Piccole e sode o grosse e cadenti? È una di quelle che urlano e si dimenano o sembrava morta? Te l'ha preso in bocca? Te l'ha fatto togliere all'ultimo o ti ha fatto rimanere dentro fino alla fine? Ti ha fatto entrare dalla porta di dietro?»
«Ciao, Elliott... sono in auto con il viva voce e c'è Anastasia accanto a me» sospira Christian.
«Ah, ciao, Anal! Ho sentito molto parlare di te.»
«Non credere ad una sola parola di quello che dice Kate.»
«Ha ha ha! Come sei divertente! Ha ha ha! Uno spasso! Oddio, muoio! Non ti posso trombare, ma mi limiterò ad adorarti e a considerarti la persona più simpatica che abbia mai conosciuto!»
«Ma com'è possibile? Tutti mi odiano! E comunque, Christian, non capisco perché ti ostini a chiamarmi Anastasia. Cioè, proprio non ci arrivo.»
«Perché è il tuo nome.»
«Ma dai?!» esclamò sbigottita. Con lui imparo un sacco di cose nuove: è un uomo talmente intelligente!
«E comunque, sappi che non te lo darò più per altre cinquanta pagine» mi informa quando arriviamo davanti a casa mia.
«Uffi... ho aspettato ventun anni, non so se riuscirò ad aspettare per altre cinquanta pagine.»
«Si chiama suspance, mia cara. Tutti i bravi scrittori vi fanno ricorso, e siccome E.L. James è più brava di tutti, vi fa ricorso ogni tre per due.»
«Che talento!»
Entrati in casa, troviamo Kate ed Elliott seduti al tavolo della cucina. Kate è splendissimerrima nel suo aspetto post-coito. La odio.
Pure Elliott è un figo da paura, ma che ve lo dico a fare? Lo sapevate già. In questo libro, i buoni sono belli e i cattivi sono brutti. Com'è giusto che sia.
«Fao, Evviot» lo saluto mordendomi il labbro. Boh, così.
«Elliott, dobbiamo andare» dice Christian, che solitamente si ingelosirebbe anche di una mosca che mi svolazzasse intorno, ma se faccio la gatta morta con suo fratello, è ok.
Elliott prende Kate tra le braccia e la bacia. Oddio, santo cielo, mamma mia! Ma che schifo! Ma non si vergognano?! Non hanno un minimo di pudore? Sono disgustosi!
«A più tardi, piccola.»
Kate si scioglie.
No, non sul serio. Era una metafora letteraria, ignoranti!
Mi vengono in mente le parole “docile” e “compiacente”: Elliott deve avere una tega grande così per riuscire a mettere al suo posto Kate. Finalmente lei si toglierà tutte quelle strane idee sul giornalismo dalla testa e capirà che il suo posto è in cucina. Meno male, iniziavo a preoccuparmi per lei.
Christian mi guarda, mi dà un poke sulla spalla e mi dice:
«A più tardi, piccola» ripetendo le stesse parole del fratello.
Il poke, seppur breve, è stato intenso e mi ha fatto ribollire il sangue. Il bacio slinguaccioso che Elliott e Kate si stanno ancora scambiando, ora distesi sopra al tavolo, non è nulla in confronto. Ma chi si credono di essere? Io e Christian siamo molto più affiatati! Il nostro è un rapporto vero, il loro è solo basato sul sesso. Bleah! Gesù non approva.
Finalmente i due si staccano, e Christian porta via se stesso e il fratello.
Quando alla sera ritorna a prendermi al lavoro e mi porta all'eliporto, dove assisto ad una scena fantasmagorica: Christian dice “grazie” al vecchiaccio che gli consegna il piano di volo.
Oddio.
È incredibile, davvero incredibile.
Chissà cosa mai avrà fatto il vecchio per meritarsi una risposta educata: come minimo, deve avergli salvato la vita.
Una volta saliti sull'elicottero, Christian mi lega come un salame, mi ordina di non toccare niente e mi ricorda di respirare. Uhm... tutto questo è molto sexy.
Ci sono tanti pulsanti che avrei voglia di premere, ma vengo distratta dall'abilità di Christian-pilota. L'ho trovato nella scatola di cereali e sto completando la collezione: Christian-supermiliardario, Christian-salvatore del mondo, Christian-surfista, Christian-veterinario, Christian-agente segreto, Christian-principessa delle fate.
La città sparisce sotto di noi e ben presto non si riesce più a capire dove siamo.
«Ma come fai a sapere dove stiamo andando?» chiedo a Christian.
«Perché sono magico» mi risponde lui facendomi l'occhiolino.
Mentre schiaccia un sacco di pulsanti, apparentemente casuali, osservo e ammiro il suo profilo: ho già detto che è bellissimo? Beh, sappiatelo, è bellissimo. È così bello che vorrei leccargli tutta la faccia.
Oddio. Forse ha già un cane che gli può leccare la faccia ogni volta che gli pare. Che invidia!
O forse ha un gatto, che gli si struscia sempre su quei pantaloni che gli cadono in modo divino.
O magari un pesce, in una boccia di vetro tenuta in bagno, e quel pesce ha l'immenso privilegio di poterlo guardare quando fa la cacca.
Io invece non sono nulla, non avrò mai l'opportunità di fare tutte queste cose.
Quanto odio i suoi ipotetici animali domestici!
«Quanto dura il volo?» chiedo poi.
«Meno di un'ora.»
“Mmh... meno di un'ora a Seattle, eccitante...” I muscoli mi si contraggono. Le farfalle impazzano nel mio stomaco. Mi chino in avanti e vomito.
«Anastasia!» esclama Christian, infastidito e disgustato. «Santo cielo, hai vomitato sui comandi! Potevi dirlo che stavi male, ho i sacchetti per il vomito!»
«Credevo fosse eccitazione sessuale» biascico mentre cerco di riprendermi. «È che sono tramortita
«Tramortita?» mi fa eco lui, confuso. «Mi sembri piuttosto cosciente.»
«Il fatto è che tu sei così... esperto.»
«Ah... volevi dire che sei scioccata. Oppure sorpresa, stupita, attonita, esterrefatta, sbalordita, basita, meravigliata, strabiliata, stupefatta, sbigottita. Ma non “tramortita”.»
«Christian, non cercare di sovrastare la mia autonomia di donna: sono io l'unica che può scegliere quali sinonimi usare, e ho scelto “tramortita”. Però dopo puoi darmi un ceffone, se ti va. Non voglio che tu ti senta meno uomo solo perché hai un lessico meno ricco del mio.»
«Ok, grazie Miss Steele» dice educatamente. Penso che sia lusingato, ma non ne sono sicura. Sono incerta se definire il suo tono lusingato o assetato.
«Certo che hai dei passatempi parecchio costosi» commento. Poi sospiro, che è una delle cose che mi riescono meglio. «Io invece mi limito a leggere e ad andare al cinema di tanto in tanto. Non sono al livello dei tuoi standard, lo so. Puoi anche buttarmi giù dall'elicottero, ora che sai che sono solo una plebea. Di certo esci solo con donne dagli interessi costosi come i tuoi...»
«Ma che vuol dire? La tua è tutta una scusa per giustificare il fatto che sei un personaggio piatto. Leggere e andare al cinema? Sei la fiera delle banalità! Guarda che ci sono un sacco di passatempi interessanti ma poco costosi. Il bricolage, l'uncinetto, le creazioni con il fimo, collezionare le sorprese degli ovetti Kinder, fare saponi con il grasso rubato dalle cliniche per la liposuzione...»
«Chi farebbe mai una cosa del genere?!» strillò disgustata.
«Tyler Durden di Fight Club, il romanzo più celebre di Palahniuk.»
«Scusa, non mi intendo di letteratura polacca, io leggo solo i grandi classici inglesi.»
«Vaaaa beeeeene.»
D'improvviso mi guardo intorno, e mi accorgo che l'elicottero è fermo su una piattaforma di atterraggio. Siamo arrivati e non me ne sono neanche accorta.
Christian si volta verso di me e sfodera un sorriso fluorescente a trentadue denti.
«Visto? Te l'ho detto che sono magico.» Da uno dei suoi denti scaturisce una scintilla di luce e il riflesso mi acceca.
Scendiamo dall'elicottero e raggiungiamo rapidamente l'interno dell'edificio. Stranamente, il vento non mi alza la gonna e perdo l'occasione di paragonarmi a Marilyn Monroe. E. L. James, cerca di concentrarti un po' di più, suvvia!
Entriamo nel suo attico megagalattico: c'è un salotto con il divano e la tele, una cucina con i fornelli, il tavolo e le sedie, e un pianoforte a coda... wow. Ha perfino il frigorifero, non ci posso credere!
Christian mi aiuta con garbo a togliermi la giacca, e poi la butta per terra.
«Vuoi qualcosa da bere?» mi chiede. Dopo l'altra sera? Che spiritosone! Vorrei chiedergli un margarita, ma non sono così spavalda. Significherebbe fargli un affronto, e io non oso.
«Io prendo un Sciasciasciosciué dell'82, per te va bene?»
«Christian, sono una poveraccia che non capisce niente di vini, certo che mi va bene!»
«Ok, allora prendo il cartone di Tavernello che ho in frigo. Mi è avanzato dall'ultima volta che ho fatto le scaloppine.»
Mi porge un bicchiere e io bevo un sorso: è leggero, frizzante, delizioso, con qualche nota di autunno, di more e Calippo.
«Perché mi hai regalato proprio Tess dei d'Urbervilles?» gli chiedo per la centomillesima volta.
«È l'unico libro che sembri aver letto. Non volevo farti diventare più intelligente regalandotene uno nuovo.»
«Ed è l'unico motivo?»
«Beh, mi sembrava appropriato. Sarei capace di innalzarti a qualche ideale impossibilmente alto come Angel Clare o degradarti completamente come Alec d'Ubervilles» mormora con la bava alla bocca, una bava umidiccia e pericolosa.
«Opto per la seconda» sussurro io, guardandolo fisso. Lui resta a bocca aperta, poi si riprende.
«Sì, in effetti Angel è una noia, ed è un morto di fame. Alec è ricco, aveva tutto il diritto di violentare Tess e poi abbandonarla con la pagnotta nel forno.»
«Ma certo, è quello che ogni vero uomo dovrebbe fare!» affermo.
«Mi fa piacere che la pensiamo allo stesso modo. Aspetta qui!» saltella via e torna dopo qualche minuto con un documento in mano. «Questo è un accordo di riservatezza.»
Sono senza parole: mi aspettavo che tornasse con un mazzo di rose rosse in mano, con un gioiello, o vestito da menestrello per mettersi a cantare una melodia d'amore, ma questo... questo è troppo. È la cosa più romantica che mi sia mai successa!
«Ok, firmo.»
«Ma non sai nemmeno di cosa si tratta! Non te l'ha detto la mamma che non bisogna mai firmare un contratto prima di averlo letto attentamente? È così che quelli di Mondolibri sono riusciti ad incastrarmi, e ora sono obbligato ad acquistare un libro ogni mese! E neanche avessero dei bei titoli: ho dovuto prendere tutte quelle stupide saghe sui vampiri!»
«Christian, quello che non capisci è che io comunque non parlerei a nessuno di noi due, nemmeno a Kate, perché sono un'amica di merda che ama ascoltare i fattacci degli altri ma non poi non racconta mai niente di sé.»
Senza attendere oltre, firmo tutte le copie del contratto, me ne tengo una e gli restituisco le altre.
«Grazie» dice Christian. «Ah, dimenticavo di dirti che, se violi l'accordo, la tua anima verrà venduta a Satana e tu brucerai all'inferno per l'eternità, sbranata dai Cerberi. Non è un problema, vero?»
«B-beh... no, c-certo che no!» rispondo, recitando la parte della spavalda. Ho voluto fare la figa non leggendo il contratto, non posso mica fargli capire che ora me ne pento!
«Bene, ora finiamoli con i convenevoli. Siamo al secondo appuntamento e quindi in ritardo sulla tabella di marcia.»
«Questo significa che stanotte farai l'amore con me, Christian?»
«No, Anastasia. Sei proprio stupida. Primo: io non faccio l'amore; io fotto...» sfodera dal nulla un mantello nero, con il quale cela il ghigno crudele che gli si è dipinto sulla faccia, «senza pietà! Ta-taaannn!»
«Che cos'era quel “ta-taaannn”?» chiedo intimorita.
«La musichetta da cattivo dei film. Perdonami, l'impianto stereo è guasto. Dove ero rimasto? Ah, sì: seconda cosa, ci sono ancora un sacco di scartoffie da firmare, perché il mio commercialista è italiano. Terzo: non sai cosa ti aspetta. Vieni, ti mostro la mia stanza dei giochi.»
Io sono rimasta a “fotto senza pietà” e non ho sentito il resto, a parte quell'ultima cosa sulla stanza dei giochi.
«Mi hai detto tutte queste cose porche e ora vuoi metterti a giocare con la Xbox?»
Lui scoppia in una fragorosa risata.
«No, sciocchina, niente Xbox, niente Playstation. Mi hai preso per uno di quei nerd che vanno tanto di moda ora? Io sono un uomo vero!»
Giungiamo davanti a una porta, la apre lentamente.
«Ehm... cos'è che dicevi?» dico, perplessa, mentre osservo il contenuto della stanza: Nintendo Wii, Playstation, Xbox, Risiko, Jenga, la casa di Barbie... e mille altri giocattoli.
«Pardon» si scusa lui richiudendo la porta in fretta. «Stanza sbagliata.»
Ci fermiamo davanti ad un altro uscio, lo apre e io dico una cosa che non ho mai detto prima d'ora:
«Oh mio dio.»




 
Note:
1) Telefilm con un sacco di personaggi manzi, ma storicamente poco attendibile, come potrete immaginare. Ma Chrissy è un credulone.
   
 
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