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Autore: bibiru    06/08/2013    0 recensioni
Avete mai ingannato gli altri?
Fino a dimenticare come si fa a fare qualcosa col cuore puro per qualcuno all'infuori di se stessi?
Fino a punirsi per la colpa commessa e ripetuta ogni giorno, ogni ora… ogni.singolo.secondo?
E' quello che succede a Minseok.
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chen, Chen, Xiumin, Xiumin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Avete mai ingannato gli altri?

Fino a dimenticare come si fa a fare qualcosa col cuore puro per qualcuno all'infuori di se stessi?

Fino a punirsi per la colpa commessa e ripetuta ogni giorno, ogni ora… ogni.secondo?

 

E' quello che succede a Minseok.

{BBru's note}
Ciao a tutti... sono le 05.18 del mattino e questa che state per leggere è una Oneshot che ho scritto nelle ultime ....mhh.. 4 ore?
Rappresenta qualcosa che volevo scrivere da qualche giorno e, insomma, eccomi qui. Non so quanto possa essere comprensibile, non so nemmeno se è scritta correttamente, ma non ho voluto nemmeno dare una rilettura al testo, voglio che rimanga scritto di getto... d'istinto.
Spero possiate perdonare la possibile presenza di errori e incoerenze.
Buona lettura ;)
{}

 

 

{16 Maggio}

Si amarano.

Forse.

Distesi su un filo di primavera, l'uno sull'altro, ossa, gambe, ormoni.

Sangue, sudore. E denti, labbra. Cuori maneschi.

Si amarono, ma forse no.

 

Non ne erano consapevoli.

 

{29 Giugno}

Minseok si guardò allo specchio. Completamente nudo, ispezionò la sua figura morbida e tanto malsopportata. Si tastò piano il corpo molle e senza forma.

Lo odiava. Lo odiava con tutto se stesso.

Quello che vedeva allo specchio non era Mineok. Era un sacco di viscidume, grasso schifosissimo. 

"Baozi" sussurrò appena.

Si prese tra due dita un pezzo molle e lo lasciò andare, osservandone assolutamente schifato il movimento di riassestamento sul suo corpo.

Non gli apparteneva. Tutta quella roba addosso non poteva appartenergli. Come aveva potuto ridursi in quello stato? Come aveva potuto permetterlo?

Devi dimagrire: quelle parole ripetutagli dallo staff e persino dalle fan e, in primis, dalla sua mente, erano come coltelli affilati, dritti nel suo cuore.

Anzi, no. Quei coltelli non avrebbero mai potuto raggiungere il suo cuore, data la presenza di tutti gli strati di sovrappeso presenti sulla sua pancia, sulle sue gambe, sul suo sedere.

Un'ondata di acido gli invase il palato e giunse al cervello.

 

Nero come la notte, si rinchiuse in bagno.

Meritava anche questa punizione.

 

{23 Luglio}

Kim Miseok.

Anni 23.

Dopo che tutti i suoi compagni si sono addormentati e dopo essersi assicurato di non essere trovato improvvisamente da qualcuno, sguscia fuori dal suo letto. Quella che ha appena passato è stata una giornata terribile. Durante la registrazione del programma in tv continuavano a chiedergli di gonfiare le guance e quel soprannome proprio non riesce a scrollarselo di dosso.

A passi felpati raggiunge la dispensa della cucina, il peso della colpa già sulle spalle.

Solo un biscotto, pensa tra sé e sé.

Sa benissimo che sta mentendo a se stesso, sa bene che dopo quello ne verrà un altro e un altro ancora, sa bene che dopo i biscotti arriverà un sorso di una bibita gassata e altre schifezze "perché oramai ho sgarrato, da domani in riga". Già.

Avviene proprio questo. E lui si odia per questo, si odia perché sa bene che in questa maniera vanifica i suoi sforzi, è ben consapevole del fatto che il suo senso di colpa lo colpirà con un forte manrovescio subito dopo che avrà finito d'abbuffarsi.

Il suo cervello è marcio. Lui si sente marcio.

E cerca di coprire questo marciume di cibo, cibo, cibo, fino a star male, fino a sentire una fitta di nausea che lo fa correre in bagno, facendogli vomitare gli ultimi cinquanta grammi di schifezze.

Ora avverte lo schifo anche sulla sua lingua, i succhi gastrici che hanno risalito l'esofago e si spandono sulla sua lingua bianca.

La cosa di cui non è ancora consapevole è il motivo vero per cui fa tutto ciò.

Nel tempo, negli anni, si è reso conto che tutto questo circolo vizioso è nato molto probabilmente per riempire un grande vuoto dentro di sé, anche se non ha ben compreso di che cosa sentisse la mancanza, visto che fa il lavoro dei suoi sogni, la sua famiglia lo sostiene, ha un fidanzato davvero invidiabile e i soldi e la fama certamente non mancano.

Eppure, qualcosa manca.

 

E pulsa, pulsa come un martello in ogni singola cellula del suo essere. 

 

{26 Giugno}

"Minseok… ti amo"

"Ti amo anche io, Jongdae"

"No, io di più"

"No, di più io"

Si guardano negli occhi e cominciano a ridere gioiosi. I loro cuori battono in sintonia, i battiti rimbombanti nelle loro dita allacciate si mescolano in una sinfonia d'amore raggiante.

"Sei la mia eternità, Jongdae"

Quelle parole gli escono così, a due centimetri dal volto del compagno, mentre, distesi sulle lenzuola scompigliate dopo aver fatto l'amore, incrocia le sue gambe con quelle del più piccolo.

L'altro lo guarda con occhi luminosi, tiepidi e vibranti. Intrappola una goccia di sudore che scende dal volto di Miseok sul polpastrello del suo indice destro, osservandola con attenzione.

"Rugiada"

"Mhhh…?"

"Sei la rugiada della mia primavera…" gli si allargano nuovamente i sorrisi, mentre Minseok cerca di nascondersi nel corpo dell'amato, mentre un rivolo di imperfezione si rovescia nella sua mente e arrugginisce le ossa.

Senza che Jongdae sappia.

 

Senza che nessuno possa sapere.

 

{02 Agosto}

"Amore…"

L'altro si volta per guardare il compagno negli occhi, che gli sta lavando la schiena e che si è bloccato tutto d'un tratto.

"Dimmi" sorride piano, beandosi delle cure del più piccolo. L'altro porta una mano al suo orecchio e gli sfiora il lobo, su cui fa bella mostra di sé un piercing.

"Quand'è che ti sei fatto bucare l'orecchio? Perché non mi hai detto nulla?"

Non ho potuto dire nulla perché l'ho fatto io, ecco cosa vorrebbe dire Minseok, ma si inventa una menzogna, l'ennesima della sua vita.

"Sono andato di nascosto, non l'ho ancora mostrato a nessuno! Volevo farti una sorpresa… ti piace?"

"Sì, ti sta bene" e Jongdae gli bacia piano la cartilagine, mentre Minseok stringe le mandibole per trattenere l'urlo di dolore provocato da quel contatto. 

Probabilmente il buco è infetto.

Tutto quello che gli riguarda è infetto.

 

{01 Giugno}

"Minseok, smettila."

In tutta risposta, l'altro piange.

"Minseok, se piangi senza fare nulla, allora non ne vale davvero la pena."

"Io…"

"Sai dove sta il problema, sai come risolverlo e non fai nulla? Mi irriti."

Le parole del compagno lo spezzano a metà. La verità fa sempre troppo male a una persona abituata a sfuggirne. Lui è esattamente quel tipo di persona: quello che preferisce estraniarsene, quello che "vive in un mondo tutto suo". Quello che ha iniziato a fare così per poter convivere con i suoi compagni di classe alle scuole, per evitare che venisse picchiato. Per evitare di cadere in depressione.

Lentamente ha creato un grande castello di bugie intorno a sé: inizialmente dovevano difenderlo, ma ora i cannoni presenti tra le sue merlature puntano contro se stesso e lo bombardano di infinite palle di metallo e pietra.

Che l'amore della propria vita ti sbatta in faccia la cruda verità è…  massacrante.

"..J..Jongdae"

"Smettila e svegliati! Svegliati dal tuo torpore! Il cibo non ti donerà l'abbraccio che cerchi. Vieni da me e chiedimi un abbraccio, piuttosto! Svegliami di notte, non importa! Ma smettila di piangerti addosso e fa' qualcosa, per favore!"

Detto questo, abbraccia un Minseok tremolante di lacrime e depressione.

"Ce la puoi fare, ci sono io al tuo fianco, forza e coraggio!"

Gli bacia la fronte, cullandolo un poco.

 

….sono tutte bugie.

 

{29 Giugno}

Stringe gli occhi non appena spinge con l'orecchino dentro la cartilagine, sentendo il rumore della foratura della stessa. L'orecchino non passa da parte a parte, ma rimane a metà strada tra una parte e l'altra dell'orecchio.

Si chiede il motivo per cui non abbia usato un ago, senza davvero capire che la vera domanda che dovrebbe porsi è, semplicemente, perché lo stai facendo?

Continua a spingere l'oggetto metallico nella morbida carne. Quella è una cicatrice che gli rimarrà per sempre, quello è il segno di un dolore inesprimibile.

È la sua punizione.

Quella notte non riesce a dormire, l'orecchio gli pulsa forte e gli ronza la testa.

Ben gli sta.

 

{06 Agosto}

"…Jongdae.. io… io.. che cosa sono?" un rantolo sbuca dalle corde vocali del più grande, mentre le calde lacrime gli squarciano il viso, la disperazione che, finalmente, si fa strada tra le mille notti buie, tra i neuroni pigri, tra le sue maschere false.

 

Pian piano le ha buttate a terra, quella sera.

Quella sera in cui ha confessato a Jongdae il suo segreto più recondito e obbrobrioso, quello di cui si vergogna da una vita. Quello per cui si fa schifo.

 

Ciò per cui si punisce.

 

"….ti ho mentito"

Jongdae lo guarda sconvolto, non aspettandosi una conversazione del genere.

"Cosa?"

"Ti ho mentito, Jongdae. Ti ho mentito fin dal primo giorno e, così come ho mentito a te, ho mentito a tutte le persone che ho conosciuto in vita mia. Ho mentito Ai miei amici, ho mentito anche alla mia famiglia. E ho preso in giro anche me stesso."

"Che cosa stai dicendo, Min-" il ragazzo dal volto sempre sorridente, ma ora tanto cupo,  viene interrotto bruscamente dal fidanzato. Non riesce a capire che cosa diamine stia accadendo. Come è possibile che Minseok gli abbia mentito? la loro relazione gli sembra andare davvero a gonfie vele.

"Lasciami finire."

Jongdae annuisce, incapace di liberare altro che rantolii della gola ora intrecciata. Lo sta per lasciare?

"…io… non sono quello che tu vedi." Un'espressione interrogativa si può benissimo leggere sul volto del compagno, ma non osa interromperlo.

"La persona di cui ti sei innamorato è una delle mie maschere. Una delle mie infinite maschere. 

Io… per tutta la vita non ho fatto altro che vivere per me stesso. Non ho mai davvero vissuto per gli altri. Non ho mai davvero fatto qualcosa per voler aiutare gli altri. Ho aiutato gli altri solo per puro compiacimento. L'ho fatto per sentirmi riempito di complimenti, perché sono solo egocentrico.

Ho mentito a tutti. Io… io…sono una persona orribile".

E qui il suo corpo è percorso da un pesante tremito, mentre lacrime roventi gli incendiano le guance e il compagno, immobile sulla sua sedia, non fa nulla per farlo smettere.

"…non hai fatto niente di male a nessuno, Minseok"

"..Non… non è una giustificazione" dice l'altro tra i singhiozzi.

"Seokie, importa davvero?"

"Sì che importa! Mento a tutti da ventitré anni! Sono orribile, ORRIBILE!" Qui grida quasi, tanto che probabilmente i loro compagni là fuori si staranno chiedendo cosa stia accadendo lì dentro.

"Abbassa la voce, Seokie….per favore" E qui Jongdae cerca di avvicinarsi, bloccato dai passi indietro fatti dal compagno.

"Io… è per.. è per questo che mi tratto male."

"Cosa?"

"Il mio piercing… l'ho fatto io… per punirmi." Ammette, abbassando lo sguardo.

Questo Cosa? è davvero allibito.

"Io… sono consapevole della mia essenza torbida come il petrolio, la ruggine si è mangiata ossa e nervi… e, per continuare a punirmi, distruggo il mio corpo mangiando.

Quando….", continua titubante, rivelando per la prima volta queste parole al mondo, schiudendole dalla sua interiorità, come se si materializzassero davanti a lui per la prima volta, quando in verità sono cose che avvengono quotidianamente dentro di lui. 

"Quando gli altri mi dicono di dimagrire… quando mi vedo allo specchio… vedo un insulto al mio egocentrismo. Vedo l'unica maschera crepata, l'unica difettosa e…", gli tremano le mani a questo punto, "sento il morboso bisogno di punirmi, di allargare le cricche su quella maschera imperfetta."

Jongdae non è in grado di reagire a quel bagaglio di confessioni, che sembra così pesante, ma incredibilmente stupido. Essere una celebrità non è per niente facile. Si ricevono pressioni psicologiche a destra e a manca. Ma è pur sempre la vita che hanno scelto di fare, sapevano perfettamente i pro e i contro di una carriera come la loro. Eppure Minseok ora fa questi discorsi assurdi e privi di logica. La linea dei suoi pensieri viene interrotta da un sussurro del compagno.

"Jongdae… e se io non ti amassi davvero?"

 

Quelle parole appena sussurrate rimangono sospese a mezz'aria, gli sguardi non osano sfiorarsi per qualche decimo di secondo.

 

"E IO MI SAREI FATTO PRENDERE IN GIRO DA TE?" Sbotta Jongdae, che, senza premure questa volta, percorre a grandi passi la distanza che intercorre tra i due.

"Guardami."

Minseok è riluttante.

"Guardami, ti ho detto."

Fa come gli dice il compagno. Si sente davvero debole e nudo fino al midollo, adesso che ha ammesso la verità. Si prepara anche a subirne tutte le conseguenze. E questa verità non aiuta per niente, dato che ora dubita di tutto ciò che ha fatto in vita sua, se "ci è o ci fa". È pronto a sentire la voce rotta di rabbia del suo fidanzato, è pronto a chiedere scusa e implorare il suo perdono.

"Questi non sono gli occhi di una persona che ha mentito quando mi ha detto che sono il suo sole immortale".

Le lacrime smettono di scendere dagli occhi stupefatti del compagno.

"Quello che fai è un comportamento assolutamente recuperabile, ti stai trattando troppo male, non pensi? Dovresti piuttosto imparare ad amare te stesso, così come ti amo io, perché la persona che conosco è davvero meravigliosa." Mentre dice queste parole, gli stringe piano i palmi delle mani, stringendoli come a incitarlo a farsi coraggio e andare avanti, voltare pagina, con lui sempre al suo fianco, pronto a sostenerlo.

Come un alleato.

Le lacrime di Minseok riprendono a scorrere. Sono disperate, ma ora la strada sembra rischiararsi.

Solo così riuscirà davvero a vivere la sua vita, smettendola di mentire, mentire,mentire.

Jongdae gli lascia le mani e lo abbraccia, scompigliandogli piano i capelli.

"Ah, Seokie Seokie Seokie… che cosa mi combini", sospira piano, sollevato.

 

{29 Settembre}

Guardano la luna.

Lui ne osserva il profilo, i lineamenti che si stagliano contro il cielo nero e blu.

Sorride, puro e sincero.

Un grillo tardivo suona il suo ultimo canto.

Inspirano la brezza fredda che si respira sulle rive del fiume Han.

Minseok sta perdendo peso, Jongdae non lo perde di vista un attimo.

La loro relazione è decisamente migliorata e lui è molto più tranquillo con se stesso e con il mondo.

Guarda il cielo, privo di nuvole.

Le stelle sono davvero luminose e portano con sé solo destini e futuri positivi.

 

Ce l'ha fatta.

  
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