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Autore: MoreUmmagumma    06/08/2013    4 recensioni
Essere sorpresi da un temporale durante un picnic nella più bella campagna inglese. I prati che hanno cresciuto dei giovani musicisti... i prati che hanno ispirato una delle canzoni più rilassanti (a parer mio) dei Floyd.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: David Gilmour, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Grantchester Meadows




Inizi di settembre, 1969

 
Ci frequentavamo ormai da più di due mesi. Era entrato nella mia vita dopo solo due settimane che abitavo ad Abbey Road, proprio davanti gli studi di registrazione... o qualche metro più in là. All’epoca avevo solo vent’anni.
Quella mattina indossai un vestito bianco a fiori e un delizioso cappello di paglia a tesa larga. David mi aspettava sotto casa alle nove in punto, a bordo della sua automobile decappottabile rosso fuoco. Mi affacciai alla finestra scostando leggermente le tende di lino beige e lo vidi, mentre scendeva dalla macchina, guardando dalla mia parte e sorridendomi dolcemente. Afferrai il cestino di vimini poggiato sul tavolo e lo raggiunsi. Mi aprì gentilmente lo sportello, facendomi accomodare sul sedile anteriore, dopodiché si sedette al posto di guida e partimmo.
-Non mi hai ancora detto dove stiamo andando- gli dissi.
-Un viaggio nel tempo- rispose lui dopo qualche secondo.
-E dove?-
-Nella mia infanzia-
Sorrisi, tenendomi il cappello con una mano per paura che volasse via. Chiusi gli occhi mentre il vento mi scompigliava i capelli, l’aria fresca di fine estate che mi carezzava la pelle. Mano a mano le case della città sparivano, inoltrandoci sempre di più nella meravigliosa campagna inglese. David mi parlava di musica, ogni tanto canticchiava, e io ogni volta rimanevo incantata ad ascoltarlo, chiedendomi come fosse possibile che un essere umano potesse avere una voce così angelica.
Quel giorno il cielo era stranamente terso e il sole sembrava non essersi ancora accorto che l’autunno si stesse inesorabilmente avvicinando. Nell’aria si sprigionava l’odore dei vigneti ormai pronti per la vendemmia, misto al profumo dei fiori non ancora appassiti.
Il tempo in macchina volò in un soffio e in meno di tre ore giungemmo a Cambridge, il luogo in cui David era nato e aveva passato la sua fanciullezza e poi a Grantchester, un adorabile paesino che si affaccia sul fiume Cam. Percorremmo una stradina sterrata, il dolce suono dei brecciolini che giungeva alle mie orecchie. David parcheggiò la macchina davanti una staccionata, sotto l’ombra di un castagno e scendemmo.
Ovunque c’erano prati, sentieri alberati, laghetti e campi di fiori. Un paradiso. Il vento soffiava leggero, portando con sé il profumo delle erbe selvatiche. Percorremmo un viottolo, la mano di David che ogni tanto cercava la mia, sfiorandola. Scendemmo una collina, fermandoci infine ai piedi di essa, di fronte a uno stagno popolato da cigni, anatre e martin pescatori. Stendemmo una coperta all’ombra di una quercia e ci sedemmo, ammirando la meraviglia intorno a noi, che aveva come sottofondo il cinguettio degli uccelli, il ronzio delle api e lo scrosciare di un ruscello che scorreva placido non molto lontano.
D’un tratto presi la mia borsa e iniziai a fare ciò che più amavo nella vita: con un carboncino nero cominciai a tracciare le prime linee su un foglio da disegno, ricopiando attentamente per filo e per segno tutto ciò che si presentava davanti i miei occhi. Dave osservava ammirato, facendo apprezzamenti e riprendendo ogni tanto a canticchiare, le nostre arti che si univano, rendendo quel momento unico e magico più di quanto non fosse già. Quando completai lo schizzo, glielo porsi sorridendo. Lui prese il foglio in mano e lo ripiegò con cura mettendoselo nella tasca dei jeans. 
Rimanemmo in silenzio per un po’, beandoci ad occhi chiusi, sdraiati sulla coperta, dei dolci suoni della natura, i tiepidi raggi solari che mi accarezzavano il viso. Mi rimisi a sedere ed iniziai a cogliere qualche fiorellino accanto a me, costruendomi pian piano una coroncina di pratoline e fiordalisi.
-Come mi sta?- domandai a David, mettendomela sulla testa.
-Sei incantevole- rispose lui sorridendo,  i suoi occhi di zaffiro che scrutavano attentamente i miei, color miele.
Lentamente si avvicinò a me, mentre una sua mano mi scostò una ciocca di capelli dal viso. Sentivo il suo respiro sempre più vicino, fino a che la sua bocca non sfiorò la mia, in un bacio lieve e delicato. Socchiusi le labbra, assaporando le sue, così morbide e invitanti, mentre una sua mano scivolò lungo il mio fianco, stringendolo. Si staccò da me e mi sorrise, sciogliendomi nettamente il cuore. Il pomeriggio passò in fretta, tra chiacchiere, risate, sorrisi e passeggiate tra i prati verdi. Lui mi parlava della sua infanzia, di quel posto così vicino al suo cuore, e io gli parlavo del mio sogno di diventare pittrice.
-Sono sicuro che farai strada- mi disse.
Mi baciò ancora una volta, la sua lingua che piano piano si insinuava nella mia bocca, dolcemente, incontrando la mia, lambendone i bordi.
D’improvviso un tuono ci fece sobbalzare, rompendo il nostro bacio. Il cielo era ormai diventato grigio, la nebbia si era alzata e l’aria si era fatta più fresca. Mi strinsi nelle spalle quando David, dopo aver guardato verso l’alto, mi prese una mano, incitandomi a seguirlo.
-Tra poco piove. Dai, vieni!-
Accelerammo il passo, io lo seguii senza sapere dove mi stesse portando. Attraversammo correndo un ponticello sopra il fiumiciattolo, le prime gocce di pioggia che cominciavano a cadere, fino a sfociare in un vero e proprio temporale, io che tenevo fermo il mio cappello con la mano libera, mentre David mi tirava dietro di sé. Giungemmo in un vecchio fienile abbandonato, la pioggia che ormai ci aveva lasciati entrambi completamente fradici. Iniziai a ridere senza motivo, mentre continuavo a guardare la pioggia scendere sempre più impetuosa. David poggiò le mani sui suoi fianchi e mi guardò con uno sguardo fra il confuso e il divertito. Io smisi di ridere, osservandolo mentre si avvicinava a me lentamente. Mi prese il viso fra le mani e posò nuovamente le sue labbra fra le mie. Io gli gettai le braccia al collo e assecondandai il suo bacio, giocherellando con i suoi capelli. Posò le mani sui miei fianchi e mi spinse verso un mucchio di paglia sul quale stendemmo la coperta. Mi fece sdraiare sotto di sé, i suoi baci che scesero lungo il mio collo, provocandomi dei brividi di piacere lungo tutta la schiena, mentre le sue mani si insinuavano piano sotto la gonna del mio vestito. Tutt’intorno non si sentiva altro che il forte rumore della pioggia, misto ai nostri gemiti che cominciavano a diffondersi nell’aria. Con maestria, David mi tolse il vestito e gli slip, lasciandomi completamente nuda ai suoi occhi, mentre le mie mani armeggiavano con l’orlo della sua maglietta, sfilandogliela via, e in seguito con la cerniera dei suoi jeans. Piccole goccioline d’acqua cominciarono a scivolargli lungo il petto, cadendo dalle punte dei suoi capelli, rendendo luminosa la sua candida pelle. In pochi minuti rimanemmo nudi, una avvinghiata all’altro, nel suono dei nostri sospiri. La sua bocca scese lungo il mio petto, fermandosi fra l’incavo dei miei seni; mi lasciai scappare un forte gemito quando sentii un capezzolo tra le sue labbra e la sua mano che, risalendo lentamente la mia coscia, si insinuò fra le mie gambe. Cominciai a contorcermi dal piacere sotto le sue carezze lente ma decise, mentre le mie mani giocherellavano insistentemente con i suoi capelli. Risalì di nuovo sulle mie labbra, io mi aggrappai disperatamente alle sue larghe spalle quando lo accolsi dentro di me, mentre un sonoro e straziato gemito fuoriuscì dalle mie labbra. Dapprima spinse lentamente, quasi per paura che potesse farmi male, finché non accelerò il ritmo, facendomi impazzire sempre di più.
-Non sai da quant’è che aspettavo questo momento- mi sussurrò all’orecchio.
-E allora non buttiamolo via- replicai io, prima di baciarlo passionalmente.
E David, con altrettanta passionalità, rispose al mio bacio, prendendo il mio viso fra le sue mani. Continuò a spingere fino a che entrambi non esplodemmo insieme, riempiendo il vuoto di quel fienile con i nostri gemiti e i nostri sospiri.

 La pioggia era ormai la sola cosa che si sentiva dall'esterno e ogni tanto qualche gocciolina, infiltrandosi in qualche fessura del tetto, pioveva giù fin su di noi, sdraiati sul fieno, abbracciati l’uno all’altra. Chiusi gli occhi, fingendo che per un attimo il tempo si fosse fermato, potendo godermi a pieno quel magico momento accoccolata al suo petto, che si alzava e si abbassava ritmicamente assecondando i suoi respiri.
E fuori continuava a piovere incessantemente, su quel posto meraviglioso che, dopo aver visto crescere un giovane, ora era testimone del nostro istante d’amore.


Messaggio dell'autrice: Sono toVnata in questo fandom per la vostra giUoia ( .__. ) e per deliziarvi con le mie storielle sul bel David :B (e anche per cambiare un po' d'aria dalle solite ff su Syd)
Lo so, mancano un po' di dialoghi, ma non me ne venivano in mente di decenti e sinceramente mi va bene averne scritti pochi piuttosto che metterne alcuni che risultassero banali.
Ah, e il nome di lei non l'ho specificato perché non me ne veniva nessuno in mente ^^" e poi credo che non sia nemmeno importante, no?
E... niente... spero vi sia piaciuta, un bacio! :*

  
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