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Autore: f9v5    07/08/2013    1 recensioni
Questa storiella si può considerare un midquel di una long-fic che intendo scrivere in futuro.
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Dire che lo ignorava sarebbe stato impossibile.
Dire che lo odiava sarebbe stato eccessivo.
La conclusione più ovvia a cui si potesse giungere era questa e soltanto questa: lo sopportava.
Una cosa che la piccola Yukari Sendo aveva sempre mal tollerato erano coloro che prendevano voti bassi, problema che era stato ormai risolto, visto che Tsukune e Moka avevano compreso i motivi del suo comportamento, aiutando la ragazzina a superare i suoi timori e ad avvicinarsi a loro.
Ma ormai quei tempi erano passati.
Yukari Sendo aveva scoperto che c’era una cosa che non sopportava ancora di più: che qualcuno fosse più intelligente di lei.
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Crossover tra Rosario Vampire, anime che ho scoperto da poco ma che mi sta piacendo da matti... e due personaggi che sono i protagonisti principali di una lunga serie di videogiochi e dai quali è stato tratto un anime.
Provate a indovinare di chi sto parlando.
Ops, a proposito, è la prima volta che pubblico una storia su questa sezione, quindi mi presento: F9v5, molto piacere e grazie a chiunque recensirà o anche solo leggerà.
Arrivederci.
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Yukari Sendo
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Dire che lo ignorava sarebbe stato impossibile.
Dire che lo odiava sarebbe stato eccessivo.
La conclusione più ovvia a cui si potesse giungere era questa e soltanto questa: lo sopportava.
Una cosa che la piccola Yukari Sendo aveva sempre mal tollerato erano coloro che prendevano voti bassi, problema che era stato ormai risolto, visto che Tsukune e Moka avevano compreso i motivi del suo comportamento, aiutando la ragazzina a superare i suoi timori e ad avvicinarsi a loro.
Ma ormai quei tempi erano passati.
Yukari Sendo aveva scoperto che c’era una cosa che non sopportava ancora di più: che qualcuno fosse più intelligente di lei.
Non aveva mai sollevato quel quesito nella sua mente, del resto non c’è n’era mai stata alcuna motivazione; lei era una bambina prodigio, all’età di undici anni poteva vantarsi di essere la studentessa più intelligente della Yokai Academy, di possedere voti altissimi e di godere della stima degli insegnanti e, in seguito, era riuscita anche a guadagnarsi la stima dei suoi compagni (e su quest’ultimo punto c’era lo zampino della bella vampira e del giovane).
Sembrava che tutto andasse a gonfie vele.
Poi era arrivato lui: Miles.
E, in un attimo, tutte le sue convinzioni crollarono.
Erano bastati pochi giorni e quel ragazzino l’aveva scavalcata.   
Di tutto si sarebbe potuta aspettare, eccetto che un giorno avrebbe incrociato la sua strada con quella di un altro della sua “stessa specie”.
Volendo la cosa avrebbe potuto farle piacere, pensava di aver trovato qualcuno che potesse almeno avvicinarsi al suo livello, qualcuno che avesse qualche possibilità di non far sembrare le sue giornate scolastiche normale amministrazione.
Invece, con grande sorpresa di tutti, era lei che doveva cercare di stare al passo.
Yukari poggiava su di un piedistallo, lui era arrivato, come un fulmine a ciel sereno, prendendole il posto e costringendola a stare un gradino più in basso.
Eppure sentiva che non era esattamente quello il motivo dell’astio verso di lui.
Non era tanto il fatto che fosse più intelligente di lei (anzi, la cosa l’avrebbe stimolata a fare sempre più del suo meglio per migliorarsi ancora e superarlo), piuttosto perché sembrava che quel ragazzino fosse incapace di provare cose come l’odio o il risentimento.
Che fosse per quello che non le riusciva di odiarlo veramente?
Quel Miles era davvero un mistero per lei.
 
 
 
Alla mensa della Yokai Academy, la più rinomata scuola di mostri, specificatamente vietata agli esseri umani (andate a dirlo a Tsukune), alcuni membri del club di giornalismo erano intenti a consumare il pranzo.
L’unico ragazzo del gruppo, Aono Tsukune, era come al solito perso ad osservare la bella Moka, ma al tempo stesso a guardarsi le spalle, consapevole che, in qualunque momento, Kurumu e Yukari avrebbero cercato di saltargli addosso (finendo, come al solito, per litigare l’una con l’altra e iniziare a discutere animatamente su questioni di “seno enorme” e “seno acerbo”) e che Mizore sarebbe potuta sbucare improvvisamente da chissà dove facendogli beccare una strizza indicibile.
Puntualmente, cinque minuti dopo, la situazione era come l’aveva immaginata: Kurumu attorcigliata al suo braccio, col suo prosperoso seno a premergli contro, Yukari che lo abbracciava dall’altro lato, Moka che cercava pacificamente di staccarle dalla sua “fonte preferita” di sangue e Mizore sbucata alle spalle di tutti (con conseguente urlo di terrore del ragazzo) per offrirgli un dolce.
Per fortuna, poco dopo, la situazione torno “normale”.
La piccola Yukari, però, aveva un’aria chiaramente concentrata.
Cercando di non destare sospetti, la ragazzina si voltò all’indietro, verso l’ultimo tavolo stava il “biondino infernale”, come lei l’aveva chiamato.
Da quanto aveva capito, in quei pochi giorni che era arrivato all’accademia, era un tipetto timido e riservato, nessuno conosceva la tipologia di mostro a cui apparteneva e stava fin troppo sulle sue.
L’unica persona con cui parlava molto era anche l’unica che stava seduta con lui al tavolo: Maurice.
Quei due erano arrivati lo stesso giorno, solo che il biondo venne assegnato alla prima classe (“Purtroppo la mia stessa classe, desu.” Pensò la streghetta) e il blu alla quarta, considerato che aveva diciotto anni.
Il fatto che quel giorno i due non avessero fatto altro che trascorrere il loro tempo sempre insieme lasciava chiaramente intendere che si conoscevano già… e a giudicare dal modo colloquiale, per non dire fraterno, con cui si parlavano, era anche da parecchio.
Lo stesso Maurice, parlando con Tsukune due giorni prima, quando aveva avanzato la richiesta di iscriversi al club di giornalismo, gli aveva confessato, senza peli sulla lingua, che lui e Miles erano più fratelli che amici, quanto profondo e duraturo era il loro rapporto.
Ma, sinceramente, in quel frangente poco le importava, le importava solo che il biondino malefico azzannasse il dolcetto che aveva nel piatto.
Osservandolo anche nei giorni precedenti aveva visto che i dolci alla cannella non mancavano mai sul piatto di Miles, aveva dunque fatto in modo che uno di essi contenesse una “sorpresina” per il biondino, non appena lo avrebbe addentato.
-Ehy, Yukari, sembri assorta, cosa stai guardando?-
La gentile voce di Moka Akashiya la distolse dai suoi pensieri dispettosi.
Solo allora si accorse dei suoi amici che la fissavano, curiosi di sapere il motivo della sua mancanza di attenzione, considerato che non aveva ascoltato alcuna parola del loro discorso.
-N-niente di importante, desu.- cercò rapidamente di tagliare il discorso, peccato che ci volesse ben altro per accontentare Kurumu.
La succube aveva capito che la sua piccola rivale nascondeva qualcosa, e quando notò dove la ragazzina stava guardando prima, rivolse a quest’ultima un sorrisetto malizioso.
-Chiaro adesso, la piccola Yukari sta spiando la concorrenza. E’ dura digerire il fatto di non essere più la studentessa numero uno dell’accademia Yokai?-
-Non sono affari tuoi tettona, desu.-
Ed ecco che ripartivano.
All’ultimo tavolo, intanto, il biondino, ignaro dello scherzo preparato dalla streghetta, continuava a mangiare tranquillo e a conversare con l’amico, con il blu che ogni tanto dava il cinque ai ragazzi che passavano: in quei pochi giorni, Maurice aveva avuto modo di farsi conoscere praticamente da tutti, nessuno avrebbe potuto dimenticare la sua presentazione, Tsukune e le ragazze ci avevano addirittura pubblicato un articolo sulla sua entrata in scena.
Yukari dovette interrompere immediatamente il suo abituale litigio con Kurumu quando notò che il suo rivale, non ufficiale, aveva praticamente finito tutto il pranzo ed era così giunto al dolce.
Non vedeva l’ora che lo mordesse, ci sarebbe stato da ridere.
Appunto, ci sarebbe stato da ridere, se lo avesse morso.
Con sommo stupore della ragazzina, il biondo non toccò minimamente il suo dolce, anzi, si stava alzando per riportare il vassoio alla mensa, almeno finché la stessa Yukari non gli si parò davanti quando questi era vicino al suo tavolo.
-Si può sapere che stai facendo, desu?-
-Ehm… sto riportando il vassoio, perché me lo chiedi?-
Come reagendo ad un impulso immediato, la piccola afferrò il dolcetto, rimasto nel vassoio in totale solitudine, e lo mostrò adirata al suo interlocutore.
-Il dolce alla cannella è ancora qui! Perché non l’hai mangiato, desu?-
-Non ho molta fame oggi, tutto qui… puoi prenderlo tu se vuoi.-
Eccolo che ricominciava, con quella solita aria di chi sarebbe disposto a fare un favore anche al suo più acerrimo nemico e al tempo stesso inconsapevole del peso delle proprie parole.
Nei successivi istanti, la giovane strega fissò il cerchio dolce che teneva in mano con aria stralunata, quasi assente, mentre il biondo tornava nuovamente al suo tavolo a discutere con l’amico.
-Sembra che non sia andata come avevi previsto.- notò apaticamente la yuki-onna Mizore, che si chiedeva che senso avesse prendersela con qualcuno che non avesse colpe.
-Yukari, in fondo credo sia meglio così, se avesse funzionato il povero Miles si sarebbe ritrovato ingiustamente ricoperto di cannella… non ti darebbe fastidio se lo facessero a te?- la redarguì gentilmente la vampira dai capelli rosa, trovando un rapido cenno di consenso da parte di Tsukune.
In tutta onestà… si, le avrebbe dato fastidio, ma non riusciva a non pensare che quel biondino se lo sarebbe meritato.
Era vero che non le aveva fatto nulla, non direttamente, ma il fatto era che non riusciva a non pensare ai suoi modi sempre cortesi e cordiali… era come se volesse prenderla in giro.
O magari, era tutta una sua paranoia.
L’attenzione di tutti i commensali si spostò su di lei, quando, con un’espressione comicamente esasperata, cominciò ad agitare convulsamente le braccia e a cacciare urletti isterici.
Commise però l’errore di stringere troppo forte il dolcetto che teneva ancora in mano, con il risultato di farselo esplodere addosso (e realizzando di avere fatto male l’incantesimo, maledetta inesperienza) e scatenare le risate di tutti.
Kurumu si fece una grassa risata, una risatina sfuggì anche a Moka e Tsukune, malgrado non volessero sembrare scortesi e anche Mizore fece un sorrisetto divertito.
Ma la ciliegina arrivò dopo, quando la streghetta vide il biondino avvicinarsi nuovamente a lei.
In un primo momento pensò volesse prenderla in giro anche lui.
Accadde di peggio: le stava porgendo un fazzoletto.
-Tieni, così puoi pulirti. Sai, mi sento un po’ in colpa, sarebbe dovuto accadere a me… chissà come mai è esploso?- chiese con l’aria più innocente che si potesse avere.
La reazione di lei non fu quella che si aspettava, però: riprendendo l’espressione comicamente furiosa di poco prima, la ragazzina si diresse a passo spedito verso l’uscita della mensa.
Si fermò un attimo sulla soglia per urlargli -SEI INSOPPORTABILE, DESU!- per poi andarsene sbattendo la porta.
Sotto gli sguardi degli altri commensali, chi stranito, chi divertito, il biondino si voltò verso l’amico Maurice con aria confusa e innocente.
-Ho detto qualcosa di sbagliato?-
Quella Yukari era davvero un mistero per lui.
 
 
 
  
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