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Autore: Arrow    08/08/2013    3 recensioni
Lo odiava, lo odiava, lo odiava. Allora perché? Cos’erano quelle? Cosa gli stava accadendo? Cosa stava accadendo?
[SaruMi]
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fushimi Saruhiko, Misaki Yata
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Titolo I am the one who stopped looking at you.

Fandom K project.

Personaggi Fushimi Saruhiko, Yata Misaki.

Rating Arancione.

Avvertimenti One shot, introspettivo, angst.

Wordcount 556

Note Dico solo: ''dannate fanart che calpestano i miei SaruMi feels ;3;'' Chiedo venia per la depressività(?) di tutto ciò; sono in una bad mood. Sarà il caldo... (diamo la colpa a quello vah!) *fugge- Buona letturaaah ~

 

 


Quando qualcuno lo nominava, nella sua mente qualcosa scattava e immediatamente perdeva il controllo. «Quella maledetta scimmia!», «Quel traditore!», «Almeno ci ha privati della sua disgustosa presenza!» E non lo si poteva avvicinare per i successivi due giorni quando Kusanagi-san faceva lui notare che quegli scatti d’ira causati dal nome di Fushimi, non erano dettati da vero disprezzo, ma da malinconia e senso di impotenza. No. Non avrebbe mai potuto provare sentimenti tanto frivoli per colpa di un individuo del genere! Lo odiava, con tutto se stesso. Lo odiava per averli traditi, senza un apparente motivo. Lo odiava, perché non aveva carpito in lui nessun presagio. Dannata, dannatissima la sua inespressività! Lo odiava per aver disonorato le persone e il luogo che li avevano accolti e aiutati come nient’altro. Lo odiava, lo odiava, lo odiava. Allora perché? Cos’erano quelle? Cosa gli stava accadendo? Cosa stava accadendo? Il respiro gli si mozzò per un attimo, per colpa di un singulto troppo violento che non riuscì a trattenere; la gola in fiamme. Nonostante si trovasse ginocchia a terra, le sue gambe sembrarono riprendere a tremare ancora più forte di quando queste avevano ceduto e credevano invece di poter vantare la forza di sorreggerlo. Chinò il busto in avanti, appoggiandosi a qualcosa che non gli provocava alcun sollievo. Qualcosa di acquoso e scivoloso, qualcosa da cui normalmente ci si guarda bene di avvicinare. Provò a tirarsi nuovamente in ginocchio quando uno strano odore si impossessò troppo violentemente e improvvisamente delle sue narici. Non riuscì nel suo intento, poggiando la mano dove si trovava qualcosa di oleoso. Scivolò di nuovo sopra al suo precedente appoggio e un gemito gli urtò le pareti uditive come un allarme troppo vicino. «Cos’è?» E nel momento stesso in cui la sua mente offuscata formulò quel pensiero, una consapevolezza amara che non riusciva (e voleva) a credere fosse reale, invase il suo essere, scuotendolo visibilmente. «Sa-» Ecco cos’erano quelle. No. Non stava accadendo davvero. Erano lacrime le sue? No. Non potevano esserlo. Non piangeva da quando Mikoto-san se n’era andato. Non aveva avuto più forze per piangere. «Sar-» Un tocco caldo e lascivo raggiunse la sua guancia destra e i suoi occhi si spalancarono a tal punto che gli girò la testa e la vista si offuscò maggiormente. Oh, ecco cos’era quello. Sangue. Di chi? Non suo, ma di «Sar--» E quello invece cos’era? Cosa stava facendo quel pazzo traditore? Perché… sorrideva? Perché? Tutto quel sangue; lui, non ce l’avrebbe mai fatta. Perché? Perché trovava la forza di sorridere? Per cosa poi? Per cosa? Per lui…? Aveva mai sorriso prima d’ora? Sì. Prima di entrare nell’Homra. Sì, aveva sorriso diverse volte quando erano solo loro due. Qualcosa scattò nella sua mente. “Perché ci hai traditi?” Aveva la risposta, forse. Era colpa sua. Dopo l’entrata all’Homra non l’aveva più visto sorridere, in realtà, non aveva avuto modo di notare se il suo amico sorridesse. Lui aveva semplicemente smesso di guardarlo. «Saru-» Quel tocco lo abbandonò, quel sorriso si spense, quel ricordo scivolò via, quel sangue sgorgò ancora, quel freddo lo invase di nuovo, quel tremore tornò, quelle lacrime lo abbatterono, quel dolore lo distrusse; e tutto si convogliò in un unico, interminabile grido. Grido che portava le note del suo intero nome. Dell’intero nome della persona a cui aveva smesso di osservare il sorriso.

 

 

 

 

Saruhiko.


   
 
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