“Jane”

La sua voce risuonò dentro di me come un tuono.

“Jane,torna da me”

Come una tempesta esplode inaspettata,il suono duro delle sue parole infiammò la mia anima.

“Eccomi” Risposi senza pensarci “Eccomi mio signore,aspettatemi”.

Era accaduto ancora.
 
Non passava giorno che il mio cuore non desiderasse rivedere Thornfield hall ,più ardentemente di quanto avesse bramato il giorno precedente,non passava notte che non udissi,come posatesi in qualche angolo oscuro della mia stanza ,le urla strazianti dell’uomo che mi aveva permesso di conoscere cosa volesse dire essere realmente felici,cosa significasse amare,quanto riservasse di doloroso la realtà dietro ogni apparente tranquillità.

Ero andata via per tutelarmi.
Ma soffrivo,terribilmente soffrivo.
 
Non sposerò Edward Rochester.
Ma non sposerò nemmeno St John Rivers. 
 
Il filo che mi legava inesorabilmente al mio padrone si è spezzato,ora il mio cuore sanguina e nulla,nulla la mondo potrà mai guarirlo.

Lacerato e afflitto lo custodirò,lo conserverò e lo aiuterò a crescere.

La mia vita andrà avanti,perché sono un essere pensante e conosco i miei obbiettivi.

Ma non guarirò mai.

Non dimenticherò mai gli occhi neri di quella donna.
Non dimenticherò mai lo scricchiolio della porta di quella soffitta.
E non dimenticherò mai Edward Fairfax Rochester e come mi fece sentire viva la sua presenza.

Sono sola,nel mio freddo letto,come tanti anni fa.
Fuori infuria la bufera.
 

“Mio signore,vi amo con tutta me stessa ma devo andare,addio e se potete,perdonatemi”