Personaggi: Rachel
Pairing: Rachel/Luce, Rachel/Heck
Tipo di coppia: Femslash & Het
Raiting: Verde
Generi: Introspettivo, romantico
Lunghezza storia: One-shot, 531 parole
Contesto: Generale/Vago
Note: - 
Avvertimenti: -
Prompt: 349. Bellissima amicizia
Introduzione:Rachel ripensa ai primi giorni, quelli in cui ancora non voleva credere di essersi innamorata di una donna, quelli in cui era convinta di amare Heck e solo Heck.
NdA: One-shot nata per la challenge 500themes_ita.
 

A K. che conosce la vera versione di questa e altre storie. 

My old friend, my new love
 

 
Credevo sinceramente di aver trovato l’amore. Lui per me era tutta, tutta la mia vita: non potevo ricordare alcun evento in cui lui non fosse coinvolto, non avevo che lui da ricordare.
Ero convinta che il nostro fosse amore e altrimenti non potevo pensare, perché avevo questa profonda convinzione che l’amore non potesse nascere che da una conoscenza profonda, un’amicizia duratura, da un passato condiviso.
Perciò, quando sposai Heck, non sposai altri che il mio vecchio amico. Eppure avevo la più assoluta certezza che il nostro fosse il miglior esempio di amore che il mondo avesse mai visto: altro che Romeo e Giulietta, la cui passione era stato tanto effimera da portarli alla morte, senza che nessuno dei due trovasse la forza di vivere non solo per sé stesso, ma anche per l’amore perduto.
Ancora non lo sapevo, ma mi sbagliavo, mi sbagliavo di grosso. Tanto per cominciare non credevo all’amore a prima vista, quell’amore che, ironicamente, è cieco. Dovetti andare a sbattere il naso nel mio errore per capirne l’enormità e fu così che mi imbattei in Luce.
Non pensavo di amarla. E quanto possono essere influenti e assolute le convinzioni, per riuscire a nascondermi un sentimento di questa portata. Siamo, credo, i migliori ingannatori di noi stessi.
Avevo sposato un uomo per quella bellissima amicizia che condividevo con lui, lasciavo scappare una donna per quella bellissima amicizia che speravo di volere con lei..
Volevo un’altra donna, la desideravo, ma fingevo che il mio matrimonio fosse perfetto e ignoravo quell’assillante voce nella mia testa che non faceva altro che gridare, avvertendomi del pericolo. Lo sai benissimo che lei per te non è solo un’amica, chi vogliamo prendere in giro? Ricordati di Heck, scappa finché sei in tempo!
Erano tutte balle, comunque.
Perché certe cose si sanno, si capiscono al volo, e l’unica cosa che ci separa dall’accettarle è la paura del cambiamento.
So benissimo in quale momento seppi di amare Luce. Accadde la prima volta in cui ne incrociai lo sguardo e sarebbe accaduto in ogni caso, indipendentemente dal corso delle nostre vite.  
Io stavo seguendo il mio percorso stabilito, un passo dopo l’altro lungo la navata della chiesa, in linea retta, nessun ostacolo, nessun impedimento. Mi volsi verso di lei, quasi per sbaglio.
Avrei potuto fermarmi e cambiare direzione.
Ma in quel momento mi sembrava una pazzia, una sciocchezza, un cambiamento insensato che, davvero, non sarei mai riuscita a compiere. Ora so che avrei dovuto farlo, perché non era pazzia, era amore. Era il colpo di fulmine.
Solo, avevo tutte queste convinzioni su come la mia vita sarebbe proseguita, che lasciai che mi inghiottissero per lungo tempo, mentre la mia vita trascorreva accanto a quella di Heck e la mia anima appassiva, lontana da Luce.
Mi compativo, piombando di colpo in un umore tetro e cupo e piombando ancora più nell’autocommiserazione nel realizzare che c’erano sicuramente persone che si trovavano in situazioni peggiori della mia.
Mi sentivo una stupida adolescente ingrata, incapace di apprezzare la sicurezza economica derivatale dal suo posto fisso e la sua giovane età. E poi ero innamorata e potevo contare su una bellissima amicizia.
In entrambi i casi, comunque, la faccenda riguardava la persona sbagliata.