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Autore: callistas    09/08/2013    19 recensioni
“Ma quanto sei bello, eh?” – disse Draco, scuotendo leggermente la testa. – “Ma chi è, lui?” – chiese, con vocetta infantile. – “Ma sì! Ma sì che sei bello!” – continuò ad elogiarlo fin quando avvertì uno sguardo acquoso su di sé.
Con chi sta parlando Draco?
E perchè Hermione dovrebbe essere perversa?
Cosa celano le mura di Malfoy-Granger Manor?
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Per chi vuole farsi due risate, di nuovo, questa è la storia giusta.
Baci,
callistas
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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La perversione di Hermione No.
Non ho resistito.

Ho un’altra chicca da lasciarvi prima che parta per le ferie – no, non volate troppo di fantasia: la ditta chiude per due settimane e non avrò più modo di usare il computer perché il mio è kaputt! – e spero vi possa strappare un altro sorriso come “La Check List”.

Per chi conosce le mie shot, saprà che sono tutte demenziali.
Questa non sarà da meno.




Buone risate,
callistas.









Anche se potrebbe sembrare il contrario, Hermione Jean Granger, quella Hermione Jean Granger, è una vera pettegola.

Draco Lucius Malfoy lo ha scoperto nel primo anno del loro chiacchieratissimo matrimonio quando, per caso, era capitata in casa loro niente popò di meno che Daphne June Greengrass.
Dopo essersi squadrate come nel più classico dei film western, dove i due sfidanti si trovano l’uno di fronte all’altro, con la mano vicina alla pistola, pronti a scattare al primo segno di pericolo, le due avevano iniziato a parlare, lasciando indietro il povero – e sgomento – Draco a cercare di seguire una sorta di partita di tennis, in cui faceva continuamente rimbalzare lo sguardo prima su una e poi sull’altra.


Quel giorno, che avrebbe ricordato fino a dopo la sua morte in quanto sua moglie aveva deliberatamente attentato alla sua virilità, non fu tanto diverso.
L’unica differenza fu che, quel giorno, in casa Malfoy-Granger c’era oltre a Daphne, Pansy, Astoria – sua focosa ex – la Piattola e la Lovegood.
Insomma… un gruppetto che più strano non si poteva vedere.

Draco era appena tornato da una partita di Quidditch con, in ordine di apparizione, Theo Nott, Blaise Zabini, Peter O’Connel, Harry-Sfregiato-Potter e Ron Weasley.
Le squadre furono ovviamente Serpeverde contro Grifondoro in cui vinsero, di nuovo, i rosso-oro, giusto per non perdere troppo l’abitudine.

Entrò in casa tutto sporco, cosa che, sapeva perfettamente, gli avrebbe valso una ramanzina da lì all’eternità sul fatto che gli elfi non potevano sempre stargli dietro come un poppante e tutte quelle lamentele su quanto gli elfi andassero rispettati ecc. ecc.

Fu, passando davanti alla porta del salotto, che udì una conversazione molto particolare.


“… in molti dicono che la dimensione non conti nulla, ma per me non è affatto così.”

Quella era la voce di Pansy, Draco ci avrebbe sbattuto su anche l’intero Manor. Così com’era certo che, in quella combriccola, era l’unica che poteva tirare fuori certi argomenti…

“Hai ragione Pansy.”

Draco fece una faccia perplessa. Sbagliava, o quella era la voce della Piattola?…

“Concordo.” – disse la Lovegood, lasciando Draco sempre più perplesso. – “Ron, per esempio, ce l’ha lungo quindici centimetri.”

Draco sbarrò la bocca, dando un nuovo significato all’urlo di Munch.

“E ci sta tutto?” – si premurò di chiedere Daphne, con il tono di chi voleva essere sicuro che la propria domanda fosse presa sul serio.

“Certo.” – disse la Svampita. – “Non ne lascia fuori nemmeno un pezzetto.”

Fu lì, che Draco venne colto da un atroce dubbio.
Lentamente, abbassò lo sguardo sul suo amichetto dei bassifondi. Si ritrovò a inghiottire a vuoto e scostò di poco la cinta dei pantaloni assieme all’elastico dei boxer…

… quando lo vide.

Eccol lì, bello come il sole. Gli faceva l’occhiolino, complice.
Draco si sentì rassicurato dal proprio Sventrapapere e lo guardò con il tipico sorriso che il genitore rivolge al proprio figlio, ritenendolo la creatura più bella del mondo.
“Ma quanto sei bello, eh?” – disse Draco, scuotendo leggermente la testa. – “Ma chi è, lui?” – chiese, con vocetta infantile. – “Ma sì! Ma sì che sei bello!” – continuò ad elogiarlo fin quando avvertì uno sguardo acquoso su di sé.
Elkan, l’elfo di casa, lo stava guardando perplesso. Perché il padrone parlava al tubetto che usava per fare la pipì?
Con uno sguardo imperioso, allontanò l’elfo che se ne andò tranquillo e beato…

“Theo, invece ce l’ha lungo diciassette centimetri.”

Draco mollò elastico e cinta, che gli provocò un piccolo dolorino… Buon Merlino… ma aveva varcato la soglia di un bordello?
Dov’era finita quella rispettabile casa che rispondeva al nome di Malfoy Manor?

“E anche il suo, immagino, arrivi fino in fondo.”
“Fino in fondo alla gola.” – disse Daphne.

Draco iniziò a inquietarsi. Perché sua moglie non diceva nulla?
Di quel fatto, parvero accorgersene anche le ospiti.

“Hermione, tu non dici niente?”
“Beh, sono cose personali…” – ammise la donna, nascondendosi dietro un finto sorriso di pudicizia, ma che in realtà stava a dire “se ve lo dico morireste tutte dall’invidia”.
“Oh dai non fare la santarellina con noi Hermione…” – disse Ginny, poggiando la sua tazzina di tea sul tavolino, in un movimento elegante della mano. – “Più di una volta ci hai detto come sta messo Malfoy.”

Draco sbarrò occhi e bocca. Hermione… la sua Hermione… ecco che sveniva!

Hermione si schiarì la gola e Draco trasformò le orecchie in due antenne satellitari della NASA.

“Ecco… è una cosa che è difficile descrivere a parole…”

Il silenzio che si era creato fece temere il peggio a Draco.

“Cioè… dovreste proprio vederlo…”
“Hermione… non è che mi va di fare una cosa del genere.” – disse Ginevra. – “Chissà come sarà sporco…”

Draco s’indignò parecchio. Se c’era una cosa su cui non transigeva, era la pulizia del suo Amico perché Hermione, in certi momenti, ci teneva parecchio…

“Ti sbagli. Non so come siano messi quelli dei vostri mariti, ma quello di Draco è lindo come il culetto di un bambino appena lavato.”

Una smorfia di soddisfazione gli increspò i lineamenti, mentre una semplice preposizione gli si formò nella mente.

Tiè!

“Allora? Ti decidi a parlare?” – fece Luna.
“Sono… venticinque centimetri.”
Dei gemiti strozzati uscirono dalle bocche delle presenti.

Draco, invece, si ritrovò ad alzare un pugno per aria e a saltare come un canguro in mute urla di giubilo. Si ricompose quando Elkan passò di nuovo di lì.

“Ma… stai scherzando? Come fai?”
“E’ questione d’abitudine.” – disse la riccia, con quel tono da saccente maestrina che a volte gli stuzzicava qualche perversa fantasia di scolaro-insegnante. – “Io lo uso tre volte al giorno.”

A Draco mancava solo una sigaretta, come quando finiva di fare l’amore con Hermione.

“Sei pazza…” – disse Pansy, sgomenta.
“Affatto. Sapete… mi piace perché è sempre pronto all’azione.”

Draco pensò di far vedere le stelle, quella notte, a sua moglie.
Se l’era proprio meritato.

“E la schiuma che non fa!” – disse, sventolandosi una mano davanti agli occhi.
“Possibile solo a te tutte le fortune?” – sbottò Pansy, quasi arrabbiata. – “E pensare che una volta ci stavo insieme!”
“Mi piace anche perché lo metto dentro…”

Draco guardò verso l’ingresso. Hermione parlava in quel modo? Da quando in qua?

“… piano, veloce, piano, veloce…”

La cantilena di Hermione aveva fatto muovere Draco avanti e indietro, con sguardo assorto, come se lo stesse facendo davvero. Era come ipnotizzato.

“A volte mi cola tutto giù dalla bocca, ma basta una lavata e sono di nuovo come prima.”

Draco aveva deciso.
Quella notte, sua moglie, la sua dolce, devota e assatanata moglie, avrebbe visto la costellazione di cui Draco portava il nome.
Si girò e si diresse ai piani alti per farsi una doccia e, una volta sotto il getto d’acqua calda, pensare che se Malfoy Manor non era caduto sotto i colpi di due guerre, forse, quella notte, non avrebbe resistito alle urla di sua moglie…


Intanto, in cucina…

“Beh, Hermione… che dire? Sono contenta per te. Finalmente hai trovato quello giusto per te.”

Hermione, da buona padrona di casa, accompagnò le sue ospiti alla porta.

“Ti ringrazio, Daphne. Ma che ci vuoi fare? Lo spazzolino da denti è fondamentale per una donna. Ci vediamo la prossima volta.”
A turno la salutarono.









Calli-corner:

Vorrei tanto poter dire qualcosa, ma stranamente non mi viene in mente niente.

A tutti voi, che avete letto questa storia, vi invito a lavarvi i denti stasera, prima di andare a letto.
Non guarderete mai più uno spazzolino con gli stessi occhi…

… muahahahahaha!




Alla prossima!
callistas.
  
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