Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: lispeth_    09/08/2013    1 recensioni
Le note della canzone alla radio risuonavano per tutta la stanza. Riempirono il suo cuore in un attimo, come se stessero raccontando la storia della sua vita.
Chiuse gli occhi e pensò a lui, a quanto fosse lontano in quel momento e a quanto fosse stata stupida a troncare tutto quello che sarebbe potuto succedere. Era colpa sua. Aveva cercato la cosa sbagliata rifiutandosi di vedere realmente.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Blink

It’s happens in a blink
It happens in a flash

 
L’agitazione stava prendendo il sopravvento. Le mani di Adéle tremavano mentre finiva la sua seconda bottiglietta d’acqua in due ore.
Grandi respiri per ritrovare la calma. Non servivano a niente, le facevano semplicemente venire più sete.
Era sempre la stessa storia, ogni santa sera. Il momento prima dell’esibizione di fronte al pubblico del Bistrò era il peggiore. Soprattutto perché aveva sempre paura di sbagliare, nonostante nessuno se ne sarebbe veramente accorto.
Cantava, cercava anche di farlo ad alta voce ma sembrava che nessuno riuscisse a sentirla. Questo la faceva arrabbiare e dava la colpa a stessa. Al fatto che la sua voce, la sua interpretazione non arrivassero al suo pubblico. Si sentiva terribilmente monotona e assente e questo faceva parte del suo carattere per sua sfortuna.
Se Adéle avesse scelto una parola per descriversi avrebbe scritto “inadatta” sulla fronte. Doveva ancora capire però se quella sensazione derivava da quel posto, da quel pianeta o dalla sua stessa esistenza.

Quella sera aveva deciso di indossare un vestito rosso, il suo colore preferito.
La  rendeva visibile.
Era uno di quei vestiti che erano stati scelti appositamente dalla sua migliore amica che non seguiva mai il suo gusto personale. Era troppo corto, troppo attillato, troppo trasparente; ma magari avrebbe attirato l’attenzione di qualcuno.
Ed ecco il silenzio, quei pochi secondi concessi dai clienti del bar per poterle permettere di camminare fino al cerchio di luce del palco. Raggiunto il microfono tutti ricominciarono a parlare nonostante l’effetto iniziale della luce contro il rosso del vestito e delle sue gote fu diverso.
Si sentì parte per un secondo nella vita di tutti loro, a partire dal signore che beveva una birra da solo fino alla ragazza che mostrava un po’ troppo la coscia.
E cominciò a cantare, superando il volume della musica. Le note presero parte del suo pensiero e le riempirono la gola. Uscirono impeccabili, come le erano state insegnate dopo anni di scuola.

I still look for your face in the crowd
oh if you could see me now


E nel momento in cui la sua voce si abbassò vide i suoi occhi. Neri come la pece, caldi come il sole.
Com’era possibile che due occhi potessero suscitare due emozioni così opposte nello stesso momento?
Non aveva mai visto quel ragazzo in quel locale, ma la sua presenza la disturbò. I suoi occhi ti ferivano nonostante fossero buoni.
Adèle scese dal palco più in fretta delle altre volte e si rifugiò nello retro bottega. Prese fiato come se avesse corso per ore e cercò di cancellare dalla sua mente quello sguardo.
Lentamente l’ansia uscì dal suo corpo e riprese a ragionare lucidamente.
Fece un respiro profondo ed era nuovamente pronta ad entrare nel bar, quella volta come cliente abituale. Si avvicinò al bancone dove il barista aveva già preparato il suo cocktail preferito e si sedette sullo sgabello. Spalle al barista e gomiti appoggiati al bacone, tipica posizione dell’osservatore.
Il proprietario del locale continuava a guardare nella sua direzione, muoveva la testa in modo strano come se avesse bevuto più del dovuto e avesse voglia di fare qualcosa poco consono al suo reale ruolo. La ragazza cercò di guardare dall’altra parte, facendo finta di non averlo notato e si concentrò sul resto del locale. Puntò una ragazza seduta da sola a un tavolo, tre bicchieri di vodka davanti a sé ancora pieni. Era difficile pensare quale fosse la sua reale situazione: o era stata mollata dalle sue amiche a quel tavolo o semplicemente cercava compagnia. Adèle puntò per la sua prima supposizione visto come la ragazza continuava insistentemente a guardare il bagno delle donne.
Successe tutto in un attimo.
Un battito di ciglio e la vita di Adèle venne sconvolta.
L’inizio di qualcosa che sfuggì al suo controllo.
Una brusca spinta le fece scivolare il gomito dal bancone e un cocktail freddo le cadde direttamente sul vestito appena comprato. Per un attimo Adèle sembrava essere davvero disperata per quel vestito nonostante non le piacesse poi così tanto.
“Mon dieu!” esclamò non accorgendosi nemmeno di essersi espressa nella sua lingua madre. Il vestito era completamente rovinato ed era appiccicoso.
Alzando lo sguardo si accorse di essere appena stata spintonata dal destino.
Era di nuovo lui. Nel suo completo perfetto che gli cadeva perfettamente sulle spalle.
“Scusami non era mia intenzione innaffiarti” disse immediatamente prima che Adèle potesse mettersi ad urlare per la sfortuna di quell’incontro non programmato.
Perfino la sua voce sembrava essere perfetta. Pacata, gentile con qualche sfumatura britannica. Adèle aveva un dono nel riconoscere da dove provenissero le persone. Era immersa nella cultura del mondo forse perché non era mai appartenuta a nessun luogo.
“Oh non ti preoccupare, è stato solamente l’impatto a spaventarmi” disse semplicemente la ragazza mentre cercava invano di asciugare il proprio vestito con un fazzoletto di carta. Lui sembrava essere anche troppo preoccupato.
Aveva appena incontrato la rivoluzione della sua vita e già ne vedeva l’inizio. Non riusciva a smettere di guardarla mentre sbadatamente ribaltava il porta-tovaglioli per terra. Gli sfuggì un piccola risata che si aggiunse a quel suono cristallino della sua. Si portò dolcemente una mano sulla fronte, un gesto che la fece somigliare a un angelo.
“Scusa a volte sono troppo distratta” disse lei arrossendo come non aveva mai fatto davanti a un ragazzo e lui scosse la testa.
“Ti ho appena rovinato il vestito e sei tu quella a scusarsi. Mi offro di rimediare al mio errore, posso sistemarti il vestito e offrirti un altro drink” accennò a al suo migliore sorriso solo per convincerla, di solito funzionava sempre con qualsiasi genere di ragazza. Questo non lo rendeva presuntuoso, era semplicemente consapevole delle proprie capacità.
Ma quella volta fallì.
Lei se ne andò scuotendo la testa e lasciandolo solo al bancone con un sorriso che gli toccò il cuore.
Si ordinò un altro drink sapendo in cuor suo che avrebbe incontrato ancora una volta quella ragazza senza nome.
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: lispeth_