Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: murdershewrote    09/08/2013    3 recensioni
William ha qualche difficoltà ad addormentarsi.
Ma non soffre d'insonnia, no. Il motivo è molto più ovvio e ingombrante. E alquanto rosso.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Grell Sutcliff, William T. Spears
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Insomnia

William era sempre stato un tipo metodico.
Terminato l’orario di lavoro sistemava tutti i documenti, perfettamente compilati, in delle cartellette di carta che, a loro volta, riponeva ordinatamente sugli scaffali della libreria retrostante la scrivania. Decretato, quindi, che quella giornata lavorativa fosse davvero finita, faceva strada verso casa con passo tranquillo. Beh, almeno quando non veniva braccato dal suo sottoposto più... fiammeggiante e supplicato da questo di fare strada insieme.
Anche quando finalmente giungeva al proprio appartamento - da solo o in compagnia - il suo rigore non lo abbandonava, iniziando subito con l’appendere la giacca al gancio dietro la porta d’ingresso e passandovi sopra una mano per eliminare le pieghe formatesi per l’uso. Dopo di ché cambiava le scarpe, nere e lucide, per un paio di pantofole di morbida spugna per non rovinare ulteriormente il prezioso parquet che rivestiva l’intera pavimentazione, già irrimediabilmente punzonato da inconfondibili segni di tacchi. Ogni volta che li adocchiava sospirava scuotendo il capo con rassegnazione ma continuava con la sua routine.
Dopo un pasto leggero si rilassava con un bagno caldo, indossava una vestaglia sopra un sobrio pigiama a righe e si recava poi in salotto, accomodandosi su una poltrona di pelle bordeaux - poltrona che a qualcuno piaceva particolarmente – a leggere e a degustare una tisana tiepida che gli conciliasse il sonno.
E, dopo tutto questo tran tran, solitamente si addormentava tranquillo.
Solitamente.
Quella sera invece, per qualche strana ragione, stava faticando ad addormentarsi. Continuava a rigirarsi nel letto ma ogni posizione assunta gli sembrava la più scomoda. Si chiese se per caso non avesse saltato qualche passo del suo "programma" serale ma proprio non riusciva a capire il motivo di tanta inquietudine.
Allungò un braccio fino a raggiungere la sveglia sul comodino poi, tenendola stretta tra le dita, se la portò davanti agli occhi. Nonostante lo sguardo appannato dalla forte miopia e la luce quasi nulla riuscì a scorgere le lancette puntate sulle tre.
Erano appena le tre del mattino. Mattaku!
Questo significava che, se non si fosse addormentato al più presto, solo qualche ora dopo si sarebbe alzato di malumore e stanco e questo non poteva permetterselo. Non quando si prospettava una giornata di intenso lavoro.
Sbuffando poggiò nuovamente l’oggetto sul mobile e si girò verso l’altra metà del letto.
Fu allora che lo vide.
Prima non lo aveva notato poiché aveva sempre dato le spalle alla figura dormiente accanto a lui. Prestandogli invece la dovuta attenzione si accorse che stava sorridendo. I denti, bianchissimi e umidi - e aguzzi - , luccicavano alla luce fioca che filtrava dalle persiane chiuse. Era una visione terribilmente inquietante... ma William si era ormai abituato a quella particolare dentatura. William fece correre lo sguardo sui lunghi capelli sparsi sul cuscino e posati  morbidamente sul petto nudo, poi tornò a concentrarsi sul viso. Pareva sereno e, a giudicare dall’espressione, estremamente divertito.
Anzi, no. Appagato, era il termine più appropriato.
L’uomo sbuffò, decisamente invidioso della calma dell’altro, e fece per rigirarsi quando quest’ultimo bisbigliò qualcosa. Stranamente incuriosito, William si avvicinò ancora un po’ all’altro tentando di capire cosa stesse dicendo.
Tra una parola sbiascicata e l’altra, l’uomo riuscì a percepire distintamente il proprio nome, pronunciato con un’enfasi che non lasciava spazio a dubbi circa la situazione in cui si trovava, insieme ad una serie di esclamazioni alquanto equivoche.
“Che birichino che sei~♥!”
“Oooh, Will... Così mi fai arrossire!”
“Oh, sì... Continua così, ti prego!"
Così? Così come?!
William, indignato per quella scoperta, si allontanò bruscamente dal volto dell’altro e si gettò all’indietro sul proprio cuscino, le braccia incrociate dietro la testa e lo sguardo crucciato ad esplorare l’oscurità del soffitto.
Imprecò sottovoce contro se stesso e maledisse il momento in cui gli aveva concesso di entrare nella sua vita, in casa sua, nel suo letto.
Ma, riflettendoci, perché incolparsi?
Se c’era un colpevole, quello era lui.
Sì. La colpa era solo e soltanto sua.
Sua e di quella sua pelle morbida e liscia, di quelle mani perfette, di quel viso candido, dai lineamenti così delicati. E quelle labbra poi... Fatte apposta per essere baciat-
Oh, al diavolo! Quello era davvero troppo!
William si alzò a sedere di scatto e diede una poderosa spinta al suo coinquilino, aiutandosi con una gamba, il quale scivolò rovinosamente a terra trascinandosi appresso anche le lenzuola.
Essendo stato colpito totalmente alla sprovvista, Grell rimase qualche attimo senza fiato, gli occhi spalancati sul buio circostante, nell’intento di capire come avesse fatto a cadere. Poi, d’improvviso, una fitta di dolore alla natica sinistra lo costrinse a strofinarvi sopra una mano, mentre con l’altra era impegnato a grattarsi la testa scarmigliata con aria sempre più confusa.
Ahiooo, che botta!” si lagnò piano. 
Uno scintillio verde attirò la sua attenzione verso l’alto, così si accorse di essere fissato da due fessure minacciose.
William si era sporto dal bordo del materasso e lo stava guardando con un’aria che non prometteva nulla di buono. Insomma, la stessa che aveva quando lui commetteva qualche imprecisione sul lavoro. O qualche marachella - per lo più ai suoi danni, effettivamente.
“Will! Ma cosa... Qual è il problema?” chiese, innocente.
“Lo sai perfettamente qual è il problema” rispose l’altro, la voce ferma come al solito.
“Ma Will, stavolta non ho fatto nulla di male... Non ho idea di cosa tu stia parlando!”
“Certo, non fai mai nulla di male tu” rimbeccò l’altro sparendo dalla vista del rosso.
Arrampicatosi nuovamente sul letto, Grell vide il compagno rannicchiarsi di lato così, gattonando sul materasso, lo raggiunse alle spalle.
“Will, non cosa io abbia fatto per farti arrabbiare in questo modo nel bel mezzo della notte...” iniziò a dire sdraiandosi di fianco al suo interlocutore e cingendogli la vita con un braccio.
“... Ma non è stato affatto un gesto carino, il tuo. Insomma, colpire una lady nel sonno... Quale affronto!” proseguì con tono esageratamente drammatico.
“E poi stavo facendo un sogno cooosì bello! Vuoi sapere cosa stavo sognando?” chiese poi.
L’uomo accanto a lui fremette: lo sapeva benissimo cosa - o meglio, chi - era protagonista del suo sogno.
“No. Non m’interessano le tue avventure notturne” rispose secco.
“Uh, ma come siamo nervooosi!” esclamò Grell allontanandosi un poco. Poi un sorriso distorse maliziosamente le sue labbra, mentre insinuava una mano sotto il pigiama dell’altro, fino a sfiorargli la pelle.
“C’è qualcosa che posso fare per calmarti, Will caro~♥?”
Tentando di ignorare le dita che scorrevano indisturbate sul suo addome, Will rispose “Sì, Sutcliff. Rimetterti a dormire. Dormi e cerca di non sognare nulla di sconveniente
“Sicuro? Davvero non posso fare altro? No, sai... perché io avrei qualche idea... Non sei curioso?” insistette l’altro, raggiungendo il petto del compagno per poi mutare direzione e scendere pericolosamente verso il basso.
William chiuse gli occhi, prendendo un respiro profondo.
Mattaku!
Fulmineo si volse verso Grell, gli saltò addosso cavalcioni, bloccandolo col proprio peso all'altezza della vita, e gli fermò i polsi ai lati della testa. 
Non rispose alla sua domanda.
Non disse nulla.
Ma il sospiro che gli sfuggì dalle labbra e lo scintillio nei suoi occhi indicarono che quella notte l'avrebbe passata sveglio.
In ogni caso.






Note dell'autrice:
Che dire...
Grell è il solito tipetto focoso che fa scintille anche mentre dorme, mentre William è il solito duro che tenta di resistere ma alla fine cede (e non solo per "colpa" del rosso). Insomma, siamo sempre alle solite! Ed è proprio questo il bello di questi due insieme (almeno per me).
Spero, comunque, che non vi sia sembrata la solita solfa! Mi sono piuttosto divertita a scrivere questa scena e, boh, mi auguro che sia piaciuta anche a voi. ^^
   
 
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