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Autore: TheScarecrow    09/08/2013    2 recensioni
Sono passati due mesi e Jacoby continua ad avere incubi riguardanti l'incidente in macchina del suo fidanzato.
Non ne può più di sopportare tutto quel dolore, così un giorno si decide e tenta di togliersi la vita ma qualcosa va storto...
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jacoby Shaddix, Jerry Horton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Questa fanfiction è tutto frutto della mia immaginazione, i fatti non sono mai accaduti -e mai accadranno-, i personaggi da me descritti non mi appartengono e non scrivo a scopo di lucro.
 

Linkin Park - The Messenger


L’ultima corsa 

- Condannato al dolore -

 


Due mesi. 

Erano passati due fottuti mesi e Jacoby non aveva ancora superato la sua morte. 

Passava le notti insonni, non riusciva a chiudere occhio perché se lo faceva, gli incubi avevano la meglio su di lui.  

Rivedeva continuamente la stessa scena.

 

Le macchine che sfrecciavano sull’asfalto caldo.

Il suo sorriso.

La frenata.

Lo schianto.

Le urla.

Lo scoppio.

Le lacrime. 

 

E dopo quei pochi mesi, piangeva ancora non appena si svegliava di soprassalto in piena notte con quelle immagini impresse nella mente.

 

Un incubo.

No, era la realtà ed era dura da accettare.

Convincersi che la persona che ami è morta e tu non hai potuto fare niente per evitarlo, sei rimasto lì a guardare senza poter muovere un dito per colpa di quella fottuta rete che ti separava dalla pista.

La pista della morte, della sua morte.

 

Non era facile. Oh no, per niente.

E pensare che a Coby non era mai piaciuto quello sport, non era mai andato a vederlo correre. Non condivideva la sua passione e quella sera avevano litigato proprio per quello, proprio perché il suo ragazzo voleva che lo sostenesse nelle sue scelte e che credesse in lui.

Ma Coby no, lui era troppo protettivo nei suoi confronti. Voleva proteggerlo da ogni pericolo però doveva anche rendersi conto che non era un bambino e che sapeva gestirsi da solo. 

Ma quella sera non era riuscito a proteggerlo.

Ha lasciato che la morte se lo prendesse senza tante pretese. 

Una corsa.

L’ultima corsa.

 

Gli aveva detto di smetterla, di provare qualcosa di nuovo e di meno pericoloso ma lui si era rifiutato. 

Era da quando era piccolo che correva, gliel’aveva trasmessa il padre, quella passione dannata. 

E anche quella sera, come quelle degli anni prima, doveva essere una normalissima corsa. 

Correva, si divertiva e poi tornava a casa da Coby.

Doveva essere così… ma c’era stata una variante, il finale.

 

Dopo aver litigato con il suo ragazzo, se n’era andato di casa proprio per andare alla corsa. Ma questa volta Coby si era convinto ed era andato a vederlo per la prima -ed ultima- volta.

Era abbastanza tardi e c’era buio. 

Il posto e la pista erano illuminati solamente da fiaccole contenenti del fuoco e lui rabbrividì. 

Era solo.

Anche lui.

Gli spalti erano pieni di persone ma lui andò direttamente alla rete che lo divideva dalla pista e aspettò che la corsa iniziasse. 

Alcune macchine si allinearono e non appena la bandiera fu abbassata, partirono.

Non le contò nemmeno, non gli interessava. Voleva solamente trovare la sua di macchina. 

Andava davvero veloce ma la riconobbe subito per via di quel “JJ” scritto a caratteri cubitali sulla portiera nera che lo fece sorridere. 

Non fece in tempo a guardare l’autista che la macchina era già scomparsa.

Un altro giro e riecco che passa.

Coby l’aveva visto in viso per qualche secondo e lui… lui gli aveva sorriso. L’aveva riconosciuto tra tutta quella gente e lo aveva ringraziato di essere lì. 

Lo aveva perdonato. 

Ma il problema fu quello che successe dopo. 

Vide la sua macchina frenare rumorosamente sull’asfalto e finire contro uno dei pali che fungevano da torce. 

Iniziò ad agitarsi, strinse la rete tra le dita e lo chiamò a gran voce.

Gli urlò di uscire dall’auto ma era impossibile che lo sentisse, era troppo lontano e c’erano troppi rumori intorno.

Poi lo scoppio.

Vide la sua macchina prendere fuoco e poi scoppiare, dividendosi in tanti pezzi. 

E nessuno fece niente, corsero tutti via e lui rimase lì, oltre la rete senza poter far niente. 

 

L’amore della sua vita era letteralmente andato in fumo. 

Era morto. 

E Coby piangeva, urlava, lo insultava per esser stato così imprudente, forse stupido… e lo chiamava. 

Non doveva finire così.

Si era distratto dalla guida per colpa sua, per colpa della sua presenza. Era felice di vederlo, gli aveva sorriso ed aveva così perso il controllo dell’auto. 

E non era riuscito ad impedire il peggio. 

Ma Coby  non voleva andarsene, rimase lì finché qualcuno non chiamò i pompieri.

Rimase lì a vedere il fuoco spegnersi sotto il getto d’acqua.

Rimase lì a vedere i resti carbonizzati dell’auto e del suo ragazzo. 

Non si distingueva niente, solo quella scritta gialla su un pezzo di portiera volato qualche metro più in là dell’auto. 

“JJ” 

Le loro iniziali.

Jerry correva con lui, ogni volta erano insieme ed anche quella volta sarebbero stati insieme.

Oltre che nella vita, anche nella morte.

 

E così dopo due mesi d’inferno, si decise. 

Non sarebbe cambiato niente, il fuoco era presente anche lì.

Ritornò in quel luogo, rubò un’auto e corse qualche giro di riscaldamento, non tanti. 

- Sto arrivando, amore mio - 

Chiuse gli occhi e tolse i piedi dall’acceleratore. 

Si lasciò andare, percepì lo schianto, poi più niente. 

 

Quando li riaprì crebbe di vederlo di nuovo, lì davanti a sé. Con quel sorriso stampato in viso e quegli occhi che lo guardavano interessato. Risentì i suoi baci morbidi, le carezze, le risate fatte insieme, le coccole prima di andare a dormire… ma poi una voce lo riscosse e non era la sua voce.

- Si è svegliato? - 

E li capì tutto. Mise a fuoco davanti a sé e l’immagine del suo amore scomparve. 

Si trovava in una stanza d’ospedale. 

Quando se ne rese conto scoppiò a piangere.

 

La morte lo aveva rifiutato, non era ancora arrivata la sua ora ma intanto gli aveva strappato la persona più importante della sua vita. Senza Jerry non aveva senso vivere… ma a questo punto, non poteva nemmeno morire. 

Era condannato a soffrire a vita. 

Vivere nell’ombra, nel dolore e aspettare. 

O forse il suo ragazzo che vegliava su di lui, gli ha impedito di compiere una sciocchezza, cercando di salvargli la vita… ma non sapeva che così facendo, aveva peggiorato solamente le cose. 

Jacoby avrebbe sofferto maggiormente. 

E forse non avrebbe retto per una seconda volta, chi lo sa. 

Però una cosa la sapeva, avrebbe almeno provato a vivere. L’avrebbe fatto per lui, per Jerry. 

Sapeva che avrebbe voluto così. 

- Farò un po’ tardi… ma aspettami, amore. Aspettami - 







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Zeeera!
E' la prima volta che scrivo qualcosa sui Papa Roach, più precisamente su Coby e Jerry e devo dire che mi sento abbastanza soddisfatta di quella "cosa" che è venuta fuori.
L'idea mi è venuta ieri sera a mazzanotte circa... invece di dormire, io scrivevo la bozza di una OS. E niente, oggi l'ho scritta e in pratica ho cambiato quasi tutto xD
Non mi piacciono i finali tristi però ultimamente mi ritrovo a scriverli spesso... non so, sarà un momento così.
Mi sono ispirata ad una scena del film "Da zero a dieci" di Ligabue dove in pratica c'è un ragazzo che va in una specie di rodeo (?) dove si svolgono queste corse clandestine, si scommette sui piloti in base a quanto veloce sanno andare. Va beh, sto quì va a correre solamente perchè vuole togliersi la vita e la scena dello schianto è così se non sbaglio, anche i suoi amici che sono dall'altra parte della rete e piangono e urlano ecc. Nel film è più tragico perchè era intenzionale, quì no ç__ç

Spero che anche a voi piaccia e se avete tempo e voglia -perchè ne avete-, ditemi cosa ne pensate. Accetto anche gli "fa schifo-è troppo triste" ecc. Non fa niente. 
No okay seriamente, vi regalo un cucciolo di Panda, mh? :3
Ci vediamo a- non lo so, quando mi vengono altre idee sui P.R.<3


 
  
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