09/08/2013
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L’annuncio comparve, insieme a molti altri, in una tiepida mattina autunnale di un poco memorabile 5 settembre. Pochi lo notarono, un numero ancora minore di gente si soffermò a leggerlo e pressoché nessuno sembrò prenderlo sul serio. Un giovane blogger inglese dai capelli rossi, intensi occhi azzurri e una faccia quasi interamente ricoperta di lentiggini sghignazzò di gusto nello scorrere la pagina di annunci, ricopiò il testo del messaggio e lo pubblicò sul suo blog, riservandogli il posto d'onore tra il post di un uomo che tentava a tutti i costi di vendersi la suocera e la foto di un trancio di pizza ch’era stato appena venduto all’asta per 14 milioni di dollari solo perchè correva voce fosse stato assaggiato da una famosa cantante pop inglese.
Un’ anziana signora sugli ottant’anni scorse i vari annunci in cerca d’un orologio economico da poter regalare a suo nipote per il suo quindicesimo compleanno, si soffermò a leggere la strana inserzione e mormorò tra sé una preghiera per quella pover’anima persa che si burlava con così poco conto dei più grandi misteri religiosi della fede cristiana. Poi, borbottando a mezza voce su quanto la tv ed internet avessero corrotto ed avvelenato la mente umana, tornò a cercare tra le offerte del giorno qualcosa che potesse al contempo far piacere al giovane Timmy e non rattristare troppo il proprio portafogli.
Un uomo di mezz’età con dei buffi baffi neri e un grave caso di calvizie navigò fra le pagine del sito web durante la propria pausa caffè, gettò un occhiata distratta all’inserzione e si affrettò a ricopiare sul proprio fazzoletto il recapito telefonico di un vecchio collezionista che vendeva dischi in vinile dell’età d’oro degli Stones; poi la voce alterata del suo capo lo richiamò dentro e Satana e Mick Jagger vennero presto dimenticati, così come il fazzoletto che venne poco dopo impiegato per altri meno nobili scopi.
Un ragazzo in età da liceo approfittò dell’occasione per scrollarsi di dosso la noia e movimentare un po’ quell’uggioso pomeriggio di pioggia e tempesta che aveva costretto in casa milioni di adolescenti americani e fatto felici decine e decine di tg nazionali servendo loro su un piatto d’argento una lunghissima serie di servizi metereologici nei quali gli esperti potevano vantarsi di quanto il tempo fosse cambiato negli ultimi vent’anni e di come ormai le stagioni non fossero più le stesse. Sam – così si chiamava l’annoiato ragazzo - pensò di chiamare i propri amici per proporre loro di contattare il bizzarro autore, accarezzando l’idea di offrirgli l’anima del gatto di sua sorella ed immaginando già quello che avrebbe potuto dire a lei per scolparsi semmai Satana si fosse poi davvero materializzato nel loro salotto per reclamare l’anima di Mrs. Pussy. Le scuse che andavano per la maggiore prima di chiamare Bob andavano dal: ‘Oh, andiamo Emily, lo sanno tutti che i gatti hanno 9 vite’ al ‘Cosa vuoi che ti dica, l’ho sempre odiata quella palla di pelo!’ passando per il ‘Ehi, ci sarebbe finito lo stesso all’inferno, i cani andranno pure in paradiso, ma chi ha mai parlato di gatti?’.
Stava proprio mettendo appunto la faccia da schiaffi che avrebbe fatto qualora lei lo avesse scoperto, che Bob rispose, meravigliandosi del fatto che l’amico l’avesse chiamato quando aveva proprio in mente di farlo lui per invitarlo ad un mega partitone a Play Station cui avrebbe preso parte pressoché l’intera popolazione maschile al di sotto dei vent’anni. Sam accettò con piacere, anche se rifiutando malvolentieri a scoprire se il recapito telefonico dell’Autore Anonimo contenesse davvero il 666 al suo interno, o se per caso abitasse davvero alla casa numero 23 del viale ‘Settimo Girone dell’inferno’.
– Sarà per la prossima volta…, si disse, ma quando ebbe varcato l’uscio di casa ogni proposito fu presto abbandonato per lasciar spazio a pensieri decisamente più piacevoli.
Da che quell’inserzione fu pubblicata, una sola persona ebbe l’ardire e la sfortuna di contattarne l’autore.
Alice Beatriz avrebbe spesso rimpianto quell’attimo di coraggio in seguito.
Così come avrebbe rinnegato il momento in cui le sue mani bianche raggiunsero il telefono e le sue candide dita ne sfiorarono i tasti, in un gesto che equivalse al tocco dei più grandi pianisti: perché così come le dita di Beethoven per la Sonata al chiaro di luna, il tocco dei suoi polpastrelli sui tasti del vecchio cellulare diedero vita ad uno dei componimenti più intensi e struggenti che orecchie umane avessero mai udito … o almeno, questo avrebbe pensato Alice per il resto della sua vita.